Relazione a distanza, cuckoldismo e poliamore: sono in stallo mentale

  • Mi chiedo come tu possa negare l'evidenza in questo modo, quando ho portato i virgolettati che parlano da soli. In più gli interventi dell'opener sono tutti lì per essere letti e valutati. Siamo alle solite.

    Non sto negando l'evidenza. La differenza si evince proprio leggendo gli interventi per intero, piuttosto che estrapolando singole frasi dal contesto. Nelle frasi estrapolate manca il crescendo da dubbio a curiosità a timore: c'è solo la fase acuta.


    A meno che non siano entrambi senza ombre si, vengono represse per paura o altro.

    Nessuno è senza ombre. Il solo fatto che si mettano insieme un cervello maschile con uno femminile genera attrito per forza di cose. Quando sembra una favola è sempre una facciata di carta pesta.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Mi chiedo se tu poni una linea di demarcazione in questa tua accettazione omnicomprensiva della sessualità come "normale": è "normale" avere rapporti con un comodino? Con una capra? Con un cadavere? Anche questo è "amore" dopo tutto... oppure no? C'è qualcosa che fa scattare anche a te un campanello d'allarme? Me lo chiedo, sinceramente.

    Così andiamo un'altra volta off-topic... comunque... per me una sessualità "normale" è quella che avviene tra adulti pienamente consenzienti. Quindi, dal mio punto di vista, non posso giudicare se la sessualità altrui sia nettamente "giusta" o "sbagliata". Con una capra o un cadavere mancano i presupposti della normalità... mi pare ovvio.

    I ricordi sono sempre bagnati di lacrime

  • Non sto negando l'evidenza. La differenza si evince proprio leggendo gli interventi per intero, piuttosto che estrapolando singole frasi dal contesto. Nelle frasi estrapolate manca il crescendo da dubbio a curiosità a timore: c'è solo la fase acuta.

    Le frasi le ho riportate per evidenziare i passaggi essenziali ed il contesto mi pare più che chiaro. Il post di apertura si conclude letteralmente con la seguente frase: "Devo assolutamente trovare un modo per uscire da questa condizione di stallo mentale che non mi permette di vivere serenamente.".


    "Stallo mentale" indica una fase cronica, non acuta. O vuoi negare anche questo?

  • Le frasi le ho riportate per evidenziare i passaggi essenziali ed il contesto mi pare più che chiaro. Il post di apertura si conclude letteralmente con la seguente frase: "Devo assolutamente trovare un modo per uscire da questa condizione di stallo mentale che non mi permette di vivere serenamente.".


    "Stallo mentale" indica una fase cronica, non acuta. O vuoi negare anche questo?

    Quello è il culmine del dubbio. A me viene anche quando non so se uscire dall'albergo alle 10 o alle 11, perché non ho controllato il traffico della zona a quell'ora.


    Sicuramente c'è dell'ansia dietro, sicuramente ci sono sensazioni struggenti a tratti, ma quale trattativa sentimentale non li ha?


    Cercare il demonio a tutti i costi non paga in questi casi. Meglio capire come sta realmente la persona interessata, se ha parlato con la partner, se ha deciso come agire. Per uscire da una sensazione di "stallo mentale" basta una prospettiva.


    La sensazione di stallo è data dalla recondita sensazione di avere la relazione sul piatto. Infatti come ho scritto sin dalla prima risposta il mio dubbio è che vi sia dietro una pressione da parte della partner. Se così fosse allora ci sono i presupposti per iniziare a dubitare della sanità del rapporto.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Al netto di qualche giudizio che mi ha lasciato abbastanza interdetto, vorrei proseguire con alcune riflessioni che riguardano appunto il mio cuckoldismo. La possibilità che la mia sessualità sia divergente anche per episodi particolari (anche traumatici) c'è sicuramente.

    In adolescenza ho subito degli abusi da mio padre (non immaginate la difficoltà nel definirlo in tale maniera, ma devo pur farmi capire), su cui non approfondirò, non ancora almeno, ma furono episodi schifosi che minarono la mia virilità (a questa conclusione ci arrivai con la psicoterapia). Le mie esperienze con l'universo femminile non è stato dei più rosei, ero di una timidezza cronica e di certo l'atmosfera familiare non mi ha agevolato una crescita (non potevo nemmeno avere un confronto essendo anche figlio unico).


    Quando ero un ventenne ci fu un episodio con la mia ragazza di allora che ritenni umiliante o comunque poco rispettoso nei miei confronti, seppur probabilmente totalmente inconsapevole da parte sua. Tuttavia a distanza di anni da quell'episodio sono nate queste fantasie, che poi ho riportato anche su altre persone con cui andavo a stringere dei legami amorosi/sessuali, insomma, l'idea che altri uomini le possedessero, si eccitassero etc. praticamente non mi ha più abbandonato ma non sono mai riuscito a parlarne con nessuno tranne con la donna di cui ho parlato qui e che anch'essa inconsapevolmente getta benzina su queste mie fantasie (più di ogni altra donna, ma non per motivi "sessuali" come potreste pensare), probabilmente per il suo "spirito libero" (non libertino), la sua capacità di amare il prossimo e tante altre ragioni.

    Ovviamente sono consapevole che ho una divergenza e che è probabilmente anche dovuta ad episodi traumatici (alcuni), particolari/segnanti (altri) etc. ma...non posso modificare il passato, ne la mia sessualità (che ritengo sia ancora da esplorare nonostante non sia più un giovanotto) ma solo accettarla, so anche che non sarà facile. So almeno che la mia donna accetta questo mio lato ed anzi lo "ama", la fa sentire importante e lei non si è sentita molto importante nella sua vita, anzi, si è sempre sentita una nullità, poco o per nulla amata, dai genitori e dai vari partners che ha avuto nel corso della vita.

  • Al netto di qualche giudizio che mi ha lasciato abbastanza interdetto, vorrei proseguire con alcune riflessioni che riguardano appunto il mio cuckoldismo. La possibilità che la mia sessualità sia divergente anche per episodi particolari (anche traumatici) c'è sicuramente.

    In adolescenza ho subito degli abusi da mio padre (non immaginate la difficoltà nel definirlo in tale maniera, ma devo pur farmi capire), su cui non approfondirò, non ancora almeno, ma furono episodi schifosi che minarono la mia virilità (a questa conclusione ci arrivai con la psicoterapia). Le mie esperienze con l'universo femminile non è stato dei più rosei, ero di una timidezza cronica e di certo l'atmosfera familiare non mi ha agevolato una crescita (non potevo nemmeno avere un confronto essendo anche figlio unico).

    Si, questo tipo di vissuto può spingere nella direzione di cui stiamo parlando.

    Non c'è niente di male e soprattutto non è "colpa" (responsabilità) tua. La mente evolve in un senso o nell'altro per compensare, per aggiustarsi, per trovare un equilibrio di cui si è stati privati.


    Quando ero un ventenne ci fu un episodio con la mia ragazza di allora che ritenni umiliante o comunque poco rispettoso nei miei confronti, seppur probabilmente totalmente inconsapevole da parte sua. Tuttavia a distanza di anni da quell'episodio sono nate queste fantasie, che poi ho riportato anche su altre persone con cui andavo a stringere dei legami amorosi/sessuali, insomma, l'idea che altri uomini le possedessero, si eccitassero etc. praticamente non mi ha più abbandonato ma non sono mai riuscito a parlarne con nessuno tranne con la donna di cui ho parlato qui e che anch'essa inconsapevolmente getta benzina su queste mie fantasie (più di ogni altra donna, ma non per motivi "sessuali" come potreste pensare), probabilmente per il suo "spirito libero" (non libertino), la sua capacità di amare il prossimo e tante altre ragioni.

    Questa parte descrive un po' il percorso che porta a staccarsi in età adulta dalla massa, dalla media, perché il proprio bagaglio di esperienze (anche traumatiche) spinge in un'altra direzione.


    Ci sono anche versioni più facilmente accettabili di "deviazioni sessuali" che dipendono da vissuti più comuni. Per esempio gli uomini che hanno una particolare passione per il seno si sospetta possano aver specifici vissuti burrascosi con la madre o semplicemente essere stati ignorati da lei.


    Ovviamente sono consapevole che ho una divergenza e che è probabilmente anche dovuta ad episodi traumatici (alcuni), particolari/segnanti (altri) etc. ma...non posso modificare il passato, ne la mia sessualità (che ritengo sia ancora da esplorare nonostante non sia più un giovanotto) ma solo accettarla, so anche che non sarà facile. So almeno che la mia donna accetta questo mio lato ed anzi lo "ama", la fa sentire importante e lei non si è sentita molto importante nella sua vita, anzi, si è sempre sentita una nullità, poco o per nulla amata, dai genitori e dai vari partners che ha avuto nel corso della vita.

    Questa parte invece è una conclusione che riporta il primo e il secondo punto in una posizione di "equilibrio".


    Alla luce di questo ti dico: vivitela, non cercare di essere per forza come la massa. Se lei è d'accordo potreste essere una coppia funzionante in quel modo.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Al netto di qualche giudizio che mi ha lasciato abbastanza interdetto, vorrei proseguire con alcune riflessioni che riguardano appunto il mio cuckoldismo. La possibilità che la mia sessualità sia divergente anche per episodi particolari (anche traumatici) c'è sicuramente.

    In adolescenza ho subito degli abusi da mio padre (non immaginate la difficoltà nel definirlo in tale maniera, ma devo pur farmi capire), su cui non approfondirò, non ancora almeno, ma furono episodi schifosi che minarono la mia virilità (a questa conclusione ci arrivai con la psicoterapia). Le mie esperienze con l'universo femminile non è stato dei più rosei, ero di una timidezza cronica e di certo l'atmosfera familiare non mi ha agevolato una crescita (non potevo nemmeno avere un confronto essendo anche figlio unico).


    Quando ero un ventenne ci fu un episodio con la mia ragazza di allora che ritenni umiliante o comunque poco rispettoso nei miei confronti, seppur probabilmente totalmente inconsapevole da parte sua. Tuttavia a distanza di anni da quell'episodio sono nate queste fantasie, che poi ho riportato anche su altre persone con cui andavo a stringere dei legami amorosi/sessuali, insomma, l'idea che altri uomini le possedessero, si eccitassero etc. praticamente non mi ha più abbandonato ma non sono mai riuscito a parlarne con nessuno tranne con la donna di cui ho parlato qui e che anch'essa inconsapevolmente getta benzina su queste mie fantasie (più di ogni altra donna, ma non per motivi "sessuali" come potreste pensare), probabilmente per il suo "spirito libero" (non libertino), la sua capacità di amare il prossimo e tante altre ragioni.

    Ovviamente sono consapevole che ho una divergenza e che è probabilmente anche dovuta ad episodi traumatici (alcuni), particolari/segnanti (altri) etc. ma...non posso modificare il passato, ne la mia sessualità (che ritengo sia ancora da esplorare nonostante non sia più un giovanotto) ma solo accettarla, so anche che non sarà facile. So almeno che la mia donna accetta questo mio lato ed anzi lo "ama", la fa sentire importante e lei non si è sentita molto importante nella sua vita, anzi, si è sempre sentita una nullità, poco o per nulla amata, dai genitori e dai vari partners che ha avuto nel corso della vita.

    Capisco quanto possa essere stato complicato il tuo percorso e l'impegno profuso per comprendere ed accettare la tua sessualità in relazione agli eventi passati e alle dinamiche attuali nella tua vita. E' però a mio avviso indispensabile tener presente che accettare sé stessi e i propri desideri non deve essere interpretato come una resa incondizionata a schemi o comportamenti deviati. Riconoscere i propri sentimenti è essenziale per la propria identità, ma questo non significa che si debba necessariamente accettare modelli di comportamento disfunzionali.


    Il rischio, come ho già sottolineato, è quello di creare una sorta di "cuscinetto" di comodità, dove le criticità interiori vengono condivise con il partner senza essere realmente affrontate. Questo può portare a sacrificare la possibilità di una crescita positiva in favore di un conforto illusorio, rendendo poi molto più difficile uscire da tali dinamiche, rimanendo intrappolato nello stesso stallo che ti attanaglia ora. È fondamentale non limitarsi ad accettare passivamente questi aspetti, ma piuttosto lavorare attivamente per cercare di superarli, fare leva reciproca sulle rispettive problematiche non porterà di certo a un'evoluzione positiva, ma potrebbe al contrario alimentarle nella reciproca condiscendenza.

  • Tuttavia a distanza di anni da quell'episodio sono nate queste fantasie, che poi ho riportato anche su altre persone con cui andavo a stringere dei legami amorosi/sessuali, insomma, l'idea che altri uomini le possedessero, si eccitassero etc. praticamente non mi ha più abbandonato ma non sono mai riuscito a parlarne con nessuno tranne con la donna di cui ho parlato qui e che anch'essa inconsapevolmente getta benzina su queste mie fantasie (più di ogni altra donna, ma non per motivi "sessuali" come potreste pensare), probabilmente per il suo "spirito libero" (non libertino), la sua capacità di amare il prossimo e tante altre ragioni.

    La fantasia non necessariamente deve essere messa in pratica.

    Può svolgere il suo scopo rimanendo un gioco del tutto fantàstico della coppia. Per questo ti chiesi se i vostri rapporti sessuali sono soddisfacenti e appaganti allo stato attuale seppur accompagnati da fantasie e immaginari (non concretizzati) di cuckoldismo.


    Si passa all'azione, per così dire, come ho scritto qualche pagina fa, quando una coppia ritrova nella trasgressione un suo senso di esistere (morale o meno che sia ciò, non sta a me giudicare). Si tratta quindi di una conseguenza a valle e non una causa a monte. Invece, nella tua relazione sembra che questa possibilità sia contemplata come una causa e per questo ti interroghi circa le possibili conseguenze.


    Parlando di amore al prossimo: parentesi che se aprissimo, sarebbe più lunga del resto del discorso. Direi che non sempre sappiamo cosa è meglio per gli altri, anche quando ci sentiamo mossi da altruismo. Certo è che l'amore al prossimo non ha bisogno di sessualità o di pratiche sessuali: senza deprecare necessariamente queste. Dunque separerei le dimensioni dal sentore un po' trascendentale, da quelle più propriamente "umane".


    La coppia, certamente, ha bisogno di sessualità (atipica o tipica che sia): ma in essa l'amore è mutuato dai bisogni dell'Io. Tale capacità di amare, per quanto sentita altruisticamente, rimane un umano bisogno personale con relativi limiti. Poi, si può avere anche avere un'ideale altruistico da perseguire, ma è un punto di partenza, non di arrivo. Diversamente: saremmo nati tutti San Francesco di Assisi.


    Detto ciò non ho dubbi che questa persona sia per te speciale e non discuto il tuo amore verso di lei. Parto dal presupposto che ciascuno di noi esprime la sua realtà, e come tale, viene sentita -in quel momento- come inconfutabilmente vera. Ed è giusto che sia così. Quindi il tuo amore, checché ne se ne possa dire, è vero, poiché così sentito e questo per me basta.


    La fase di innamoramento è tanto reale per chi la esprime tanto quanto quella in cui sono passati dieci anni e si conosce il partner anche in altri aspetti, dapprima insospettati, e per quanto non sempre "magici" né "nobili" come appariva da innamorati. Ciò che cambiano sono solo i tempi, la seconda è l'evoluzione della prima.


    La mia riflessione sostanziale per tanto è questa: nelle tue righe ci leggo una certa idealizzazione nei suoi confronti e dei suoi/vostri sentimenti. Lo dico non per vedere necessariamente del torbido, ma perché anche lei è umana, dunque, fallibile, come tutti noi.

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