Ciao a tutti, ogni tanto mi prende la briga di scrivere qualche riflessione, ed in questi giorni pensavo a questo:
Sto avendo la percezione del tempo che scorre velocemente, più che mai. Da un parte è positivo, penso che sia stato uno degli anni più intensi che ho avuto sino ad ora, ed anche uno dei più belli.
Dall'altra parte mi spaventa il fatto che in un battito di ciglia, come quando da ragazzino diventai ragazzo adulto, ora il passaggio anche ad adulto è un attimo.
E' come se il tempo in questa fase avesse avuto un'accelerata.
Dicono che se il tempo non passa mai, significa che ci stiamo annoiando, o che ristagniamo, e questo è una situazione per lo più negativa.
Il contrario invece, a rigor di logica, dovrebbe essere frutto di un miglioramento, di un cambiamento, o anche solamente di produttività.
Forse l'essere stato molto impegnato, molto di più rispetto agli anni scorsi, ha fatto si che il tempo è trascorso molto più velocemente.
Forse perchè non ho più i 20 anni "spensierati" (che poi, veramente spensierato, non lo sono mai stato), forse per la paura che il tutto diventi una sorta di routine, ho la sensazione di questo calendario che sfoglia velocemente, come di essere su un intercity che salta tutte le fermate.
Avessi 25 anni oggi, ma con la mentalità e maturità di adesso, mi farei una grossa risata al pensare all'età "che avanza", ma quando ebbi veramente 25 anni, ebbi anche la stessa sensazione di adesso. Gli unici periodi dove ciò scompariva (il compromesso), era il progredire in qualcosa.
Progredire nel senso generico, poteva essere nello studio, in un'attività, nella situazione finanziaria, nello sport, nel fisico, nell'imparare qualcosa di nuovo.
Infatti a 25 anni non avevo ancora raggiunto i miei obiettivi né ottenuto l'indipendenza, ed oggi posso dire di esserci riuscito e ne sono soddisfatto.
Non fraintendetemi, non sono infelice. Anzi, ci sono molte cose che mi rendono contento, in particolare dove sono arrivato e il contesto in cui mi trovo.
La cosa più importante è che sono esattamente dove voglio essere e faccio ciò che mi piace, e non è assolutamente una cosa scontata.
Ci ho messo molto impegno, ma apprezzo anche le fortune che ho avuto, ne sono grato.
Però mi sento come "sospeso" con me stesso (suona strano, perchè si contrappone al discorso del tempo che scorre), e questa sospensione, oltre a non darmi quella pace interiore, mi rende disconnesso.
Percepisco che quello che ho intorno è molto gradevole, e con questo intendo dire appunto il contesto, le persone che frequento, il posto, le situazioni, ecc., ma ne sono partecipe in parte.
E' come se fossi sempre in attesa di qualcosa, o dello "step" successivo, forse per "imbrogliarmi" a ciò che ho bisogno per riconnettermi e risolvere situazioni interiori e trovare le risposte che cercavo forse sin da ragazzino. Forse è questo che mi fa sentire "sospeso"?
Forse è questo che mi sentire su un treno che aumenta sempre la velocità, e non si ferma un attimo?