Mi trovo oramai al 4 anno fuoricorso alla triennale di ingegneria.
Dopo un brillante inizio mi sono arenato piano piano, sia perchè ho avuto necessità di lavorare per mantenermi gli studi, sia per mia esclusiva colpa per non essermi dedicato unicamente allo studio, curando oltre alla passione principale per la mia facoltà anche altre passioni come la musica e la fotografia, campi nei quali ho avuto pure qualche soddisfazione. Aggiungiamoci anche un periodo di forte depressione che è durato quasi due anni, ed ecco i 4 anni persi.
Ho perso tempo nell'inseguire tanti obiettivi e nel cercare di interessarmi a più cose contemporaneamente e mi sento un totale fallimento per non aver concluso in tempo gli studi. Mancano pochi esami al traguardo adesso, ma non riesco a scrollarmi di dosso il senso di inquietudine perenne che mi assale da oramai 4 anni.
Sono stato uno stupido, un immaturo. Oltre all'inquietudine che mi porto dietro si aggiunge fortissima ansia per il dopo, per la possibilità di trovare un lavoro...ansia se non paura che qualche volta sfocia in attacchi di panico incontrollabili e che mi stringono lo stomaco per ore. Quando finirò, sarò disposto a tutto, anche di trasferirmi all'estero per lavorare nel posto più sperduto del mondo pur di togliermi di dosso questo schifo di stato d'animo.
Tutti i miei amici di corso si sono laureati e già lavorano, usciti con soli due anni di ritardo, di norma nonostante sia una triennale infatti la stragrande maggioranza dei ragazzi qui si laurea con due anni di ritardo.
Non ricordo l'ultimo giorno vissuto in totale serenità...
Da tempo ho mollato momentaneamente tutto ciò che faceva parte della mia vita (hobby ed altre passioni) per dedicarmi unicamente allo studio e per conseguire una volta per tutte questa laurea, lotto quotidianamente con sconforto e sensazione di essere una totale nullità.
Scrivo qui per cercare di gestire l'ennesimo attacco di panico della settimana...fatto sta che non riesco a connettere neanche due frasi di fila.
Fra i conoscenti c'è chi mi parla come se ormai fossi morto, destinato ad eterna disoccupazione a far la fila alla mensa dei poveri, chi invece mi fa notare come sia arrivato qui da solo, e che dunque valga la pena un ultimo sforzo per concludere un capitolo della mia vita, e che poi non devo fasciarmi la testa prima di rompermela.
Non nego che cerco approvazione in chi mi parla , forse erroneamente, non nego che mi piacerebbe sentirmi dire di più "Forza che ce la fai" piuttosto che un "Che guaio, molla tutto e vai a far l'aiuto cuoco" (è un esempio, ho fatto anche l'aiuto cuoco in vita mia ma sto studiando per altro...)
Se tornassi indietro, prenderei a schiaffi il me del passato e gli direi di concludere il prima possibile, comportandosi in maniera più matura...