Sono le 6:45 e io sono sveglia in preda alla mia ansia e ai miei pensieri disfunzionali. La mia ansia, la mia lieve depressione e alcuni miei sintomi sono generati dalla mia maledetta mania del controllo. Ho avuto e sto avendo dei piccoli problemi di salute che per me sono in automatico irrisolvibili e cronici, penso sempre al peggio e mi penso condannata ad avere una vita di sofferenza mia e di chi mi sta accanto. So già che questa mia tendenza catastrofista deriva dalla mia mania di controllo e perfezionismo. Come cercare di alleviare un po’ la situazione? Non posso riprendere la psicoterapia anche se lo vorrei tantissimo. Ma per ora non mi è possibile.

Mania del controllo e perfezionismo
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Se sei perfezionista dovresti voler fare le cose perfette, e l'ansia non rientra nella perfezione. Quindi se hai ansia per colpa del perfezionismo, non sei veramente perfezionista. Se vuoi essere perfetta devi evitare l'ansia. Un perfezionista che ha l'ansia per il perfezionismo e' come un ricco che spende tutto il suo patrimonio per voler sembrare piu' ricco, ritrovandosi povero.
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Se sei perfezionista dovresti voler fare le cose perfette, e l'ansia non rientra nella perfezione. Quindi se hai ansia per colpa del perfezionismo, non sei veramente perfezionista. Se vuoi essere perfetta devi evitare l'ansia. Un perfezionista che ha l'ansia per il perfezionismo e' come un ricco che spende tutto il suo patrimonio per voler sembrare piu' ricco, ritrovandosi povero.
Io non la vedo così... il mio perfezionismo non è reale, è ipotetico, è una mia “ambizione” seppur inconscia. Non esserlo, come è umano che sia, mi rende ansiosa.
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Ciao! Io è da luglio che lotto con il disturbo d'ansia generalizzato e sono una personalità altamente perfezionista quindi posso assicurarti che le due cose possono coesistere e, anzi, spesso sono una la causa dell'altra.
Anche per me il perfezionismo è un'ambizione e l'asticella si alzava sempre più fino a portarmi al punto di rottura che ha contribuito tanto allo scoppio degli attacchi di panico e, al tempo stesso, il perfezionismo sta rallentando tanto la mia guarigione perché per me è stato molto difficile arrivare all'accettazione.
Mollare il controllo è molto difficile e dovrei sapere su cosa si focalizza il tuo in particolare...
Nel mio caso il perfezionismo mi porta ad essere molto severa con me stessa e mi ha causato problemi di autostima che sto cercando di risolvere con tecniche di gratitudine e accettazione.
Il controllo invece si riversa sia sul lato estetico/ lavorativo che sugli aspetti ipocondriaci. Quest'ultimo è molto difficile per me da lasciar andare e, nonostante i mesi di terapia, ancora non ho imparato totalmente a farlo. Il mio psicologo mi consiglia di mettere sempre in discussione i pensieri dicotomici (mai/sempre) e, in generale, di riconoscere i pensieri catastrofici e distaccarmene perché io non sono i miei pensieri.
Tu stai seguendo qualche terapia, anche di tipo farmacologico?
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Ciao! Io è da luglio che lotto con il disturbo d'ansia generalizzato e sono una personalità altamente perfezionista quindi posso assicurarti che le due cose possono coesistere e, anzi, spesso sono una la causa dell'altra.
Anche per me il perfezionismo è un'ambizione e l'asticella si alzava sempre più fino a portarmi al punto di rottura che ha contribuito tanto allo scoppio degli attacchi di panico e, al tempo stesso, il perfezionismo sta rallentando tanto la mia guarigione perché per me è stato molto difficile arrivare all'accettazione.
Mollare il controllo è molto difficile e dovrei sapere su cosa si focalizza il tuo in particolare...
Nel mio caso il perfezionismo mi porta ad essere molto severa con me stessa e mi ha causato problemi di autostima che sto cercando di risolvere con tecniche di gratitudine e accettazione.
Il controllo invece si riversa sia sul lato estetico/ lavorativo che sugli aspetti ipocondriaci. Quest'ultimo è molto difficile per me da lasciar andare e, nonostante i mesi di terapia, ancora non ho imparato totalmente a farlo. Il mio psicologo mi consiglia di mettere sempre in discussione i pensieri dicotomici (mai/sempre) e, in generale, di riconoscere i pensieri catastrofici e distaccarmene perché io non sono i miei pensieri.
Tu stai seguendo qualche terapia, anche di tipo farmacologico?
Ho fatto terapia in passato, sia farmacologica e sia cognitivo comportamentale. Al momento assumo solo una leggera dose di ansiolitico. Hai centrato un punto fondamentale per me: l'accettazione. Io non accetto di essere imperfetta. Non fraintendermi, io non mi reputo perfetta, tutt'altro. Non ho autostima e non credo in me. Ma l’idea di avere un "difetto" (di salute in particolar modo) mi rende nervosa e mi causa depressione. soprattutto quando ho sintomi al di fuori del normale non accetto di averli e i miei pensieri disfunzionali pensano al peggio del peggio.
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Sono le 6:45 e io sono sveglia in preda alla mia ansia e ai miei pensieri disfunzionali. La mia ansia, la mia lieve depressione e alcuni miei sintomi sono generati dalla mia maledetta mania del controllo. Ho avuto e sto avendo dei piccoli problemi di salute che per me sono in automatico irrisolvibili e cronici, penso sempre al peggio e mi penso condannata ad avere una vita di sofferenza mia e di chi mi sta accanto. So già che questa mia tendenza catastrofista deriva dalla mia mania di controllo e perfezionismo. Come cercare di alleviare un po’ la situazione? Non posso riprendere la psicoterapia anche se lo vorrei tantissimo. Ma per ora non mi è possibile.
Ciao. Quando torno a leggere di 'vecchie amicizie' che ripiombano nel baratro dell'ansia/depressione, capisco benissimo lo sconforto che provano, perché si credeva di aver chiuso un portone, invece la sintomatologia ha fatto breccia da un'altra parte.
Facciamo una ripassata tra vecchi amici e, se non ricordi qualcosa, magari tra le righe ti viene in mente.
Partiamo da un punto fermo: l'ansia, intesa come "patologia riconosciuta da uno specialista", e non parliamo di ansia leggera ma di uno stato che compromette il vivere quotidiano, NON LASCIA MAI IL NOSTRO CORPO.
Ferma il cervello ed afferra queste parole:
- Ad un certo punto della nostra vita, la predisposizione, fattori neurologici, psicologici, fanno insorgere questa ansia;
- Ci si rivolge allo specialista che, con la farmacoterapia e sedute di psicoterapia, fa sì che si possa vivere in uno stato normale; infatti esistono dei tempi lunghi dove non vi è la comparsa di nessun sintomo, come invece riaffiora altre volte;
- Il nemico numero uno dell'ansia (ma ne esistono altri) è lo stress prolungato, che porta a far aprire la vecchia cicatrice, facendo riaffiorare vecchi ricordi che sanno di catastrofico.Insomma io lo definisco come un virus latente, sta anni senza farsi sentire finché per diversi motivi riaffiora, tipo herpes, ecc.
A questo punto, le soluzioni sono due:
- Se riesci a gestirlo in maniera tale da riportarlo nell'alveo della "normalità", potresti utilizzare delle tecniche che avevo scritto nei miei precedenti post (se non riesci a trovarle, te le invio nuovamente);
- Se vedi che i tempi si prolungano senza alcun miglioramento, allora metti in conto una ripresa della cura farmacologica (sarebbe utile anche la psicoterapia, ma adesso non puoi farla), in modo tale da riprendere il tuo equilibrio (ci sono altre tecniche dove non spendi un euro).Ora ti faccio una domanda: quale/i fattore/i scatenanti pensi abbiano influito sulla tua ripresa ansiosa?
Come sempre, e lo sai già, non sono un medico né una figura similare, quindi quello che scrivo è frutto della mia esperienza personale.
In bocca al lupo e fammi sapere
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Ciao. Quando torno a leggere di 'vecchie amicizie' che ripiombano nel baratro dell'ansia/depressione, capisco benissimo lo sconforto che provano, perché si credeva di aver chiuso un portone, invece la sintomatologia ha fatto breccia da un'altra parte.
Facciamo una ripassata tra vecchi amici e, se non ricordi qualcosa, magari tra le righe ti viene in mente.
Partiamo da un punto fermo: l'ansia, intesa come "patologia riconosciuta da uno specialista", e non parliamo di ansia leggera ma di uno stato che compromette il vivere quotidiano, NON LASCIA MAI IL NOSTRO CORPO.
Ferma il cervello ed afferra queste parole:
- Ad un certo punto della nostra vita, la predisposizione, fattori neurologici, psicologici, fanno insorgere questa ansia;
- Ci si rivolge allo specialista che, con la farmacoterapia e sedute di psicoterapia, fa sì che si possa vivere in uno stato normale; infatti esistono dei tempi lunghi dove non vi è la comparsa di nessun sintomo, come invece riaffiora altre volte;
- Il nemico numero uno dell'ansia (ma ne esistono altri) è lo stress prolungato, che porta a far aprire la vecchia cicatrice, facendo riaffiorare vecchi ricordi che sanno di catastrofico.
Insomma io lo definisco come un virus latente, sta anni senza farsi sentire finché per diversi motivi riaffiora, tipo herpes, ecc.
A questo punto, le soluzioni sono due:
- Se riesci a gestirlo in maniera tale da riportarlo nell'alveo della "normalità", potresti utilizzare delle tecniche che avevo scritto nei miei precedenti post (se non riesci a trovarle, te le invio nuovamente);
- Se vedi che i tempi si prolungano senza alcun miglioramento, allora metti in conto una ripresa della cura farmacologica (sarebbe utile anche la psicoterapia, ma adesso non puoi farla), in modo tale da riprendere il tuo equilibrio (ci sono altre tecniche dove non spendi un euro).
Ora ti faccio una domanda: quale/i fattore/i scatenanti pensi abbiano influito sulla tua ripresa ansiosa?
Come sempre, e lo sai già, non sono un medico né una figura similare, quindi quello che scrivo è frutto della mia esperienza personale.
In bocca al lupo e fammi sapere
Aspettavo tue risposte
Non so se hai letto il mio post...
Comunque, potresti per favore inviare queste tecniche di cui parli? Non riesco a destreggiarmi bene e non le trovo. Grazie mille!
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repcar sei sempre la mia salvezza in questo forum! Diciamo che la mia ansia si presenta e basta, non ha un motivo scatenante, o perlomeno non consciamente. Ultimamente sto avendo dei fastidi di salute, chiamiamoli così, e tutto si è esacerbato. I miei pensieri disfunzionali mi fanno vedere tutto con un esito catastrofico. Mi sento molto giù.
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Aspettavo tue risposte
Non so se hai letto il mio post...
Comunque, potresti per favore inviare queste tecniche di cui parli? Non riesco a destreggiarmi bene e non le trovo. Grazie mille!
Ciao. Non l'avessi mai fatto...
ho visto che nei tuoi post non manca nulla, insomma come si dice a Roma... namo bene...
Ogni volta che scompare un sintomo che il tuo cervello ritiene "l'ultima porta", ne compare subito un altro.
Come sempre ribadisco che non sono uno specialista o figura simile, ma ho più di trent'anni di esperienza riguardo le patologie psichiatriche vissute in prima persona, faccio parte di un gruppo di aiuto e cerco di dare una "mia risposta" in questo forum.
Personalmente, sembra che tu abbia un GAD, cioè un disturbo di ansia generalizzata, con associata ipocondria. Questa tesi è avvalorata dalla sintomatologia che cambia ogni volta a seconda dell'organo:
- referti medici;
- orticaria;
- disturbi alla colonna vertebrale (unico indizio che trovo, in quanto confermato da apposita TAC e altro);
- contratture;
- sensazioni di sbandamento;
- palpitazioni;
- tachicardia.
Se mi è sfuggito qualcosa, per favore fammelo sapere
, scherzo!!!
In vari tuoi interventi ho letto che prendi il Lexotan, in un altro che hai preso il Daparox e ti sei trovata bene. Sulla base di questo l'unico sintomo che si può collegare a tutte queste sintomatologie ansiogene è il tuo tratto lombare, che ti porta a sezionare il tuo corpo ad ogni minimo segno. Insomma, sei come un soldato in trincea che combatte l'invisibile in una guerra terminata da dieci anni
Se hai preso il Daparox unitamente al Lexotan, vuol dire che una qualche diagnosi ti è stata fatta.
Il mal di schiena non te lo leverà nessuno, nel senso che devi gestirlo attraverso esercizi posturali, tecniche di rilassamento, lunghe passeggiate all'aperto, senza correre, e magari aiutarti quando il dolore è forte con qualche farmaco sempre prescritto dal medico.
Se vedi che non riesci a gestire questa tua ansia e la ritieni esagerata, allora metti in conto l'inizio di una nuova terapia farmacologica, ma ricorda sempre che i tuoi sintomi, parlo di schiena, non andranno via, però almeno riuscirai a gestire l'ansia senza portarla a livelli eccessivi.
In merito alle tecniche di rilassamento, puoi trovare molte opzioni su YouTube, come la respirazione diaframmatica, la mindfulness, la meditazione guidata, lo yoga, ecc. All'inizio potrebbe sembrarti difficile, ma se perseveri otterrai grandi benefici. Tieni presente che questi esercizi andrebbero eseguiti non solo quando si ha un attacco di ansia, ma anche quando ti senti rilassata. Personalmente, sulla mia persona, la respirazione diaframmatica ha un grande effetto calmante.
In bocca al lupo, e se hai delle domande non esitare a farle. Cerca di trovare qualsiasi forma di aiuto che ti permetta di avere una vita normale, invece di dover sopravvivere.
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repcar sei sempre la mia salvezza in questo forum! Diciamo che la mia ansia si presenta e basta, non ha un motivo scatenante, o perlomeno non consciamente. Ultimamente sto avendo dei fastidi di salute, chiamiamoli così, e tutto si è esacerbato. I miei pensieri disfunzionali mi fanno vedere tutto con un esito catastrofico. Mi sento molto giù.
Ciao, se non sbaglio nel passato usavo chiamarti testona!
In primo luogo, un grande bacione alla tua bambina (se non sbaglio)
Partiamo da un punto fermo: con l'esperienza passata, la cura che hai fatto e la diagnosi posta dallo specialista, sei una persona predisposta a una sintomatologia ansiosa/depressiva di grado medio.
Ricorda che l'ansia è un tratto del nostro DNA e, sebbene non si manifesti come malattia in tutti, è importante e determinante in molte situazioni.
Se stai attraversando un periodo di forte stress, molto probabilmente il tuo cervello ha iniziato a creare quel circolo vizioso che ti ha portato nel passato a vivere una situazione simile.
Come si dice, la risposta sta in te: i problemi vanno affrontati, anche perché non esiste nessun farmaco che possa eliminarli. Devi quindi razionalizzare i tuoi pensieri e dare priorità ad essi secondo l'importanza.
Se hai già vissuto una situazione simile in passato, il tuo cervello potrebbe iniziare ad agire per conto proprio non appena ti senti un po' giù. Quindi, quando un pensiero negativo arriva, pensa a cosa si può fare per risolvere il problema e attua la soluzione. L'intero processo deve essere lineare, perché sovrapporre i pensieri può far emergere la sintomatologia ansioso/depressiva.
Tieni presente che se la sintomatologia è forte e si prolunga nel tempo, potrebbe essere necessario un nuovo ciclo di terapia. Prima di questo, tuttavia, prova a gestire la situazione da sola.
Come sempre ti auguro un grande in bocca al lupo e ricorda che sono sempre a disposizione...
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