Fine della relazione e problema col collocamento del figlio

  • Se fossero stati sposati nulla del genere sarebbe accaduto, una tragedia nella tragedia.

    Questo è un caso limite. Molto più frequente dalle nostre parti (nel primo mondo in generale) è l'opposto, ovvero che il figlio di un altro abbia le tutele di un padre inconsapevolmente adottivo. Il tutto col favore della Legge che stabilisce in 1 anno il tempo massimo che il padre ha per rendersi conto che il figlio sia suo o meno, dopo il quale legalmente viene riconosciuto come suo anche in presenza di un test del DNA che certifica il contrario.


    Per la tutela dei figli il matrimonio è assolutamente accessorio.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Anche questo è inesatto detto così.


    Art. 244 codice civile: Termini dell'azione di disconoscimento.

    L’azione di disconoscimento della paternità da parte della madre deve essere proposta nel termine di sei mesi dalla nascita del figlio ovvero dal giorno in cui è venuta a conoscenza dell’impotenza di generare del marito al tempo del concepimento.

    Il marito può disconoscere il figlio nel termine di un anno che decorre dal giorno della nascita quando egli si trovava al tempo di questa nel luogo in cui è nato il figlio; se prova di aver ignorato la propria impotenza di generare ovvero l’adulterio della moglie al tempo del concepimento, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto conoscenza.

    Se il marito non si trovava nel luogo in cui è nato il figlio il giorno della nascita il termine, di cui al secondo comma, decorre dal giorno del suo ritorno o dal giorno del ritorno nella residenza familiare e egli ne era lontano. In ogni caso, se egli prova di non aver avuto notizia della nascita in detti giorni, il termine decorre dal giorno in cui ne ha avuto notizia.

    Nei casi previsti dal primo e dal secondo comma l’azione non può essere, comunque, proposta oltre cinque anni dal giorno della nascita.

    L’azione di disconoscimento della paternità può essere proposta dal figlio che ha raggiunto la maggiore età. L’azione è imprescrittibile riguardo al figlio.

    L’azione può essere altresì promossa da un curatore speciale nominato dal giudice, assunte sommarie informazioni, su istanza del figlio minore che ha compiuto i quattordici anni ovvero del pubblico ministero o dell’altro genitore, quando si tratti di figlio di età inferiore.


    (da integrare con le dichiarazioni di incostituzionalità di singoli passaggi)

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Leggi... sono necessarie, ma glaciali. Come si fa a non occuparsi di un cucciolo di chiunque sia biologicamente?

    E' un problema esistenziale e di principio.


    Di solito ci si prende comunque cura del figlio, ma non viene riconosciuto (o nei rarissimissimissimi casi in cui il giudice deroga: viene disconosciuto) per svariati altri motivi, primo tra tutti che esiste un altro tizio che ne è responsabile.


    Non è crudele disconoscere un figlio altrui: è crudele obbligare a riconoscerlo.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Boh, letto così sembra che ci sia un esercito di s∙∙∙∙∙e che: fanno le corna e si fanno ingravidare dell'amante, e lo mettono in tasca al cornuto. Poi un altro esercito di quelle che si fanno ingravidare e poi "spennano" il povero padre innocente, o anche entrambe insieme.

    Qualcuna di questa seconda specie onestamente l'ho conosciuta, ma ho anche visto molti uomini violenti con la compagna, ne ho visti di prepotenti, una volta al mare ho visto un padre (straniero) che aveva ricambiato delle attenzioni diciamo morbose per una figlioletta che non arrivava a 14 anni, e la madre che assisteva indifferente.

    E se leggo la cronaca nera non avrei alcun dubbio a dire che il maschio è indubbiamente più violento e bestiale della femmina.

    Ma in realtà credo che ci siano bestie, prepotenti, cinici approfittatori di un sesso e dell'altro: c'è quella che approfitta delle tutele della legge, e c'è quello che non è affatto da meno.

    Ogni caso è a sé e francamente, stando al racconto di mamma41, non avrei alcun dubbio a catalogare lui fra gli indegni e lei fra le buone un po' ingenue, troppo ottimiste riguardo al genere umano. Purtroppo è la mia stessa categoria, e ribadisco, se potessi lo canterei ai 4 venti: soprattutto in caso di figli meglio sposarsi, o stabilire prima degli accordi che abbiano analogo valore legale.

    Perché a volte scatta qualcosa, nelle persone che si lasciano, che fa perdere la razionalità, fa perdere il senso di cosa è oggettivamente giusto e cosa non lo è. E non dipende dal genere (maschio o femmina), dipende piuttosto dalla condizione ovvero se lasci o se sei lasciato. È molto molto difficile mantenere la calma e l'obiettività in quei casi, dunque meglio pensarci prima. La legge serve a questo, a prescindere dall'uso distorto o strumentale che qualcuno ne fa.

    E in tutta onestà ho conosciuto più uomini disinteressati ai figli, che non pagavano il dovuto, di donne approfittatrici. Ma ripeto, non ne farei una questione di genere.

  • Boh, letto così sembra che ci sia un esercito di s∙∙∙∙∙e che: fanno le corna e si fanno ingravidare dell'amante, e lo mettono in tasca al cornuto. Poi un altro esercito di quelle che si fanno ingravidare e poi "spennano" il povero padre innocente, o anche entrambe insieme.

    Sono cose misurate, anche se in modo parziale/indiretto. Circa il 15% non è del padre che lo crede suo figlio. Non è un numero enorme. In USA dopo il boom dei test rapidi di paternità la proporzione molto più grande, ma non è stato rilevato il dato in modo attendibile e in molti Stati hanno vietato quei test.


    Non sono numeri enormi, ma ci sono.


    se leggo la cronaca nera non avrei alcun dubbio a dire che il maschio è indubbiamente più violento e bestiale della femmina.

    La cronaca è polarizzata: parla quasi solo della violenza in un senso e non nell'altro. Nello stesso periodo della vicenda di Giulia Cecchettin una moglie ha accoltellato a morte il marito e un'altra ragazza ha affettato la nuova fidanzata del suo ex col taglierino, ma a parte trafiletti in giornali locali non si è visto nulla.


    Ogni caso è a sé e francamente, stando al racconto di mamma41, non avrei alcun dubbio a catalogare lui fra gli indegni e lei fra le buone un po' ingenue, troppo ottimiste riguardo al genere umano.

    In questo caso Sì. Addirittura lei rischia di ottenere meno di quanto le spetta perché dice di non volere niente. Penso che questo sia sbagliato: dovrebbe chiedere il giusto, in modo da non perdere quanto le spetta e contemporaneamente non entrare nella lunga lista di quelle che se ne approfittano.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Purtroppo è la mia stessa categoria, e ribadisco, se potessi lo canterei ai 4 venti: soprattutto in caso di figli meglio sposarsi, o stabilire prima degli accordi che abbiano analogo valore legale.

    Purtroppo è così, il fatto è che i figli sono una responsabilità economica enorme, che davvero sposta gli equilibri. Ci si può permettere di vivere romanticamente senza contratti finché si è due adulti in grado di provvedere a se stessi, ma quando si deve provvedere a un figlio nessuna tutela è troppa. Quando si è in due adulti soli si può fare e disfare, si può decidere di lasciarsi e rifarsi una vita, voltare pagina. Ma se c'è un bambino è lui la priorità assoluta, e questo le madri lo sanno nella quasi totalità dei casi. I padri non sempre; tante volte prevale l'egoismo, prevale la volontà di rifarsi una vita, prevale la necessità di tutelarsi anche a discapito dei figli; in questi casi serve ogni straccio di tutela legale. Esistono comunque anche casi di uomini perbene, che sanno fare il loro dovere; io ne conosco un paio di padri separati davvero super. Mi risulta siano proprio fuori standard.

  • La cronaca è polarizzata: parla quasi solo della violenza in un senso e non nell'altro. Nello stesso periodo della vicenda di Giulia Cecchettin una moglie ha accoltellato a morte il marito e un'altra ragazza ha affettato la nuova fidanzata del suo ex col taglierino, ma a parte trafiletti in giornali locali non si è visto nulla.

    Diamine, non ne avevo idea!

    Non penso che questo tipo di forzature dei media giochi a favore della causa femminile.

  • Diamine, non ne avevo idea!

    Non penso che questo tipo di forzature dei media giochi a favore della causa femminile.

    Anche in campo di giurisprudenza delle separazioni e divorzi si parla solo in un senso.


    Ci sono persone convinte che all'atto della separazione non gli spetti nulla "perché tanto lui non paga o scappa", come forse la stessa Mamma41 , mentre la realtà che emerge dai fatti è completamente diversa.


    Non solo lei ha dei diritti, ma in virtù di essere la madre ha più diritti in senso di applicazione pratica della Legge. Proprio per questo le consigliavo di fare una richiesta e non fermarsi alla "resistenza passiva". Se l'avvocato di lui è davvero bravo: cercherà di farla apparire come "madre degenere" sfruttando ogni dettaglio possibile, anche del suo passato, anche puramente indiziario, proprio perché l'affidamento alla madre viene tolto solo e unicamente (i dati lo confermano) in caso di gravissime inadempienze.

    Nel 90% dei casi l'affidamento è alla madre e non credo proprio che solo il 10% dei padri sia idoneo all'affidamento. Semplicemente c'è una preferenza anche da parte della bilancia.


    Probabilmente la paura del suo ex compagno (e/o dell'avvocato) è che lei si comporti all'opposto di come si sta comportando, ovvero cercando di mungere il più possibile in senso economico il padre. Per questo dico che basta una proposta sensata e dall'altra parte non avranno problemi a firmare.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

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