Vivere nell'attesa di...

  • Leggo spesso i vari thread e quello che mi ha sempre colpito è che tutti, o quasi, raccontano storie o situazioni che oggettivamente giustificano ansie e depressioni.

    Certo, non possono essere la causa principale, ma in ogni caso esiste un fattore scatenante spesso importante.


    Ecco, io soffro di ansia e ultimamente il morale è spesso giù (per questo stavolta scrivo sotto "umore depresso"), ma al contrario della maggior parte delle discussioni che leggo, non ho nessun motivo per esserlo. E questo a volte mi fa stare ancora peggio, perché non ho nulla su cui scaricare le colpe, posso solo riversarle verso di me.


    Il pensiero che non vi sia motivo per star male fa in modo di convincermi sempre di più che non sia un problema mentale, per questo poi si scatena l'ipocondria.


    Certo, il mio carattere molto sensibile in teoria è la causa di tutto, ma ci sono giorni, periodi, dove nemmeno questo mi sembra possa essere il motivo.

    Nei periodi non stressanti (apparentemente forse) dove tutto va bene, spesso l'ansia se ne esce cosi dal nulla.


    Mi sembra di vivere ogni giorno nell'attesa di un qualcosa, ho l'impressione che ogni giorno sia solo una fase di transizione.

    Come quando aspetti con ansia un evento che avrà luogo fra qualche giorno e passi i giorni prima in agitazione e senza combinare nulla perchè l'attesa ti occupa tutti i pensieri.

    Ogni giorno sembra così, ma senza nemmeno sapere cosa sto aspettando.


    Vorrei riuscire ad avere delle giornate "compiute", godute, sfruttate nella sua interezza, e non come ora vissute in fretta e in ansia nella speranza che finisca presto cosi "magari domani....".


    Qualcuno si vede in queste parole?

  • Affermi all'inizio del post che non credi di avere un motivo per essere giù di morale, ma poi specifichi come ti aspetti che qualcosa di brutto accada presto, di conseguenza ti senti sempre teso. Secondo me quello è un motivo più che sufficiente per sentirsi abbattuto, infatti la maggior parte degli articoli che leggo online dicono che l'ansia e la depressione hanno un legame stretto, cioè non è raro sperimentare entrambe le condizioni allo stesso tempo.


    Inoltre, in alcune persone, le cause della depressione sono genetiche e quindi non hanno bisogno di una causa esterna per presentarsi, bensì si tratta di una condizione che si scatena spesso senza alcun motivo. Tra l'altro la radice di questo tuo umore depresso potrebbe essere un trauma o qualche emozione seppellita nei tuoi ricordi così profondamente da non rendertene più conto, un ricordo a tutti gli effetti nascosto che, nonostante ciò, continua a causarti danni emozionali. Magari c'è stato un momento nella tua vita in cui ti aspettavi che qualcosa di brutto accedesse, perché spesso vi sono problemi nascosti in attesa che si abbassi la guardia per ferire, e dunque hai imparato ad anticipare sempre il peggio da qualunque situazione? Questa è una mia ipotesi, in ogni caso si tratterebbe di una domanda adatta per qualcuno che conosce la tua mente, come te stesso od uno psicologo.

  • FragolaFagocitata, hai ragione certo, so che i motivi sono ciò che ho vissuto fino ora.

    Ne sono cosciente e ci sto lavorando per capire.


    Quello che intendevo è che per quasi la totalità dei thread che leggo viene raccontato di lutti, separazioni dolorose, problemi economici, malattie, infanzie infelici, ecc.

    Vedendo queste situazioni mi dico "loro sì che hanno un motivo per star male".

    Io invece fortunatamente non ho questi motivi, e questo mi fa arrabbiare ancora di più perché mi sento ancora di più un debole.


    So bene che la mente è complessa ma è ciò che provo.

  • Ciao danielegb. C'è una parte del tuo post che mi ha molto incuriosita, ed quella in cui parli di questa insofferenza latente in cui passi le tue giornate "sperando" oppure "aspettando" qualcosa che non sai nemmeno tu in che forma concretizzare.

    Ti riporto la mia esperienza: io ho sempre avuto una vita normale, al limite della serenità, senza troppi problemi e senza traumi, una vita per cui non è giustificata l'ansia che ho provato da un certo punto in poi...dopo un evento che possiamo definire anche normale nella vita delle persone, cioè la fine di una relazione.

    Io ho fatto un percorso con due psicologhe che mi hanno davvero aiutata tanto, ma non ti nascondo che è stato un percorso difficile e che non ero così sicura di uscirne.

    A un certo punto della terapia però anche io avevo questo senso di irrequietezza, di non rilassatezza, esattamente come se stessi aspettando qualcosa, qualcosa che doveva succedere. Penso sia inutile dirti che i momenti peggiori erano quelli in cui mi fermavo, perché per esempio non lavoravo, oppure durante la notte perché invece di riposarmi il cuore batteva all'impazzata e non riuscivo nemmeno a stare ferma a letto. È una sensazione molto spiacevole che non si riesce a spiegare totalmente.

    Per me la cosa più brutta di quella condizione era non sapere di preciso cosa io stessi aspettando e di conseguenza non potermi dare un modo per "calmarmi", ma soprattutto non sapere quanto sarebbe durata la fase acuta di quel momento.


    Io ti dico che la mia psicoterapeuta mi ha spiegato che era tutto adducibile all'ansia. E che non c'era nulla che io stessi aspettando davvero, ne davvero nulla che mi avrebbe tranquillizzata in qualche modo. Nulla di concreto ecco. Tu puoi pensare a mille cose... del tipo "e se ora prendessi un treno e partissi per andare in vacanza starei meglio?" Oppure "ma perché sto così? Se vincessi un milione di euro starei bene? Sarei serena?" E ancora "se mi fidanzassi con l'uomo più premuroso del mondo sarei contenta?", ma credimi la mia risposta era sempre no no e no. Questo come a dirmi che non c'era un vero problema nella mia vita e che mi andava bene già così com'era. Ora ti ho fatto esempi grossolani ma le mie domande erano anche molto meno impegnative, con condizioni che riguardavano il singolo momento del tipo "ma cosa mi manca ora? Mi devo fare la doccia? Devo chiamare quell'amico o quell'amica?"

    Non ti fare ingannare dalla tua mente. Non c'è niente che non va. Stai vivendo la tua vita e non ti devi distrarre. Fermati, respira. Fai sport. Dedicati a quello che ti piace fare. Non sottovalutare questi consigli, a me hanno salvato la vita.

  • Mi sembra di vivere ogni giorno nell'attesa di un qualcosa, ho l'impressione che ogni giorno sia solo una fase di transizione.

    Ti sembra giusto..

    Nel senso che l'essere umano di sui ha bisogno di prospettive per poter guardare al domani e anche all'oggi. La sensazione che provi si verifica quando queste prospettive sono troppo incerte o inconsciamente si percepiscono come irrealizzabili/impossibili.


    Di questi tempi è una sensazione piuttosto diffusa, poiché le prospettive della maggioranza delle persone si sono ridotte alla sopravvivenza. Per il domani è previsto di sopravvivere e niente più. Siamo ben lontani dalle famiglie "solide", dalle 8 ore lavorative di intensità variabile e mesi interi di villeggiatura degli anni del boom economico.


    La transizione è più lieve, quasi impercettibile, quando la meta è meno incerta.


    Vorrei riuscire ad avere delle giornate "compiute", godute, sfruttate nella sua interezza, e non come ora vissute in fretta e in ansia nella speranza che finisca presto cosi "magari domani....".

    E' possibile, ma per farlo devi "accecarti".

    Bisogna che diventi meno acuto nel guardare al futuro e ti poni obbiettivi più vicini e realizzabili, in modo da poter seguire tante piccole direzioni simili e brevi, anziché la direttiva generale che punta nell'ignoto.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ciao danielegb, hai mai provato a leggere Il Potere è adesso di Tolle? Non sarà la soluzione di tutti i tuoi mali, ma ti può aiutare a focalizzarti sul qui e ora, ovvero sugli unici momenti che vale la pena di vivere pienamente. Tanti psicoterapeuti battono su questo: l'importante è come vivi il presente. Poi lo so che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, però potrebbe essere un buon punto di partenza.

  • Ciao danielegb, hai mai provato a leggere Il Potere è adesso di Tolle? Non sarà la soluzione di tutti i tuoi mali, ma ti può aiutare a focalizzarti sul qui e ora, ovvero sugli unici momenti che vale la pena di vivere pienamente. Tanti psicoterapeuti battono su questo: l'importante è come vivi il presente. Poi lo so che tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare, però potrebbe essere un buon punto di partenza.

    Certo, letti tutti i suoi libri :)

    Per un periodo ero riuscito a mettere in pratica un po', ma ultimamente mi è sempre più difficile.

  • Ti capisco bene, io i motivi anche se possono essere stupidi li ho... ma quell'ansia che mi prende durante la giornata e che mi fa sentire un calore alla testa sembra quasi voler far in modo che il giorno passi piu velocemente possibile, come se così facendo potessi arrivare forse ad un periodo migliore. Trascorro le giornate 'ad aspettare'.

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