E' vero, compito difficile!
Ho appena scoperto il tuo diario e un po' mi ci ritrovo...
Sei un po' chiuso di carattere, come me?
E' vero, compito difficile!
Ho appena scoperto il tuo diario e un po' mi ci ritrovo...
Sei un po' chiuso di carattere, come me?
Sei un po' chiuso di carattere, come me?
Difficile definire il mio carattere con una parola sola, ma forse "chiuso" è una di quelle che mi caratterizzano al meglio. Almeno dal punto di vista di chi non mi è abbastanza vicino per capire il mio mondo. Se superi la barriera, se ti lascio avvicinare penso che sia diverso.
La faccenda del diario e perché un po' mi ritrovo nel tuo: ne ho uno iniziato nel 2007 come esercizio di crescita, suggerito dal mio coach (mi ha aiutato anni fa nell'ambito lavorativo). C'è di tutto, specialmente riflessioni su avvenimenti che mi hanno turbato e sofferenze varie, quasi sempre legate alla sfera degli affetti. Scrivere mi ha aiutato, ma rileggere quelle pagine non è sempre stato positivo: a volte mi ha riportato nello stato mentale del momento, anche se avevo già fatto pace col tema.
Una volta ho riassunto tutti gli insegnamenti: una specie di "manuale per essere felice". Ogni tanto me lo rileggo e sento che mi aiuta a vedere la mia vita in modo un po' più positivo.
Mi riconosco nelle tue parole quando scrivi che sei severa con te stessa ma perdoni gli altri. Quando dici che ti viene da piangere e non sai perché: a me capita a volte per piccolezze che mi fanno tenerezza. Durante gli ultimi due anni per "stare bene" ho costruito una corazza che mi separa dal mondo dei sentimenti, però ogni tanto qualcosa riesce a passare... Non sono lacrime di tristezza: è l'emozione di sentirmi ancora capace di sentire!
Quando scrivi di cercare la pace, che vorresti tempo di pensare... È una vita che lavoro troppo, sempre di corsa e ho solo voglia di starmene in un posto tranquillo e vivere in modo naturale. Un po' come il panorama del tuo avatar: ho postato alcune foto di dove sono stato l'ultima settimana dell'anno. Se le trovi capirai (Thread "Le foto dei nostri luoghi").
Anch'io a volte scopro foto mie del passato: vorrei dirgli tante cose, fargli da guida... Non si può.
Anch'io immagino scenari futuri, discorsi con persone con le quali non parlerò mai più: persone vive ma che non fanno più parte del mio presente. Faccio fatica a viverci, nel presente: di solito sono o nel passato o nel futuro. Sono nel presente durante gli esercizi di meditazione che faccio più o meno regolarmente: piccole pause di normalità! Sono nel presente anche se mi muovo nella natura: montagne, boschi, al mare.
Conosco bene il concetto che descrivi come "essere trascinati dalla vita" come pure la tua voglia di cercare: il coach di cui ho scritto sopra mi ha definito "un cercatore". Perché cerco la strada della vita serena: allora come oggi. Chissà... Chissà...
Il mio diario su questo forum: ci ho provato ma non funziona. È una cosa troppo intima così ho smesso.
Siamo un po' chiusi di carattere... Forse un po' tanto complessi dentro? Forse mentre siamo occupati a cercare la strada ci chiudiamo verso gli altri?
Con me non ha mai funzionato il chiodo scaccia chiodo.
Hai provato a scriverle ancora?
No, perché mi sembrava talmente strano al punto da sospettare che mi avesse scritto per sbaglio.
No, perché mi sembrava talmente strano al punto da sospettare che mi avesse scritto per sbaglio.
Non credo avesse sbagliato. Prova, almeno non resterai con il rimpianto.
LadyMarion898 ti ringrazio molto se vorrai darmi la tua opinione, anche sulla tua convinzione che non abbia sbagliato. Quando lei era interessata a me mi scriveva sempre per prima, chiedendomi di vederci e fino a un certo punto chiedendomi anche di avere rapporti sessuali, ma comunque di vederci sempre. Quando non è più stata interessata ha smesso di scrivermi per prima e quando lo facevo io, se mi rispondeva, lo faceva molto loquacemente, mentre a volte non mi rispondeva. Invece ora ha riscritto per prima, ma non mi ha più fatto le richieste che mi faceva di solito e non è stata loquace. Con gli ex diceva che era sempre rimasta amica, ma che con me aveva preferito di no perché non era una mia ex e non ci eravamo nemmeno frequentati. Quando qualche ragazzo che non le interessava ci provava con lei non gli rispondeva o gli rispondeva per gentilezza, ma diceva che non le piaceva essere corteggiata da chi non le interessava. Quindi non credo proprio che scriverebbe mai per prima a un ragazzo se non le interessasse.
Non ho letto tutte le pagine del thread, ma sul tema dei sensi di colpa ho letto una volta che sono spesso correlati ad alcune dinamiche vissute nell'infanzia. Molte donne, molte madri, hanno l'abitudine di relazionarsi in questo modo, facendo sentire in colpa chi hanno accanto, marito, figli; se l'educazione è questa, si creano nell'infanzia dei trigger che poi possono essere usati da adulti da chi li trova, dalla madre stessa ad esempio o una compagna che fa altrettanto.
Io l'ho notato in mio marito, lui ha dei trigger ben radicati da sua madre, e lei quando vuole qualcosa da lui li usa; non credo che né lei né lui ne siano consapevoli, ma dal di fuori è facile osservare questa loro dinamica e individuarla.
Mio marito ne ha acquisito consapevolezza leggendo qualcosa sul tema...e ritrovandosi.
Comunque è molto complesso venirne a capo.
Io non ho questo tipo di educazione e raramente ho sensi di colpa; certo mi capita di dispiacermi per alcune cose non belle di cui posso essere in parte responsabile, ma in generale il mio tribunale interiore è abbastanza equilibrato e nella maggior parte delle situazioni mi assolve. E' anche vero che mi faccio enormi scrupoli prima di qualunque gesto, difficilmente ferisco volontariamente qualcuno, mi faccio mille problemi, e faccio anche molta autocritica prima di prendere delle decisioni che hanno impatto sugli altri; quindi tendenzialmente non ho grandi cose per cui sentirmi in colpa e se capita cerco se possibile di rimediare. Ma ecco mi sento serena nell'animo, in pace col mondo. Mia suocera e anche mia sorella provano spesso a farmi sentire in colpa, ad addossarmi la responsabilità della loro vita, ma io sono molto ferma e rispondo: no grazie.
Comprendo comunque il tuo stato d'animo, secondo me stai passando in generale un periodo negativo dal punto di vista personale, e questo non aiuta, spesso c'è la deriva per cui pensiamo che ce lo siamo meritato, anche quando non è vero. Ma io voglio pensare questo, che anche ammesso che non si è stati all'altezza del proprio giudice interiore, bisogna perdonarsi e ripartire, nessuno è esente da errori, non esiste chi non sbaglia mai, e si può sempre ripartire da se stessi e diventare una versione migliore di se stessi.
...sul tema dei sensi di colpa ho letto una volta che sono spesso correlati ad alcune dinamiche vissute nell'infanzia. Molte donne, molte madri, hanno l'abitudine di relazionarsi in questo modo, facendo sentire in colpa chi hanno accanto, marito, figli; se l'educazione è questa, si creano nell'infanzia dei trigger che poi possono essere usati da adulti da chi li trova, dalla madre stessa ad esempio o una compagna che fa altrettanto...
Centro! Almeno per quanto mi riguarda.
Già diversi anni fa una psicologa ha capito che il mio modo di essere, compresi i sensi di colpa, viene proprio da come ho vissuto certe dinamiche durante l'infanzia. Due in particolare:
1) Penso di essere stato difficile da gestire e che mia mamma (inconsciamente) mi abbia inculcato certe paure, o meglio: che mi abbia trasmesso le sue paure. Paura del papà, paura di dire quello che si pensa, paura di quello che potrebbero pensare gli altri, paura dei conflitti, paura di decidere... quindi anche una certa tendenza a non essere sinceri per evitare discussioni sgradevoli.
2) la mamma ha sempre subito la dominazione del papà: mai contento, critico su tutto, bestemmie, minacce (non ha mai alzato le mani su nessuno ma era capace di fare paura), era capace a farti sentire insufficiente, mai una complimento, mai una parola buona: nè verso di noi nè verso nessun'altro. I pranzi e le cene poi erano momenti di tensione e specialmente durante queste situazioni ho imparato a captare l'infelicità della mamma. Lei si è ridotta al fantozziano "una specie di curioso animale domestico", triste e piagnucoloso. Durante le discussioni ed i pianti stavo zitto e fermo, come quegli animaletti che rimanendo immobili sperano di non essere visti e poi mangiati.
La psicologa ha detto che in qualche modo mi sono sentito responsabile per come si sentiva la mamma e che per questo il tema "sensi di colpa" è molto presente da me. Sono anche molto recettivo ai segnali di tristezza (veri o presunti) inviati dalle donne. Appena sento qualcosa voglio solo che finisca: per evitare questi sentimenti non mi comporto come vorrei, col risultato che a medio o lungo termine ci saranno poi altri problemi (i soliti problemi di quando non si è sinceri, chiari, autentici eccetera).
Comunque è molto complesso venirne a capo...
...spesso c'è la deriva per cui pensiamo che ce lo siamo meritato, anche quando non è vero...
...bisogna perdonarsi e ripartire...
Sì, è complesso e credo che non se ne venga mai completamente a capo. È un lavoro continuo perché il giudice interiore trova continuamente accuse (nuove o vecchie) per farci sentire in colpa. Per farci pagare ancora ed ancora per la stessa colpa, magari vecchia di anni. È vero che non sono un santo e che le colpe che mi sento addosso non sono inventate, solo che mi vengono spesso rinfacciate (dal giudice) mantenendo uno stato di tristezza continuo. Essere cosciente di questo meccanismo non serve: psicologia e logica spesso non si capiscono!
Perdonarsi è veramente l'unica cosa che si possa fare: perdonare sé stessi e gli altri. A volte riesce e a volte no.
Faccio spesso meditazione (qualcosa tipo training autogeno) e la psicologa mi ha consigliato di inserirvi un pensiero rivolto alla mamma: che so che ha sofferto molto ma che non posso ritenermi responsabile per quello che le è successo, che so che neanche lei vuole che mi prenda la colpa per come si sentiva. Di ringraziarla per tutto quello che ha fatto per me e che le voglio bene. Una specia di Tantra. Aiuta molto, devo dire.
I sensi di colpa di cui parlavo all'inizio del thread sono per avere lasciato la donna che ho amato di più in tutta la mia vita. Per paura di cambiare, per motivi di soldi, per pregiudizi... cose veramente non importanti. L'ho capito troppo tardi, dopo avere superato il point of no return. Me ne pento amaramente e da due anni fingo di vivere, perché questa cosa mi ha rotto dentro. Sicuramente i sensi di colpa assimilati durante l'infanzia non hanno aiutato...
Durante le discussioni ed i pianti stavo zitto e fermo, come quegli animaletti che rimanendo immobili sperano di non essere visti e poi mangiati.
Leggere questo mi ha colpito molto, da mamma di bambini piccoli soffro molto a immaginare una scena simile. Deve essere stato molto doloroso. Noi genitori abbiamo davvero enormi responsabilità; da figlia che ha subito il narcisismo di mia madre mi faccio sempre mille domande e mi sforzo di essere la versione migliore di me proprio per i bambini, perché i bambini, tutti i bambini, meritano questo da un genitore. Purtroppo però anche i genitori hanno le loro ferite, il loro vissuto, i loro demoni, e non sempre hanno la capacità di tutelare i propri piccoli o dare loro quello di cui hanno bisogno.
Anche i genitori vanno perdonati.
I sensi di colpa di cui parlavo all'inizio del thread sono per avere lasciato la donna che ho amato di più in tutta la mia vita. Per paura di cambiare, per motivi di soldi, per pregiudizi... cose veramente non importanti. L'ho capito troppo tardi, dopo avere superato il point of no return.
Sei sicuro non ci sia modo di recuperare? Se c'è anche solo uno spiraglio io tenterei. Altrimenti devi cercare di voltare pagina e far tesoro dell'esperienza, ancora puoi trovare una tua serenità di coppia, così darai un senso a questo dolore e non sarà sprecato.
LadyMarion898 ti ringrazio molto se vorrai darmi la tua opinione, anche sulla tua convinzione che non abbia sbagliato. Quando lei era interessata a me mi scriveva sempre per prima, chiedendomi di vederci e fino a un certo punto chiedendomi anche di avere rapporti sessuali, ma comunque di vederci sempre. Quando non è più stata interessata ha smesso di scrivermi per prima e quando lo facevo io, se mi rispondeva, lo faceva molto loquacemente, mentre a volte non mi rispondeva. Invece ora ha riscritto per prima, ma non mi ha più fatto le richieste che mi faceva di solito e non è stata loquace. Con gli ex diceva che era sempre rimasta amica, ma che con me aveva preferito di no perché non era una mia ex e non ci eravamo nemmeno frequentati. Quando qualche ragazzo che non le interessava ci provava con lei non gli rispondeva o gli rispondeva per gentilezza, ma diceva che non le piaceva essere corteggiata da chi non le interessava. Quindi non credo proprio che scriverebbe mai per prima a un ragazzo se non le interessasse.
Perchè non le chiedi di uscire? Se dici che non scriverebbe mai a un ragazzo se non avesse interesse, direi che un mezzo segnale di apertura lo ha dato.
...Purtroppo però anche i genitori hanno le loro ferite, il loro vissuto, i loro demoni, e non sempre hanno la capacità di tutelare i propri piccoli o dare loro quello di cui hanno bisogno.
Anche i genitori vanno perdonati...
I miei genitori hanno dato il massimo secondo le loro possibilità e li ho perdonati. Voglio bene a tutti e due!
Il papà (che era del '37, altri tempi...) ha perso il padre a 11 anni, la sua mamma doveva lavorare e lui è cresciuto coi nonni. A scuola è andato dai preti... Dove avrà imparato ad avere e dimostrare sentimenti?
La mamma, di 4 anni più giovane, viene da una famiglia "normale", con genitori veramente buoni ma dal carattere molto forte. Lei aveva bisogno di un marito che la amasse, sostenesse, che le desse sicurezza... Ma come si faceva una volta: si andava a ballare, ci si vedeva il weekend per una passeggiata e dopo sei mesi ci si sposava. Poi la sorpresa! Credo per tutti e due: entrambi avevano bisogno di un altro tipo di partner ma è andata così.
Un po' la loro dinamica, un po' la mia sensibilità, un po' le esperienze... ed ecco che sono come sono. Mio fratello di 4 anni più giovane ha un carattere diverso dal mio e ha vissuto l'infanzia in tutt'altra maniera. Le pippe mentali che mi faccio io neanche sa cosa siano! Quindi non dipende solo dai genitori.
Sei sicuro non ci sia modo di recuperare? Se c'è anche solo uno spiraglio io tenterei. Altrimenti devi cercare di voltare pagina e far tesoro dell'esperienza, ancora puoi trovare una tua serenità di coppia, così darai un senso a questo dolore e non sarà sprecato.
Si, sono sicuro che non si può recuperare. Non la chiamo più anche per lasciarla tranquilla di vivere la sua vita: ho già fatto abbastanza, quindi meglio sparire. Farmi vivo e poi non riuscire quasi a parlare perché piango? No, dai. L'ho già fatto troppe volte, basta.
Sarà difficile ricominciare una nuova relazione, immagino. O forse un giorno incontrerò qualcuno e zacc! Tutto riparte con nuovi sentimenti. Non cerco le occasioni di conoscere qualcuno, e poi mi chiedo cosa avrei da dare: mi sento veramente svuotato. Ho smesso di piangere, di disperarmi: vivo e basta. Tecnicamente funziona tutto, ma sentimentalmente mi sento castrato e mi manca la voglia di ripartire a sognare. Ho associato questo stato d'animo con i sensi di colpa e con i rimorsi, così ho iniziato questo thread. Forse c'è altro che devo ancora scoprire!
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