E infatti ho chiesto: "Sei sicura che ti piace veramente?"
È lei stessa che si mette nella condizione di arrovellarsi su una soluzione, addirittura mandando lui dal medico. Ma visto che, a detta sua, tutto il resto è bellissimo, ho suggerito: trovate il modo di godere con le vostre caratteristiche, senza soffermarvi su quello che a volte manca.
Intendi dire che se gli piacesse veramente, riuscirebbe a godersi quello che c'è?
Secondo me è difficile, anche da innamorati, che ciò accada, poiché è umano che vi siano aspettative e diversità ed è altrettanto umano che escano fuori con il tempo. A volte basta conoscersi meglio per appianarle, a volte no, rimangono tali.
È impossibile che un rapporto, tanto più se agli inizi, soddisfi al punto di goderselo e basta. Verrebbe a mancare il dinamismo derivante dall'insoddisfazione, che stimola la scoperta dell'altro e di sé stessi. La ricerca di punti di equilibrio è pressoché continua e mai definitiva.
Benché sia certamente da evitare un atteggiamento eccessivamente e sterilmente analitico volto ad esacerbare paure, eccetera.
Se si rimane in una relazione in cui si è insoddisfatti, si diventa corresponsabili della propria insoddisfazione.
In ultima analisi è vero.
Ma questa comprensione non può essere, secondo me, raggiunta attraverso scorciatoie. Gli eventi dovranno far emergere quanto è necessario affinché si arrivi al punto di comprendere che "tutta la lotta" è solo una resistenza a qualcosa che non si può cambiare, se questa è in sostanza la verità.
Tirarsi indietro, diciamo preventivamente, lascia aperto il campo a dubbi che rimangono sotto forma di irrisolto, per come la vedo io.
Infatti, queste coppie interrotte (esperienza personale) si lasciano, ma tendono a tornare insieme e poi si lasciano di nuovo, tra sentimenti e difficoltà, tra similitudini e diversità incolmabili. Non riescono a cancellarsi definitivamente finché non si giunge a quella "comprensione" che è mancata.
Non dico sia il caso di Paoletta, ma lo dico a valore, diciamo, generale. È certamente più facile lasciare, sebbene insoddisfatti, quando in gioco non ci sono sentimenti.