Non riesco ad accettare la mia "inferiorità"

  • Salve, premetto che sono in cura da uno psicoterapeuta (ora in pausa per l'estate).

    Sono andato in terapia per stati d'ansia e lievi attacchi di panico, con una diagnosi quasi di depressione.

    Mi ero accorto, nell'ultimo periodo, di voler cambiare la mia vita sociale, cioè fare cose nuove e fare nuove amicizie, cosa non facile.

    Diciamo che le cose stavano andando meglio. Ho ripreso a suonare il pianoforte, un'attività impensabile fino a due mesi fa.

    Il punto ora è questo: mi è stato detto che sono un perfezionista nei lavori che faccio. E per farla breve, è bastato sentirlo dire da un altro pianista, più bravo di me, e ho iniziato a pensare e rimuginare continuamente, come se non accettassi la mia "inferiorità".

  • Ciao. Non ho compreso bene cosa intendi dire. Un perfezionista è qualcuno che cura molto i dettagli del proprio lavoro e che in generale tiene molto ad esso. Solitamente si dà del perfezionista a qualcuno i cui risultati sono molto soddisfacenti. Se non ha detto altro che quello che hai riportato, quella persona non ha nemmeno lontanamente lasciato intendere di considerarti "inferiore", anzi.

  • con una diagnosi quasi di depressione.

    Questa non è una diagnosi (che peraltro lo psicoterapeuta non può fare se non è medico) sarebbe come dire di avere quasi il diabete o quasi i calcoli.

    bastato sentirlo dire da un altro pianista, più bravo di me, e ho iniziato a pensare e rimuginare continuamente, come se non accettassi la mia "inferiorità".

    Essere perfezionista, entro certi limiti, può andare bene. Certo che se si superano è più lo sforzo del risultato. Possibile tu non abbia una grande autostima ma in questo certamente lo psicoterapeuta può aiutarti.

    Consultando abbastanza esperti puoi trovare conferma a qualsiasi opinione.

  • Ciao. Non ho compreso bene cosa intendi dire. Un perfezionista è qualcuno che cura molto i dettagli del proprio lavoro e che in generale tiene molto ad esso. Solitamente si dà del perfezionista a qualcuno i cui risultati sono molto soddisfacenti. Se non ha detto altro che quello che hai riportato, quella persona non ha nemmeno lontanamente lasciato intendere di considerarti "inferiore", anzi.

    Non sono d'accordo. Il perfezionismo arriva dopo un percorso che ti porta a raggiungere "Per aspera ad astra", un risultato più che soddisfacente, e rasentando o trovando perfezione (che poi non esiste, ma è un altro discorso). E te lo dice uno che restaura auto d'epoca con targa ASI oro. Nell'arte, poi, la perfezione la raggiungi in modo personale, quindi la sua affermazione è un complimento.


    paul.1 Non capisco dove trovi del male in ciò che ti è stato detto.

    - Tutto questo sacrificio.. solo per questo? -

  • Il punto ora è questo: mi è stato detto che sono un perfezionista nei lavori che faccio. E per farla breve, è bastato sentirlo dire da un altro pianista, più bravo di me, e ho iniziato a pensare e rimuginare continuamente, come se non accettassi la mia "inferiorità".

    Il perfezionismo può portare a diventare oggettivamente bravi, per cui non indica inferiorità in sé.


    Certo, se tu sei perfezionista perché ti senti inferiore e tenti quindi di compensare attraverso un eccesso di cura verso la tua performance, un'eventuale tua bravura potrebbe essere generata da un tuo disagio personale di fondo, in effetti sì.


    Eventualmente, se vuoi, puoi tentare di capire da dove nasce tale disagio, se esso dovesse arrecarti dei problemi oggettivi; altrimenti, penso che essere perfezionista in sé non sia un difetto.

  • Non sono d'accordo. Il perfezionismo arriva dopo un percorso che ti porta a raggiungere "Per aspera ad astra", un risultato più che soddisfacente, e rasentando o trovando perfezione (che poi non esiste, ma è un altro discorso). E te lo dice uno che restaura auto d'epoca con targa ASI oro. Nell'arte, poi, la perfezione la raggiungi in modo personale, quindi la sua affermazione è un complimento.

    Il senso comunque è che l'op non ha motivo di provare sensazioni di inferiorità davanti ad un commento simile.

  • ho iniziato a pensare e rimuginare continuamente, come se non accettassi la mia "inferiorità".

    L'unico problema che vedo è proprio questo. Conoscere i propri limiti, cercare di migliorare il migliorabile e soprattutto accettare ciò che non è modificabile.


    Ci saranno sempre persone migliori....eh, si. L'unico "vincitore" perenne è colui che non compete.

    namasté

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