Una storia come tante, o forse no

  • Scusate se accavallo i messaggi, ma è già ricomparso. Volevo dirvi solo questo. Dopo i suoi "non dobbiamo sentirci più, non scrivermi se non per vederci, parla di quello che vuoi ma non aspettarti una risposta" con il mio conseguente essermi fatta da parte (e oltretutto con il mio ultimo messaggio dell'altra sera rimasto senza risposta e totale silenzio di ieri), se n'è uscito oggi con un idiotissimo "viva?".


    Mi sembra che voglia essere inseguito, che sia solo una questione di ego. Che sia tutta una sua strategia, quella del silenzio, a cui non intendo partecipare.


    Proprio ieri sera stavo rileggendo alcuni messaggi che avevo mandato a una mia amica tra il novembre e il dicembre 2022. Ricordavo malissimo, oltre agli assilli erano presenti gli stessi insulti anche al tempo e le stesse volgarità. Lei è convinta che non lo senta più da almeno 10 mesi, perché non ho avuto cuore di dirle che avevamo ripreso i contatti dopo l'ennesimo litigio con conseguente allontanamento da parte mia, e non volevo apparirle idiota. Mi ha colpito uno dei messaggi che le avevo inviato, che non ricordavo. Lui si lamentava del fatto che con i suoi si trovasse male perché "troppo diversi da lui" e diceva di voler andare via, ma non poteva permettersi di pagare l'affitto. Per provocarlo gli avevo proposto di venire da me per qualche giorno e staccare un po', non perché ci tenessi, ma dal momento che sembrava propenso anche a coinvolgermi in vacanze di diversi giorni senza avermi mai vista e condividere di conseguenza gli spazi personali fin da subito, mi sembrava che nella sua prospettiva potesse non fare troppa differenza. E la sua risposta era stata "ma chi ti conosce, chi ci viene da te?". Questo per rimarcare il fatto che non ne ha mai avuta la minima intenzione.

  • Non chiude perché sta giocando, tu non permetterglielo. Ti avevo detto che sarebbe tornato... sii forte e non rispondere, preparati però alle peggiori sceneggiate "Perché mi abbandoni, pensavo fossi diversa, mi ero fidato di te (possibili cose sul suo stato di salute fisico tipo: sono in ospedale)". Arriverà anche agli insulti, ti consiglio di bloccarlo per evitare tutto questo.

    Tutto è relativo :evil:

  • In parte credevo che fosse serio, ma avevo anche come la sensazione che non fosse finita lì. In un anno e mezzo ha detto di tutto e il contrario di tutto, quindi tendo a non fidarmi mai troppo di ciò che esterna. Ma la cosa che mi infastidisce è che rigira sempre la frittata, sparisce, dice di non voler essere importunato, stressato e quant'altro, e chiede a me se sono viva. Non gli sto rispondendo, ma sono certa che ci calcherà la mano. Lo conosco, certo che tornerà con qualche altro insulto.

  • Scusate se accavallo i messaggi, ma è già ricomparso. Volevo dirvi solo questo. Dopo i suoi "non dobbiamo sentirci più, non scrivermi se non per vederci, parla di quello che vuoi ma non aspettarti una risposta" con il mio conseguente essermi fatta da parte (e oltretutto con il mio ultimo messaggio dell'altra sera rimasto senza risposta e totale silenzio di ieri), se n'è uscito oggi con un idiotissimo "viva?".

    Certe storie sembra che si incrocino in qualche modo, di là parliamo di una ex che non torna e qui di un ex che torna molto spesso.

    Mi duole dirlo ma stai vivendo una situazione molto comune, sei diventata il porto sicuro di questo individuo che prima ti ferisce con i suoi "non sentiamoci più" salvo poi fare appello a quella incoerenza maschile a cui feci riferimento in quell'altro thread.

    Mi sembra che voglia essere inseguito, che sia solo una questione di ego. Che sia tutta una sua strategia, quella del silenzio, a cui non intendo partecipare.

    Per lui è un gioco Anya, un perverso gioco che vuole minare la tua stabilità facendoti rincorrere un fantasma che forse hai idealizzato.

    Purtroppo la lontananza fa questi scherzi e non sono affatto contrario alle relazioni a distanza, la distanza può essere gestita benissimo facendo affidamento alla tecnologia odierna e a quel pizzico di sacrificio per riuscire a toccarsi di persona ogni tanto.

    Parlo di una lontananza non solo fisica ma anche mentale che ti sta coinvolgendo in quelle brutte acque dove questo tizio nuota allegramente.

    Proprio ieri sera stavo rileggendo alcuni messaggi che avevo mandato a una mia amica tra il novembre e il dicembre 2022. Ricordavo malissimo, oltre agli assilli erano presenti gli stessi insulti anche al tempo e le stesse volgarità. Lei è convinta che non lo senta più da almeno 10 mesi, perché non ho avuto cuore di dirle che avevamo ripreso i contatti dopo l'ennesimo litigio con conseguente allontanamento da parte mia, e non volevo apparirle idiota. Mi ha colpito uno dei messaggi che le avevo inviato, che non ricordavo. Lui si lamentava del fatto che con i suoi si trovasse male perché "troppo diversi da lui" e diceva di voler andare via, ma non poteva permettersi di pagare l'affitto. Per provocarlo gli avevo proposto di venire da me per qualche giorno e staccare un po', non perché ci tenessi, ma dal momento che sembrava propenso anche a coinvolgermi in vacanze di diversi giorni senza avermi mai vista e condividere di conseguenza gli spazi personali fin da subito, mi sembrava che nella sua prospettiva potesse non fare troppa differenza. E la sua risposta era stata "ma chi ti conosce, chi ci viene da te?". Questo per rimarcare il fatto che non ne ha mai avuta la minima intenzione.

    Esattamente, come dicevo, sei il suo gioco.

    Ti dà e ti toglie quando vuole lui quei sentimenti e quelle parole gentili che vorresti da lui.

    Pretende e respinge ciò che gli dai tu perché lo diverte, mentre ti scrive quelle cattiverie magari gli si dipinge un ghigno da imbecille sul volto.

  • Red Hood Non credo però sia una semplice questione di incoerenza, alla base vedo dei veri e propri problemi relazionali, dal partire subito in quarta allo smorzare ogni tipo di avvicinamento. Tra le due cose, tra il prendere una decisione e non tornare più o farsi vivi a saltelli, preferisco di gran lunga la prima. Io per lui ci sono sempre stata, o meglio, sarei anche stata più costante, se non mi avesse sbattuta fuori dalla sua vita ripetutamente, il che ha fatto sì che anch'io nel tempo assumessi degli atteggiamenti altalenanti ritornando a mia volta ogni volta che riappariva lui. Non sono una persona che gioca coi sentimenti degli altri, se voglio esserci, ci sto fino in fondo e pressoché con lo stesso atteggiamento, con la stessa serenità d'animo. Non sento il bisogno di sparire e riapparire, con il rischio di creare più disagi e rancori che altro. Per lui è sempre stato l'opposto, pretende una vicinanza ma allo stesso tempo la guarda con sospetto, non c'è reciprocità, si allontana, ricatta, insomma non è un rapporto equilibrato. E soprattutto mi rendo conto che non si è legato veramente a me come persona, ma all'idea di poter condividere con me certi aspetti della sua vita, perché lui ha sviluppato un attaccamento senza sapere assolutamente nulla di me. Un rapporto in presenza non so quanto sarebbe risolutivo, d'accordo che siamo tutti diversi e la sintonia che può nascere tra due persone varia a seconda dei caratteri di ognuno, ma con la sua ex, con cui aveva un rapporto reale, si verificavano da quel che so gli stessi identici problemi. Perciò ogni volta che attribuisce questa incostanza alla distanza fisica, che pure ha un suo peso, io sono portata a pensare che prima di tutto il problema sia nella sua incapacità di gestire i rapporti. Non fanno proprio per lui. E' tutto in funzione di una condivisione che trascende un legame affettivo, o meglio, un rapporto affettivo per lui al massimo è strumentale al soddisfacimento dei suoi bisogni, perciò una compagna per lui esiste fin quando c'è da seguirlo nelle sue avventure, il resto passa tutto in secondo piano.

  • Non gli sto rispondendo, ma sono certa che ci calcherà la mano. Lo conosco, certo che tornerà con qualche altro insulto.

    Perché non scrivergli, in breve, che hai capito di non sentirtela di andare da lui, quindi dato che tu non andresti e ne sei sicura, è meglio che non vi sentiate più in maniera definitiva? Senza alimentare dibattiti, semplice e lineare.


    Non è per lui, ribadire la tua decisione di non volerlo incontrare e che è giusto per voi quindi chiudere serve a te: se lo lasci in sospeso, magari non oggi, ma prima o poi, sotto sua insistenza, o per via di un qualcosa che dirà, finirai con il rispondergli...


    Magari non farlo oggi ma il silenzio trovo sia un'ambiguità in primis rischiosa per te stessa, dato che in un anno non sei riuscita ad uscirne.

    DALI :hibiscus:

  • Perché non scrivergli, in breve, che hai capito di non sentirtela di andare da lui, quindi dato che tu non andresti e ne sei sicura, è meglio che non vi sentiate più in maniera definitiva? Senza alimentare dibattiti, semplice e lineare.

    Cosa che ho fatto fino alla fine, perché continuava a mandare messaggi, e lui in tutta risposta mi ha solo detto che "si accertava che fossi viva". Nulla più di questo. E' veramente incredibile, non ho parole.

  • Ciao, ragazzi. Vi aggiorno a distanza di due mesi per dirvi come sono andate le cose nel frattempo. Dall’ultima volta la mia situazione personale è nettamente migliorata, mi sento molto meno coinvolta, ho avuto il tempo di analizzare, razionalizzare, capire meglio ciò che mi stava accadendo. Senza il vostro aiuto tutto questo non sarebbe stato possibile. Vi scrivo con un animo molto più leggero e rilassato da un lato, perché sono riuscita a fare tesoro di tutti i vostri consigli, ma anche molto i∙∙∙∙∙∙∙o dall’altro.


    Vi anticipo che in tutto questo tempo lui è stato presente, dopo il suo ritorno mi ha scritto praticamente ogni giorno. Fino a una settimana fa però si è trattato di uno scambio molto contenuto, sia per la quantità di messaggi che per il grado di apertura, cosa che ha contribuito a farmi maturare una certa distanza, anche se siamo sul superficiale da un bel po’ di tempo. Saranno mesi che non riesco a confidarmi più con lui perché so di non potermi esprimere liberamente. Di converso lui non fa che alzare muri, da un lato per proteggersi (così dice) ma credo che lo faccia anche perché è molto avvezzo al principio di scarsità.


    In questi mesi siamo arrivati a scambiarci non più di dieci messaggi al giorno, addirittura solo tre o quattro in alcuni momenti. Ma quest’ultima settimana è stato molto più presente come dicevo, con l’ennesimo attacco di rabbia di ieri sera verso cui sono stata in parte distante, ma che mi ha portato anche a dirgli qualcosa di molto sconveniente.


    Come in passato, ha iniziato a rimproverarmi del fatto che in un anno e mezzo non abbiamo fatto passi avanti e non ci siamo visti. Data la tranquillità di questi ultimi mesi (nonostante la superficialità dei contatti e il distacco), avevo iniziato anche a riconsiderare la possibilità di un incontro, più per capire che tipo fosse di persona. Gli ho parlato con sincerità, cercando di tenere dei toni civili, anche se lui era già partito, tanto che se n’è uscito dicendomi che nemmeno ci teneva a un incontro (e allora che cosa rompi il c∙∙∙o, mi chiedo io) e dandomi del passatempo. “Un passatempo nell’attesa che incontri qualcuna che lo incuriosisca e mi mandi a f*****o, perché se ha modo di conoscere qualcuno vicino a lui che gli piace non può certo mettere a tacere un sentimento”. Queste sono sempre le parole testuali. Giustissimo, dopotutto non abbiamo un impegno, ma la dice lunga su quell’interesse genuino che dice (o diceva, ormai non ci capisco nulla) di provare per me. Ovviamente, dopo questa, la possibilità di un incontro da parte mia è definitivamente scomparsa.


    È stato così vile da tirare fuori la malattia di mio padre, mi ha accusato di averla usata come scusa per non incontrarlo e questa cosa mi ha semplicemente fatto schifo. Probabilmente è anche un fattore che ha influito nel mio modo di rapportarmi alla vita, ma se c’è una cosa che non accetto è che una persona fortunatamente ignara di cosa significhi trovarsi in una situazione del genere si permetta ad aprire bocca, perché se non si è arrivati a un incontro ci saranno in parte i miei problemi, chiamiamoli come vogliamo, ma per me è stato soprattutto per il suo modo di essere. Altro che mio padre.


    Non contento, mi ha dipinto come una persona incapace di vivere e prendere delle decisioni, anche se l’unica decisione sana che potevo prendere era quella di troncare questo rapporto un anno fa o forse prima. Per lui sono una persona che vive nelle quattro mura di casa, “una persona che non sa nulla del mondo perché non è stata ad Alberobello (perché è assurdo che una pugliese non sia stata ad Alberobello, figurarsi altri posti), che non ha amici, che non ha una vita. E se ne rende conto perché ultimamente lui è a contatto con molta gente e vede che nessuno è come me”.


    Io non so davvero come c∙∙∙o faccia a dire certe cose, non ho fatto tutto quello che avrei voluto, non ho viaggiato come avrei sperato, ma sono tutte idee distorte che lui spaccia per verità assodate e forse perché è esattamente quello che spera che io sia, una ragazza di un paesino sconosciuto che non avrà mai delle possibilità. Anche il suo ostentare tutta questa bella vita mi dà da pensare, fosse davvero così soddisfatto non avrebbe nemmeno interesse a rimarcarlo, così almeno credo io.


    Ragazzi, non per autocelebrarmi come del resto fa lui perché non è questo il punto, ma nonostante tanti problemi e difficoltà sono riuscita a prendere una laurea, lavoro, vivo da sola. Gli amici non mi mancano, trascorro con loro il tempo che serve. Non ho problemi a relazionarmi agli altri. Lo so che non sono le sue offese e le sue accuse a definirmi, ma allo stesso tempo queste esternazioni estemporanee mi danno fastidio. Sono anche una persona che sta molto bene da sola, ho molti interessi da solitaria, ma questo per me non è un dramma e non è indice del fatto che non ho una vita sociale. Semplicemente sto bene così. Lo so che la cosa non dovrebbe tangermi affatto perché è come discutere con uno che afferma che il sole è viola, ma è davvero inconcepibile che arrivi a farmi una colpa con questo tono d’accusa di situazioni che non mi appartengono e che, se anche mi appartenessero, non dovrebbero dare origine a certe frasi, perché sarebbero come un infierire e calcare la mano. Anzi, a dirla tutta sono situazioni che appartengono proprio a lui. Tolti il lavoro, i suoi viaggi e l’hobby della fotografia che ha praticamente preso da me, per emularmi probabilmente, quello che non ha studiato e non ha amici e di cui si è sempre fatto un cruccio è lui. Non lo dico per paragonarmi a lui, ma davvero rimango allibita di fronte a queste parole. A una tale distorsione dei fatti.


    Ciò nonostante ero fuori di me. Ho cercato di tenere i toni sul civile, ma è andata bene fino a un certo punto. Ed è stato a questo "certo punto" che con la stessa faccia di c**o di Kevin Spacey nel film "come ammazzare il capo e vivere felici" (se ricordate la scena in cui accusa il suo collega di essere un alcolista, ecco, è andata veramente così) gli ho detto che sapevo che dipendeva tutto dal suo problema autistico.


    Una vera caduta di stile.


    Al che ha iniziato a fare la vittima, a dirmi che mi è sempre stato vicino, che capisce il mio periodo e che non avrebbe mai voluto ferirmi, per poi tirare fuori la mia storia di quindici anni e dare tutta la colpa di come ho imparato a gestire i rapporti a una persona che con lui non c’entra assolutamente niente.


    Mi scuso con voi perché ho fatto dei vostri consigli un’arma da usare contro di lui. Non volevo arrivare a tanto, si è molto risentito, probabilmente gli ho anche messo un tarlo in testa, perché è ritornato più volte su quella mia diagnosi.


    Solo che lì per lì mi è venuto spontaneo e naturale dopo tutte le sue offese gratuite. Ed è questo il punto, che io non voglio essere così, non voglio essere come lui, arrivare a dire delle cose solo per fare del male. E mi rendo conto che con lui succede spesso. E benché ci sia una parte di me che mi dice che se lo merita, come lui mi dice che è buono ed empatico con tutti eccetto che con me perché merito di essere trattata male, non voglio essere questa persona. Non lo sono mai stata, ma con lui arrivo a essere cattiva, a desiderare che si ritrovi a vivere le mie stesse situazioni familiari perché impari. Persino quando litighiamo arrivo a desiderare di andare da lui solo per prenderlo a schiaffi. Mi rendo conto di essere capace di un tale odio che non voglio nemmeno che mi appartenga. Non so se è stata davvero tutta colpa mia, se si è arrivati a questo punto solo perché non ci siamo incontrati, se ho reso davvero le cose così complicate, ma è un circolo vizioso ormai.


    È andato avanti per venti minuti buoni a parlare da solo e mandare messaggi a raffica dopo che avevo smesso di rispondergli. Ha chiuso dicendomi che se mai mi deciderò a darmi una svegliata (???) so dove trovarlo, il che mi fa pensare che nonostante le sue parole lui è sempre dello stesso avviso, ma incontrare uno che ti dice "aspetto di meglio per mandarti a f*****o" non è per niente il massimo, a prescindere da tutto.


    Oggi comunque non ha scritto né ho intenzione più di farlo io. Lui mi fa essere un mostro. Lo so, è stata una mia scelta dirgli certe cose, ma anche solo arrivare a pensarle, a provare certi impulsi, per me non è sano. Per quanto possa essere distaccata, razionale e tutto, arriva sempre quel momento in cui non riesco a tenere il controllo con lui. Me l’avete detto in molti, è una situazione che ormai è degenerata e non c’è altra soluzione se non lasciare che vada a perdersi del tutto.


    Non sono triste all’idea di perderlo, mi sento solo meschina per quanto gli ho detto, nulla rispetto a quello che mi ha sempre detto lui, ma insomma, non è stata una grande prova di maturità. E sono infastidita, estremamente irritata dai suoi giudizi, anche se non so nemmeno il perché. Poteva essere una serata normalissima e invece come al solito ha preferito dare di matto e a mettere definitivamente la parola fine a tutto.

  • Penso che ti riscriverà a breve e tornerete a parlare.


    Comunque non credo che "andrà a perdersi del tutto" (ossia a scemare se è questo che intendi), è una codipendenza virtuale che ormai dovrà fare un suo corso, spero, non troppo distruttivo e doloroso per voi due.


    Ormai devi prendere coscienza del perché sei in una situazione simile. Cosa ti spinge (oltre ogni autoinganno) a rimanerci. Questo dovrà essere un lavoro profondo per forza, altrimenti, nonostante tutto, tornerai a sentirlo.


    Non ricordo se l'hai già detto: sei in cura psicologica? E se no, hai mai pensato di chiedere un consulto?

    DALI :hibiscus:

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