Ho bisogno di un consiglio

  • Ciao a tutti! scrivo in quanto ho bisogno di un consiglio su come decidere per una scelta che influenzerà il mio futuro.
    Da un lato, ho la possibilità (tramite l'aiuto anche dei genitori) di poter andare a studiare in un altra città scegliendo la laurea specialistica che mi offrirebbe un'opportunità concreta di crescita e sviluppo del mio piccolo "Orticello": l'esperienza di mettere in gioco me stesso e le mie capacità, cosa che a 25 anni bisognerebbe provare a fare.
    Dall'altro, ho la possibilità di essere stato ammesso ad un corso di laurea specialistica che si tiene in una zona vicina a dove abito (saranno più o meno 30-40 minuti di treno al giorno massimo) e incline con i miei gusti personali.
    Tuttavia, la prima possibilità combatte contro il mio orgoglio, il quale crea nei miei confronti un forte senso di colpa (in poche parole mi sentirei uno schifo dover pesare sulle loro spalle anche se vado a vivere da solo).
    Mentre la seconda tenderebbe, secondo il mio critico interiore, ad essere una soluzione "per non darsi una svegliata nel senso vero e proprio del termine.
    è brutto da dire, ma queste moine continue bloccano ogni mia azione e decisione, facendomi vivere continuamente in uno stato di sconforto perché non sono in grado di prendere una corretta decisione.
    Qual'è il vostro punto di vista? cosa fareste al mio posto? è giusto che riceva delle opinioni sincere e più razionali delle mie in merito all'argomento, in quanto non so proprio cosa fare.

  • Ciao, hai scritto che devi prendere una decisione importante relativa al tuo futuro, ossia quale corso di laurea magistrale scegliere e dove studiare: da un lato, hai di fronte la possibilità di studiare lontano da casa studiando qualcosa che potrebbe segnare l'inizio di un futuro ambizioso, dall'altro sei stato ammesso a un corso a te più congeniale in un'università vicina che ti permette di recarti in ateneo senza lasciare la casa in cui vivi con i tuoi genitori. Ma,al contempo, entrambe le soluzioni hanno degli aspetti che ti rendono titubante sulla scelta da prendere: nel primo caso non vuoi pesare finanziariamente sui tuoi genitori, nel secondo temi di rimanere in un limbo che ti impedirebbe di "evolvere", di avanzare in una nuova fase della tua vita.

    Innanzitutto una serie di considerazioni. Per quanto riguarda la laurea fuori sede: è davvero qualcosa che ti interessa davvero? Le prospettive di carriera sono così allettanti? Nel qual caso, non dovresti sentirti in colpa: se i tuoi genitori sono d'accordo nel finanziarti e tu sei davvero determinato, dovresti cogliere l'opportunità. Per quanto riguarda il senso di colpa, potresti risolverlo chiedendo borse di studio, trovarti un lavoro part-time in modo da conseguire anche una parziale autonomia economica e avere un primo assaggio del mondo del lavoro. Certo non è facile, ovviamente, ma credo qualcosa si trovi.

    Per quanto riguarda la seconda scelta: si tratta di un'alternativa comoda e oltre al fattore distanza, è rilevante anche il fatto che si tratti di qualcosa conforme ai tuoi interessi. Se si tratta di qualcosa che ti possa avviare comunque a una carriera, magari meno prestigiosa ma più appagante perché relativa a un campo che ti appassiona, scegli quest'ultima opzione. Se questa laurea non ti dà molti sbocchi, potresti considerare di conseguirla come seconda laurea dopo che avrai già avviato la tua carriera. In ogni caso, se decidessi di rimanere ti consiglio di cercare un lavoro, per gli stessi motivi di cui sopra. Inoltre sei sicuro che con questa laurea tu non possa comunque coltivare il tuo "orticello"? Valuta le tue prospettive, anche relative a un percorso lavorativo all'estero, se in Italia questa formazione non è valorizzata.

    Tra l'altro, non so se lo hai già fatto, controlla quali sono le disposizioni covid relative alle lezioni: può esserci la possibilità che tu segua da remoto i corsi di questo anno accademico nonché gli esami, potresti annullare il fattore spazio-tempo in entrambi i casi.

    Per riassumere, tutto ha a che vedere con un'altra questione, ossia quali obbiettivi vuoi raggiungere nella vita e quali sono le tue più intime esigenze. Queste sono le valutazioni in base alle informazioni che hai fornito. Ovviamente i dettagli non li conosco, quindi prendi le mie considerazioni con beneficio d'inventario. Spero di esserti stato di aiuto.

    Buona fortuna!

    Nevrotico della porta accanto

  • Per riassumere, tutto ha a che vedere con un'altra questione, ossia quali obbiettivi vuoi raggiungere nella vita e quali sono le tue più intime esigenze.

    Identiche le mie conclusioni.

    Parlando da genitore mi sentirei solo di aggiungere che la serenità e realizzazione dei figli sono l'obiettivo essenziale, nella norma, anche dei genitori.
    Per cui: quando un figlio studia con profitto qualcosa in cui crede...non solo non si aspettano che si adoperi (e distragga) inseguendo l'imperativo di rendersi autonomo a 25 anni, ma magari (dalogandoci apertamente) scopriresti che sono i primi ad aprezzarti per questo intento ma anche i primi a dirti "ma non preoccuparti proprio, figlio mio! E segui la tua strada, per ora da studente, senza avere assolutamente di questi assilli!" .

    Mi associo anche al Buona Fortuna!

    Tutti pensano a cambiare il mondo, ma nessuno pensa a cambiare se stesso. (L. Tolstoj)

  • Ciao, ti ringrazio per avermi risposto, vado per gradi così ti spiego bene l'ottica

    Innanzitutto una serie di considerazioni. Per quanto riguarda la laurea fuori sede: è davvero qualcosa che ti interessa davvero? Le prospettive di carriera sono così allettanti? Nel qual caso, non dovresti sentirti in colpa: se i tuoi genitori sono d'accordo nel finanziarti e tu sei davvero determinato, dovresti cogliere l'opportunità. Per quanto riguarda il senso di colpa, potresti risolverlo chiedendo borse di studio, trovarti un lavoro part-time in modo da conseguire anche una parziale autonomia economica e avere un primo assaggio del mondo del lavoro. Certo non è facile, ovviamente, ma credo qualcosa si trovi.

    Per quanto riguarda l'interesse, la seconda scelta è più incline con i miei interessi personali. La prima diciamo che ha qualche "costrizione" la quale sarei capace di sopportare, al fine di raggiungere il mio obiettivo. Ho già provato a combattere contro questo senso di colpa: ho cercato lavoro non trovandone, ho chiesto la borsa di studio e ho fatto domanda per gli alloggi ma non mi sono stati dati nessuno dei due benefici. Sono andato un giorno con mio padre nella zona dove dovrei andare a studiare, abbiamo visto qualche casa ma diciamo che per il prezzo che chiedono (molto esigente) ti sacrifichi in fatto di vivibilità e distanze.

    In ogni caso, se decidessi di rimanere ti consiglio di cercare un lavoro, per gli stessi motivi di cui sopra. Inoltre sei sicuro che con questa laurea tu non possa comunque coltivare il tuo "orticello"? Valuta le tue prospettive, anche relative a un percorso lavorativo all'estero, se in Italia questa formazione non è valorizzata.

    Penso che se rimanessi nelle mie zone lo cercherei volentieri, in quanto i vantaggi sarebbero tangibili (ma di breve periodo) ovvero possibilità economiche maggiori e il proseguo dei miei studi. Nel caso in cui scegliessi questa alternativa le mie intenzioni sarebbero completamente diverse rispetto a quelle svolte in laurea triennale.

    Tra l'altro, non so se lo hai già fatto, controlla quali sono le disposizioni covid relative alle lezioni: può esserci la possibilità che tu segua da remoto i corsi di questo anno accademico nonché gli esami, potresti annullare il fattore spazio-tempo in entrambi i casi.

    Hai la possibilità di seguire le lezioni da remoto(nella prima scelta solo 1 semestre a quanto dichiarato), nella seconda non ti saprei dare una precisa tempistica in fatto di questo argomento

    Se si tratta di qualcosa che ti possa avviare comunque a una carriera, magari meno prestigiosa ma più appagante perché relativa a un campo che ti appassiona, scegli quest'ultima opzione. Se questa laurea non ti dà molti sbocchi, potresti considerare di conseguirla come seconda laurea dopo che avrai già avviato la tua carriera. In ogni caso, se decidessi di rimanere ti consiglio di cercare un lavoro, per gli stessi motivi di cui sopra. Inoltre sei sicuro che con questa laurea tu non possa comunque coltivare il tuo "orticello"? Valuta le tue prospettive, anche relative a un percorso lavorativo all'estero, se in Italia questa formazione non è valorizzata.

    Entrambe le scelte sono da considerarsi con un approccio alla carriera MOLTO incerto, diciamo che forse la prima ti darebbe una "spintarella in più" in quanto è a doppio titolo, ma la selezione per questa possibilità è molto chiusa, e sinceramente ecco che oltre ai miei sensi di colpa dovuti al fatto che i miei mi mantengano si aggiunge anche il costo-opportunità derivato dal fatto che il mio destino (in ambito di studi) dipende tutto da una selezione alla quale non posso sapere l'esito appena mi iscrivo. Conta che la media degli iscritti a quella laurea magistrale sono circa 50/60 persone e per il doppio titolo vengono selezionate solo 5 persone, capisci che le probabilità di ottenerlo si riducono?. Ho voluto rilevare questo aspetto in quanto la triennale appena conclusa mi ha ridotto in situazioni estreme di ansia, stress e sconforto psicologico, esperienze le quali ho condiviso apertamente sul forum e che non vorrei più rifare se possibile :crazy:

  • Grazie per avermi offerto un quadro più completo della tua situazione. Inizio le mie considerazioni a partire dalla fine del tuo messaggio:

    Ho voluto rilevare questo aspetto in quanto la triennale appena conclusa mi ha ridotto in situazioni estreme di ansia, stress e sconforto psicologico, esperienze le quali ho condiviso apertamente sul forum e che non vorrei più rifare se possibile

    Direi che prima di prendere qualsiasi decisione relativa al tuo futuro universitario, dovresti riflettere (anche con l'aiuto di un terapeuta, se non l'hai già fatto) sulle cause che ti hanno portato a questa situazione difficile: il campo di studi non ti piaceva? O non era come ti saresti aspettato e quindi ne sei rimasto deluso? Se la risposta è affermativa, allora perché pensi che un doppio titolo di studi in un campo che non ti convince del tutto, dove l'ammissione è ultracompetitiva non ti possa causare di nuovo forte ansia, stress e disagio psicologico così come è stato per il tuo percorso triennale? Con lo svantaggio ulteriore che vivresti questa situazione spiacevole lontano da casa, senza l'aiuto di una rete familiare o di amici e con il senso di colpa (ingiustificato a mio parere se i tuoi genitori sono disposti a pagare) di essere dipendente dal supporto economico dei tuoi.

    Se invece la tua ansia era dettata da altri motivi attinenti alla tua sfera personale, ad esempio era dovuta a una crisi d'identità quasi fisiologica per chi si appresta a dei cambiamenti importanti nella propria vita, allora ti consiglio ancora più vivamente di intraprendere una terapia, in modo che tu possa realmente comprendere cosa vuoi fare nella tua vita che ti renda realizzato e quali obiettivi vuoi conseguire, perché evidentemente se la fine del tuo percorso triennale ti rendeva così inquieto, allora in effetti qualcosa non andava con ciò che studiavi, inconsciamente non lo ritenevi adatto, non corrispondeva alle tue più intime esigenze, tanto da voler intraprendere un percorso di studi magistrale completamente diverso (mi pare di capire). Qui emerge un rilievo critico sempre nei confronti del primo corso di studi, che mi fa propendere per una conclusione simile a quanto ho espresso sopra: c'è l'eventualità che, anche se riuscissi a entrare alla fine nel corso ultracompetitivo, tu possa riprendere il tour de force fatto di ansia e sconforto, proprio quelle esperienze che non vorresti ripetere, a causa delle "piccole costrizioni" di cui accennavi, che all'atto pratico potrebbero non rivelarsi poi cosi tanto piccole (anche alla luce del periodo delicato che hai vissuto). Potrebbe trattarsi di un tuo errore di valutazione.

    Inoltre il primo percorso di studi è qualcosa perlomeno affine ai tuoi interessi, o che comunque tu possa studiare senza problemi e senza troppo stress, o si tratta di un percorso che intraprendi solamente in base al fatto che ti darebbe "una spintarella in più"? In quest'ultimo caso, direi che non sia l'ideale per una persona che ha passato un periodo così travagliato imbarcarsi in una sfida oggettivamente difficile. So che sono ripetitivo, ma analizzare il motivo della tua ansia (anche se non fosse strettamente legata a problemi di studio) è un passo imprescindibile per avere una prospettiva minimamente chiara del tuo avvenire. La chiave per risolvere il tuo enigma sta tutta lì, mi sa.

    Scusami per il lungo messaggio, ma la tua storia mi sta molto a cuore anche perché, leggendo i tuoi precedenti thread, ricorda molto la mia: sto ultimando la triennale con fatica a causa di una manifestazione improvvisa di ansia, panico, sconforto che mi sta bloccando a pochi passi dal traguardo. Credimi quando ti dico che molte delle tue inquietudini sono anche le mie. Un forte abbraccio e rinnovo gli auguri di buona fortuna :)

    P.s. i due corsi di laurea non hanno esami in comune (ad esempio solo parte dello stesso settore disciplinare)? Puoi iniziare con il secondo corso di laurea (quello più vicino a casa tua), dare qualche esame e farteli convalidare nella seconda università (quella del corso ultracompetitivo) l'anno successivo? Darai solo gli esami che ti servono, in modo che, se riuscissi a essere ammesso al corso di laurea con doppio titolo, tu possa finire il percorso senza perdere troppo tempo. Nel peggiore dei casi, ossia qualora non riuscissi a passare, almeno ti troveresti con i tuoi esami già fatti nell'altro corso di laurea magistrale e la tua carriera lì già avviata, con poco o nulla da recuperare. Insomma non ci perderesti nulla, e inoltre, aspettando un anno, potrai anche avere le idee più chiare sulla tua volontà di intraprendere quel corso di studio e quella carriera.

    P.p.s qualunque sia il percorso che vorrai intraprendere, se vuoi ampliare le tue possibilità di carriera , anche per un percorso lavorativo fuori, ti consiglio di prendere certificazioni linguistiche, non solo le classiche (inglese, francese), ma anche quelle di lingue di paesi emergenti (cinese, russo, ecc.).

    Nevrotico della porta accanto

  • Non ti devi assolutamente scusare per il messaggio lungo, in quanto possiamo aiutarci a vicenda condividendo i nostri punti di vista ed esperienze, che possono esserci utili per superare le sfide che la vita ci impone

    il campo di studi non ti piaceva? O non era come ti saresti aspettato e quindi ne sei rimasto deluso? Se la risposta è affermativa, allora perché pensi che un doppio titolo di studi in un campo che non ti convince del tutto, dove l'ammissione è ultracompetitiva non ti possa causare di nuovo forte ansia, stress e disagio psicologico così come è stato per il tuo percorso triennale? Con lo svantaggio ulteriore che vivresti questa situazione spiacevole lontano da casa, senza l'aiuto di una rete familiare o di amici e con il senso di colpa (ingiustificato a mio parere se i tuoi genitori sono disposti a pagare) di essere dipendente dal supporto economico dei tuoi.

    Devo essere spudoratamente sincero, il campo di studi svolto in triennale (basato molto sul diritto e poco sull'economia e configurato nel farti esercitare determinate professioni giuridiche) non mi è piaciuto per nulla in quanto mi ha fortemente deluso sull'organizzazione, sul carico di studio e sugli argomenti trattati (ci sarebbe da scrivere un capitolo su questo aspetto della mia vita) che hanno portato poco o nulla nel mio bagaglio personale di crescita.
    Per quanto riguarda il percorso ultracompetitivo, sono stato ammesso alla pre-selezione, ma ciò non determina l'esito o meno della possibilità di svolgere l'esperienza a doppio titolo: io purtroppo vivo di certezze, e preferirei sapere subito il risultato di questa selezione, in quanto cambierebbe anche la mia idea di affrontare o meno l'esperienza di studio fuori sede.
    Il secondo aspetto che non riesce ad entrarmi in testa (col quale non riesco a convivere) è che data la poca disponibilità economica, dovrei convivere con altre persone, ciò deriva da un carattere molto individualista e solitario, il quale si è fortificato negli anni e tende ad essere diffidente nei confronti delle altre persone ad eccezione dei miei amici, che conosco da una vita e dei quali posso fidarmi.

    Qui emerge un rilievo critico sempre nei confronti del primo corso di studi, che mi fa propendere per una conclusione simile a quanto ho espresso sopra: c'è l'eventualità che, anche se riuscissi a entrare alla fine nel corso ultracompetitivo, tu possa riprendere il tour de force fatto di ansia e sconforto, proprio quelle esperienze che non vorresti ripetere, a causa delle "piccole costrizioni" di cui accennavi, che all'atto pratico potrebbero non rivelarsi poi cosi tanto piccole (anche alla luce del periodo delicato che hai vissuto). Potrebbe trattarsi di un tuo errore di valutazione.

    Le piccole costrizioni si traducono in esami che ho già sostenuto in triennale e che dovrei ri-sostenere (senza possibilità di inserirli per abbreviare la carriera) i quali non mi sono per nulla piaciuti: studiarli mi ha portato alla situazione di ansia-stress e sconforto di cui ti ho parlato prima.

    Inoltre il primo percorso di studi è qualcosa perlomeno affine ai tuoi interessi, o che comunque tu possa studiare senza problemi e senza troppo stress, o si tratta di un percorso che intraprendi solamente in base al fatto che ti darebbe "una spintarella in più"?

    Lo intraprenderei solo ed esclusivamente per la "spintarella in più" che mi potrebbe dare il doppio titolo. Alcune materie le farei controvoglia, ma con la consapevolezza che in futuro possano ritornarmi utili.

    Scusami per il lungo messaggio, ma la tua storia mi sta molto a cuore anche perché, leggendo i tuoi precedenti thread, ricorda molto la mia: sto ultimando la triennale con fatica a causa di una manifestazione improvvisa di ansia, panico, sconforto che mi sta bloccando a pochi passi dal traguardo. Credimi quando ti dico che molte delle tue inquietudini sono anche le mie. Un forte abbraccio e rinnovo gli auguri di buona fortuna

    Un forte abbraccio te lo do anche io assieme ad un enorme "BUONA FORTUNA" e ti lascio un consiglio: persevera sempre, è del tutto normale avere manifestazioni improvvise di ansie, sconforto e così via, le quali potrebbero persino peggiorare nel momento in cui comincerai a scrivere la tesi di laurea (e quanto ho scritto al riguardo su questo forum per le continue paranoie che la situazione mi creava), ma non mollare, in quanto sei alla fine e ti manca poco, devi solo metterci quello sforzo in più che non puoi ricercare in opinioni e aiuti da amici e parenti. Nel viaggio compiuto durante la scrittura della tesi e nella scelta della magistrale ho imparato che nessuno verrà mai ad aiutarti per cercare risposte che solo il tuo "io interiore" può darti.

    i due corsi di laurea non hanno esami in comune (ad esempio solo parte dello stesso settore disciplinare)? Puoi iniziare con il secondo corso di laurea (quello più vicino a casa tua), dare qualche esame e farteli convalidare nella seconda università (quella del corso ultracompetitivo) l'anno successivo?

    Purtroppo le due specialistiche hanno esami molto diversi tra di loro, finirei col buttare al vento un anno di studi.

    P.p.s qualunque sia il percorso che vorrai intraprendere, se vuoi ampliare le tue possibilità di carriera , anche per un percorso lavorativo fuori, ti consiglio di prendere certificazioni linguistiche, non solo le classiche (inglese, francese), ma anche quelle di lingue di paesi emergenti (cinese, russo, ecc.).

    Se scelgo l'opzione vicino a casa mia, gli obiettivi sono ben chiari, ossia: trovare un lavoretto part-time, fare esperienze (di studio) all'estero e sfruttare al meglio l'opportunità di stage che mi verrà fornita dall'università.

    Ci terrei molto a ricevere una tua opinione riguardo ciò che ho scritto, ti ringrazio in anticipo e ti auguro una buona giornata :)

  • Ciao di nuovo, mi fa davvero molto piacere che tu legga con attenzione quello che ho scritto, spero che le mie considerazioni ti possano essere d’aiuto per avere un quadro più chiaro della situazione. Dunque, osservando ciò che hai scritto nel tuo ultimo messaggio mi vengono in mente due valutazioni riguardo il tuo atteggiamento sui tuoi possibili sbocchi universitari, una di carattere meramente scolastico/accademico e una più personale. Per quanto riguarda il primo punto, ritengo che, a differenza di quanto sostieni, tu abbia maturato abbastanza esperienza (anche attraversando la situazione difficile di ansia della quale più volte fai menzione) per capire quali percorsi vuoi e soprattutto non vuoi affrontare: la tua esperienza triennale ti ha fortemente amareggiato, tanto da essere fonte nel periodo immediatamente antecedente alla presentazione della tesi di laurea di una terribile crisi di ansia, panico e un forte sconforto emotivo. Quindi hai deciso di troncare di netto con il tuo recente passato e vuoi voltare pagina. Questo ti spinge a iniziare e intraprendere percorsi completamente diversi per la tua laurea magistrale. Detto questo, tra i due percorsi vedo da parte tua due diversi atteggiamenti: nel caso del percorso più affine ai tuoi interessi, vedo una progettualità e una pianificazione molto ben dettagliata e precisa, atipica per una persona che si dichiara indecisa sul suo futuro (hai detto che nel caso vuoi trovare un lavoro part-time, sfruttare gli stage che ti offre il corso, ecc.). L’impressione che dai è che, detto fuori dai denti, tu preferiresti frequentare questo corso e non l’altro, ma ti blocca un solo, grande ostacolo, che riguarda il secondo punto, quello più personale (qui potrei sbagliarmi anche di molto, dato che baso ciò che sto per scrivere dalle informazioni ricavate dai tuoi messaggi, può anche darsi che io proietti i miei sentimenti relativi alla mia storia personale).

    La seconda valutazione, infatti, non riguarda il corso ultracompetitivo di per sé, ma ciò che per te rappresenta: una nuova vita e una nuova identità. Mi spiego meglio: il tormento che hai passato in fase di preparazione della tesi, seguita a un tortuoso percorso di studi che non ti piaceva affatto, era l’emersione in superficie di un più potente sentimento che non hai del tutto razionalizzato e compreso, ossia la tua profonda insoddisfazione con la tua vita in generale. È significativo che tu, nonostante la tua ansia, la tua ritrosia nell’essere un peso economico sulla tua famiglia, il tuo carattere riservato, sembri determinato a intraprendere un percorso impegnativo, lontano dei tuoi, convivendo con altri coetanei (nonostante il disagio che ciò ti suscita), e per di più studiando alcuni degli stessi esami che hai affrontato nella tua vituperata triennale, dal quale vuoi prendere del tutto le distanze. Non ti sembra un controsenso rispetto a ciò che hai detto in precedenza sulle tue esigenze? Tolto l’alibi della “spintarella in più”, il motivo pressante per cui vuoi imbarcarti in questa ardua sfida è che questo possa essere per te un nuovo inizio, un luogo lontano in cui ricominciare da capo una nuova vita davvero in linea con quelle che sono le più intime ambizioni, dove avviare progetti per raggiungere i tuoi veri obbiettivi nella vita. Quali siano non lo so, non li hai mai citati, ma qualsiasi siano, hai la convinzione che non potrai mai realizzarli nel pantano in cui senti di trovarti ora, sensazione che non può certo assopirsi frequentando un corso in un’università vicino casa, che rappresenterebbe ormai la continuazione dello status quo. Detto in parole povere, ho l’impressione che la realtà in cui hai vissuto finora ti stia ormai troppo stretta, e che hai la pressante esigenza di evolvere, di cambiare aria, di ampliare i tuoi orizzonti.

    Questi sono pensieri più che legittimi, ma ci vuole un lungo lavoro introspettivo per avere chiaro e ammettere a noi stessi cosa vogliamo fare davvero “da grandi”, per poi trovare le strategie e gli strumenti per adeguare la nostra vita in tal senso. Per questo ti ho suggerito un percorso terapeutico (se non lo hai già fatto) nei messaggi precedenti, potrebbe aiutarti a capire e farti uscire da questa impasse. Preso dalla smania di uscire da questo limbo rischi di fare il passo più lungo della gamba. Cercando, infatti, una fonte di salvezza nel corso ultracompetitivo, ritenuto da te l’inizio della tua palingenesi, non faresti altro che fuggire dai tuoi problemi non risolti, che si ripresenteranno puntualmente sotto forma delle famose “piccole costrizioni” del tuo messaggio precedente. Una terapia potrebbe aiutarti nel cercare la causa di queste tue riserve, su cosa ti rende davvero insoddisfatto della tua vita attuale tanto da volertene dissociare e ricominciare altrove, e a rimettere le cose nella giusta prospettiva.

    Un forte abbraccio te lo do anche io assieme ad un enorme "BUONA FORTUNA" e ti lascio un consiglio: persevera sempre, è del tutto normale avere manifestazioni improvvise di ansie, sconforto e così via, le quali potrebbero persino peggiorare nel momento in cui comincerai a scrivere la tesi di laurea (e quanto ho scritto al riguardo su questo forum per le continue paranoie che la situazione mi creava), ma non mollare, in quanto sei alla fine e ti manca poco, devi solo metterci quello sforzo in più che non puoi ricercare in opinioni e aiuti da amici e parenti. Nel viaggio compiuto durante la scrittura della tesi e nella scelta della magistrale ho imparato che nessuno verrà mai ad aiutarti per cercare risposte che solo il tuo "io interiore" può darti.

    Grazie per le belle parole di incoraggiamento e per i preziosi consigli. Da parte mia un fortissimo abbraccio (so di essere un po’ ripetitivo, ma sono abbracci virtuali fatti davvero di cuore perché, quando ti trovi nei periodi più bui della vita, questi sembra che non bastino mai :friends: ) e mi auguro davvero che tu ottenga tutto ciò che desideri dalla vita. Puoi continuare a scrivermi sempre se hai dubbi. Ad maiora :)

    Nevrotico della porta accanto

  • ossia la tua profonda insoddisfazione con la tua vita in generale

    Hai indovinato a pieno come mi sono sentito alla fine del percorso triennale, nonostante il titolo, non sono "orgoglioso" del risultato raggiunto e ciò mi crea insoddisfazione.

    Non ti sembra un controsenso rispetto a ciò che hai detto in precedenza sulle tue esigenze? Tolto l’alibi della “spintarella in più”, il motivo pressante per cui vuoi imbarcarti in questa ardua sfida è che questo possa essere per te un nuovo inizio, un luogo lontano in cui ricominciare da capo una nuova vita davvero in linea con quelle che sono le più intime ambizioni, dove avviare progetti per raggiungere i tuoi veri obbiettivi nella vita. Quali siano non lo so, non li hai mai citati, ma qualsiasi siano, hai la convinzione che non potrai mai realizzarli nel pantano in cui senti di trovarti ora, sensazione che non può certo assopirsi frequentando un corso in un’università vicino casa, che rappresenterebbe ormai la continuazione dello status quo. Detto in parole povere, ho l’impressione che la realtà in cui hai vissuto finora ti stia ormai troppo stretta, e che hai la pressante esigenza di evolvere, di cambiare aria, di ampliare i tuoi orizzonti.

    Forse il discorso della "spintarella in più" è solo mera apparizione. Nonostante l'enorme conflitto interiore che mi ha portato il formulare questa decisione, sono propenso a frequentare il corso di studi vicino a casa e non per mera pigrizia, ma per il fatto che "non mi sento pronto" come dici te, a fare un passo più lungo della gamba: in merito a questo aspetto, sono sicuro che ci saranno ben altre occasioni nella quale poter realizzare il desiderio di vivere, allontanarmi e creare una nuova vita partendo da zero (ho intenzione di intraprendere, se le possibilità me lo consentiranno, un' esperienza erasmus all'estero!). Voglio fare ciò che mi piace, e sono sicuro (almeno per ora) che il corso vicino a casa mia offra contenuti più inclini con i miei interessi (a differenza di quello presente nell'altra città italiana nella quale dovevo andare a studiare).
    Per il momento penso di aver realizzato che ho bisogno di nuovi stimoli (il cercarmi un lavoro potrebbe essere l'inizio, oppure coltivare nuovi hobbies o praticare dell'attività sportiva) i quali potrei ottenere svolgendo piccoli passi che mi permettano di "evolvermi" lentamente senza per forza di cose passare da un estremo all'altro.
    Spero di essere stato comprensibile nel spiegare quello che effettivamente mi ha portato a compiere questa scelta.

    Per questo ti ho suggerito un percorso terapeutico (se non lo hai già fatto) nei messaggi precedenti, potrebbe aiutarti a capire e farti uscire da questa impasse. Preso dalla smania di uscire da questo limbo rischi di fare il passo più lungo della gamba. Cercando, infatti, una fonte di salvezza nel corso ultracompetitivo, ritenuto da te l’inizio della tua palingenesi, non faresti altro che fuggire dai tuoi problemi non risolti, che si ripresenteranno puntualmente sotto forma delle famose “piccole costrizioni” del tuo messaggio precedente. Una terapia potrebbe aiutarti nel cercare la causa di queste tue riserve, su cosa ti rende davvero insoddisfatto della tua vita attuale tanto da volertene dissociare e ricominciare altrove, e a rimettere le cose nella giusta prospettiva.

    Ti devo fare i miei più sinceri complimenti, sei riuscito a razionalizzare le mie paranoie ed a farmele vedere sotto un altro punto di vista. Devo trovare il coraggio di parlarne con qualcuno, ma non per il fatto che sia diventato matto da un giorno all'altro, ma perché (come fai intendere anche te) riuscirei a valorizzare al meglio tutto ciò che circonda la mia vita, senza dover "scappare" in altri luoghi o continenti per cercare una cosa che deve provenire soltanto dalla mia consapevolezza.

    Ti ringrazio ancora per la tua disponibilità, spero di aver colto nel segno alcuni aspetti di ciò che mi hai scritto, sperando di non arrecare alcun disturbo
    Non ti preoccupare per la ripetitività, anzi, ribadire i propri pensieri e concetti rende chiaro il tuo punto di vista a qualsiasi interlocutore con il quale hai a che fare.
    Ad maiora semper! :)

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