Ciao a tutti, vorrei raccontarvi la mia attuale situazione confidando che qualcuno possa consigliarmi cosa fare.
Circa due anni fa, durante il mio secondo anno di dottorato (attualmente sto completando il terzo, l'ultimo), decisi di iscrivermi ad un corso di lingua tedesca per poter migliorare le mie competenze linguistiche, anche nell'ottica di poterne usufruire, eventualmente, in futuro sia in ambito lavorativo che personale. Feci parte di un piccolo gruppo di studenti principianti ed inizialmente le lezioni proseguirono abbastanza speditamente. Verso l'Aprile del 2019, però, mi resi conto che nonostante il livello comunque basso non riuscivo a tenere il passo e, com'è solito accadere in questi casi, ebbi la percezione di non aver appreso alcunché. Decisi, allora, di interrompere le lezioni, non riscontrando alcun miglioramento nella qualità dello studio. A Luglio, però, partecipai ad una scuola per dottorandi e ricercatori alla quale si presentarono anche diversi tedeschi, coi quali approfittai per scambiare quattro chiacchiere. Sorprendentemente per me, nonostante io abbia avuto (e continui ad avere) una bassa stima delle mie qualità linguistiche, alcuni di questi tedeschi mi fecero i complimenti per la pronuncia, nonostante fossi un evidente impedito. Magari lo avranno detto giusto per farmi contento, ma quel commento mi fece riflettere e mi convinse a riprendere lo studio del tedesco, e fu così che decisi di iscrivermi ad un nuovo corso, stavolta individuale, subito dopo l'estate. I primi tempi proseguirono abbastanza bene, anche perché l'idea di avere un docente a mia disposizione mi spronava a dare il meglio. Intanto il tempo passava e, direi malauguratamente, mi resi conto del tempo e delle risorse spese per poter parlare in maniera decente i rudimenti della lingua. A conti fatti, capii che il rapporto tra il tempo speso e le competenze acquisite era nettamente sfavorevole e ciò mi ha indotto a ritenermi inadatto per il tedesco e, più drasticamente, per le lingue.
Attualmente mi sento come se avessi sprecato le mie energie senza essere "ricambiato". Non riesco a parlare come vorrei e ogni volta mi assale un sentimento di rabbia nei miei stessi confronti, per non essere in grado di memorizzare anche due semplici parole che, magari, avevo ripassato giusto qualche minuto prima, o per la mia tendenza a rendere complesse le frasi che vorrei pronunciare. Il mio problema, di fatti, è che sono un perfezionista: non mi va a genio l'idea che io debba parlare senza che io abbia una perlomeno discreta padronanza del vocabolario essenziale, il che cozza con quel che molti scrivono online secondo cui occorrerebbe parlare sin dal primo giorno per acquisire confidenza. Trovo ciò estremamente contraddittorio, perché parlare richiede la conoscenza dei termini e la conoscenza dei termini passa attraverso il metodo "classico" di studio, ossia con vocabolario e quaderni. La mia insegnante ha cercato (e cerca) di convincermi che il blocco che sto sperimentando è solamente psicologico, perché, a suo dire, le abilità non mi mancano e, anzi, da un punto di vista grammaticale sarei quasi ad un livello B1. L'unico punto a me favorevole è la scrittura: riesco a destreggiarmi meglio con la scrittura proprio perché non sento la pressione del dialogo e perché mi dà la possibilità di ponderare meglio le parole da usare. Per il resto, il continuo sbattere contro questo muro così invalicabile mi ha del tutto debilitato: adesso non ho più alcuna spinta che possa rimettermi in carreggiata e che mi consenta di apprendere con serenità (perché è di questo che si tratta, dopotutto: la pervasiva sensazione di ansia opprimente che deriva da una mia incapacità che spesso non riesco a giustificare. Insomma, sono una persona che cerca di informarsi su tutto e quindi con la quale si potrebbe parlar di tanto, eppure...). Mi sento sempre più "depresso" pensando agli sforzi non corrisposti e l'idea di abbandonare definitivamente mi risolleverebbe ma allo stesso tempo sarebbe la pietra tombale di tutto questo processo infruttifero. Non so come vivete voi l'apprendimento di una lingua (nel mio caso, il tedesco avrebbe dovuto essere la terza lingua da me parlata, dopo l'italiano e l'inglese), ma non riesco a concepire l'idea di un apprendimento "divertente" e rilassato come la mia insegnante dice che dovrebbe essere (è grazie a lei che ho scoperto le teorie di Krashen sull'apprendimento linguistico). Ogni possibile spinta motivazionale mi appare del tutto infondata perché sono convinto che l'apprendimento di una lingua non può prescindere dalla grammatica e dallo studio serrato del suo funzionamento. Siccome, a detta della mia insegnante, il mio problema è che ragiono troppo sulla costruzione della frase e sull'uso delle parole, la soluzione sarebbe quella di "parlare senza pensare", ma l'idea stessa mi appare ridicola ed infondata. Non riesco a trovare una soluzione a questo problema, e mi dispiacerebbe molto non capire il motivo di una simile limitazione.
Chiedo scusa per il lungo testo, ma ho ritenuto opportuno che io raccontassi più nel dettaglio la mia situazione. Spero che qualcuno possa darmi dei consigli.
Perdita di motivazione nell'apprendimento linguistico
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Ciao!
Ti capisco perfettamente e so cosa provi. Sto studiando lingue all’università e sono al terzo anno, quando teoricamente ci si dovrebbe laureare. La mia terza lingua è il polacco, avevo raggiunto un livello abbastanza alto, soprattutto allo scritto, la prof diceva infatti che avrei potuto fare tranquillamente la certificazione per il C1. Nel mio caso, ho sempre voluto imparare quella lingua, ciò ha fatto sì che ignorassi totalmente le difficoltà buttandomi a capofitto anche sugli argomenti più ostici. Come te però, ho sempre avuto un ansia tremenda di parlare, durante le lezioni con i prof universitari mi sentivo una perfetta idiota e non riuscivo a spiaccicare parola durante gli esami. In Polonia però (contesto diverso, più naturale) riuscivo a parlare più tranquillamente, anche in ambiti accademici. Il mio problema è quindi con i professori della mia università, soprattutto con la lettrice, che a volte non è proprio bravissima a mettere la gente a proprio agio. Dall’emergenza Covid poi è cambiato tutto, i professori se ne sono proprio lavati le mani e mi hanno lasciata un po’ in balia degli eventi, la lettrice ha iniziato a fare terrorismo psicologico, accentuando la mia ansia nel parlare con lei. Per quanto riguarda l’altro professore, è praticamente scomparso, dovevamo fare il tirocinio assieme e non mi ha più comunicato nulla, né risposto alle mail. In meno di sei mesi ho dimenticato praticamente tutto, più di quattro anni di duro lavoro da autodidatta “buttati nel c∙∙∙o”. Quello che voglio dire è che per apprendere una lingua bisogna avere la passione. Non che quella lingua ti piace magari un pochino, devi proprio avere il fuoco dentro quando ne parli o la studi. Magari il tedesco non è la tua lingua! Bisogna avere una sorta di vocazione per una lingua, ho provato un sacco di volte ad imparare il tedesco, dopo anni so solo qualche parola. Ciò significa che non è la lingua che fa per me. E riguardo la passione, non sempre è inestinguibile. A volte, dopo anni di prese in giro da parte di chi dovrebbe guidarti nel percorso di apprendimento, finiscono per farti veramente passare la voglia, come è successo a me. Sono al terzo anno finito, ho ancora la metà degli esami da dare e non riesco a uscirne proprio perché aver perso la motivazione con il polacco mi ha svuotata. Riguardo al parlare da subito: è vero, è utilissimo perché si utilizza il metodo che hanno i bambini ed è molto naturale. Ma anche i bambini prima di parlare imparano le parole, le associano ai vari significati in base al contesto e alla situazione. Per imparare il polacco usavo dei post it (sparsi per tutta la casa!) mettendoli sugli oggetti, con sopra la traduzione di quell’oggetto in polacco. Se come me apprendi per immagini vedrai che funziona! Le parole le impari così, con lo studio. Per la grammatica, ascolta molti audio, guarda video, e poi se necessario affianca un libro di grammatica. Se impari attraverso i sensi è più naturale e farai progressi prima. Lo studio mnemonico delle regole è difficile e soprattutto per quanto mi riguarda, a breve termine. Ah e soprattutto! Mai dimenticare il blocchetto degli appunti! Questi sono solo alcuni dei trucchetti che mi son trovata a usare per il polacco. La formula magica non c’è, è ovvio. Ma fidati, a patto che la lingua che scegli sia quella che ti fa “infiammare” riuscirai ad impararla tranquillamente.
Namaste! -
L'apprendimento da adulti richiede maggior motivazione. Se ho capito bene in Realtà hai poche occasioni per usare il tedesco. Quando l'hai usato con delle persone di madrelingua ti hanno fatto i complimenti.
Devi solo trovare le occasioni per usarlo e approfondirlo man mano che lo usi -
Siccome, a detta della mia insegnante, il mio problema è che ragiono troppo sulla costruzione della frase e sull'uso delle parole, la soluzione sarebbe quella di "parlare senza pensare", ma l'idea stessa mi appare ridicola ed infondata. Non riesco a trovare una soluzione a questo problema, e mi dispiacerebbe molto non capire il motivo di una simile limitazione.
La tua insegnante ha perfettamente ragione. In glottodidattica il vecchio approccio "grammatico-traduttivo" si ritiene ormai unanimemente superato, a favore di approcci c.d. comunicativi. Questo non vuol dire che non si debba conoscere "anche" la grammatica, ma che conoscere "solo" la grammatica non basta. In pratica devi buttarti, come un bambino che deve imparare a nuotare. L'apprendimento di una lingua non è solo studio e fatica, è passione, amore per la lingua e, perché no, divertimento. Ci sono vari studi che confermano che si impara meglio proprio quando non ci si rende conto che si sta imparando. Gli stimoli che potresti trovare sono innumerevoli: oggi come oggi abbiamo un'infinità di risorse a disposizione, non mi metto nemmeno ad elencarle perché non finirei più. Leggendo quello che hai scritto del resto temo che troveresti i miei suggerimenti stupidi, perché al momento hai proprio un'altra visione.
Io lavoro con il francese (non ti sto a dire che tipo di lavoro faccio, ma il francese è la parte essenziale). Ho ottenuto certificazioni di livello C2 e ne ho alcune anche in ambito specialistico, eppure non mi stanco mai di imparare e migliorare. Anzi, penso che non mi basterà il resto della vita per approfondire tutti gli aspetti che mi interessano e mi sento ancora alquanto ignorante. Ma per me il francese non è solo lavoro e studio, è anche e soprattutto un modus vivendi, occupando gran parte delle mie giornate e del tempo libero, da anni, senza contare tutte le esperienze vissute direttamente in Francia e i rapporti instaurati con francofoni. Per farti un es.: se voglio guardarmi un film alla sera per rilassarmi, lo guardo in francese, non per dovere ma perché mi piace. Al di là della lingua mi interessano anche la cultura, la cucina, la storia e qualsiasi aspetto della vita nei paesi francofoni.
Non ti dico che tu debba fare come me (io sono proprio fissata) perché magari le tue passioni saranno altre, ma dovresti ammorbidire un po' la tua visione, lasciarti andare e fidarti della tua insegnante che, anche se tu non ci credi, sa di cosa sta parlando. Onestamente dubito che sudare lacrime e sangue sulla grammatica, magari facendoti legare alla scrivania come Alfieri (scherzo
possa portare a risultati significativi e durevoli. Anzi, è probabile che dopo un po', invece che amare la lingua tedesca finirai per odiarla.
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