Oggi ho fatto per la seconda volta una c∙∙∙∙∙a gigante. Mi sono fissata con la pressione bassa, mio marito ci ha portato al mare e a metà strada abbiamo dovuto tornare a casa. Mio figlio ci è rimasto malissimo, il mio compagno non capisce... io mi sento di nuovo sconfitta e delusa di me stessa. Avevo ricominciato a stare bene... ma con questo caldo, il cielo grigio e non limpido, mi fanno stare male. Mi sento una madre di cacca, una poveretta.

Vado in ansia per qualunque attività debba intraprendere
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Oggi ho fatto per la seconda volta una c∙∙∙∙∙a gigante. Mi sono fissata con la pressione bassa, mio marito ci ha portato al mare e a metà strada abbiamo dovuto tornare a casa. Mio figlio ci è rimasto malissimo, il mio compagno non capisce... io mi sento di nuovo sconfitta e delusa di me stessa. Avevo ricominciato a stare bene... ma con questo caldo, il cielo grigio e non limpido, mi fanno stare male. Mi sento una madre di cacca, una poveretta.
Sono nella tua stessa situazione. Spinta a fare le cose per mia figlia, per farla contenta, per far sembrare tutto normale. Però in questo ultimo periodo, ho capito che è meglio dire "oggi non riesco, oggi non me la sento". Trovo un'alternativa che mi fa stare più tranquilla e che mi permette comunque di stare con lei ma in maniera, per me, più serena. Domani andrà meglio. Non mi forzo più e affronto un giorno alla volta.
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Sì Memole è proprio così... so fare poco, abito al mare ma la spiaggia è distante e io da sola non guido. Non capisco se la colpa è della cervicale... ma è tutto difficile. Sto pensando davvero di prendere i farmaci, perché mi sento un'incapace.
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Mi distrugge il fatto che le cose più naturali mi mettano ansia e paura: andare in ufficio, invitare qualcuno a casa... mi devo sposare e non organizzerò un ricevimento, ma anche solo l'idea mi agita troppo...
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Mi distrugge il fatto che le cose più naturali mi mettano ansia e paura: andare in ufficio, invitare qualcuno a casa... mi devo sposare e non organizzerò un ricevimento, ma anche solo l'idea mi agita troppo...
Mi dispiace davvero per come ti senti perché capisco che fastidiosa sensazione si provi... Io sono arrivata al culmine a dicembre, anche solo prendere la macchina per andare a scuola a prendere mia figlia mi mandava nel panico. Poi ho deciso di iniziare un percorso di psicoterapia e di parlare anche con uno psichiatra: l'idea di cominciare a "provare" a risolvere il problema mi ha dato una piccola sensazione di fiducia nella possibilità che le cose potessero cambiare. Tu ti sei rivolta a qualcuno?
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Oggi ho fatto per la seconda volta una c∙∙∙∙∙a gigante. Mi sono fissata con la pressione bassa, mio marito ci ha portato al mare e a metà strada abbiamo dovuto tornare a casa. Mio figlio ci è rimasto malissimo, il mio compagno non capisce... io mi sento di nuovo sconfitta e delusa di me stessa. Avevo ricominciato a stare bene... ma con questo caldo, il cielo grigio e non limpido, mi fanno stare male. Mi sento una madre di cacca, una poveretta.
Questo atteggiamento auto giudicante è uno dei cardini su cui si attacca la tua ansia.
Più ti ritieni incapace e più peggiori l'ansia. Lavora su consapevolezza e autostima. Se adesso stai male, la tua famiglia lo deve capire, altrimenti che famiglia è? Non vergognarti dei tuoi problemi.
Sono nella tua stessa situazione. Spinta a fare le cose per mia figlia, per farla contenta, per far sembrare tutto normale. Però in questo ultimo periodo, ho capito che è meglio dire "oggi non riesco, oggi non me la sento". Trovo un'alternativa che mi fa stare più tranquilla e che mi permette comunque di stare con lei ma in maniera, per me, più serena. Domani andrà meglio. Non mi forzo più e affronto un giorno alla volta.
Assolutamente l'atteggiamento giusto.
Più ci sforziamo a mostrare di essere capaci di gestire ogni cosa al meglio e peggio stiamo.
Poi, ognuno vive la sua normalità, non è un valore assoluto. Anche io lotto tanto per farmi apparire come normale/ordinaria, ma tutto questo sforzo poi lo pago due volte.
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Arrivo da situazioni simili, marito non comprensivo e anzi estremamente giudicante, da quando ho divorziato le cose vanno decisamente meglio, almeno non sopporto più giudizi e violenza psicologica. Il tuo compagno di vita deve starti accanto senza giudizio solo esserci. Io ho iniziato da anni un percorso sia di tipo psicoterapeutico che di tipo farmacologico, ero finita ricoverata per ossessioni e anoressia nervosa. Posso dire che le cose vanno meglio, poi ci sono periodi o a volte solo frasi che ti riportano indietro e ti riaprono ferite (dovute alla violenza psicologica) e lì ti sembra di tornare indietro e parte l'ansia di ritornare in quel baratro. Poi risistemi il supporto farmacologico che avevi già lasciato (e anche questa la vivi come una sconfitta) e poco alla volta il tutto rientra.
Posso dire di aver passato interi anni senza ansia, ma poi ogni tanto ricompare e bisogna rifarci i conti, è difficile non autogiudicarsi, ma bisogna accettarsi.
Per quanto riguarda i figli ora che i miei sono grandi posso guardarli e dirgli serenamente che sono in un periodo no e a modo loro mi supportano, ma anche quando erano piccoli non li ho mai tenuti fuori, è giusto che sappiano e capiscano a modo loro che l'ansia non è colpa di nessuno, che non sei stupido o rotto. Per loro è come avere il mal di denti... hai un problema fisico e cerchi di risolverlo.
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Considero davvero frustrante il fatto che sia difficile per chi non è in questa situazione capirla. Davvero, se non ci sei dentro, ti sembra una cosa impossibile da immaginare. Si pensa che basti "mettersi in movimento" e che tutto passi... e non è così.
Sono in un periodo della mia vita in cui sto cominciando ad affrontare in maniera più seria e concreta il problema degli attacchi di panico (più che altro una forte ansia anticipatoria) e ho spesso la necessità di appoggiarmi alla mia famiglia. Spesso non riesco ad affrontare alcune cose da sola: alcune uscite, la socialità, delle banali commissioni... Chiedere compagnia e dover spiegare il perché è quasi una sconfitta. Agli occhi di chi sta bene è incomprensibile il peso che si sente nel dover affrontare la paura della quotidianità e il sollievo che si prova quando ci si può appoggiare a qualcuno... che però poi non giudichi.
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Considero davvero frustrante il fatto che sia difficile per chi non è in questa situazione capirla. Davvero, se non ci sei dentro, ti sembra una cosa impossibile da immaginare. Si pensa che basti "mettersi in movimento" e che tutto passi... e non è così.
Sono in un periodo della mia vita in cui sto cominciando ad affrontare in maniera più seria e concreta il problema degli attacchi di panico (più che altro una forte ansia anticipatoria) e ho spesso la necessità di appoggiarmi alla mia famiglia. Spesso non riesco ad affrontare alcune cose da sola: alcune uscite, la socialità, delle banali commissioni... Chiedere compagnia e dover spiegare il perché è quasi una sconfitta. Agli occhi di chi sta bene è incomprensibile il peso che si sente nel dover affrontare la paura della quotidianità e il sollievo che si prova quando ci si può appoggiare a qualcuno... che però poi non giudichi.
Ti capisco, anche solo uscire a cena con amici può essere insormontabile. Chi non è dentro non capisce, non può capire, non vergognarti di chiedere aiuto alla tua famiglia, loro ci sono.
E non è vero che basta muoversi e fare, ci sono dei momenti in cui serve solo starsene coricati, lasciare che i pensieri fluiscano e magari dormire.
Io ad esempio adoro la montagna, ma non sempre ho voglia di andare a camminare, quindi sto studiando un modo per far diventare il cofano della macchina un letto, così vado in montagna in un posto isolato da sola, dormo, leggo e sono immersa nella natura.
Questa è la mia medicina naturale, ma non è la stessa per tutti, c'è a chi piace sedersi in riva al mare ed ascoltare le onde, per me è un dilatatore di ansia.
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Io ho chiesto aiuto, ho speso davvero tantissimi soldi tra psicologi e psichiatri... Arrivo a un certo punto che non credo nemmeno più a loro.
Capisco che mi fisso molto sui miei dolori fisici, la testa vuota, il collo... La mia ansia deriva dal fatto di non avere autostima, di non sentirmi capace. Vorrei fare come fanno tutte: prendere l'auto, mia figlia e andare al mare... Invece no, ho paura di svenire, di sentirmi male per strada, di avere la pressione bassa... è tutto qui! La normalità per tanti a me sembra un salto gigante. L'altra sera c'è stata una serata stupenda che pensavo di non riuscire a gestire, e invece?! Ma sto sempre con mio marito, i miei... Anche uscire con un'amica mi rende ansiosa. Prima non era così, prima avevo un altro tipo di timore che ho superato, poi un altro timore ancora... Ma la cosa che mi pesa di più è non avere la mia indipendenza, la capacità di fare tutto tranquillamente da sola... più che altro, essere autonoma.
Ho una mamma che sa che mi agita con il suo continuo dirmi "fa caldo, c'è caldo, oh Dio quanto caldo" e lo dice sempre, impedendomi di andare al mare serena. Mi manca la serenità, mi manca la normalità.
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