Ansia che le persone "invadano" la mia vita

  • Mi capita di conoscere persone nuove in vari contesti, va tutto bene finchè queste non iniziano a proporre e a fare inviti per approfondire la conoscenza, entro in ansia se ad esempio le percepisco come invadenti o insistenti, se non ho voglia di fare qualcosa ma temo di offenderle soprattutto se so che dovrò passarci del tempo insieme (esempio nuovi colleghi) e non voglio creare conflitti... insomma ho paura di non riuscire a segnare i miei limiti e di trovarmi conseguentemente in difficoltà.

    Il fatto è che sono una persona tendenzialmente socievole e cordiale, ma tengo molto ai miei spazi e prima di voler condividere del tempo extra con le persone ho bisogno di tempo. Ho pensato che essendo molto disponibile ho sempre avuto difficoltà a dire di no e ormai rifuggo le potenziali situazioni percependole come pericolose in questo senso perchè in passato molti se ne sono approfittati (ad esempio avevo "amici" che pretendevano che gli organizzassi le serate avendo diversi gruppi o che fossi sempre a disposizione in generale).

    Ho molte conoscenze ma prima che queste diventino amicizie ce ne vuole. Mi rendo conto però che se mi fossi chiusa a prescindere entrando in ansia (addirittura se dei colleghi propongono di fare qualcosa nel weekend ho ansia a dirmi disponibile perchè poi ho paura che iniziano ad invitare tutti i weekend ad eventi a cui non mi va di partecipare) non avrei ad esempio mai trovato tanti amici che ho ora.

    Forse non è così grave, e ho solo bisogno di più tempo per inquadrare le persone prima di dar loro spazio nella mia vita, temo sempre l'invadenza e l'ingerenza, tengo molto alle mie amicizie e al tempo di qualità passato con loro e non voglio più accollarmi cose che non mi va di fare, ma mi sto rendendo conto che spesso parto molto prevenuta, ecco perchè scrivo questo thread, per confrontarmi.

    Capita anche a voi?

  • Mi piacerebbe fare l'eremita e aspiro a una vita ascetica ma purtroppo anche solo il fatto di lavorare obbliga a dei contatti. Si gestisce concedendo il minimo possibile di uscite (una ogni tot mesi può andare), mantenendo le distanze e alcuni confini invalicabili (per esempio, non ho MAI concesso ai colleghi di vedersi nel weekend o nelle feste comandate), e mantenendo il riserbo sul proprio privato. Non ci si può esporre troppo con gente che si conosce superficialmente.

  • In effetti io tendo a dare confidenza e condividere le cose, e mi sono accorta che la gente si confida perchè sono una brava ascoltatrice ma per me finisce lì (ti do un consiglio magari dopo una chiacchierata anche se ci conosciamo poco, perchè sono empatica e mi piace farlo, ma non è che da li siamo amici); e mi rendo conto che quando la gente (nella mia percezione) si "allarga" mi viene l'ansia. Solo che mi sento un po' in colpa a rifiutare uscite solo per principio, o meglio, so che se vado ad una mostra con una collega nel weekend deve e può finire lì, dopo però mi sento quasi in obbligo per le volte successive o "temo" mi consideri un'amica e conti su di me per future uscite a cui non so se mi andrà di partecipare.

    Ho paura di deludere le persone in questo.

    Forse devo farmi più gli affari miei, perchè chi lo fa non risulta antipatico, semplicemente sceglie i suoi spazi e con chi condividerli.

    Lo so, sono contorta ma sto provando a razionalizzare quali sono le mie paure quando le persone mi si avvicinano.

  • A me capita spesso di avere paura che gli altri possano invadere il mio spazio, con la differenza rispetto a te che io sono un po' meno empatica, un tantino più asociale. Ma proprio per questo, poiché non dò di solito troppa confidenza, quando capita di essere un po' più aperti, ecco che ciò viene percepito come disponibilità all'amicizia. E così mi ritrovo a "dover" accettare inviti ai quali magari farei volentieri a meno di partecipare e che invece accetto perché magari quella sera si è detto "si va... si fa" senza pensare troppo alle conseguenze, ossia che poi le cose si possono concretizzare ed è brutto tirarsi indietro.

  • Ma proprio per questo, poiché non dò di solito troppa confidenza, quando capita di essere un po' più aperti, ecco che ciò viene percepito come disponibilità all'amicizia.

    Esatto!!!

    Purtroppo temo anche di partire molto prevenuta, individuo subito potenziali "pericoli" e ne faccio il solito dramma interiore.

    In particolare mi mettono ansia alcuni colleghi che vogliono vedersi fuori, non vedendoli ogni giorno sarebbe più facile svicolare, così è imbarazzante.

  • Dovresti avere più fiducia in te stessa e sulla tua capacità di poter dire di no se non ti va di fare una cosa. Basta dire "no, grazie, sarà per la prossima volta!" E decidi tu a cosa partecipare, libertà è anche questo: poter decidere cosa fare e cosa non fare. E non penso che qualcuno si offenda, si tratta di rispettare le scelte degli altri!

  • Io il 29 di questo mese faccio quattro mesi nel nuovo lavoro.

    Gli altri neo assunti insieme a me giovani più o meno come me sin da subito hanno iniziato ad organizzare uscite extra lavoro.

    Io mi rifiuto di parteciparvi per 3 motivi:

    1) li vedo tutti i giorni e ci pranzo insieme 2 volte la settimana quindi basta e avanza;

    2) quando non sono al lavoro vorrei fare altro e non stare con gente che solo a guardarla mi ricorda il lavoro;

    3) i colleghi non sono amici e non voglio raccontare la mia vita personale (alcune info che ho dato sono state già fin troppe). Inoltre nel tempo libero vorrei fare altro e siccome il lavoro negli ultimi tempi mi ha comportato delle crisi d'ansia voglio occuparmi in qualcosa che non mi faccia pensare al lavoro anche quando non sono al lavoro;

    4) sto risolvendo i miei problemi con l'automobile man mano e sinceramente non mi faccio tanta strada per andare da loro (siamo di comuni diversi) ne voglio dire di questa mia cosa a nessuno, non sono affari loro.

    Proprio oggi un amico di famiglia con molta esperienza (è stato in politica ecc.) mi ha detto di non dire mai troppo di me, che sono comunque colleghi, non amici.

    E ha ragione.

    Inoltre vedo più loro della mia famiglia o del mio fidanzato, voglio evitare che invadano anche il tempo che non trascorro con loro al lavoro.

    POI francamente, iniziare ad organizzare uscite già dal primo mese è veramente esagerato.

    Io non ci vado, loro facciano quello che vogliono, mi pagano per lavorare non per uscire con loro. Rapporti cordiali con tutti logicamente ma a tutto c'è un limite.

    Dovresti avere più fiducia in te stessa e sulla tua capacità di poter dire di no se non ti va di fare una cosa. Basta dire "no, grazie, sarà per la prossima volta!" E decidi tu a cosa partecipare, libertà è anche questo: poter decidere cosa fare e cosa non fare. E non penso che qualcuno si offenda, si tratta di rispettare le scelte degli altri!

    Quoto.

    È difficile perchè ci si sente quasi in colpa, ma anche questa è libertà!

  • koalaunicorn Io ti capisco benissimo! All'inizio della mia attività lavorativa (diversi decenni fa) ero molto schiva e mi sottraevo a tutte le occasioni di socialità extra lavoro con i colleghi. Mi bastavano la mia famiglia e i miei amici. Con il tempo, a qualche uscita ho partecipato, ma più per buona educazione che per reale interesse. Ti dico però che poi alla fine sono stata pure bene, ero io che mi facevo troppi problemi pensando che mi potessero prendere tutto il braccio dopo aver dato un dito. Ma non era così, era solo nella mia testa questa paura. Abbiamo il grande dono di poter decidere e poter dire di no. Con il passare degli anni ho raggiunto la consapevolezza che queste occasioni devono aggiungere e non togliere qualcosa alla nostra vita. Devono essere un piacere e se pensi che non lo siano, rinuncia senza colpevolizzarti. Sei libera di decidere. Se il tempo libero dal lavoro è poco, dedicalo alle persone a cui tieni di più. Deciderai con il tempo a quali incontri partecipare, se vorrai. Quanto a non dire troppo sulla tua vita privata, non posso che darti ragione, fai bene!

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