Ipocondria, come evitare di ascoltarsi troppo?

  • A me purtroppo non tranquillizza neanche avere la diagnosi in mano, perché non ho alcuna fiducia nei medici, in generale. E perché penso che ai medici, di un anonimo paziente anziano, interessa poco o nulla.

    Fortunatamente non sono a questo livello. Sinceramente non vedo perché un medico di laboratorio/tecnico, di fronte ad un esame diagnostico, che firma quello che scrive, dovrebbe "mentire". A che pro? Cosa importa al medico nascondere una patologia? Alterare i valori? Perché fare lo sbatti di modificare un esame di un paziente anziano? Mi sembra tutto un po' troppo forzato...


    Sostanzialmente io sono convinto di essere io il problema, non gli altri. Non penso ci sia un complotto contro Pippo, contro mario che ha 99 anni, contro xxx perché ha una pelle diversa dalla mia... e non ritengo che sia anche una questione di "competenza" della medicina, perché altrimenti non si sarebbe allungata di così tanto l'aspettativa di vita nel corso di questi anni e, se proprio vogliamo dirla tutta, il mondo della medicina e specialmente dei farmaci, punta sulla longevità della razza umana, così da assicurarsi anni e anni di introiti.


    Al limite chi può complottare contro qualche anziano è l'inps!

  • Eccomi, ipocondria portami via. È ritornato l'anno della cardiofobia. Sento il cuore troppo sbarazzino, ti anticipo che soffro spesso di irritazione all'esofago e trovandosi proprio in quella zona non è il massimo. Provo a liberarmi dell'Apple Watch senza successo. Ho fatto un controllino un mesetto fa, ecg a riposo e dopo lo sforzo, niente di particolare rilevato. Bene. Peccato che per il mio cervello ci sia sempre qualcosa, perché qualcosa al petto ogni tanto lo avverto.

    { siamo il sangue che scorre e che inventa l’amore

  • Fortunatamente non sono a questo livello. Sinceramente non vedo perché un medico di laboratorio/tecnico, di fronte ad un esame diagnostico, che firma quello che scrive, dovrebbe "mentire". A che pro? Cosa importa al medico nascondere una patologia? Alterare i valori? Perché fare lo sbatti di modificare un esame di un paziente anziano? Mi sembra tutto un po' troppo forzato...


    Sostanzialmente io sono convinto di essere io il problema, non gli altri. Non penso ci sia un complotto contro Pippo, contro mario che ha 99 anni, contro xxx perché ha una pelle diversa dalla mia... e non ritengo che sia anche una questione di "competenza" della medicina, perché altrimenti non si sarebbe allungata di così tanto l'aspettativa di vita nel corso di questi anni e, se proprio vogliamo dirla tutta, il mondo della medicina e specialmente dei farmaci, punta sulla longevità della razza umana, così da assicurarsi anni e anni di introiti.


    Al limite chi può complottare contro qualche anziano è l'inps!

    Ciao Fausto, mi sono espressa male: il mio timore è che i medici sbaglino diagnosi e che, non essendo più giovane, non interessi più di tanto approfondire. Generalizzare è sbagliato, lo so, però...

  • Ciao Fausto, mi sono espressa male: il mio timore è che i medici sbaglino diagnosi e che, non essendo più giovane, non interessi più di tanto approfondire. Generalizzare è sbagliato, lo so, però...

    Ciao, guarda, ho pure io le mie paranoie... però davvero, non vedo il motivo perché dovrebbero sbagliare intenzionalmente o non prestarti la dovuta attenzione. Poi non so dove abiti, non so la tua età, non so nulla... magari sei nell'entroterra calabro, dove non penso che la sanità pubblica sia l'orgoglio della regione. Però generalmente tendo a fidarmi della lettura di un esame da parte di un medico.


    Ecco, discorso diverso se sento un dolore persistente e il medico sminuisce con "ma va, è il cambio di stagione"... a quel punto ne trovo un altro o mi faccio prescrivere un accertamento diagnostico, ma questo perché sono io il malato di testa, come è statisticamente dimostrato.


    2 anni fa pensavo di avere un tumore ai polmoni. Ero talmente tanto convinto di sta roba che sentivo dolore in tutta la schiena, le spalle... roba che non riuscivo manco a sdraiarmi... il curante per 2 volte mi ascolta i polmoni e mi dice che non sente nulla. vado da uno pneumologo, non sente assolutamente nulla. richiamo il curante e gli chiedo se mi può prescrivere una rx, che comunque avrei fatto privatamente il giorno stesso... non venne fuori nulla... mi passo TUTTO nell'istante in cui lessi l'esito radiologico. Chi aveva ragione?

  • Mi ritrovo in tutto quello che avete detto, soprattutto nella mania del controllo che ho e che si è riversata sul controllo del corpo, cosa impossibile. E poi anche nella genesi dell'attacco. Nei momenti di lucidità ok, ma quando sono nel loop penso che questa volta il sintomo è diverso, che non è mai stato così, quindi che può essere qualcosa. Inoltre aggiungo che nel calderone c'è anche il sentirsi in colpa: verso i miei, verso il mio compagno, verso il bimbo che porto in grembo e che ho paura di fare star male. Come si fa ad accettare di non avere più il controllo? Sono due anni e mezzo che vivo con senso di sbandamento, giramenti, dolore al collo e alla nuca, e si presentano sempre in modo leggermente diverso da farmi pensare che sia una nuova cosa grave (due anni fa ho fatto ottomila controlli, compresa RM).

  • Inoltre aggiungo che nel calderone c'è anche il sentirsi in colpa: verso i miei, verso il mio compagno, verso il bimbo che porto in grembo e che ho paura di fare star male.

    Lasciamo stare, è una delle cose più devastanti... non solo ho paura di star male, di avere qualcosa di terminale o degenerativo, ma ho il terrore di far soffrire chi mi vuole bene. Io non posso pensare alla mia compagna, mia madre, mia sorella...


    Come si fa ad accettare di non avere più il controllo?

    E' quello che dobbiamo tentare di fare. Cercare di accettare il fatto che non tutto è controllabile. Dobbiamo accettare che prima o poi arriverà qualche malattia, che prima o poi qualcuno si ammalerà o morirà. Tristissimo il tutto eh, ma è l'unico modo per cominciare ad uscirne.

  • Io infatti lo faccio con l'esame diagnostico alla mano. Quando è TUTTO certificato, io dico "ok, mi sono fatto l'ennesima paranoia".

    Scusa la domanda, ma quando l'esame finisce per bastarti? Mi spiego meglio... Io ho effettuato le analisi del sangue a gennaio e controlli tiroide un anno fa ma ancora non sto bene. So che sono sintomi del mio DAG ma proprio non riesco a mettermi l’anima in pace...

    Ogni quanto fate le analisi voi?

  • Esempi rapidi: Penso di avere il tumore ai polmoni? vado dal medico, mi rassicura... sto buono per qualche gg poi vado di nuovo in fissa. Vado a fare l'rx torace, leggo l'esito diagnosito, tutto ok? sparisce ogni sintomo in quello stesso istante.


    Tumore cervello? vai da un neurologo, sto buono per qualche settimana... poi qualsiasi altro segno mi fa tornare la paura di avere qualcosa. Se torno dal neurologo so che la cosa mi dura giusto un mese, se faccio RM vado sereno per x anni. Faccio RM, mi passa paura di avere un tumore.

  • Ciao. Eccoci qui a parlare di ipocondria. Io ci convivo da anni. Pensavo che con l'età, e la maggiore consapevolezza di se stessi abbinata alle esperienze della vita tutto si attenuasse. Invece, arrivato ai 60, quasi tutto inalterato. Solo piccoli passi avanti. Il principale è avere acquisito che la mia è una "ipocondria consapevole", nel senso che per la maggior parte dei sintomi avvertiti do una spiegazione razionale, ma che non mi aiuta affatto a scacciare quel pensiero fisso che si instaura dentro e non riesci a mandare via. L'aiuto psicologico è un grande sostegno, ma spesso non risolutivo.

    E la soluzione, allora ?

    Io, dopo anni di "lotte", ho messo a punto alcune strategie...forse banali ma che mi aiutano a sopravvivere e soprattutto a non soccombere, cercando così di vivere una vita quasi normale.

    Quando si presenta l'evento, cioè il pensiero che fa partire l'allarme, cerco di non concentrarmi su questo perché altrimenti l'ansia aumenterebbe, nel senso che il pensarci non aiuta ma anzi accentua il disagio. Aspetto, provo a distrarmi con altre cose, pensieri. Esco, vivo. Mi tengo occupato.

    Se il sintomo è solo "immaginario" in poco tempo passa... Se invece quel giorno mi trova particolarmente vulnerabile, allora mi aiuto con un ansiolitico (da anni vado benissimo con il Tavor): stronca l'attacco di ansia e riesco ad andare avanti.

    Solo quando tutto ciò non risulta risolutivo, allora, ma solo allora, mi rivolgo al medico esponendo il mio problema, ma soprattutto la mia paura associata a quel sintomo. Se il medico è bravo e soprattutto empatico, ti fornirà quella rassicurazione che stai cercando. Si, perché è quella di cui hai bisogno.

    E vado avanti, fino al prossimo episodio. Così, nel bene o nel male, riesco a vivere....

    Queste sono le mie strategie.

    Ampliando il discorso, sappiamo tutti che l'ipocondria è il sintomo di un disagio interiore. E' su questo che bisogna lavorare quando si è più lucidi, meno coinvolti dai sintomi e dalle paure. E qui il discorso si complica e bisogna affrontare un discorso di introspezione. Non si possono "curare" solo gli effetti, bisogna concentrarsi sulla causa. Cosa c'è che non va in noi. L'aiuto psicologico è indispensabile.


    Un abbraccio.

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