Il tuo commento all'ultimo film che hai visto

  • The brutalist. Il film dura quattro ore, con in mezzo un intervallo di 15 minuti voluto dal regista. È la storia di un architetto ungherese fuggito negli Stati Uniti dopo la guerra, alla ricerca del sogno americano che però si rivela un incubo. La storia è inventata anche se potrebbe sembrare un biopic. Grande regia, che ha come modello John Ford o il più recente Anderson. A differenza dei film di questi, però, qui non c'è mai un culmine e la narrazione sembra rimanere destrutturata. Film cupo che non lascia speranze. In sintesi uno dei messaggi potrebbe essere: mai fidarsi dei tycoon americani bipolari, soprattutto se si è europei in difficoltà.

  • Ho visto The Brutalist. Dopo 30 minuti sono uscito perché all'idea di sopportare altre tre ore e trenta di quella roba volevo spararmi in testa, e mi sono infilato in una sala random della stessa multisala dove c'era un film con dei cardinali che dovevano eleggere un Papa. Raccontato così sembra una roba ancora più da spararsi, ma incredibilmente vi giuro che, contro ogni aspettativa, è superappassionante. Dopo un po', a meno che proprio non siate dei senza anima, iniziate a parteggiare per un cardinale, e se sei con uno o due amici (io ero solo, gli altri erano rimasti a vedere The Brutalist) è quasi come vedere una corsa di cavalli in cui ognuno tifa per il suo. Poi la fotografia è austera e ben fatta, anche il sonoro è protagonista, saltuariamente, nelle scene clou. Senti tipo un "DONNN", che potrebbe essere quasi il rintocco della campana della chiesa. Non so se è fatto apposta, ma l'ho trovato potente come stratagemma. Comunque, non penseresti mai che un film che parla di un'elezione di un Papa sia così appassionante. Infatti, non sarei mai andato a vederlo se non fossi dovuto fuggire da The Brutalist. L'altro film che era appena iniziato era un drammone brasiliano che non lo vedevo manco morto e l'ho visto costretto, si può dire, prevenuto quindi, ma è un bel film. Il regista ha saputo trasmettere tensione, anche con cose che non c'entravano niente. Tipo fa scoppiare una bomba durante l'elezione, non si capisce perché, ma a me ha creato pathos, quindi ha avuto ragione lui. E con tutti questi espedienti, devo dire che il film scorre molto veloce. Non riesci mai davvero a capire chi sarà eletto (e io non ve lo dirò per non spoilerarvelo). Poi c'è quell'attore molto bravo, calvo, che ha fatto anche il direttore dell'aeroporto in The Terminal (tifavo per lui), che qui fa il cardinale. Fidatevi, il film è bello.

    P.S. Il film si intitola Conclave, non mi veniva.

  • Ho visto The Brutalist. Dopo 30 minuti sono uscito perché all'idea di sopportare altre tre ore e trenta di quella roba volevo spararmi in testa, e mi sono infilato in una sala random della stessa multisala dove c'era un film con dei cardinali che dovevano eleggere un Papa. Raccontato così sembra una roba ancora più da spararsi, ma incredibilmente vi giuro che, contro ogni aspettativa, è superappassionante. Dopo un po', a meno che proprio non siate dei senza anima, iniziate a parteggiare per un cardinale, e se sei con uno o due amici (io ero solo, gli altri erano rimasti a vedere The Brutalist) è quasi come vedere una corsa di cavalli in cui ognuno tifa per il suo. Poi la fotografia è austera e ben fatta, anche il sonoro è protagonista, saltuariamente, nelle scene clou. Senti tipo un "DONNN", che potrebbe essere quasi il rintocco della campana della chiesa. Non so se è fatto apposta, ma l'ho trovato potente come stratagemma. Comunque, non penseresti mai che un film che parla di un'elezione di un Papa sia così appassionante. Infatti, non sarei mai andato a vederlo se non fossi dovuto fuggire da The Brutalist. L'altro film che era appena iniziato era un drammone brasiliano che non lo vedevo manco morto e l'ho visto costretto, si può dire, prevenuto quindi, ma è un bel film. Il regista ha saputo trasmettere tensione, anche con cose che non c'entravano niente. Tipo fa scoppiare una bomba durante l'elezione, non si capisce perché, ma a me ha creato pathos, quindi ha avuto ragione lui. E con tutti questi espedienti, devo dire che il film scorre molto veloce. Non riesci mai davvero a capire chi sarà eletto (e io non ve lo dirò per non spoilerarvelo). Poi c'è quell'attore molto bravo, calvo, che ha fatto anche il direttore dell'aeroporto in The Terminal (tifavo per lui), che qui fa il cardinale. Fidatevi, il film è bello.

    P.S. Il film si intitola Conclave, non mi veniva.

    Sì, CONCLAVE.

    Lo vado a vedere domani, me ne hanno parlato bene.

    Tra l'altro, 8 nomination all'Oscar.

    Scriverò un mio pensiero una volta visto.

    "Niente limiti, Solo orizzonti..."

  • Ho visto The Brutalist. Dopo 30 minuti sono uscito perché all'idea di sopportare altre tre ore e trenta di quella roba volevo spararmi in testa, e mi sono infilato in una sala random della stessa multisala dove c'era un film con dei cardinali che dovevano eleggere un Papa. Raccontato così sembra una roba ancora più da spararsi, ma incredibilmente vi giuro che, contro ogni aspettativa, è superappassionante. Dopo un po', a meno che proprio non siate dei senza anima, iniziate a parteggiare per un cardinale, e se sei con uno o due amici (io ero solo, gli altri erano rimasti a vedere The Brutalist) è quasi come vedere una corsa di cavalli in cui ognuno tifa per il suo. Poi la fotografia è austera e ben fatta, anche il sonoro è protagonista, saltuariamente, nelle scene clou. Senti tipo un "DONNN", che potrebbe essere quasi il rintocco della campana della chiesa. Non so se è fatto apposta, ma l'ho trovato potente come stratagemma. Comunque, non penseresti mai che un film che parla di un'elezione di un Papa sia così appassionante. Infatti, non sarei mai andato a vederlo se non fossi dovuto fuggire da The Brutalist. L'altro film che era appena iniziato era un drammone brasiliano che non lo vedevo manco morto e l'ho visto costretto, si può dire, prevenuto quindi, ma è un bel film. Il regista ha saputo trasmettere tensione, anche con cose che non c'entravano niente. Tipo fa scoppiare una bomba durante l'elezione, non si capisce perché, ma a me ha creato pathos, quindi ha avuto ragione lui. E con tutti questi espedienti, devo dire che il film scorre molto veloce. Non riesci mai davvero a capire chi sarà eletto (e io non ve lo dirò per non spoilerarvelo). Poi c'è quell'attore molto bravo, calvo, che ha fatto anche il direttore dell'aeroporto in The Terminal (tifavo per lui), che qui fa il cardinale. Fidatevi, il film è bello.

    P.S. Il film si intitola Conclave, non mi veniva.

    Sì, ho visto anche Conclave. Non lo volevo vedere perché avevo paura di questo film di cardinali, invece, come dici tu, è un film pieno di suspense che ti tiene incollato allo schermo fino alla fine. Molto bello.

  • Ho visto un thriller mediocre No Exit. Quale film usa la dinamica "personaggi chiusi in una baita e uno è sospetto" e rivela il sospetto prima della metà? Film che da lì va avanti a colpi di scemeggiatura.


    Vado a guardami Sweepea va, Ella :*

    Non permettere a nessuno di entrarti nella testa... A cosa stai pensando?

  • Film cupo che non lascia speranze

    Io non l'ho trovato così senza speranze, anzi. Ho apprezzato molto che anche un personaggio spregevole come Van Buren sia comunque sviluppato in maniera tridimensionale, senza diventare un cattivo stereotipato alla Disney.

    Il finale dà il significato a tutto il film e lo rende più speranzoso, anche nella tragedia che descrive.

  • Io non l'ho trovato così senza speranze, anzi. Ho apprezzato molto che anche un personaggio spregevole come Van Buren sia comunque sviluppato in maniera tridimensionale, senza diventare un cattivo stereotipato alla Disney.

    Il finale dà il significato a tutto il film e lo rende più speranzoso, anche nella tragedia che descrive.

    Non è un cattivo stereotipato ma questo è quello che lo rende più pericoloso e subdolo. A tratti si presenta come un mecenate ma è solo un egocentrico e non gli importa né dell'arte, né dell'artista e neanche dell'uomo. L'architetto d'altronde è disperato e non può salvarsi dagli orrori che ha vissuto durante la guerra. È un morto vivente, lo sa ed è consapevole di non essere né accolto, né sinceramente apprezzato né integrato, ma solo opportunisticamente sfruttato. Persino il cugino lo rifiuta. Non appare mai minimamente sereno in nessuna parte del film e alla fine è l'ombra di se stesso, un vecchio malridotto nonostante non sia effettivamente decrepito (nato nel 1911, nel 1980 dovrebbe avere 69 anni).

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