È ritornato tutto...

  • Ciao a tutti, mi chiamo Mariangela ed ho 30 anni. Soffro di ansia, attacchi di panico e di tutti i sintomi connessi da quando avevo 18 anni. Ho avuto bisogno di farmaci per risollevarmi, quindi mi sono rivolta ad uno psichiatria ed ho smesso di andare dalla psicologa perché mi sentivo molto meglio ed anche per non pesare economicamente sui miei. Ho assunto per 13 anni questi farmaci, anche se non a dosi altissime, ed adesso posso affermare di aver sbagliato a prenderli per tutto questo tempo. Non me ne rendevo conto in quanto mi pareva di stare bene, a parte qualche periodo giù che riuscivo a superare senza particolari problemi. Ho il terrore di non riuscire a mangiare, ogni tanto assorbivo tutto da tutti senza sfogare ed appariva il rifuto per il cibo, che durava qualche giorno per poi fortunatamente passare.


    Veniamo al punto: quest'estate ho deciso di smettere con le medicine, lo pensavo già da qualche anno perché volevo sentirmi "normale" e non esserne più schiava, inoltre sto mettendo su casa col mio fidanzato ed immaginavo che durante una gravidanza non avrei potuto più assumerle. Mi convinsi quindi ad abbandonarle, senza dire nulla allo psichiatra ma scalando autonomamente con l'aiuto di qualcuno che l'aveva già fatto. Sono stata bene per 2-3 mesi, ma poi ho iniziato ad essere spesso nervosa, ed alla fine di settembre una sera ho avuto una forte crisi di extrasistole, seguita da un attacco di panico, il mio primo dopo 13 anni, e da quel momento si è ripresentato tutto: ansia, panico, inappetenza, disperazione, testa confusa e tutto il resto.


    Ho un forte rifiuto nel ricominciare di nuovo coi farmaci, perché la vedo come una sconfitta. Però in verità non credo che senza riuscirò ad uscire da questo tunnel, è molto difficile. Voglio riavere la mia vita di qualche settimana fa, mangiare come prima, ed invece da quella sera ho paura di tutto, di vivere le stesse esperienze passate anni fa. La mente pensa di tutto continuamente. Vi ho letto in questi giorni e non sapevo se condividere o meno la mia esperienza, ho già prenotato una visita con lo psichiatra e lo vedrò a giorni, a breve farò la domanda per il bonus psicologo sperando l'accettino. Sto tentando di tutto e mi aggrappo a qualsiasi speranza, sono anche credente e per ora prego per avere sollievo, ma è davvero un calvario.


    Grazie a chi leggerà e mi risponderà, vorrei solo rassicurazioni perché mi sento talmente scoraggiata, ho un senso di vuoto e disinteresse per ogni cosa. Sento di non avere pace.

  • Qubit

    Approvato il thread.
  • Allora, dal messaggio che hai scritto mi pare che la prima a capire che sia stato uno sbaglio interrompere le cure senza un percorso condiviso e deciso con lo psichiatra sia tu stessa. Riconoscere un errore è un fatto positivo e di conseguenza il ritorno alla cura farmacologica non andrebbe visto affatto come una sconfitta (si perde quando si rinuncia a voler stare meglio, non quando si cerca di migliorare).


    Lo sbaglio che penso commettiamo in molti sul questo forum non consiste tanto nell'abbassare la guardia (non è che se non assumi il farmaco muori perché è vitale) ma arrivare a ritenere che se ci sentiamo bene allora possiamo fare come vogliamo, che tanto nulla può succedere.


    Hai parlato di problemi alimentari, io stesso quando sto male penso che non mangerò più niente, poi la nausea e la sensazione di malessere passano e torno a farlo. A quel punto invariabilmente arrivo a ripetere ancora i medesimi sbagli stupidi in grado di far ripresentare gli stessi sintomi, e torno a lamentarmi e piangermi addosso perché non mi sento bene ed a sperare che passino ancora una volta.


    Quindi per ora cerca di tornare sul percorso indicato dallo specialista competente in materia e parla con lui anche delle nuove sfide che ti si presentano davanti, come la convivenza ed il farti una famiglia. Il primo passo da affrontare è questo, poi verrà il secondo, il terzo e così via...

  • Ti ringrazio per avermi risposto, il fatto è che avrei voluto non toccare proprio più certi farmaci, ho paura di non riuscire ad eliminarli e non posso passare la vita così, sono giovane e non posso permetterlo. Vivo tutto come una sconfitta: appena apro gli occhi la mattina, presto perché in questo momento ho il sonno leggero, mi sento in un tunnel senza uscita, poi quando penso alla colazione ed al pranzo mi viene uno sdegno assurdo, non ho appetito e soffro tantissimo per questo in quanto adoro mangiare. La sera sembra tutto più semplice e riesco a trovare un po' di forza anche se, pensando al giorno dopo, mi sale l'angoscia. Ho chiesto allo psichiatra se in attesa della visita avrei potuto iniziare ad assumere qualcosa, e mi ha risposto di prendere l'ansiolitico ma non l'ho fatto perché ho proprio un rifiuto mentale in tal senso. Non so cosa fare. Vorrei esistesse una cura alternativa, più leggera e senza ricorso obbligato a queste medicine, ma non credo ci sia. Temo di rientrare in questo circolo vizioso. Comunque lo psichiatra ha detto che i farmaci non guariscono del tutto, "ammortizzano" i sintomi ma la vera causa del malessere rimane sempre lì, se non risolta altrimenti, ed infatti eccomi qui dopo tutti questi anni di cure, ad essere come prima. È terribile.

  • Ti ringrazio per avermi risposto, il fatto è che avrei voluto non toccare proprio più certi farmaci, ho paura di non riuscire più ad eliminarli e non posso passare la vita così, sono giovane e non posso permetterlo. Vivo tutto come una sconfitta: appena apro gli occhi la mattina, presto perché in questo momento ho il sonno leggero, mi sento in un tunnel senza uscita, poi quando penso alla colazione ed al pranzo mi viene uno sdegno assurdo, non ho appetito e soffro tantissimo per questo in quanto adoro mangiare. La sera sembra tutto più semplice e riesco a trovare un po' di forza anche se, pensando al giorno dopo, mi sale l'angoscia. Ho chiesto allo psichiatra se in attesa della visita avrei potuto iniziare ad assumere qualcosa, e mi risposto di prendere l'ansiolitico ma non l'ho fatto perché ho proprio un rifiuto mentale in tal senso. Non so cosa fare. Vorrei esistesse una cura alternativa, più leggera e senza ricorso obbligato a queste medicine, ma non credo ci sia. Temo di rientrare in questo circolo vizioso. Comunque lo psichiatra ha detto che i farmaci non guariscono del tutto, "ammortizzano" i sintomi ma la vera causa del malessere rimane sempre lì, se non risolta altrimenti, ed infatti eccomi qui dopo tutti questi anni di cure, ad essere come prima. È terribile.

    Parli con uno che ha preso lo xanax tutti i giorni per 4 anni. Poi ho parlato con una psichiatra che me l'ha fatto scalare lentamente e sostituito con un farmaco che tratta il disturbo ossessivo compulsivo. E lo xanax sì che può dare problemi se lo togli repentinamente senza parere con uno specialista (ci vuole quasi un anno perché il corpo lo dimentichi). Una cura si può iniziare e terminare ma sempre parlando a cuore aperto con chi se ne intende di queste problematiche, che non siamo di certo né io né te.


    Pensa poi a coloro che hanno problemi fisici reali diagnosticati e devono assumere medicinali a cadenza giornaliera perché stanno male per davvero, e non hanno il capriccio di dire "vabbé ci provo e vedo come sto e se miglioro mi sono levato una seccatura e posso vivermi la vita al meglio". Se si prende qualcosa è perche' vogliamo cercare di stare bene, sarebbe certo meglio non prendere nulla e stare bene ma come ben sai la vita e' un percorso ad ostacoli, se vuoi andare avanti devi superarli, altrimenti puoi rimanere ferma ed aspettare che gli ostacoli cadano da soli per miracolo così da poterci passare sopra senza sforzi.

    Quindi la prima cosa da fare è cercare un professionista capace che, in funzione della tua storia personale, ti indirizzi verso un percorso (mentale, farmacologico od entrambi) che tu possa seguire, facendoti partecipe della tua stessa evoluzione collaborando attivamente con lui.

    La prima paura che abbiamo è proprio il timore a mostrare le nostre debolezze ed i nostri dolori, è necessario invece aprirsi, confrontarsi ed affrontarli senza nascondersi. Te lo dice uno che chiamava i genitori nel cuore della notte per farsi venire a prendere, credendo di essere sul punto di morire da un momento all'altro.

  • Grazie per la risposta. Hai proprio ragione, ma dopo tutti questi anni speravo davvero di riuscire a gestire tutto e smetterla, per sentirmi di nuovo "normale" e non pazza, invece purtroppo tutto ciò continua. Le paure che avevo anni fa quando ero più piccola erano tipo "non è che da un momento all'altro perdo la testa e faccio qualcosa che non voglio?". Vivo di paure continue e mi capita di agitarmi tutta credendo di impazzire, perché ho sempre temuto tantissimo la morte. Purtroppo non lavoro e non posso permettermi di andare dalla psicologa, almeno per il momento. L'unico che posso consultare è lo psichiatra e valutare quale cura vorrebbe prescrivermi ma, come ti dicevo, la prendo un po' come una sconfitta, anche se purtroppo i nervi ormai sono davvero andati e non provo nemmeno più la sensazione della fame. Spero solo sia un periodo, ma temo che possa ripresentarsi tutto come in passato. Ogni giorno vivo con la paura del domani.

  • Mi convinsi quindi ad abbandonarle, senza dire nulla allo psichiatra ma scalando autonomamente con l'aiuto di qualcuno che l'aveva già fatto.


    Ho un forte rifiuto nel ricominciare di nuovo coi farmaci, perché la vedo come una sconfitta. Però in verità non credo che senza riuscirò ad uscire da questo tunnel, è molto difficile. Voglio riavere la mia vita di qualche settimana fa, mangiare come prima, ed invece da quella sera ho paura di tutto, di vivere le stesse esperienze passate anni fa. La mente pensa di tutto continuamente. Vi ho letto in questi giorni e non sapevo se condividere o meno la mia esperienza, ho già prenotato una visita con lo psichiatra e lo vedrò a giorni, a breve farò la domanda per il bonus psicologo sperando l'accettino. Sto tentando di tutto e mi aggrappo a qualsiasi speranza, sono anche credente e per ora prego per avere sollievo, ma è davvero un calvario.

    Ciao. Purtroppo la dismissione degli psicofarmaci, sia che siano antidepressivi o ansiolitici, richiede particolare cautela ed esperienza da parte dello specialista. Potrei stare a scrivere un tomo su questo argomento, sia per esperienza personale che per la conoscenza acquista nel settore, sempre da paziente. Quello che hai fatto è assolutamente sbagliato e controproducente ed il risultato si è visto. Bisognerebbe valutare se sia nuovamente una ricaduta oppure un fattore psicologico, tipo che ricompaiono i sintomi quindi sono nuovamente depressa. Esistono dei protocolli standardizzati da vari studi scientifici condotti in questo ambito, quindi mai e poi mai fare di testa propria od ascoltando i consigli altrui.

    Hai fatto bene a rivolgerti nuovamente allo specialista, il quale potrebbe e ripeto potrebbe iniziare una nuova cura e stabilire uno scalaggio non appena la sintomatologia rientrerà.

    Lascia stare la sconfitta perchè non esiste, purtroppo nel 50% dei casi (percentuale che si alza con il passare degli anni) la depressione diventa ricorrente tanto da dover prolungare la cura per anni e credo che questo sia il caso tuo.

    In Italia esiste presso l'Università degli Studi di Firenze, un gruppo di ricerca con a capo la dott.ssa Fiammetta Cosci, dove si possono attingere ottime informazioni su come smettere gli psicofarmaci. Ti lascio il link: https://www.smettereglipsicofarmaci.unifi.it/

    Un grande in bocca al lupo e per qualsiasi domanda non esitare :thumbup:

    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


    I miei post - N.B. non sono medico né figura similare, ma questa è un'altra storia

  • Grazie mille per aver risposto... la mia vita in pochi giorni si è praticamente ribaltata per colpa di questi brutti sintomi. Sono andata dallo psichiatra e mi ha nuovamente dato una cura: Compendium e Cipralex, quest'ultimo non l'ho mai preso perché assumevo lo Zoloft. Sono alla quarta mezza pillola ed ancora mi sento male. Male perché mi ha preso ultimamente allo stomaco, non riesco a mangiare e penso sempre ai pasti. A pranzo penso come farò la sera e nei giorni seguenti, è diventato un incubo. Proprio io che di solito mangiavo senza problemi (anche tanto). Non è la prima volta che mi succede, in quanto quando sono piena di cose che non mi vanno giù e che non sfogo, la mia rabbia si manifesta col cibo, ho già avuto un passato episodi simili, ma comunque ero pur sempre sostenuta dai farmaci e dopo un po' passava, questa volta invece no. Sono ormai tre settimane che non ho proprio fame, ed ora si è aggiunta la nausea. Quando devo mangiare mi vengono la tachicardia e un calore assurdo. Spero che la cura agisca in fretta e che possa tornare presto ad avere appetito come prima. Non so più cosa pensare, voi avete mai sperimentato una simile situazione? Mi nascono brutti pensieri, tipo che non mangerò mai più. :( Sono molto triste.

  • Ciao. Ogni ricaduta sembra sempre peggiore di quella precedente, eppure ormai conosciamo bene la sintomatologia. Devi avere tanta pazienza affinchè il principio attivo dell'antidepressivo raggiunga lo steady in circolo, quindi l'aumento deve essere graduale. Il farmaco è molto utilizzato perchè oltre la sua componente antidepressiva agisce anche come anti-ansia. Le gocce sono delle benzodiazepine ad emivita breve e dovranno essere assunte finchè l'antidepressivo non inizia a fare effetto.

    Non è la prima volta che mi succede, in quanto quando sono piena di cose che non mi vanno giù e che non sfogo

    Come dicevo prima ormai conosci il tuo nemico, quindi ci sei già passata: Il non sfogare la propria rabbia ha notevoli conseguenze negative sul lato psicologico. Ci sono persone che hanno scatti d’ira per un nonnulla ed altre che non si arrabbiano mai. Ma se non ci arrabbiamo mai, se teniamo dentro, ingoiamo il rospo per paura, quieto vivere o scarsa autostima, andrà a finire che staremo male. Ed ecco che allora sopraggiungono i famosi effetti psicosomatici, che sono tanti tra i quali quelli che hai riportato.

    Mi nascono brutti pensieri, tipo che non mangerò mai più. :( Sono molto triste.

    I brutti pensieri e l'essere triste nascono proprio perchè sei nella fase down della malattia ed è normale, ricorda ci sei passata e come dico il miglioramento è una goccia in mezzo all'oceano, quindi ribadisco che devi avere tanta pazienza.

    Come sempre in bocca al lupo e per qualsiasi domanda non esitare ;)

    Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l’esperienza. (Oscar Wilde)


    I miei post - N.B. non sono medico né figura similare, ma questa è un'altra storia

  • Grazie davvero per le tue parole. Purtroppo il non riuscire a mangiare è ciò che mi fa più paura di tutto, se altre cose riesco a controllarle questo no, perché ho paura di non riuscirci mai più. Mangio poco, pochissimo, dopo un po' sento che devo smettere e non riesco a deglutire più niente, come se fossi già gonfia di tante cose... sì... cose non dette, cose che mi fanno male... ecco cosa. E appena finisco di mangiare rimane la brutta sensazione che tutto resta in gola. Spero passi in fretta ed il farmaco faccia effetto quanto prima. Domani, cioè al quinto giorno, assumerò una compressa intera di cipralex da 10 mg, per quattro gironi ne ho presa mezza. Mi auguro di vedere qualche miglioramento, almeno sul fronte del cibo, ritornando perlomeno a percepire lo stimolo della fame. Tu sei mai stato colpito sul cibo?

  • Tieni conto che uno stato di ansia influisce moltissimo sull'apparato digerente. Una sensazione di stomaco chiuso, nausea e digestione difficile che perdura anche per diverse ore è cosa normalissima. Solamente che quando si manifesta si tende a ritenerlo un problema fisico e non un sintomo riflesso che genera nella tua mente e si ripercuote poi sugli organi della digestione. Io stesso mangio e digeririsco normalmente per giorni di fila, mentre in altri è possibile si presenti nausea improvvisa, o che rimanga tutto bloccato per ore.


    E ti assicuro che ogni volta penso che è colpa mia, che non potró più mangiare niente di buono, che forse non passerà più... e poi niente, passa e si ritorna alla solita routine...

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