Ipocondria, come evitare di ascoltarsi troppo?

  • Negli ultimi tempi l'ipocondria si sta facendo sentire parecchio.


    Vivo costantemente ascoltando ogni segnale del mio corpo.

    Segnali che a volte sono reali e a volte (forse) sono immaginati.

    In realtà ciò che sento sono sicuro che è sempre reale, ma è l'interpretazione che è errata.


    Purtroppo mi rendo conto che qualunque "anomalia" sia fisica che esterna mi scatena uno stato ansioso.

    Mi basta cambiare le scarpe e sentirmi più alto o più sbilanciato per causarmi fastidio e minare la mia stabilità mentale.

    Anche guardare uno schermo che improvvisamente "sfarfalla", prima di rendermi conto che sia lo schermo per quel breve istante si attiva l'allarme sintomo strano.

    Pure semplicemente sdraiarmi a letto in certe posizioni e sentire il cuore battere mi allarma.

    Ogni evento interno o esterno che modifica la mia percezione fa scattare l'allarme.


    I peggiori allarmi sono quelli interni, quei disturbi, a volte anche se lievi, che ti fanno immaginare chissà cosa.

    La paura che possa essere l'inizio di qualcosa di grave è devastante e non lascia vivere.


    E purtroppo non è possibile "non pensarci", nemmeno per breve tempo. non è come un problema di lavoro che se fai altro ti svaghi. I sintomi legati al corpo te li porti dietro ovunque vai.


    So che la via è "non ascoltarsi" troppo, ma non so come fare, non sono mai riuscito e non so se riuscirò mai.

    Anche perchè i sintomi sono molti e spesso appaiono all'improvviso.

    E sono costantemente presenti, un malessere generale.


    Malgrado so che si tratta di ipocondria non riesco ad evitare il pensiero che uno dei tanti sintomi possa essere qualcosa di serio.

    Invecchiando poi il corpo inevitabilmente darà sempre di più segni di decadimento, cosa che non aiuta.


    Andare dal medico non aiuta, anche se esami risultano negativi non potrò mai fare esami approfonditi solo perchè "ho una sensazione strana".

    Perchè spesso sono "sensazioni" che però le vivo come un forte malessere che mi tiene prigioniero nella mia vita.


    Ovviamente sono consapevole che non esistono soluzioni "generali", ma ognuno ha la sua storia, ma mi piacerebbe sentire chi ha affrontato positivamente l'ipocondria o chi la sta affrontando e cosa fa a riguardo.


    Grazie in anticipo a chiunque voglia intervenire :hugging_face:

  • Ciao, mi rivedo molto in quello che hai scritto. Posso chiederti che sintomi hai? Hai escluso tutte le patologie organiche? Quanti anni?

    Scusa per la paternale, è solo per capire con chi parlo :)


    Vorrei evitare che il thread si basi sui sintomi, non sarebbe per niente produttivo.

    Ti cito solo i principali che mi mandano più in ansia, senso di sbandamento, senso generale di malessere, fastidi vari a livello stomaco e cuore.

    Se dovessi fare esami per escludere tutte le patologie mi dovrei trasferire dal medico.

    Ma come detto condividere i nostri sintomi non aiuta, quindi vorrei che la discussione sia su come affrontare queste paure.


    Ho 45 anni e penso di essere ipocondriaco da 25-30, o forse da sempre.

    Periodi dove sparisce quasi, anche per anni, periodi come gli ultimi mesi che in certi giorni è devastante.

  • Ciao, chiedevo per curiosità, anche io ho fastidi allo stomaco e pancia generici, ma niente di invalidante o che faccia pensare male.

    Riesco ad andare avanti senza pensare, provando a cercare la tranquillità mentale e scacciando l'ansia con criterio, senza farmi prendere troppo dal panico, non è facile ma almeno ci devo provare.

    Idem per me, se dovessi fare caso a tutto quello che ho dovrei vivere in ospedale o dal medico.

    Cerco di affrontare il tutto quotidianamente, con un pizzico di serenità che a volte non trovo e uno di speranza per il domani per trovare una serenità che ancora non ho.

    Tu come provi ad affrontare il tutto?

  • Ciao, sono uscito da un periodo di S.A.D durato circa tre anni. Ho conosciuto l'ipocondria...è stato un continuo pellegrinaggio dal medico di base, tra analisi ed esami vari. Solo ora ho capito che la mia ipocondria si nutriva della mia ansia quindi, tramite le sedute con la psicologa, ho sconfitto la S.A.D. e, di conseguenza, l'ipocondria. Ho letto tante esperienze su questo sito che mi hanno aiutato ad affrontare i miei malesseri e, soprattutto, a tornare la persona di prima. Spero che tutti voi che soffrite di questi problemi possiate venirne fuori. Un abbraccio :flexed_biceps:

  • Ciao! Anche io sono bloccata dall'ipocondria... ne ho sempre sofferto ma mai come nell'ultimo anno in cui, dopo lo scoppio del DAG e attacchi di panico, non mi sta facendo davvero essere tranquilla.

    Pensavo fosse passata dopo l'inizio della terapia farmacologica ma la preoccupazione per l'aumento della dose e i possibili effetti collaterali sul cuore (inesistenti tra l'altro) mi hanno fatta ricadere. Mi sento come se dovessi morire da un momento all'altro.


    Voi quali terapie state seguendo? Cosa vi è stato suggerito per far tornare l'attenzione verso il mondo esterno e non il corpo?

  • Ciao, ho più di 20 anni di ipocondria sul groppone, 42 anagrafici.

    Tutto è cominciato da quando mio padre, a 17 anni si è ammalato di tumore allo stomaco per poi morire 2 anni dopo. A 26 il primo "mer∙∙ne", fastidio allo stomaco? no, ovviamente la mia mente è andata a pensare subito al tumore.


    Questo è solo uno dei tantissimi tumori che mi sono inventato nella mia testa, portandomi via tempo prezioso e risorse economiche.


    Sono in psicoterapia, ho capito di avere una fortissima ossessione per il controllo. Devo avere tutto monitorato, devo sapere che va tutto bene, devo sapere che a fronte di un problema A, c'è la soluzione B. Questo in ogni ambito, ipocondria, lavoro, vita normale. Devo avere delle certezze, altrimenti vado in agitazione... l'agitazione dopo poco si trasforma a livello di inconscio a sentire tutti i miei malesseri interni, che ovviamente, in qualche modo, reagiscono somatizzando da qualche parte.


    Ora è il tremore. Ovviamente fatto 3 visite da neurologi. Fatta RMN encefalo (privatamente, non gravo mai sul SSN) per escludere qualsiasi tumore del cervello. Ma da un anno sono in paranoia del parkinson.

    E allora li che controllo pubblicazioni mediche, siti a go go, faccio ogni test in casa per misurare reattività, movimenti, come se fossi sempre dentro lo studio di un neurologo. Mi guardo ogni 2x3 le mani. Continuo ad ascoltare ogni minimo cambiamento del mio corpo... e la cosa si ingigantisce sempre di più.


    Poi a volte sono più lucido e ci arrivo che non è nulla, è solo il mio corpo che mi lancia dei segnali o somatizza in questo modo, ma la mia mente li legge in altro modo. Tremo di brutto quando ci sono situazioni di stress, o dopo qualche tempo. In questi ultimi anni sono estremamente stressato, sia dal lavoro che dalla vita, tutto questo non mi fa bene... ma cosa posso farci? eliminare ogni fonte di stress non è concepibile. Non posso permettermelo... così facendo poi, a lungo andare, come potrei gestire le difficoltà della vita? sarebbe come non vivere il quotidiano per non far venire fuori la malattia.


    Ne uscirò? Non penso, questo è uno dei miei limiti... però grazie alla psicoterapia e alla mia esperienza riesco a gestire le "crisi" sempre un attimino meglio.


    Il mio obiettivo è capire che non posso avere il controllo di qualsiasi cosa.

  • ho capito di avere una fortissima ossessione per il controllo. Devo avere tutto monitorato, devo sapere che va tutto bene, devo sapere che a fronte di un problema A, c'è la soluzione B. Questo in ogni ambito, ipocondria, lavoro, vita normale. Devo avere delle certezze, altrimenti vado in agitazione... l'agitazione dopo poco si trasforma a livello di inconscio a sentire tutti i miei malesseri interni, che ovviamente, in qualche modo, reagiscono somatizzando da qualche parte.

    La mia fotocopia, ti comprendo benissimo.


    Io non ho mai ritenuto di essere avere un'ossessione per il controllo, ma con il tempo e la terapia mi sono reso conto che invece è proprio così.

    Non faccio mai niente se non ho prima valutato tutto quello che potrebbe accadere, e questo costa molta fatica.

    Senza contare che spesso si rinuncia perché le possibilità che può andare male è (apparentemente) maggiore.

    Ma nel quotidiano questo potrebbe pesare meno, il problema è quando viene colpita la salute, il controllo del corpo è evidentemente impossibile e questo è devastante.


    Il mio obiettivo è capire che non posso avere il controllo di qualsiasi cosa

    Vorrei riuscirci pure io, sto provando con la mindfulness, da qualche mese.

    Ma non mi aspetto che la pratica porti benefici, perchè non è lo scopo primario, i benefici sono degli "effetti collaterali" in realtà.


    Poi a volte sono più lucido e ci arrivo che non è nulla

    Questa è la cosa che più detesto, è incredibile come nei momenti di lucidità è tutto così irrilevante, ma nei momenti peggiori si cade in un vortice senza uscita, nulla può convincerti del contrario. E se penso che quando sono lucido la vedo differentemente subito la mente mi dice "ma questa volta è diverso".


    Io ho anche il timore di giustificare con l'ipocondria qualcosa di serio, cosa che effettivamente può accadere, e questo mi fa paura.

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