E se..? Monologo ADHD

  • Userò questo spazio come un diario, che ognuno però è libero di commentare.



    “Non sei il tuo problema, sei solo tu con un problema”


    “Lettera al mio drago”


    Caro drago, sono obbligata a scriverti perché con te è sempre più difficile parlare ultimamente... senza offesa ma sei diventato un po' prepotente. Pensavo di ripercorrere la strada che ci ha condotti fin qui, al punto di rottura. Ti va?


    Non ricordo esattamente quando, ma un giorno ci siamo incontrati. Eri piccolo e indifeso e io ti ho raccolto, ti ho nutrito e ti ho curato. Ci siamo trovati, perché? Probabilmente era una di quelle infinite giornate di solitudine, ero rannicchiata là al solito posto, appuntamento alle 8:00 nell’angolino buio del caminetto di ardesia. Guardavo in su, era buio pesto, ma sognavo di arrampicarmi, spiccare il volo e sparire per sempre. Mi domandavo perché ero invisibile agli altri, perché nonostante i miei sforzi non fossi mai abbastanza. Ero "qualcos’altro".


    Abbiamo passato molto tempo insieme da allora, anche se solo ultimamente mi sono resa conto della tua presenza e della tua forma. Credevo che insieme avremmo fatto grandi cose, ed effettivamente è stato così all’inizio... per tutto. Pianoforte? Equitazione? Nuoto? Scuola? Università? Cosa mi dicevi? “Annientali. Non hai amici. Fagliela pagare, devono pagare per il male che ti hanno fatto”. Spingi forte a testa bassa, sempre di più, anche a costo di spezzarti l’osso del collo.


    Quando provo a contrastarti mi punisci, l’insonnia, l’ansia e i confronti "senza di me non sei niente, troppo inadatta a vivere, troppo vigliacca per morire". Sei diventato troppo forte, troppo cattivo e vendicativo. Mi fai uscire con il terrore della gente. Faccio i confronti con gli altri anche nei sogni, sono sfinita ma a te non importa. Cosa abbiamo fatto poi alla fine? Mollato sempre tutto. Sport, passatempi, opportunità. Io sono troppo debole, non ce la faccio. Per tirare avanti ho sempre mollato, sono sempre scappata da tutto, per scappare da te.


    Vorrei che la tua forza fosse la mia, te lo chiedo sempre gentilmente ma tu poi me la fai pagare. Mi parli solo con pesi enormi. E non so per quanto potrò sostenerli ancora. Ti prego... lasciami andare. Permettimi anche di fallire e di essere un po’ meno di mediocre senza farmela pagare... Tanto so che non lèggerai.

    “Though we may not live to see the glory, let us gladly join the fight”

  • Parlerò coi coach e vediamo cosa mi dicono. Il mio rapporto con là pale in breve:


    Ho un amico che fa powerlifting da 14 anni, con tanto di gare quindi un filo ne sa. Mi ha preso sotto la sua ala, anche se abitiamo a quasi 300km di distanza. Dopo un anno di crossfit (in teoria sono diverse le abilità che si sviluppano, ma oltre alla forza il resto è non pervenuto) sono arrivata a staccare 100kg di ignoranza, ma sempre 100 sono. Lui si è offerto di farmi un programmino perché ovviamente, tratto tipico del 97,2% di noi con l’ADHD pare essere il non accontentarsi mai, e come obiettivo mi sono data un 160kg di stacco che sono quasi tre volte il mio peso. Mi bacchetterà con la tecnica perché davvero faccio piangere, compenso tutto a forza. Mi darò anche io al powerlifting (anche se ora al limite è PAUERLIFTING dati gli orrori che sono in grado di partorire), quindi potrò fare come piace a me: alzare i quintali una volta sola e poi riposare per 20 minuti.


    Per l’approccio razionale devo darti ragione: ieri mi sono aperta le mani alla sbarra tanto che oggi solo toccare fa male, e l’aver saltato l’allenamento (che fatalità era di forza) mi manda a un passo dalla paranoia. L’alimentazione.. ci sto più attenta d’inverno, mangio come un cavallo, d’estate un po’ meno anche perché con sto caldo che voglia ho di mangiare? Cerco di compensare la carne che mangio col freddo a suon di yogurt proteici e qualche barretta ogni tanto. Integratori non ne prendo anche perché sono soldi e senza un piano fatto dal nutrizionista servono a poco. Quindi sì, ci sto attenta ma non vado in paranoia se in una settimana mangio tre pizze (mangerei pizza sempre), rigorosamente con salamino piccante e olive nere per far capire allo stomaco chi è che comanda.


    Io personalmente preferirei allenarmi da sola, infatti mi ritaglio un giorno di open dove vado a fare un po’ quello che mi pare, provando a caso dei finti massimali che secondo il coach si dovrebbero fare "in compagnia". Non conosco a quanto pare il lato oscuro della forza, sono abbonata all’angolino buio e angusto incastrato in mezzo a di tutto e di più, sempre perché non voglio che gli altri mi guardino fare cose.


    Riguardo alle cose che faccio: alzate olimpiche, almeno in teoria, le mie assomigliano ad aborti più che altro, alzate del powerlifting (tranne panca che non la fanno mai fare ed è una vergogna), si evitano movimenti di ginnastica alla sbarra o agli anelli che d’istinto tiro di braccia crepando 0,2 secondi dopo aver iniziato, posso tollerare i piegamenti in verticale ma ancora non so camminare con le mani o stare in verticale statica senza muro (da piccola ero talmente coniglia da non aver mai imparato a fare ste cose), aborro corsa, salti e qualsiasi esercizio di fiato perché appunto, fare una rampa di scale mi richiede una bombola d’ossigeno.


    Pensavo anche di darmi al bodybuilding ma la costanza e la disciplina alle volte mancano, soprattutto a tavola. I macchinari non li abbiamo. Le cose base che si fanno di solito in palestra (lat machine, curl vari e altre cose) non so nemmeno cosa siano. Quindi sì anche in palestra sono un pagliaccio come nella vita :clown:

    “Though we may not live to see the glory, let us gladly join the fight”

  • Ma ti rendi conto che invece sei una miniera di talenti? Conosco solo un'altra persona che sappia insieme disegnare benissimo e fare sollevamenti da paura, ed è il tizio di cui sono perdutamente innamorata da quasi quattro anni.

    Perchè secondo te la donna media sa camminare sulle mani? (o anche l'uomo, eh...) O fa 100 kg di stacchi? Non so, vuoi che facciamo un sondaggio sul forum? :grinning_face_with_big_eyes:

    Quando dico che io sono negata per la palestra e tutti gli sport, intendo dire che di stacchi non arrivo a 35 kg dopo vent'anni di palestra, e tu ti senti un pagliaccio? :scream:

    No no no, devi assolutamente coltivare la forza che hai. Confesso che nell'altro post stavo per scriverti "E poi della tecnica che ti frega, mica devi fare delle gare di powerlifting!" E ovviamente avrei fatto la gaffe del giorno. :happy_face:

  • Mi ha colpito molto la lista che hai fatto di tutte le situazioni problematiche che ti sei portata addosso e che a quanto pare ancora ti porti addosso, una in particolare, mi lascia sgomento, che a 8 anni hai la sensazione di essere il nulla assoluto riguardo al tuo futuro.


    Leggere questo mi fa male, un po’ perché rivedo il mio passato in quello che scrivi, il senso di inadeguatezza che non mi faceva sentire nemmeno a me come una persona normale, mi toglieva la possibilità di immaginare un futuro, non vedendomi capace di nulla, con l’unica differenza che per lo meno l’infanzia è passata serena, i problemi sono iniziati un po’ dopo durante l’adolescenza.


    Capisco il senso di tristezza che descrivi.


    Non sei un gradino sotto gli altri, purtroppo è la sensazione in cui mi ritrovo anch’io da circa 30 anni e no, non è facile vivere così, ti capisco bene.


    Ti sembreranno retoriche le mie parole, eppure la consapevolezza che tu vali deve nascere dentro di te, non so dirti in che modo ma secondo me dovrebbe essere questa la tua priorità, mi auguro che un giorno non lontano tu possa prendere piena consapevolezza che vali e di riuscire ad abbandonare questo insano confronto costante con gli altri.


    Già, esattamente come mi sento io. E ho grande rispetto per chi si suicida, infatti, perchè di fatto anche lui riesce a fare qualcosa che io vorrei fare ma non ho il coraggio di fare.

    Mi dispiace leggere questo, io stesso mi definisco come una persona che ha sbagliato tutto nella vita, una persona infelice.

    Quest’anno in pochi mesi sono morti 3 giovani uomini che conoscevo, il più vecchio di 44 anni, tutti con figli, mi domando perché non poteva toccare a me, lo so è una richiesta assurda che non ha nessun destinatario, non credo nessuno di loro avrebbe voluto abbandonare prematuramente questa vita mentre per quanto mi riguarda spesso ho questa speranza di non vedermi invecchiare oltre.


    Sì se penso al mio futuro ho paura, o meglio un senso di sconforto nel pensare di voler vedere passare gli anni in fretta, senza stimoli ne progetti.

    Poi mi capita di vivere degli attimi in cui trovo una tregua, apprezzo la vita e magari dura per un paio di giorni di fila questa bella sensazione, probabilmente è il massimo a cui posso ambire visto dove sono arrivato ma penso che comunque vale la pena andare avanti, per il nulla che ci aspetta dopo c’è tempo.


    La penso pure io così riguardo alle diagnosi, ho passato anni da psicologi vari, ad un certo punto trovo quello giusto ed è iniziato con lui il percorso della psicoterapia cognitivo – comportamentale. Ho finalmente l’impressione di iniziare a prendere in mano il bandolo della matassa, non mi ha mai etichettato come depresso, nonostante io mi ci sentissi, nonostante un paio di visite psichiatriche a cui ero stato da lui indirizzato e da cui seguiva impegnativa dello psichiatra in cui si consigliava l’assunzione di farmaci come benzodiazepine e serotonina, nonostante la mia volontà di urlare al mio mondo di essere depresso e sperare di trovare finalmente una tregua, una comprensione, stufo di essere nascosto al mondo e del senso di inadeguatezza misto a senso di colpa.


    No, mi ha sempre detto di evitare, e quelle volte che non ci sono riuscito ho solo fatto casini e probabilmente allontanato spaventate le persone che hanno ricevuto questa confessione.

  • La penso pure io così riguardo alle diagnosi, ho passato anni da psicologi vari, ad un certo punto trovo quello giusto ed è iniziato con lui il percorso della psicoterapia cognitivo – comportamentale. Ho finalmente l’impressione di iniziare a prendere in mano il bandolo della matassa, non mi ha mai etichettato come depresso, nonostante io mi ci sentissi, nonostante un paio di visite psichiatriche a cui ero stato da lui indirizzato e da cui seguiva impegnativa dello psichiatra in cui si consigliava l’assunzione di farmaci come benzodiazepine e serotonina, nonostante la mia volontà di urlare al mio mondo di essere depresso e sperare di trovare finalmente una tregua, una comprensione, stufo di essere nascosto al mondo e del senso di inadeguatezza misto a senso di colpa.


    No, mi ha sempre detto di evitare, e quelle volte che non ci sono riuscito ho solo fatto casini e probabilmente allontanato spaventate le persone che hanno ricevuto questa confessione.

    La psicologa da cui andavo, mi diceva che la diagnosi è un'etichetta che torna utile al professionista, non al paziente. Mi lascia perplessa notare come a tante persone venga svelato il nome del loro disturbo. Potrebbe significare che non ho nulla di troppo eclatante, dal momento che nessuno ha trovato granchè (e menomale!). Sono state fatte solo delle ipotesi e al di là dell'evitamento, non è risultato nient'altro.

    Mi pesava prendere le medicine senza conoscere il nome del mio problema... adesso mi dico che è andata bene così. Non mi interessa più saperlo.

  • Periodo non dico sereno ma quasi passabile. La psicologa è ancora in ferie, ma dalla prossima settimana riprendiamo con le sedute. Sono riuscita ad andare avanti con la tesi. Piccoli passi e forse nemmeno ci sto nella scadenza, ma non c’è male, non mi vedo così persa almeno qui. Discorso lavoro: sempre terrorizzata dal dover lavorare, la mia totale inettitudine con la gente mi impedisce anche solo di cercare un lavoro, non so come tenermelo.

    Palestra: accantonato quasi del tutto il crossfit, ora mi do alla forza pura. Peso da 55,8 a 58,6. L’allenarmi da sola e con la Mia programmazione mi dà quasi serenità. Puntiamo a fare una gara il prossimo anno, secondo il Maestro ce la potrei anche fare. Svilente il fatto di non aver fiato. Pazienza, in due volte ho quasi capito come si sta in panca. Dico quasi perché ci vogliono anni. Ma è quello il mio posto.

    Resoconto di questa estate: terribile a livello psicologico, quasi accettabile da quello fisico.

    “Though we may not live to see the glory, let us gladly join the fight”

  • Bravissima, vai alla grande :flexed_biceps: :flexed_biceps: :flexed_biceps: ! Ma perchè estate terribile dal punto di vista psicologico? La palestra ti sta dando delle belle soddisfazioni, stai mettendo su anche più muscoli di prima e hai tutte le potenzialità per gareggiare.


    Ma io devo sapere da dove viene la frase che hai in firma, stupenda sia per il contenuto che per il ritmo.

  • Bravissima, vai alla grande :flexed_biceps: :flexed_biceps: :flexed_biceps: ! Ma perchè estate terribile dal punto di vista psicologico? La palestra ti sta dando delle belle soddisfazioni, stai mettendo su anche più muscoli di prima e hai tutte le potenzialità per gareggiare.


    Ma io devo sapere da dove viene la frase che hai in firma, stupenda sia per il contenuto che per il ritmo.

    L’estate è difficile da ormai un paio di anni, detesto il caldo e l’avere a che fare con la gente, poi la dismo non aiuta. Per le gare vediamo, dipende anche da come sto psicologicamente. Per ora devo pensare a sputar sangue in panca visto che non ce la fanno fare a lezione. Il resto… stacco dovrei essere sui 130 quindi non troppo male, squat non abbiamo idea del massimale, devo ancora testarlo. Il maestro me lo stima attorno ai 90-100, ma non ho mai fatto più di 70 a lezione. Vedrò la prossima settimana se riesco a non morire sotto i 75 e gli 80.


    La frase l’ho presa da un testo che stavo studiando per un esame. Citavano un discorso della Clinton mi pare, lei si rivolgeva alla nazione con un’altra citazione dal musical Hamilton. (Ovviamente me lo ero dimenticata e sono andata a sbirciare)

    “Though we may not live to see the glory, let us gladly join the fight”

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