Buonasera o buonanotte a tutti, a dire la verità non so bene come salutarvi dato che sono le 4 del mattino, e mi ritrovo a scrivere questo thread, forse un semplice ciao è meglio XD.
Mi presento brevemente: sono un uomo di quasi 42 anni e nella vita faccio l'insegnante, precario, e quest'anno sono sul sostegno. Posizione da me non particolarmente ambita o cercata, ma che sono stato costretto ad accettare poiché non c'erano posti disponibili per la mia materia (o perlomeno c'erano, ma erano solo supplenze molto brevi).
Inizialmente pensavo addirittura di prendere la disoccupazione e basta, ma avrei preso meno soldi e così ho accettato.
Partendo dalla premessa che il lavoro da docente è faticoso, sia come sostegno sia come materia, quest'anno in particolare sento di avere poche risorse, sia fisiche che mentali, per far fronte all'anno scolastico che oltretutto è pure iniziato da poco.
Vado al lavoro abbastanza demotivato, con poco o pochissimo entusiasmo e, pur cercando di fare il mio lavoro correttamente, mi sento come se fossi distaccato da me stesso e aspetto con impazienza il suono della campanella dell'ultima ora per andarmene.
La buona notizia è che non sono il solo a provare queste sensazioni, anche mia moglie mal sopporta questo lavoro e ormai cominciano a venir fuori articoli o libri dove si parla massicciamente del burn out dei docenti.
Già dall'anno scorso sentivo che qualcosa non funzionava nel modo giusto. All'inizio avevo pensato che fosse perché stavo alle superiori, ambiente che mi piaceva di più, ma era la prima che volta che insegnavo in quel grado di istruzione ( prima di allora avevo fatto solo le medie) e credevo di essere solo un po' spaesato; perché cambiano i programmi, la metodologia è diversa, così come il rapporto tra i colleghi e i ragazzi.
Invece quest'anno è peggio; un po' perché in passato le esperienze di sostegno non sono state del tutto positive: molti di quelli che si occupano del sostegno lo vivono con un certo fanatismo a mio avviso, che è una cosa ben diversa dall'essere solo appassionati del proprio lavoro. Ma a parte il diverso approccio alla professione mi ero ritrovato a gestire due oppositivi provocatori che mi avevano, all'epoca, abbastanza prosciugato.
Quest'anno va molto meglio, i ragazzi che ho in carico sono piuttosto tranquilli, ma ho come la netta sensazione di non poter dare nulla di significativo per loro.
Del resto l'intero sistema scuola è un gatto che si morde la coda, un istituzione che cerca di mettere le pezze a dei problemi che non dovrebbero essere affrontati solo ed esclusivamente da noi e, in certi casi, sarebbe bene non affrontare del tutto.
Alla riunioni si parla solo di progetti, di uscite didattiche, di scartoffie da compilare, di chi fa il referente di questa cosa o dell'altra, e i dirigenti scolastici e lo staff sembrano la copia dello youtuber che fa il Milanese Imbruttito (ovvero ti riempiono di parole che alla fine risultano essere solo delle gran baggianate).
Vorrei potermi fermare un attimo e godere di un periodo di riposo, ma temo che il medico di base non mi concederebbe granché, perché anche se sono insoddisfatto e in certi momenti mi sento effettivamente depresso, funziono abbastanza e non sembro uno al capolinea.
Forse vorrei pure cambiare mestiere, ma non so se risolverebbe la cosa. Perché poi quando leggo alcune testimonianze su internet ci sono settori dove le cose vanno addirittura peggio.
Attendo i vostri illuminati pareri, sono aperto a qualsiasi suggerimento