Posts by Domenico85

    A me è iniziata come per te, un giorno mi sono svegliato e ho cominciato a pensarci in modo ossessivo senza una ragione precisa. Un giorno di 10 anni fa. Se sono ancora qui a scriverne significa che non è impossibile possa passare ma nemmeno che basti poco perché ciò accada.


    Posso solo dirti che dopo un po' di tempo (e non parlo purtroppo di giorni o settimane) alla fine anche la mente si stanca di farsi delle domande alle quali non può dare una risposta.

    Ho già letto il thread in cui descrivi ogni tua insicurezza, e posso dirti che ognuno ha i propri punti deboli che possono sembrare sciocchezze agli altri, ma per chi li sta vivendo sono enormi ostacoli. Tu però sembri avere paura di tutto, si va da situazioni difficili ad altre innocue che non comportano alcuna conseguenza negativa. Cerchi di sviare il problema scrivendo e aspettando che qualcuno ti dia la soluzione che possa farlo sparire, ma questa strategia non risolve nulla poiché ogni volta che sorgono nuovi dubbi finisci nello stesso circolo infernale.

    Guidare non è un capriccio, richiede studio e una conoscenza approfondita delle regole della strada, oltre a mantenere sempre il controllo sul volante. Non ci si può permettere distrazioni perché un errore può avere conseguenze gravi, non solo per te ma anche per gli altri utenti della strada. Devi essere attento anche agli altri conducenti, poiché i loro errori possono influire su di te e su altri.

    Se desideri ottenere la patente dovresti provare a iscriverti e vedere se riesci a comprendere come guidare. Ci sono istruttori e auto per le scuole guida proprio per questo motivo. Se non riesci, va bene. Non è una sconfitta o un dramma.

    Purtroppo, temo che se provi e non riesci lo considererai un fallimento e avrai paura che le future sfide saranno uguali o peggio. Ma questa è un'idea sbagliata.

    Ho avuto attacchi di panico mentre portavo fuori il cane, ma ho continuato a farlo.

    Ho avuto attacchi di ansia o panico rimanendo da solo a casa di notte, ma ho continuato a vivere da solo.

    Ho avuto un attacco di panico nei primi giorni di lavoro, ma due giorni dopo sono tornato e ho lavorato con ancora più impegno.

    Ho ricevuto un rifiuto da una ragazza e, anziché autocommiserarmi, ho pensato sia normale ricevere dei "no". Ho proseguito e ora ho un buon rapporto con lei.

    In sintesi, il risveglio deve essere una decisione che spetta a te. Non è necessario che te lo dica io, i tuoi parenti o gli amici, ma devi costruire questa consapevolezza attraverso un percorso di psicoterapia adeguato, anziché rivolgerti al solo forum.

    So di essere stato diretto, ma non voglio vedere persone cadere negli stessi errori già visti...

    La temperatura è sicuramente uno strumento reale per comprendere se il corpo sta realmente male o meno, ma bisogna considerare una soglia specifica per determinare se si tratta effettivamente di febbre o no.


    Ad esempio, una temperatura di 37°C o 37 e qualcosa di solito non viene considerata febbre (in realtà, molte persone hanno una temperatura di base che varia di mezzo grado in più o in meno rispetto a quella che è comunemente definita "normale", cioè 36,5°C).

    Si può parlare di febbre certa quando la temperatura raggiunge i 38°C, di febbre alta intorno ai 39°C e di febbre pericolosa veramente quando supera i 40°C. Ogni altra variazione può diventare un'ossessione, come misurare la temperatura o i battiti ogni mezz'ora. Non è necessario misurare la temperatura a intervalli regolari. Se ti senti male puoi farlo di sera, quando di solito la temperatura corporea è più alta, per valutare se hai effettivamente la febbre. Comunque è importante non fissarsi troppo sulla temperatura, poiché potresti finire per misurartela in continuazione creando una sorta di disturbo ossessivo-compulsivo.

    Ti rispondo in modo diretto e schietto così che tu possa comprendere la prospettiva mentale. Per chi soffre di ansia e attacchi di panico la principale problematica risiede nella mente. Il corpo rappresenta soltanto il veicolo attraverso cui la mente manifesta i suoi segnali.

    I famosi "spilli" che tutti noi, compreso me, abbiamo sperimentato non sono realmente un grosso problema (scusa la franchezza, ma voglio sottolineare quanto siano effettivamente sintomi insignificanti). Sintomi come un fastidio al petto, al braccio o alla testa sono comuni e spesso non indicano alcuna condizione medica seria. Un vero problema al cuore si manifesta con un dolore intenso e continuo, non con un piccolo fastidio che dura solo un secondo e poi scompare.


    Ho sperimentato anch'io tutti questi sintomi e non ho mai considerato di recarmi al pronto soccorso o di chiamare un medico di guardia. Questi "spilli" possono manifestarsi quando ci agitiamo, scatenando il circolo vizioso dell'ansia. Ogni volta che percepisci una sensazione diversa, l'ansia tende ad aumentare.


    Relativamente ai battiti cardiaci, ci si concentra su un battito e si inizia a contarli (usando apparecchi o toccando collo, polso o tempie) e questa abitudine diventa un ciclo interminabile. Continuerai a farlo per giorni, settimane, mesi e, nel peggiore dei casi, anni. La cosa davvero positiva che hai menzionato è il desiderio di intraprendere un percorso psicologico fin da subito. Affrontare questi problemi sin dall'inizio offre molte più possibilità di superare gli ostacoli rispetto a chi ha accumulato ansia e paura nel corso degli anni.

    Allora, è già un passo positivo che tu abbia riconosciuto di essere ipocondriaca, cioè di avere paura delle malattie, anche se non hai una diagnosi reale. Sicuramente, come tutti noi, avrai fatto molti esami e controlli che non hanno rilevato alcuna anomalia, ed è per questo che il medico e l'ospedale non possono dirti altro se non che si tratta di ansia.


    L'Ipocondria è un disturbo che si manifesta con una preoccupazione eccessiva riguardo alla propria salute, quindi qualsiasi cosa ti sembri "anormale" scatena un segnale nel cervello: basta un attimo in cui vedi poco bene, una lieve fitta al braccio o al petto, un battito cardiaco che sembra strano per mandarti nel panico... In quei frangenti il cervello entra in modalità di allerta massima e da lì iniziano la stanchezza, la nausea, il battito cardiaco che sembra accelerare, la sensazione di svenire, la stranezza ed dolori al corpo che sembrano reali. Insomma, hai ciò che molte persone qui hanno, alcune in misura minore e altre in misura maggiore.


    Sei finita di recente in ospedale e quindi ti chiedo: se non ci fossi andata, pensi che sarebbe cambiato qualcosa? Te lo chiede uno chi soffre di ipocondria da dieci anni ed è andato una sola volta al PS (il primo dell'anno, e pensavo che sarei morto proprio quella notte di Capodanno). Non ho mai chiamato un'ambulanza, ma sai quante volte ci ho pensato o ho immaginato che avrei dovuto farlo? E anche oggi, quando mi sento male e ho voglia di vomitare, ricordo che abito da solo da tre anni.


    Come ti è stato detto, la strada da percorrere è quella dei farmaci e della terapia. Non hai nessuna malattia vera ed i sintomi che riscontri sono tutti dovuti all'ansia. In bocca al lupo.

    Lo so, ma ho questo vizio di cercare i miei sintomi. Non riesco a non farlo.


    Il fatto è che queste strane fitte alla testa vanno e vengono e non durano poco, anzi a volte non si calmano nemmeno con l'antidolorifico. Mi sfogo piangendo perché penso al peggio e non capisco più se quello che provo è solo somatizzazione dell'ansia, oppure un fastidio reale.

    Ti sei risposta da sola: hai questi fastidi e non riesci a non cercare su Internet (che non è un dottore reale) le possibili cause. Innanzitutto in Rete ogni sintomo può essere causa di tutto e di niente, per questo non ha senso consultarla. Quando si sta male si dovrebbe andare da un vero medico che possa prescrivere le analisi necessarie, se poi queste non rivelano valori anomali non c'è più motivo di allarmarsi.


    Ma noi siamo ansiosi e anche a me capita di cascarci. A volte vorrei quasi sentirmi dire che ho davvero qualcosa, in questo modo potrei giustificare la mia condizione di disagio e sofferenza mentale. Vabbè, cerchiamo di essere seri e coscienti senza pensare e fare queste stupidate, e di questo rimprovero te esattamente come spesso faccio con me stesso...

    Ne ho avuta una proprio stanotte e, come ti ha risposto Giada prima di me, non puoi fare altro che aspettare. Innanzitutto, non puoi controllare con il pensiero la vampata, in realtà un minuto prima già senti che qualcosa non va e poi arriva questa onda di calore in testa, che varia da pochi secondi a pochi minuti. Di per sé non è dolorosa, è il dopo che è fastidioso perché il corpo si mette in allerta e si avverte come se stesse cominciando a manifestarsi qualcosa. Ho avuto queste vampate per anni e il dopo non è mai stato così grave da richiedere un ricovero. Si soffre, si ha paura e si manifestano anche altri sintomi, ma poi non succede nulla...


    Ieri mi è arrivata mentre ero a letto e mi sono messo a pensare ripetutamente: "È solo frutto della mia mente". Tante volte, dopo che scompare la sensazione di calore, se ne va anche quella di allarme e poi si dorme normalmente.

    Ok, può sembrare una banalità, ma proprio perché ho avuto un attacco un'ora fa, ci ho riflettuto e penso di aver affrontato questo argomento solo in piccola parte con la mia psicologa.


    Ero tranquillo da un paio di settimane senza attacchi forti, anzi un accenno di qualche giorno fa si era placato subito e mi ero ripreso dopo un breve riposo. Poi, dal nulla, sento come se qualcosa non andasse bene e subito dopo arriva quasi sempre questa vampata improvvisa alla testa, che dura solo un paio di secondi e poi scompare. Rimane solo quel senso di agitazione sul perché sia arrivata, e successivamente mi viene quasi sempre l'impulso di andare in bagno, anche se molte volte non è nulla di solido. :grinning_face_with_sweat:


    Adesso sto riflettendo su cosa abbia potuto scatenare questa reazione, cercando di non dare una spiegazione fisica, ma mentale. Ho pensato all'ambulanza: ne ho vista una qualche ora prima, ferma mentre si preparava a caricare qualcuno che stava male. Purtroppo, nel mio quartiere, ci sono spesso ambulanze che circolano, non perché vivo vicino a un ospedale, ma forse a causa della presenza di molti anziani nella zona. Inizio a credere che il mio inconscio, anche se non ci penso direttamente, mi suggerisce il pensiero: "E se la prossima volta fossi io a dover aspettare quel mezzo?"


    Non è la prima volta che mi succede, mi vengono in mente altre volte in cui ho visto ambulanze e poi, la sera stessa o il giorno dopo, ho avuto questi attacchi. Una volta mi è successo anche solo vedendo una ragazza in farmacia sentirsi male, con i farmacisti stessi che cercavano di rassicurarla dicendole che stava avendo solo un attacco di panico.


    Ora sono a letto. Non sento calore, non ho dolori, non ho sintomi strani. Solo una lieve inquietudine.


    Mi piacerebbe sapere se sono l'unico a cui nascono questi pensieri. :slightly_smiling_face:

    Ciao a tutti, sono una ragazza di 27 anni e vorrei condividere la mia storia per sfogarmi con qualcuno, dato che non ne parlo con nessuno. Nel 2019 ho avuto i miei primi attacchi di panico e, una volta superati, ho cominciato a soffrire di somatizzazioni. Inizialmente, i sintomi riguardavano il cuore, come dolori, forte oppressione, respiro mozzato e palpitazioni. Questi sintomi erano presenti tutto il giorno, per mesi. Ho fatto tutti i controlli cardiologici possibili e ho effettuato più di 10 elettrocardiogrammi, oltre ad avere frequenti accessi al pronto soccorso, spaventata all'idea di avere un infarto. Finalmente, ho iniziato a sentirmi più rilassata e i sintomi sono gradualmente diminuiti fino a scomparire. È importante sottolineare che ogni volta che ho consultato lo psicologo, mi è stato prescritto un ansiolitico che mi aiutava a tranquillizzarmi. Dopo circa un mese, però, una nuova battaglia: stavolta l'attenzione si focalizzava sulla testa. Ho cominciato ad avere forti mal di testa che mi impedivano di stare in piedi, con dolore al collo e alle braccia. Ho trascorso intere giornate a letto con il collo bloccato e vari fastidi. In una notte di disperazione mi sono vestita senza dire nulla a nessuno e, cercando di non fare rumore, mi sono recata nuovamente al pronto soccorso. Dopo una TAC alla testa e una visita neurologica senza rilevare alcun problema, sono tornata a casa e dopo qualche giorno finalmente il mal di testa è sparito. Da quel momento in poi, tutto è andato bene e ho smesso di avere qualsiasi sintomo, tornando a una vita normale. Questo periodo è durato complessivamente un anno, fino al 2020. Durante quest'anno ho assunto Xanax solo quando necessario, secondo prescrizione dei medici, e ho fatto diverse sedute con una psicoterapeuta. Dal 2020 al 2023 (fino a marzo, quindi all'inizio della primavera) sono sempre stata bene, così bene che quando ripensavo al passato e alle cose che facevo (come correre al pronto soccorso più volte al giorno, anche di notte, per nulla), mi sentivo stupida e mi chiedevo come avessi potuto arrivare a quel punto, cosa a quel punto impensabile per me. Purtroppo, però, sono ricaduta. Da marzo, dopo essermi laureata, paradossalmente ho iniziato ad avere nuovamente attacchi di panico e, questa volta, non avevo nemmeno più lo Xanax in casa. Mi sono sentita persa perché i sintomi non si placavano, ero spaventata e soffocante, quindi sono corsa alla guardia medica per farmelo prescrivere e, dopo averlo preso, finalmente mi sono sentita meglio, ma dopo pochi giorni i sintomi sono ricominciati, soprattutto al cuore esattamente come anni prima. Non potevo crederci: oppressione fortissima, respiro difficile e tachicardia. Di nuovo, corsi al pronto soccorso. Questa volta non feci visite specialistiche, ma solo un elettrocardiogramma, una radiografia al torace e un'analisi del sangue. Oggi sono qui con un forte mal di testa, mal di collo e tachicardia e una forte angoscia. Non vedo più la luce. Il mio ragazzo non può più sopportarlo e mi dice di prendere lo Xanax e di "non pensarci". Vi prego, aiutatemi e confortatemi raccontandomi le vostre esperienze. Grazie.

    Posso dirti che da 10 anni soffro di attacchi di ansia, a volte brevi ed altre volte prolungati, alcuni improvvisi e tremendi. Sai quante volte sono stato al pronto soccorso? Una sola volta, ed è stata 9 anni fa. Ho fatto degli esami, ma senza ossessionarmi.


    A volte penso che speriamo di avere qualche malattia piuttosto che affrontare solo l'ansia, così da poter giustificare tutto il nostro disagio. Ti scrivo per dirti che mezz'ora fa ho avuto una vampata improvvisa alla testa. Ormai conosco come avviene, quindi stai tranquilla. Sento che deve arrivare qualcosa, si manifesta questa vampata del cavolo e poi mi assale l'inquietudine su quanto tempo dovrà durare questa sensazione, preoccupandomi che possa essere qualcosa di grave...

    Io spero che non si faccia pagare perché in tal caso lo sta facendo solo per guadagnare.


    Te lo dico per esperienza: un VERO dottore ti dirà sempre di andare da lui per un consulto in presenza. Una volta stavo malissimo con dolori improvvisi alla testa, ho chiamato disperato per un parere telefonico, e GIUSTAMENTE mi ha detto che per telefono non era possibile, perché per darmi una diagnosi circostanziata dovevo andare da lui e farmi visitare.


    Come ho già detto per lo psicologo non serve per forza un incontro diretto, ce ne sono tantissimi che lo fanno a distanza e quindi senza dover per forza uscire. Ma comunque ha bisogno di sentire la tua versione in prima persona. Io stesso le prime volte ero restio e schivo a parlare, poi ho capito che con la psicologa dovevo tirare fuori tutto senza vergogna e paura, cosa che non avrei mai potuto fare tramite i miei genitori quali intermediari.


    La cosa peggiore che puoi fare è aspettare, e te lo dico per esperienza. Pensi che come è arrivata sparisce dal nulla...no, purtroppo l'unica cosa che può cambiare è l'aggressività con cui torna e si stabilisce nella tua vita. Io a forza di rimandare ho solo alimentato quel mostro esterno a fare i suoi comodi. Solo quest'anno ho deciso di prendere seriamente in mano la cosa: sedute psichiatriche e psicologiche, terapia farmacologica e mentale, analisi precise e anche comportamenti diversi nello stile di vita. Quattro mesi e già noto piccoli miglioramenti, anche se so che dovrò lavorarci sopra per molto tempo ancora...


    Scusa la crudezza del post, ma aspettare e soffrire come un cane, senza accettare di avere un problema e solo trattandolo in modo indiretto mi ha fatto pensare alla mia estate di 10 anni fa. Se invece di attendere avessi deciso di affrontare la situazione come sto facendo dall'inizio di quest'anno, molto probabilmente non sarei neanche qui a scrivere su questo forum...