Dipendenza da gioco d'azzardo

  • diverso il gioco patologico riguarda QUASI sempre persone che sono tormentate nella loro vita, sia essa a livello affettivo, sociale, lavorativo etc... Di base un giocatore ha pochissime gratificazioni nella vita e fugge dalla sua monotonia tragica attraverso la somministrazione di questa "droga"...


    Se prendi 100 giocatori, 90 sono persone che non sono vincenti nella vita. Odiano profondamente la loro esistenza e sperano di "rifarsi" attraverso il gioco...poi andrebbe anche analizzato il giocatore, perché un giocatore di scommesse è diverso da quello di casinò o di gratta e vinci/lotto.


    Ci sono scommettitori che giocano a tre zeri di puntata ma guai a dirgli di comprare un gratta e vinci da due euro per esempio, idem un giocatore di slot, si finisce uno stipendio davanti ad un casinò online ma anche lì spesso non sa neanche con chi giocava Cristiano Ronaldo o chi ha vinto la Champions League.

  • L'ho spiegato.

    Se provi a leggere il mio post di ieri, probabilmente riesci a capire il meccanismo.

    Quale, quello della dopamina? Quello lo capisco perfettamente, infatti capisco chi sta ore a giocare ai videogiochi, o chi non smette di scrollare i social compulsivamente. Ma lì c'è un piacere nel fare una cosa, che nell'immediato può appagarti. Nel gioco d'azzardo non c'è appagamento nemmeno nell'immediato, perché normalmente si perde subito e costantemente.


    È questo per me che lo rende diverso da tutte le altre dipendenze, e non riesco a comprendere il meccanismo.

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Probabilmente hai ragione, ma non sono ancora convinto del tutto.

    Penso che possa c'entrare il discorso della speranza: se cerchi l'esperimento dei drowning rats, viene illustrato quanto accanimento essa sia in grado di provocare.


    Le condizioni sono differenti, ma sempre di speranza si tratta, poi non so quale sia la chimica retrostante.

  • Quale, quello della dopamina? Quello lo capisco perfettamente, infatti capisco chi sta ore a giocare ai videogiochi, o chi non smette di scrollare i social compulsivamente. Ma lì c'è un piacere nel fare una cosa, che nell'immediato può appagarti. Nel gioco d'azzardo non c'è appagamento nemmeno nell'immediato, perché normalmente si perde subito e costantemente.


    È questo per me che lo rende diverso da tutte le altre dipendenze, e non riesco a comprendere il meccanismo.

    Non è vero. Il 99% di chi inizia una dipendenza ludopatica parte da una vincita (importante o prolungata nel tempo).

  • Il meccanismo dei ludopatici si basa sul fatto di credere di aver trovato un modo per arricchirsi, quindi di cambiare in meglio la loro vita attraverso il gioco. Non perdono sempre, molte volte vincono, e quelle volte che vincono rinnovano la speranza di diventare ricchi. Si aggrappano a un sogno, loro sono convinti di aver trovato l'oro nascosto nel gioco. Pensano che, senza il gioco, la loro miserabile vita non abbia senso perché non sono soddisfatti della loro esistenza. Per questo continuano a tentare. Poi, quando hanno perso un patrimonio, non riescono ad accettare la sconfitta, il crollo di un sogno, il fatto che il gioco è solo una miserabile fregatura, e continuano a rovinarsi definitivamente.

  • Il meccanismo dei ludopatici si basa sul fatto di credere di aver trovato un modo per arricchirsi, quindi di cambiare in meglio la loro vita attraverso il gioco. Non perdono sempre, molte volte vincono, e quelle volte che vincono rinnovano la speranza di diventare ricchi. Si aggrappano a un sogno, loro sono convinti di aver trovato l'oro nascosto nel gioco. Pensano che, senza il gioco, la loro miserabile vita non abbia senso perché non sono soddisfatti della loro esistenza. Per questo continuano a tentare. Poi, quando hanno perso un patrimonio, non riescono ad accettare la sconfitta, il crollo di un sogno, il fatto che il gioco è solo una miserabile fregatura, e continuano a rovinarsi definitivamente.

    Quindi alla base c'è una distorsione cognitiva dovuta ad ignoranza, principalmente?

    Attenzione: i miei post possono provocare vertigini, nausea, visione offuscata, allucinazioni.

  • Il meccanismo dei ludopatici si basa sul fatto di credere di aver trovato un modo per arricchirsi, quindi di cambiare in meglio la loro vita attraverso il gioco. Non perdono sempre, molte volte vincono, e quelle volte che vincono rinnovano la speranza di diventare ricchi. Si aggrappano a un sogno, loro sono convinti di aver trovato l'oro nascosto nel gioco. Pensano che, senza il gioco, la loro miserabile vita non abbia senso perché non sono soddisfatti della loro esistenza. Per questo continuano a tentare. Poi, quando hanno perso un patrimonio, non riescono ad accettare la sconfitta, il crollo di un sogno, il fatto che il gioco è solo una miserabile fregatura, e continuano a rovinarsi definitivamente.

    Anche qui siamo molto lontani dalla verità ed è un modo per sminuire un problema che non si conosce minimamente. Lo so che state cercando di trovare una spiegazione logica che piaccia a diverso, ma non uscite con queste banalità facilmente smontabili.

    In questo caso ci sono ludopatici manager, avvocati di grido, calciatori milionari, tennisti milionari, stelle della NBA, chirurghi, celebrità della televisione, scienziati, artisti, musicisti, eccetera eccetera.

    Tutta gente che guadagna in un anno quello che probabilmente molti di voi non guadagnano in una vita o che ha una carriera di studi ed esperienze lavorative che li allontana chiaramente dall'essere "ignoranti". Per non parlare della "qualità della vita": sarebbe il sogno di una persona normale vivere un decimo di quello che determinate persone che diventano ludopatiche vivono.


    Purtroppo il problema è molto più complesso.

  • Non sono uno psicologo, sono un giocatore patologico in lotta, come ho scritto. Ma sono molto informato sul fatto, per cui proverò a risponderti a modo mio e con parole poco tecniche.

    Di fatto, il giocatore compulsivo, senza volerlo, crea un'alterazione del sistema dopaminergico.

    Quello che dici è giusto: spesso il giocatore non entra per vincere, ma addirittura per perdere. E sembra incomprensibile, ma non lo è! Nel senso... la dopamina è un qualcosa che produce il cervello, raggiunge un certo picco e memorizza quel picco. Ora... non è che la produci solo giocando. Anche bevendo un caffè produci dopamina... cercherò di fare un esempio.

    Se con il caffè produci un livello pari a 1 di dopamina, con il gioco produci un livello pari a 1000 (sto estremizzando, è solo per capire il senso).

    Ora... se il cervello ha memorizzato quel livello di dopamina (1000), cercherà nel corso dei giorni di tornare di nuovo a quel livello! È un meccanismo automatico! E come lo raggiungi? Semplicemente giocando (e quel 1000, ogni volta che ricominci, non basta più, ne vuoi produrre 1100, 1200, 2000, che corrisponde a un aumento delle puntate, un aumento delle sessioni di gioco). Non è più un discorso di vincere o perdere, ma un discorso chimico.

    Che succede quindi? Che la forza di volontà di smettere non basta più da sola. Ecco perché tutti dicono che da solo è quasi (io direi che al 95% è così) impossibile smettere. Perché non è questione di volontà, è questione di chimica. Tu non vuoi, ti parte quella brocca (il craving, quella famosa vocina che ti dice: coraggio, solo qualche euro, un quarto d'ora, massimo mezz'ora) e, se non sei attrezzato a fronteggiare questa ondata, credimi, parte il massacro.

    Scusate gli esempi forse inopportuni, scusate le banalità scritte e scusate se sono stato troppo sempliciotto e riduttivo, ma spero di aver spiegato esattamente quello che accade e di aver dato almeno uno spunto per fronteggiare, non dico completamente ma almeno parzialmente, le ondate di craving, con la consapevolezza di quello che sta succedendo.

  • Scusate, aggiungo solo una cosa.

    L'alterazione del sistema dopaminergico è momentanea. Puoi, diciamo così, "riassettarti", tornare a gustare le emozioni (non a caso il giocatore è apatico, disinteressato a tutto, non vede il senso delle cose) dopo il periodo di anedonia. Ma il periodo di "riassestamento" non dura, come crede qualcuno, una settimana o tre mesi... A parte che è soggettivo, ma a mio giudizio solo non giocando per un periodo pari a cinque anni continuativi puoi dirti sostanzialmente (ma non completamente) riassestato.

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