Non riesco a perdonare la mia famiglia

  • Secondo me la chiave di tutto questo sta nel riscattarti, ossia in una tua realizzazione personale.

    Sono convinto che se ciò accadrà (o se stia già accadendo), proveresti molta meno rabbia verso di te e risentimento verso di loro.

    Anzi potrebbe essere la tua rivincita.


    Inoltre devi cercare un giusto equilibrio tra il dedicarti a loro, e la tua indipendenza.

    Non può esserci una vita "sana" se si escludono i propri spazi, o, appunto, se si esclude una propria indipendenza.

    Questo non significa abbandonare i tuoi genitori, ma ridefinire le giuste misure.

  • All'università avevo una buona media e vinsi delle borse di studio fino al terzo anno. Terzo anno che coincise, purtroppo, col ritorno di mia sorella dalle mie parti. Fu una tragedia annunciata, ovviamente.


    Il clima in famiglia tornò ad essere di tensione, i conflitti mai risolti riaffiorarono. Non c'era modo, perché mancavano le condizioni necessarie (la serenità, una sufficiente tranquillità) per proseguire gli studi. Credo inoltre che si sia creato, in me, un conflitto interiore. Ovvero, il ritorno di mia sorella, con le sue folli pretese (voleva per sé tutta l'eredità, come se io non esistessi, e tornava a puntellare i miei "perché", a senso suo, io ero un peso economico ed era necessario che andassi a lavorare - lei non ha mai lavorato), unite alla mancanza di pronta risposta e giustizia da parte dei miei genitori, hanno fatto scattare in me un senso di rivalsa, soprattutto nei confronti di mia madre. Ovvero, ha iniziato a crearsi il desiderio di sabotarmi negli studi per impedire che mia madre potesse orgogliosamente sfoggiare a sé e agli altri il "figlio laureato". Cosa che mia madre ha sempre tendenziosamente augurato a sé di fare, quando vide che i miei profitti erano ottimi.


    È stato molto difficile per me riconoscere questi meccanismi di autosabotaggio, che erano nascosti dietro anni di depressione. Ho iniziato a pretendere da me la perfezione, perché avevo paura di ogni possibile critica di mia madre. Questo perché qualunque cosa faccia, lei l'ha sempre paragonata al meglio in quello specifico campo. Mai un complimento sincero, mai un apprezzamento per i miei sforzi. E contemporaneamente iniziavo a credere inconsciamente che fosse doveroso fermarsi per toglierle una soddisfazione che non meritava assolutamente.


    Ora avete ragione, è necessario recuperare la serenità e la tranquillità per vivere bene, e regolare i conti con me stesso, realizzando ciò che desideravo fare e prendermi una rivincita, il riscatto che da troppi anni desidero. Un riscatto che in certi momenti ho come accettato di non meritare, sentendo quel dolore allo stomaco, dentro, come se una parte di me morisse.

  • Perdonami la domanda, forse mi sono perso qualche passaggio, ma in tutto questo, tua sorella si occupa/va dei vostri genitori anche lei, almeno per quanto riesca, oppure te ne stai occupando solo tu?


    Un altro punto che mi incuriosiva è sul come tua sorella, nonostante le sue problematiche, sia in qualche modo riuscita ad andare via di casa, avere (forse) una sua indipendenza.

  • Perdonami la domanda, forse mi sono perso qualche passaggio, ma in tutto questo, tua sorella si occupa/va dei vostri genitori anche lei, almeno per quanto riesca, oppure te ne stai occupando solo tu?


    Un altro punto che mi incuriosiva è sul come tua sorella, nonostante le sue problematiche, sia in qualche modo riuscita ad andare via di casa, avere (forse) una sua indipendenza.

    I miei genitori sono almeno nel complesso autosufficienti al momento, sebbene abbiano diverse problematiche. Mio padre, ad esempio, ha difficoltà a guidare di sera. Mia madre non guida. Sono comunque due persone avanti con l'età.


    Mio padre ha subito un intervento importante e rischioso, dove solo io ho potuto assisterlo. Nei fatti vivo solo io in casa con i miei genitori, mia sorella non vive più con noi da quando aveva 24 anni. Dai 17 ai 24, ha vissuto con noi a fasi alterne, perché a 17 anni era già incinta e andò a convivere col suo ex marito. A 18 anni si è sposata e ha avuto una bambina. Un matrimonio "riparatore", di facciata, con lui e lei de facto nullafacenti. Ho perso il conto del denaro che i miei genitori hanno sborsato in quegli anni per lei. Denaro ovviamente tutto perso.


    Poi verso i 24 anni è andata a convivere col suo attuale marito in un'altra Regione.


    Mia sorella non si è mai occupata dei miei genitori, anzi. Li ha sempre usati, chiedendo loro soltanto favori (economici). A volte, fa persino discorsi riguardanti l'eredità e dei problemi che avrebbe con me (per esempio), ovviamente davanti a nostro padre e nostra madre, con tanto di frasi "quando voi non ci sarete più/ma per quanto vi resta ancora da vivere, io devo guardare a questi problemi ...".


    Capirete, la mia frustrazione nasce soprattutto dal vedere come io sia praticamente inascoltato, molte volte, e come lei non abbia freno a scavare sempre più a fondo e ottenere comunque ciò che vuole.

  • E invece secondo me dovresti andare a vivere fuori dal caos di quella casa e lasciare gestire a tua sorella visto che era "così brava"... Perdonami il termine, "nella loro ignoranza" si sono comportati così...ora nella stessa "ignoranza" accettano la condizione in cui si troveranno...

  • Tranne per gli esiti, ho anche io un vissuto di ingiustizie familiari e so cosa significa sentirsi umiliati dalla propria madre e assistere a una profonda differenza di trattamento rispetto ad un fratello.

    A mio parere gli sei andato dietro anche troppo: lascia, abbandona il campo, non perdere altro tempo a pensare a loro e ai loro errori, vivi la tua vita come meglio puoi. Non possiamo assolutamente imporre agli altri un qualunque senso di giustizia se non lo vivono internamente, non puoi farli vergognare, non puoi fargli capire proprio nulla, e anche qualora tu ci riuscissi avresti sprecato tante di quelle energie per ottenere la tua giustizia da non averne più per cose davvero importanti per te.

    Passa oltre, hai 39 anni, è ora di pensare a te stesso, fai come fossi tu tuo padre e tua madre e abbi cura di te.

  • Ti voglio raccontare la mia storia in breve, prima di rivelarti la soluzione che ho adottato.


    Vivo una situazione difficile con i miei fratelli. Hanno letteralmente distrutto tutto ciò che i miei genitori avevano costruito con anni di sacrifici: hanno svenduto le proprietà e i beni, devastato l'attività di famiglia e ci hanno portato seri guai finanziari, soprattutto a me e a mia madre, dato che mio padre non è più con noi da anni. Ormai sono indipendente, ho all'incirca la tua età, poco meno, una moglie e stiamo aspettando un figlio. Nonostante tutti i problemi, sono riuscito in qualche modo a superarli, anche se ancora alcuni li stiamo affrontando. Ho trascorso anni senza dormire di notte, preoccupato per ciò che mi circondava e cercando di proteggere me e mia madre. Purtroppo, tutto ciò che ho passato mi ha reso quasi sterile sentimentalmente nei confronti del mondo e mi ha lasciato con una costante paura per la stabilità economica, e anche se oggi posso dire di averla vivo di ansie per qualsiasi cosa esca fuori dalla mia routine. Continuerò a vivere in pace e armonia con i miei fratelli finché ci sarà mia madre, dopodiché prenderò la mia strada.


    La soluzione che ho trovato è stata scrivere un libro, ma non uno qualsiasi. Inizialmente, ho tenuto un diario giorno per giorno, registrando i miei pensieri, le emozioni e gli eventi che accadevano nella mia famiglia. Man mano, questo libro si è trasformato in una sorta di cronaca della mia famiglia, includendo anche la storia della mia infanzia e come siamo arrivati al presente, così come la storia dei miei genitori e dei miei nonni. Anche oggi, quasi vent'anni dopo, continuo a scrivere questo libro, che conta oltre 200 pagine. Non uscirà mai da casa mia perché contiene cose troppo personali e alcune vicende particolarmente pesanti, ma è diventato un modo per tramandare le esperienze della mia famiglia. Spero che un giorno i miei figli, leggendolo, possano trarne beneficio e magari continuare a scriverlo.

  • Ciao, da quello che vedo, capita spesso che i genitori mostrino più affetto a uno dei figli rispetto agli altri.

    Se qualcuno dicesse ai tuoi genitori che non ti amano nel modo giusto, probabilmente si difenderebbero elencando i sacrifici fatti per te e per la tua crescita. Ma spesso sono ciechi di fronte ai loro errori.

    Ci sono persone con caratteri forti e persone più fragili. C'è chi cresce in un ambiente familiare malsano e assorbe tutta la negatività, fino a sviluppare esaurimento nervoso (ne so qualcosa io stessa).

    Tu tendi a scambiare l'esaurimento per depressione. C'è invece chi riesce ad affrontare quel clima negativo fregandosene e lasciandosi scivolare tutto addosso.


    Quale tra i due sei tu?


    La cattiva notizia è che spesso ti consigliano di comportarti come la seconda opzione, ma se non è nel tuo modo di essere, puoi sforzarti quanto vuoi di farti scivolare le cose addosso, ma ci starai sempre male. Perché sei fatto così.

    Puoi provare ad essere più forte, quello sì. Mai dire mai. A volte temi di non farcela, ma poi quando meno te lo aspetti, da te potrebbe uscire una forza incredibile.

    Pensi di essere debole, ma dalle tue parole dimostri di essere una persona forte perché stai lottando!


    Non voglio fare la "so tutto io", perché anche io vivo una situazione simile. Purtroppo ho perso mia madre da poco, ed era l'unica che mi amava davvero. Mio padre e mio fratello mi schifano.

    Mio fratello è un narcisista, vittimista, probabilmente anche istrionico. Non ne ho la certezza, ma sembra identico a tua sorella per come la descrivi. Con lui ho risolto tagliandolo fuori dalla mia vita.

    Perché che sia un fratello, un padre, una madre... se la persona in questione è nociva per la propria salute, deve essere allontanata. Si vive anche senza parlarsi tra fratelli, credimi.


    Oppure fai buon viso a cattivo gioco, ma se tua sorella trova gusto nel trattarti male, standoci ancora in contatto le dai altre occasioni per umiliarti ancora.

    Ho denunciato mio padre perché mi ha messo le mani addosso, e la gente mi critica dicendomi che non si denunciano i parenti stretti. Ma allora sì, promuoviamo la violenza la domenica, perché se uno ti è parente è giustificato a farti del male!

    Difenditi! Se capisci che questa situazione in famiglia ti sta uccidendo, ricorda che la salute è importante!

    Se vai via di casa, rinascerai, questo è sicuro. Ma finché non trovi una stabilità economica dovrai stare lì con loro.

    Ti potrebbe essere d'aiuto un colloquio con un esperto. Ricorda che esiste la violenza psicologica, non solo quella fisica e verbale, e NESSUNO ha diritto di essere torturato così.


    Hai tutto il mio appoggio.

  • Ti rispondo brevemente: non c'è bisogno che li perdoni.

    Non lo meritano.

    Mi dispiace perchè perdonare dicono faccia bene a NOI e quindi tu non facendolo continui a stare male, ma io, ad esempio, non sono capace di perdonare, non capisco cosa si provi nel farlo e non vedo nella tua situazione una possibilità di perdono.

    "Io vorrei rinascere come quelle persone belle e ignoranti, che vivono come le piante, senza pensieri".

  • Ti rispondo brevemente: non c'è bisogno che li perdoni.

    Non lo meritano.

    Mi dispiace perchè perdonare dicono faccia bene a NOI e quindi tu non facendolo continui a stare male, ma io, ad esempio, non sono capace di perdonare, non capisco cosa si provi nel farlo e non vedo nella tua situazione una possibilità di perdono.

    Beh, diciamo che perdonare permette di trovare la pace e passare oltre, ti libera da rancore, aspettative, malanino. Per questo è positivo e liberatorio per chi lo fa. Io pure come ho detto in altri thread ho simili problemi con la mia famiglia di origine, e si, con molto sforzo ho perdonato mia madre, ho capito che se si comporta in un certo modo è perché non sa fare altro, è un suo limite. A che serve che io porti rancore? A nulla. Ho deciso di perdonare e incanalare altrove le mie energie. Certo, non è che non soffro, ma non mi tengo dentro sentimenti negativi, non servono e finiscono con l'appesamtirmi l'anima.

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