Quasi sempre voglia di mangiare, anche da sazio

  • Scrivo questo post, anche se mi vergogno ad espormi così... Dopo circa vent’anni da fumatore, circa dieci anni fa ho smesso, sostituendo la dipendenza dal fumo con quella dal cibo.


    Il meccanismo in cui mi sono infilato è più o meno questo: lavoravo in ufficio anche dieci ore di fila (praticamente senza sosta) e la sera, quando uscivo, mi preparavo qualcosa che mi piaceva e che mi divertivo a cucinare. Dopo ogni giornata di intenso impegno, l’unico pensiero sembrava essere quello di prepararmi la cena, come se fosse un "premio", un momento che destinavo a me stesso dopo ore e ore passate a cercare di soddisfare le richieste di clienti, colleghi, capi, ecc.


    Il risultato è che, anche quando non ho fame, sento dentro di me una "spinta" a dovermi per forza preparare qualcosa; quando non lo faccio, mi sembra che manchi qualcosa alla mia giornata. Quando entro in un supermercato vedo le cose che potrei cucinare e "mi faccio dei film" su cosa potrei preparare, e poi scelgo. Non so se riesco a spiegarmi.


    Ovviamente - anche grazie al mio lavoro sedentario - mi ritrovo sovrappeso, com'era prevedibile. Fortunatamente, gli esami dicono che sto abbastanza bene, perché acquisto principalmente ingredienti di qualità e mai prodotti industriali, semilavorati o peggio.


    Leggo - qui e altrove - di tante persone con problemi legati alla dipendenza da cibo, perché hanno fame, fame e ancora fame. Io no... o meglio, a volte ho fame, altre volte invece mi sento sazio, ma qualcosa (specie quando torno a casa) mi spinge comunque a fermarmi e comprare qualcosa da preparare.


    Ora ho cambiato azienda; è ancora un lavoro sedentario, ma c'è la mensa (quindi pranzo quasi sempre in azienda). Però il "meccanismo mentale" che mi fa deviare è ancora molto forte...


    Scusate se mi sono dilungato, mi piacerebbe sapere se qualcuno ha vissuto qualcosa di simile e come l'ha gestito. Grazie.

    1+1=10

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • ma qualcosa (specie quando torno a casa) mi spinge comunque a fermarmi e comprare qualcosa da preparare.

    Io non sono in una situazione simile, essendo non lavoratrice, ma da quel che ne so, a livello teorico, se una persona non ha un’innata scarsa capacità di autoregolarsi, sviluppa una dipendenza spesso come meccanismo di gratificazione compensativa per colmare qualche altro tipo di vuoto (mancanza di gratificazione) in un altro campo, magari di natura sociale o relazionale. In alternativa, ho letto scritti di persone che affermano che anche determinate sostanze, come le benzodiazepine, possono abbassare la soglia dell’autocontrollo verso il cibo, lo shopping o altro. Ciò che conosco l’ho detto; ora mi ritiro, in quanto, se io ho una dipendenza da limitare, è quella dallo scrivere.

  • la sera, quando uscivo, mi preparavo qualcosa che mi piaceva e che mi divertivo a cucinare. Dopo ogni giornata di intenso impegno, l’unico pensiero sembrava essere quello di prepararmi la cena, come se fosse un "premio", un momento che destinavo a me stesso dopo ore e ore passate a cercare di soddisfare le richieste di clienti, colleghi, capi, ecc.

    A me non sembra una dipendenza, da come la descrivi: semplicemente ti piace cucinare e mangiar bene. Se il problema sono i kg in più, magari potresti cercare un po' di ricette light e dedicarti a queste.

  • per colmare qualche altro tipo di vuoto (mancanza di gratificazione) in un altro campo, magari di natura sociale o relazionale.

    ----

    Ciò che conosco l’ho detto; ora mi ritiro, in quanto, se io ho una dipendenza da limitare, è quella dallo scrivere.

    Beh... opinione che peraltro condivido quasi appieno... forse non mi ci vedo tanto nella "mancanza di gratificazione", perché comunque a me lavorare (anche sotto stress e con obiettivi impegnativi) è sempre piaciuto e mi sono sempre sentito abbastanza gratificato.


    O meglio: la "gratificazione" in ciò che faccio c'è, nel senso che questa dipendenza (credo si possa definire così) l'ho sempre associata al momento della giornata in cui tutte le energie potevo dedicarle solo a me stesso (o a chi era con me a cena).


    Comunque, grazie della tua risposta: trovo il messaggio scritto bene; se questa è una dipendenza, lo è in modo positivo.

  • Vero... irrazionalmente mi spingo sempre a imparare meglio ciò che già so fare o a provare ricette più elaborate.

    "Alzare l'asticella", alla fine, è una componente di questa situazione, che purtroppo mal si sposa con le ricette light. :(

    Se non vi è un problema dal punto di vista di una mancanza da compensare, allora è quasi più un hobby che una dipendenza. Può definirsi dipendenza nel senso che è fonte di piacere, ma questa non sarebbe in sé una cosa negativa; ognuno ha le sue passioni, tranne che in questo caso lamenti un problema di peso.


    Se le ricette light non rientrano nel canone, e se il tuo obiettivo è dimagrire, puoi molto lentamente ridurre le porzioni. Quindi non il cosa, ma il quanto. Se lo fai con estrema lentezza, il fisico si adatta gradualmente e non dovrebbe provocarti "astinenza".


    Il fisico si adatta ai quantitativi che mediamente mangiamo. L'apparato digerente si allarga o si restringe: io, ad esempio, fatico a finire una pizza, mentre a casa di un mio amico mi trovo tre bistecche nel piatto, non una: tre.


    Per aiutare questo processo, qualora vi fosse un'intenzione in questa direzione, mi è capitato di leggere tempo fa che esistono in libera vendita pastiglie vegetali al glucomannano, che si gonfiano nello stomaco per poi auto-bio-degradarsi, alleggerendo il senso di fame.

    se questa è una dipendenza, lo è in modo positivo.

    Solo se mi so regolare, ovvero se imparo a dedicarci magari uno spazio di tempo limitato, e intanto ci sono ricascata. :D


    Buona fortuna.

  • allora è quasi più un hobby che una dipendenza. Può definirsi dipendenza nel senso che è fonte di piacere

    Io purtroppo la vivo come una dipendenza perché, anche quando non sento la fame, spesso ci casco lo stesso; ho già letto e riletto queste prime risposte qui sopra e ho capito un aspetto che non avevo ben compreso: parte del problema è anche l'impulso di fermarmi e cercare qualcosa su cui farmi quella specie di film (scusate, non so definirlo meglio) sul dopo.


    Non sono assolutamente soggetto ad acquisti impulsivi, anzi mi ritengo abbastanza posato in quel senso.

    esistono in libera vendita pastiglie vegetali al glucomannano, che si gonfiano nello stomaco per poi auto-bio-degradarsi, alleggerendo il senso di fame

    Non avevo mai sentito parlare di questo glucomannano... mi informerò sicuramente e facilmente potrei provarle.

    1+1=10

  • Io purtroppo la vivo come una dipendenza perché, anche quando non sento la fame, spesso ci casco lo stesso;

    [...]

    parte del problema è anche l'impulso di fermarmi e cercare

    Eh vabbè, farti quel film è il tuo hobby gratificante. Se ci pensi, se si trattasse di un hobby sarebbe normale che non c’entri in modo diretto con la fame, ma con tutto il contesto: cercare, pensare, preparare, perfezionarsi.


    Invece, se fosse una dipendenza da cibo, penso c’entrerebbe di più con la fame.


    Cerca di non colpevolizzarti, che non è nulla di grave; basta provare eventualmente a moderare le dosi. Se vuoi essere pignolo, puoi pesare gli ingredienti.


    A proposito di ricerca degli ingredienti... una curiosità: sai che sono state fatte delle ricerche sugli istinti dei topi e hanno verificato che i medesimi provano più piacere mentre stanno cercando il cibo seguendone la pista olfattiva rispetto a quando lo hanno trovato e lo stanno realmente mangiando? Cioè il piacere della ricerca supera quello del mangiare.


    Anche noi abbiamo un piacere della ricerca, o non esisterebbero film come Indiana Jones.

  • A proposito di ricerca degli ingredienti... una curiosità: sai che sono state fatte delle ricerche sugli istinti dei topi e hanno verificato che i medesimi provano più piacere mentre stanno cercando il cibo seguendone la pista olfattiva rispetto a quando lo hanno trovato e lo stanno realmente mangiando? Cioè il piacere della ricerca supera quello del mangiare.

    Mi fa sorridere sta cosa!


    Queste ricerche dimostrerebbero quindi che in qualche modo ho un istinto affine al topo... userò questa cosa come "alibi morale" le prossime occasioni in cui qualcuno muoverà delle critiche.


    Non mi colpevolizzo (o meglio, quasi mai lo faccio), ma dovevo liberarmi da una dipendenza SENZA accollarmene un'altra: non mi colpevolizzo, ma vorrei trovare la "chiave" per liberarmi da questa abitudine, fermo restando Indiana Jones, cioè conservando solo la parte divertente.

    1+1=10

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