Non riesco a chiedere aiuto, devo sempre cavarmela da sola

  • Ti capisco, come te anche io non chiedo mai aiuto, e spesso questa cosa me la fanno notare o la vedono come una mancanza da parte mia. Ricordo mia madre quando diceva agli altri genitori "lei non chiede mai nulla" e io pensavo che fosse positivo, che me la sarei sempre cavata da sola.

    Da piccola non chiedevo mai perché mio padre diceva sempre di no, e poi si creavano discussioni in casa, e credo che questa cosa mi sia rimasta anche da adulta.

  • Sì, anche io sono così per educazione e orgoglio. Ma non lo ritengo giusto. In adolescenza, in famiglia, mi venivano spesso rinfacciati i "sacrifici" che venivano fatti per me, e io ho imparato a non pretendere né a chiedere nulla di più di quanto mi venisse offerto.

    Ma con mio figlio non sarò così, almeno spero. E comunque mi rendo conto che bisogna imparare anche a chiedere aiuto.

    Io, in particolare, ho il problema del senso di colpa. Cioè, devo sentirmi di "fare di più" per non sentire di dover ricambiare. Questo soprattutto con il partner. Il problema è che poi si creano dinamiche "scompensate" che non fanno bene. Ci sto mettendo tanto, ma ora non mi sento in colpa. Per Lupetta di bosco: chiediti anche tu che male c'è a chiedere aiuto. Se stai male, perché non chiedere?

  • Sai, Lupetta, in un certo senso io ti ho ritenuta una persona di cui fidarsi, anche in base a questa tua caratteristica che avevi già accennato, perché essenzialmente, per orgoglio e dunque per un ideale astratto, tu postponi il tuo interesse materiale nel non chiedere aiuto.


    Ci sarà anche la paura autodifensiva, ma c'è anche un tuo orgoglio, una tua integrità e coraggio. In tale "orgoglio" anteponi nei fatti le idee alla materia e questo ti rende onesta, in quanto tutto il contrario di chi, invece, a parole predica ideali e poi, nei fatti, fa l'opposto per interesse.


    Che poi altri si sentano esclusi dal tuo muro è comprensibile. A riguardo, se ci tieni agli altri, potresti lavorare a limarne un po' gli spigoli. Penso basti che tu riesca a fare caso a come ti stai comportando in quel momento, ovvero che per un attimo lasci da parte il pilota automatico e provi a fare l'inverso.


    Comunque, solo tu puoi valutare se il tuo muro sia eccessivo oppure no e, se valga la pena abbassarlo per gli altri.

  • Cara Garden ti ringrazio del quadro che hai tratteggiato di me, troppo buona, ti assicuro che ho una marea di difetti 8) e grazie anche per gli spunti che mi hai fornito. Comunque sì, questo me lo voglio concedere: non tradirei mai chi mi ha accordato la sua fiducia, sia un partner, un amico o un collega. Considero la fiducia un bene prezioso ed è un onore per me tutte le volte che mi viene accordata, se un'amica si confida con me la sua confidenza è al sicuro, anche dovessimo litigare o lei dovesse farmi un torto non violerei mai il patto di lealtà :)

  • Per Lupetta di bosco: chiediti anche tu che male c'è a chiedere aiuto. Se stai male, perché non chiedere?

    Bella domanda. Razionalmente lo so ma poi... Credo che alla base ci sia una resistenza enorme ad affidarmi, che ormai rientra in un imprinting, come molto giustamente scriveva Juniz. Sono emozioni e suggestioni che si sono scolpite in me da bambina, per una serie di vicissitudini familiari e sì, mettiamocela pure, una bella dose di sfiga ^^ È come se dentro di me io sentissi che posso unicamente contare su me stessa e mi comporto di conseguenza. Mostrare le mie fragilità, e le ho eccome, prestare il fianco mi ingenera una chiusura a riccio, un istintivo rifiuto... Ho sempre il timore di essere strumentalizzata, derisa, di perdere valore agli occhi di chi mi guarda. Il fatto è che, per come sono fatta, vedere le fragilità degli altri mi provoca un istinto di protezione, e non c'è mai derisione in me, te lo assicuro, solo il bisogno di vicinanza e di aiutare, di confortare. È un po' come se proiettassi sugli altri il mio stesso bisogno di conforto, di protezione, tenendo il mio ben nascosto. È un casino :)

  • Bella domanda. Razionalmente lo so ma poi... Credo che alla base ci sia una resistenza enorme ad affidarmi, che ormai rientra in un imprinting, come molto giustamente scriveva Juniz. Sono emozioni e suggestioni che si sono scolpite in me da bambina, per una serie di vicissitudini familiari e sì, mettiamocela pure, una bella dose di sfiga ^^ È come se dentro di me io sentissi che posso unicamente contare su me stessa e mi comporto di conseguenza. Mostrare le mie fragilità, e le ho eccome, prestare il fianco mi ingenera una chiusura a riccio, un istintivo rifiuto... Ho sempre il timore di essere strumentalizzata, derisa, di perdere valore agli occhi di chi mi guarda. Il fatto è che, per come sono fatta, vedere le fragilità degli altri mi provoca un istinto di protezione, e non c'è mai derisione in me, te lo assicuro, solo il bisogno di vicinanza e di aiutare, di confortare. È un po' come se proiettassi sugli altri il mio stesso bisogno di conforto, di protezione, tenendo il mio ben nascosto. È un casino :)

    Forse perché pensi che le persone prima o poi possano non esserci più? E quindi non vuoi abituarti a doverti appoggiare in caso di necessità? Nel mio caso credo sia anche questo, mi chiedo se questi schemi poi possano essere cambiati, pur essendo consapevoli e se basta solo decidere di comportarsi diversamente.

  • È paura e orgoglio insieme.

    Secondo me, è qui il punto.


    La paura sì, ci sta... ma più che altro è una paura da intendere come "paura di avere un giudizio". Mi spiego meglio: a me capita di non chiedere le cose ad altri per paura di un giudizio, per esempio. Del tipo "Ah, mi chiami perché non sai farlo", ed è una cosa che dà molto fastidio anche a me chiedere aiuto.


    Orgoglio, che in fondo è la base della paura di cui sopra, che sovente è una delle principali minacce presenti in ogni nostro pensiero che riguarda la collaborazione con terzi, ovvero il "Posso farcela da solo/a. Se lo fanno gli altri, vuol dire che sono bravo pure io a farlo".

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Ti assicuro che ho una marea di difetti 8)

    Quelli ci vogliono... :disguised_face: sennò sai che noia?!

    Comunque sì, questo me lo voglio concedere: non tradirei mai chi mi ha accordato la sua fiducia, sia un partner, un amico o un collega. Considero la fiducia un bene prezioso.

    Si percepisce. :relieved_face: Oltretutto, chi è diffidente dà spesso più valore alla fiducia.


    :thinking_face: Su una scala di diffidenza, Lupetta sarà a livello lupo? Io mi situo dalle parti del gatto selvatico

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