Provo fastidio a mangiare con gli altri

  • Preferirei che questa discussione non venisse spostata in "rapporto col cibo" in quanto la ritengo significativa in relazione con gli altri. Da un po' di tempo a questa parte mi accorgo che non ho alcun piacere, anzi proprio fastidio, sia nel mangiare con gli altri (ad eccezione di familiari stretti, cioè che vivono con me e qualche amico/a molto intimo/a sia nel parlare di gusti ed abitudini alimentari..

    Mi riferisco al posto di lavoro. Non accetto mai nulla se mi viene offerto un cornetto pizzetta ecc. né tantomeno vado a pranzo coi colleghi (li schivo sempre).

    Sono diventata inoltre molto vaga su ciò che mi piace a tavola e se mi fanno domande dirette del tipo "oggi cosa mangi?" oppure "fai colazione la mattina?" rispondo in maniera molto generica.

    L'argomento cibo è al centro di numerose discussioni, che io evito sempre.

    Inoltre non mi piace per nulla farmi vedere mentre mangio (es se mi siedo da sola al bar a leggere ordino solo un caffè), né tantomeno mangio gelati per strada (non è una cosa teenager, vedo tanti adulti mangiare cono gelati per strada). Dico gelati ma può essere qualsiasi dolce o salato..

    Qualcuno si riconosce o si è riconosciuto in passato in questa mia scelta? Sono diventata così nell'ultimo anno, forse perchè ho perso 15 kg in pochi mesi (da sola) mangiando anche di tanto in tanto pizze, fritti e snack, ovviamente non ho mai detto a conoscenti e colleghi che avevo deciso di stare a dieta.

    Insomma il mio carattere molto riservato ha preso il sopravvento anche per quanto riguarda il cibo. Non si tratta di ansia nel mangiare con altri, ma proprio di fastidio come fosse violazione di privacy.

  • Non ho molto da dire, anche se lavorando con diete ed allenamenti so di cosa parlo.

    Oggi il comportamento alimentare è quasi alla stregua di quello sessuale, tanto che quando chiedo di stilare il diario alimentare spesso sento confessioni piuttosto che un elenco di alimenti ed associazioni alimentari, e se stilano un elenco dettagliato vengono fuori i veri di stili di vita con relative "perversioni" e lì comprendo quale tipo di vita viene condotta.

    Fai bene a mantenere per te cosa mangi e rimanere elusiva alla proposta di colazioni così composte, gli alimenti sono nutraceutici ed a seconda di ciò che mangi componi il tuo corpo.

    Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore. Gibran

  • Tra i tuoi esempi mi riconosco nel non voler mangiare al bar o in strada. Tra l'altro pure in negozio dove lavoro ogni mattina compro un panzerottino e mi nascondo in una parte non accessibile al pubblico, perché effettivamente la vedo come una cosa che attira l'attenzione. Diversamente sarebbe al ristorante, ovviamente se non ti metti a mangiare come un maiale o non sbrodoli tutti, quindi sì, la riservatezza passa anche per il cibo. Quando devo parlare di cibo ho un po' di titubanza, non tanto per riservatezza ma perché ho paura di incappare come mi è capitato in salutisti pseudo dietisti che ti fanno la ramanzina.

  • Ciao, anche io ho difficoltà nel mangiare con altri, soprattutto colleghi ma per altri motivi (sono lenta a mangiare, ho paura di rimanere strozzata dal cibo, fobia accumulata dopo una serie di episodi e lutti in famiglia, non legati al cibo). È vero che da noi in Italia andare a mangiare insieme è visto come l'atto supremo in termini di amicizia e instaurazione di legami, ma io mi rifiuto perché so che porzioni farmi e mi piace mangiare nell'intimità della mia postazione lavorativa. In più non condivido le scelte dei miei colleghi che vanno sempre in un posto in cui mangiare che fa porzioni abbondanti, oliose e molto costose (tra l'altro). Ogni volta evito, mi sento male... Spesso cedo per cortesia, ma odio ogni minuto speso lì perché mi sento osservata e giudicata per via della mia estrema lentezza e per il mio essere schizzinosa. Per me chi giudica è maleducato/a.

  • L'unico esempio personale che posso riportarti è che anni fa provavo disagio a mangiare in pubblico, a meno che non fosse qualcosa portato da casa (quindi all'università o al lavoro), credo per paura del giudizio altrui. Quindi pensieri ansiogeni riguardo al fatto che, escludendo amici e familiari come nel tuo caso, le persone avrebbero potuto giudicare come o cosa mangiavo. E premetto che non ho mai sofferto di disordini alimentari o altro di simile. Quindi era semplice, e assolutamente ingiustificata, paura del giudizio altrui.
    Questo non significa che sia sbagliato. È "sbagliato" se diventa tossico per te stessa, se ti crea disagio il dover nascondere, dissimulare, patire il dover dare spiegazioni agli altri.

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

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