Era un ragazzo tranquillo...

  • E' appunto quello che ti ho chiesto. Compagni di scuola, maestre, amici, ad esempio, sono esempi di persone che li conoscono o che possono entrare in intimita' con loro.

    Solo quelli che sono entrati in contatto con loro in un rapporto più profondo di un qualsiasi rapporto superficiale.

    A scuola o tra "amici" (virgolettati) si può stare anche in modo solo superficiale, come tra colleghi di lavoro. A casa è già molto più complicato.


    Poi chi percepisce l'anomalia non saprà di che si tratta, ma la sensazione di mancato feedback empatico dovrebbe essere abbastanza evidente. Proprio per questo ipotizzavo un non voler vedere della famiglia o comunque delle persone più vicine al ragazzo.


    Non so se avete capito, insomma, questo 1% della popolazione sara' pure insospettabile, ma qualche caratteristica particolare ce l'avra' immagino

    Sì, solo che può non vedersi, se non quando avviene un comportamento esagerato, scorretto o crudele, oppure fin tanto che non si sviluppa una relazione "intima" come può essere una affettiva, anche un'amicizia (senza virgolette).


    Ma quella è la punta dell'iceberg; bisogna vedere cosa c'era sotto.

    Io resto dell'idea che è un ragazzo con gravissimi problemi psicotici e se guardo le foto (mi è capitato di vederne) trovo inquietante la sua espressione, così serio mentre gli altri ridono. Mi viene davvero da chiedere ma nessuno se ne è accorto? Cioè è normale che uno non sorrida mai?

    A prescindere dalla sua espressione, il fatto di non sorridere mai o di non entrare mai nello stato emotivo del gruppo è certamente un campanello d'allarme, non solo per eventuale psicopatia, ma proprio per tutta una serie di problematiche che la persona può avere e che spesso sono tra quelle curabili/trattabili.


    Come sempre però il problema diventa risolvibile solo dopo che se ne prende atto o se ne accetta l'esistenza.


    Ma parlando di una coscienza in termini diciamo filosofici, una specie di "anima", che è anche legata alla moralità di un individuo la mia personale opinione è che può succedere che una persona non abbia alcuna coscienza (e non abbia quindi l'anima).

    E' interessante questa tesi. Paradossalmente ha anche una forte logica.


    Nell'universo letterario "cyberpunk" è stata trattata in più occasioni, fino addirittura ad ipotizzare un dispositivo elettronico in grado di "uccidere l'anima" e trasferire la coscienza del soggetto su una memoria tecnologica, anche se in parte biologica.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Le idee di Lombroso sono state spesso strumentalizzate per giustificare pregiudizi razziali e discriminazioni sociali. Esse pur avendo aperto la strada alla criminologia scientifica, si basavano su osservazioni aneddotiche e pregiudizi dell'epoca e sono state screditate dalla comunità scientifica da molto tempo.

    Appunto perché sono state la base della criminologia moderna ... De iure sono considerate ciarlataneria, ma de facto sono tacitamente ma ampiamente motivate e giustificate dal vox populi. E sfido chiunque, ma veramente chiunque, a a non partire su una base prettamente sociale e razziale.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • penso di non aver mai sbagliato nelle mie valutazioni e da uno con quella faccia mi sarei tenuta a distanza se lo avessi incontrato.

    Beh secondo me è un po' troppo implacabile come affermazione, esulando dal caso specifico e premettendo che io non ho visto quelle foto. Dovresti vedere foto mie mentre sono al lavoro, in alcune sembra davvero che sia in procinto di far fuori qualcuno :S

  • Sono completamente d’accordo con l’articolo di Gramellini "Le (non) colpe dei genitori". E’ vero, spesso di fronte a tragedie come questa cerchiamo uno o più colpevoli per dare un senso all’accaduto e trovare una sorta di conforto che ci aiuti ad affrontare il dolore.

  • Sono completamente d’accordo con l’articolo di Gramellini "Le (non) colpe dei genitori". E’ vero, spesso di fronte a tragedie come questa cerchiamo uno o più colpevoli per dare un senso all’accaduto e trovare una sorta di conforto che ci aiuti ad affrontare il dolore.

    I genitori possono non avere colpe, ma hanno sempre una responsabilità, se non altro perché la loro posizione di vicinanza (se ci convivono) potrebbe permettere di rilevare le anomalie rilevabili, pur non sapendo precisamente di cosa si tratta.


    Poi ovviamente i figli non sono "pezzi di genitori" e nemmeno una proprietà: sono persone a se stanti e come tali hanno le loro responsabilità completamente indipendenti da quelle dei genitori.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • I genitori possono non avere colpe, ma hanno sempre una responsabilità, se non altro perché la loro posizione di vicinanza (se ci convivono) potrebbe permettere di rilevare le anomalie rilevabili, pur non sapendo precisamente di cosa si tratta.


    Poi ovviamente i figli non sono "pezzi di genitori" e nemmeno una proprietà: sono persone a se stanti e come tali hanno le loro responsabilità completamente indipendenti da quelle de

    I genitori si trovano spesso davanti a veri e propri muri. Gli adolescenti rispondono, quando rispondono, constantemente "va tutto bene", nascondendo il loro mondo interiore. Ed è proprio questo il dramma: i genitori, pur facendo del loro meglio, non riescono sempre a scorgere quei segnali nascosti; anche quelli più preparati culturalmente ed attenti si possono trovare in difficoltà, diventando VITTIME di una situazione complessa e talvolta imprevedibile.

  • I genitori si trovano spesso davanti a veri e propri muri. Gli adolescenti rispondono, quando rispondono, constantemente "va tutto bene", nascondendo il loro mondo interiore. Ed è proprio questo il dramma: i genitori, pur facendo del loro meglio, non riescono sempre a scorgere quei segnali nascosti; anche quelli più preparati culturalmente ed attenti si possono trovare in difficoltà, diventando VITTIME di una situazione complessa e talvolta imprevedibile

    Le cose che un figlio può nascondere facilmente sono quelle piccole o passeggere. Quando viene nascosto qualcosa di grosso (e non sappiamo se questo è il caso) è perché c'è stata una cecità, più o meno voluta/conscia, anche da parte dei genitori.


    Lo dico perché certe deviazioni non si notano se non nelle mura di casa o comunque nell'ambiente intimo.


    Questo non significa che sia "colpa dei genitori" il fatto che è accaduto in questo e in tanti altri casi, ma una responsabilità c'è sempre ed è accomunabile a quella che la Legge chiama "in solido". Se non il genitore di un minore: chi poteva/doveva accorgersi del malessere di un minore?


    Scuola, amici, frequentazioni minori: sono tutti gerarchicamente dopo i genitori. Se poi questo o altri casi erano impossibili da decodificare: non c'è responsabilità, tuttavia se ci fosse ricadrebbe prima sulla famiglia e solo poi sulla società.


    Non bisogna farsi ingannare dal fatto che pregiudizialmente chi è vittima è automaticamente privo di responsabilità, quindi anche pregiudizialmente incolpevole. Se s'intende capire realmente cosa può essere successo si inizierà proprio da li: dalla vita in famiglia. Poi passeranno a tutti i livelli inferiori.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • I genitori si trovano spesso davanti a veri e propri muri. Gli adolescenti rispondono, quando rispondono, constantemente "va tutto bene", nascondendo il loro mondo interiore. Ed è proprio questo il dramma: i genitori, pur facendo del loro meglio, non riescono sempre a scorgere quei segnali nascosti; anche quelli più preparati culturalmente ed attenti si possono trovare in difficoltà, diventando VITTIME di una situazione complessa e talvolta imprevedibile.

    Concordo con te, non sono genitore ma penso che questo accada di sovente. Gli adolescenti si trasformano e non è per niente infrequente che diventino criptici agli occhi dei genitori stessi, prima era un bimbo che sembrava un libro aperto e poi muta in una specie di "alieno" che gira per casa. Non si sa che cosa pensa, che cosa fa, spesso la richiesta di dialogo viene invalidata da una barriera emotiva quando non anche decisamente respinta. Fa un po' parte del processo di crescita respingere le figure genitoriali. Per cui penso che disagi molto profondi e pesanti possano essere sottaciuti, dissimulati e quindi non colti. Non è per niente semplice.

  • È facile parlare senza esperienza diretta della genitorialità, ma chi è genitore sa quanto può essere complicato. In molte occasioni i segnali che inviano i ragazzi non sono così evidenti come potrebbero sembrare a chi vorrebbe giudicare dall'esterno. A maggior ragione quindi lo diventa in presenza di disturbi come possono essere la psicopatia, difficoltosi da individuare anche per gli esperti. Ritenere quindi i genitori in qualche modo responsabili in maniera diretta lo ritengo oltremodo ingiusto, perché le famiglie affrontano piccole e grandi sfide quotidiane con gli adolescenti e non è sempre chiaro cosa stia succedendo dietro le quinte.

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