Paranoie sul fisico

  • Certo, lo so. Mi dispiace per te, ci sono passata anch'io.

    Imparare a sentire il proprio corpo anziché limitarsi a guardarlo, con l'obiettivo finale di sentirsi bene.

    Sentire il proprio corpo è un concetto che non ho capito bene, cosa intendi?

    Può essere che non si accetti l'immagine che si ha del proprio corpo, e li comincia una battaglia che può durare decenni: battaglia che magari, nel mio caso, mi vedrà sconfitto, ma che comunque mi tiene vivo e mette quotidianamente alla prova la mia forza di volontà. perché ce ne vuole per insistere per così tanto tempo, seppur demotivato dalla mancanza di risultati.


    Forse è una questione di percezione: come un soggetto si percepisce. C'è chi può definirti "bello" ma tu non ti vedi tale.

    Per esempio, recentemente ho ricevuto un complimento da una donna, una parola e niente più, ma quel che vedeva lei è diverso da quel che sento e vedo io. Quindi quel complimento a me è sembrato falso, avrei preferito una critica che è sicuramente molto più stimolante e costruttiva.


    In termini generici, l'estetica e la percezione di sé sono una trappola insidiosa, ma tanti possono essere i motivi a causa dei quali un soggetto vive disagio e va in crisi, e qui le scelte sono:


    - Arrendersi e rassegnarsi

    - Farsi aiutare da uno "specialista"

    - Reagire e combattere


    I fight

    "In tutte le cose, ai più grandi piaceri è prossima la noia" - Cicerone

  • Ciao, Nonsocomechiamarmi.

    Mi ha molto colpito il tuo thread e mi dispiace che tu soffra così tanto. Ovviamente, come hanno detto gli altri utenti, sarebbe d'uopo (quant'è che non usavo questa espressione! :D) un percorso, più che altro per farti acquisire fiducia in te stessa.

    Secondo me, al di là delle taglie e delle ossessioni sull'aspetto fisico, dovresti provare a guardare da spettatrice esterno la tua interiorità: vedrai una ragazza che ha bisogno di volere bene a se stessa e di dirsi "chi se ne frega dei numeri e dei vari "canoni" (deleteri) che i social veicolano: io sono una persona, degna e che ama, che si deve amare, non una serie di numeri e di parametri.
    Il primo passo, a mio avviso, è provare a fare questo esercizio qui: immagina di abbracciarti e di parlare a te stessa come parleresti a un'amica o a una persona a te cara che soffre. E considera le tue qualità (perché, anche se non ti conosco, dovrai averne sicuramente) in modo oggettivo e come elemento di orgoglio. :)


    I numeri, beh, quelli lasciali ai matematici! ;)

  • In fondo, per quanto mi riguarda, la battaglia contro il corpo estetico si perde sempre. Sempre per quanto mi riguarda, ho gli stessi difetti che avevo quando li stavo a guardare e ne sono assolutamente consapevole. Ma non mi definisco più attraverso quelle caratteristiche.


    Il corpo è molto più del suo aspetto esteriore ed è questo che, a mio avviso, fa bene coltivare. Quando cammino in montagna, sto ad ascoltare il mio cuore, i miei polmoni, i miei quadricipiti, le ginocchia, il respiro... È un insieme immerso nella natura. In quei momenti, il mio corpo non è l'immagine che mi viene restituita dallo specchio, è un qualcosa di molto più grande, più forte, più importante, ma un piccolissimo puntino nell'immensità del mondo.


    Sono vent'anni che faccio yoga. Pratico a occhi chiusi, non ci sono specchi. Il corpo si muove, respira e la mente semplicemente è serenamente e silenziosamente partecipe.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • In fondo, per quanto mi riguarda, la battaglia contro il corpo estetico si perde sempre. Sempre per quanto mi riguarda, ho gli stessi difetti che avevo quando li stavo a guardare e ne sono assolutamente consapevole. Ma non mi definisco più attraverso quelle caratteristiche.


    Il corpo è molto più del suo aspetto esteriore ed è questo che, a mio avviso, fa bene coltivare. Quando cammino in montagna, sto ad ascoltare il mio cuore, i miei polmoni, i miei quadricipiti, le ginocchia, il respiro... È un insieme immerso nella natura. In quei momenti, il mio corpo non è l'immagine che mi viene restituita dallo specchio, è un qualcosa di molto più grande, più forte, più importante, ma un piccolissimo puntino nell'immensità del mondo.


    Sono vent'anni che faccio yoga. Pratico a occhi chiusi, non ci sono specchi. Il corpo si muove, respira e la mente semplicemente è serenamente e silenziosamente partecipe.

    È una questione di percezione, se lo si vede in modo distorto e non lo so accetta, si cerca di rimediare.


    Anch'io lo apprezzo dal punto di vista funzionale, anche in un gesto semplice come la camminata, dopo che per un trauma son stato privato di una cosa così apparentemente scontata per un anno circa.

    "In tutte le cose, ai più grandi piaceri è prossima la noia" - Cicerone

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