Un Salieri in mezzo a tanti Mozart: come lasciare la mia firma sul mondo e farne un lavoro?

  • Io ho scritto diversi libri su Amazon, ma tranne qualcuno, non si guadagna quasi nulla. Il primo era anche nella top 5 più acquistati ma da li a farci tutta questa valanga di soldi, non è possibile. Se non stai con una casa editrice importante oppure hai molto seguito non ti ci mantieni sicuramente.

    Parlo di editoria tradizionale. Al massimo le case editrici riconoscono allo scrittore un 10 percento del prezzo di copertina, quindi ipotizzando un prezzo di 20 euro bisognerebbe vendere 100.000 copie per fare 200.000 €. Un vero best Seller.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Parlo di editoria tradizionale. Al massimo le case editrici riconoscono allo scrittore un 10 percento del prezzo di copertina, quindi ipotizzando un prezzo di 20 euro bisognerebbe vendere 100.000 copie per fare 200.000 €. Un vero best Seller.

    100.000 copie: parliamo di numeri giganteschi. Conosco un ragazzo che ha scritto circa quattro libri, tutti musicali con la Tsunami Edizioni, mediamente conosciuta. I libri sono tutti usciti da Mondadori e Feltrinelli; ha venduto molte copie, ma immagino massimo sulle 10.000. Infatti non fa questo per mestiere, ma fa un altro lavoro.


    Comunque, arrivare in alto in qualsiasi campo è un'alchimia di vari fattori. Bisogna anche calcolare che solo in Italia ci sono milioni di aspiranti attori, registi, musicisti, scrittori, grafici e youtuber.


    Ci vuole una marcia in più per competere con questo oceano di aspiranti e non è detto che funzioni.

  • Ti consiglio di fare l'arte che ti piace, cercando di divulgarla il più possibile, senza pensare alla notorietà e ai soldi. I Mozart sono pochi, quelli che ci mangiano ancora meno, un artista che ha successo molto spesso è perché è sceso a compromessi col mercato (e ha avuto tanta fortuna).

  • Reggo male lo stress, gli orari imposti e sogno di lavorare da casa o comunque in autonomia come ho sempre fatto.

    Questo potrebbe essere un problema.

    Non mi spaventa la fatica o il lavorare tanto, anzi: quando sono mosso da un fuoco creativo, da una visione, da un obiettivo chiaro sto anche fino alle 3 di notte su un progetto.

    A volte dimenticandomi anche di mangiare.


    E' quel fuoco, che cerco.

    Non ci si può basare solo sul fuoco creativo: come hai visto tu, quello può esserci o no, non dipende del tutto da noi. Dovresti trovare una motivazione quotidiana. Solo il talento cristallino, senza essere Mozart, può permettersi di basarsi solo sul fuoco creativo, perché anche se arriva tardi, con quello compensa l'inattività di mesi.

    Solo che non lo trovo e più vedo tanti Mozart grandi o piccoli intorno a me (questa sorta di quasi-ex è per me l'esempio più eclatante: la ammiro tanto e la invidio vergognosamente al tempo stesso), più mi sento meno di un Salieri che non potrà mai ambire a più di così.

    Salieri era un musicista rinomato in vita. Che poi la sua opera non abbia resistito alla sfida del tempo è un altro discorso. Poi il confronto con Mozart credo sia stato mitizzato.

  • Confermo quanto hanno detto gli altri riguardo al guadagnare scrivendo. Semplicemente è quasi impossibile. Se la ragazza che conosci ce l'ha fatta è un caso più unico che raro. E comunque per guadagnare qualcosa ci si deve adeguare ai gusti del pubblico, ad esempio scrivere romance, libri romantici per adolescenti, praticamente l'unico genere che vende. Insomma, è più probabile che vada bene a un Salieri che a un Mozart.

    Chiunque voglia portare avanti un'attività artistica deve avere un lavoro normale per sopravvivere, a meno che non sia ricco di famiglia o abbia una rendita, e te lo dico per esperienza diretta.

  • Confermo quanto hanno detto gli altri riguardo al guadagnare scrivendo. Semplicemente è quasi impossibile. Se la ragazza che conosci ce l'ha fatta è un caso più unico che raro. E comunque per guadagnare qualcosa ci si deve adeguare ai gusti del pubblico, ad esempio scrivere romance, libri romantici per adolescenti, praticamente l'unico genere che vende. Insomma, è più probabile che vada bene a un Salieri che a un Mozart.

    Chiunque voglia portare avanti un'attività artistica deve avere un lavoro normale per sopravvivere, a meno che non sia ricco di famiglia o abbia una rendita, e te lo dico per esperienza diretta.

    Sono d'accordo

    Le attività artistiche spesso richiedono non solo talento e dedizione, ma anche le giuste condizioni economiche.

    È un po' come con certi sport, come il tennis, che richiedono investimenti notevoli fin dall'inizio e non sono alla portata di tutti.


    C'è da dire anche che il successo artistico è influenzato da molti fattori esterni, come i gusti del pubblico o le tendenze del mercato. E sebbene l'aspirazione di rimanere nel tempo sia affascinante, la strada per farlo può essere lunga e incerta, spesso richiedendo compromessi o un contesto favorevole.

    Teniamo quello che vale la pena di tenere e poi, con il fiato della gentilezza soffiamo via il resto. George Eliot

  • Resta il fatto che questa persona ce l'ha fatta o comunque ce la sta facendo.

    Pubblicata col suo vero nome per la casa editrice italiana per eccellenza (e in precedenza da un'altra comunque importante) e con uno pseudonimo su Amazon, in questo secondo caso appunto scrivendo romance. Ci ha messo una decina d'anni, mi ha detto, ma ce l'ha fatta anche su Amazon, segno che ha studiato il mercato e ha intercettato i gusti del pubblico, e ora "sfonda" anche lì con quello pseudonimo.


    E come autrice vera e propria, col nome vero insomma, negli anni ha vinto anche premi prestigiosi (non lo Strega ma comunque prestigiosi).

    Insomma, una persona di successo e riconosciuta da almeno 10mila persone (cifra a caso basandomi sui suoi social) quale io non sono.

    Chiarisco: non ambisco a vivere d'arte, non mi vedo come un artista.

    Come un creativo, però, sì.


    Ci fosse un incontro tra mie doti e mercato, in qualsiasi ambito della comunicazione, dei media o dell'editoria, ci metterei letteralmente la firma.


    Ma parlo anche di molto meno di tutto ciò: parlo di chi ha una propria impresa che funziona, parlo di chi vive scrivendo come autore per programmi televisivi o radiofonici, parlo di chi ogni giorno pubblica video sui social finché non si crea un suo pubblico (e da lì possono nascere nuove opportunità), e così via.


    Io so di avere le carte per fare buona parte di tutta questa roba qui, solo che non succede.

    Pubblico un reel divertente... mi becco tre like.

    Zero nuovi follower.


    E lo stesso vale se creo podcast o altra roba online.


    Non c'è verso di spiccare, quale che sia il modo.

    Sono apprezzato molto, moltissimo, ma da pochi, o comunque resto invisibile.


    E nel frattempo non mi interessa nessun lavoro "normale", perché mi discosterebbe da queste mie ambizioni.


    Lo so, sembra tutto un enorme capriccio ma vi assicuro che soffro molto di questa cosa.

    Voglio realizzarmi, nel pieno senso del termine, non voglio "solo" avere un maledetto lavoro con cui sopravvivere.


    Solo che le mie ambizioni sono tutte in campi in cui uno su mille ce la fa.


    Non ce la faccio ad accontentarmi di ciò che sono al momento, mi sento schiacciato dal senso di fallimento e il confronto con personalità come quella ragazza in questione (così vicina a me, anche come stile di vita, eppure con un successo così enorme) mi devasta, non riuscendo a ignorarlo.


    Vorrei crearmi un mio pubblico, un mio seguito, essere apprezzato per le mie idee, per i miei contenuti, per ciò che ho da dire al mondo e il mio modo di interfacciarmi con esso.

    Crescere anche un po' alla volta ma crescere.


    Invece resto fermo a quel migliaio di follower e non si accenna a crescere, e nel frattempo non so che inventarmi per fare delle mie doti creative (ammesso che ci siano) una fonte di guadagno.

  • Probabilmente fai un genere di nicchia.

    Appunto.

    E ho troppi interessi.

    Oggi parlo di amore e relazioni, domani faccio cose umoristiche, dopodomani parlo di comunicazione.

    Il mio problema, o uno dei vari, è che non riesco a specializzarmi in nulla perché ho troppi interessi diversi, alternati in momenti della vita diversi.


    E torniamo al discorso sull'avere un solo obiettivo e seguirlo fino alla fine.
    Io non ce l'ho, se non molto fumoso e generico (appunto: diventare "qualcuno" riconosciuto e con una propria visione autoriale, con un proprio pubblico, vuoi per le sue doti comiche o per i suoi scritti su amore e sentimenti).


    Per questo sto male: riconosco i miei problemi interiori ma non trovo una soluzione, al momento.

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