Nessuno ha ragione, nessuno ha torto. Sono modi di stare al mondo. E nessuno insegna all'altro come stare al mondo finché per ognuno la propria scelta è quella più utile.
Quindi l'unica domanda che secondo me conta è questa: per te questa scelta è la migliore? Se la risposta è sì, chiuso il discorso.
Esattamente!
Penso che termini come suicidio psicologico, morire dentro, siano un po' esagerati riguardo al tema dell'astinenza. Ma davvero occorre usare paragoni così forti per definire l'astinenza sessuale? Sono fatto anch'io di carne, so cosa significa astenersi, so che è difficile perché ho anch'io le mie pulsioni e i miei desideri. Ma penso che la consapevolezza del rischio giustifichi una scelta drastica. Ok, esistono rischi peggiori, ok, esistono altre forme di contagio, ma io sto parlando di HPV da rapporti intimi, non di altro.
Naturalmente io ho usato i termini e le immagini che impiego per me stessa, e concordo pienamente col quotato da la huesera .
Vuol dire soltanto che PER ME qualunque astinenza programmatica e a vita che dipendesse da MIE scelte iper-razionali, sarebbe visssuta come una pesante auto-limitazione che inciderebbe pesantissimamente sul mio umore e sul mio piacere di vivere. E senza alcuna differenza tra i piaceri del palato e quelli sessuali, e pur essendo una che non ha mai fatto una "ragione di vita", nè dell'uno e nè dell'altro piacere.
Resta soltanto il mio punto di vista, senza alcuna pretesa di assurgere a codice universale.