Tu avevi chiesto.
Nel senso che un cacciatore, quando vede che non cattura niente, o che gli sforzi sono molto superiori al risultato sperato, cosa fa? Si chiede se sta sbagliando e prova a cercare una soluzione migliore per cacciare.
E io avevo risposto.
Magari si inc∙∙∙a e si incaponisce a riprovare. Non dare per scontato che tutti mollino l'osso: dipende da quanto sono testardi di istinto.
E in effetti, rileggendo messaggi antecedenti scritti da Trevor, è pure stato scritto.
Voi vi domanderete: "Ma se uno perde sempre, allora?" Ancora peggio, perché si innesca il meccanismo del tipo: dopo tot perdite deve arrivare per forza una vincita, unita a una sensazione di rabbia.
La sensazione di rabbia perché non accetta la perdita, ovvero pretende la vincita: "La preda è mia!".
Magari si inc∙∙∙a e si incaponisce a riprovare.
Unita a quel: "Deve arrivare per forza una vincita" che può nascondere, oltre alla rabbia da possesso, l'ansia della perdita e crea la compulsione.
Si potrebbe anche inserire una tendenza alla compulsione: ripeti, ripeti, ripeti, ripeti. Che magari serve a mascherare l’ansia di ammettere la perdita che, a prenderne davvero coscienza, spaventa troppo, con le conseguenze che comporta: "Non ho davvero perso, perché questa volta vinco".
Insomma, solite cose che accadono quando spadroneggiano le emozioni figlie degli istinti: la programmazione biologica.