La qualità della tua vita, le storie che ti racconti

  • Queste sono le parole di Lao Tzu che ho abbreviato perchè così la forma è più scorrevole :

    I tuoi pensieri diventano le tue parole.


    le tue parole diventano le tue azioni.

    le tue azioni diventano le tue abitudini.


    le tue abitudini diventano il tuo carattere.

    il tuo carattere diventa il tuo destino.

    Pensiero/parola/azione/abitudine/carattere/destino; non fa una piega
    Ci ricreiamo in ogni istante, e la rivoluzione parte dalla qualità dei nostri pensieri.
    Romantico e inquietante. Bellissimo. Abbiamo noi il potere.

    Fai quindi bene attenzione a quello che pensi.
    E tu ? Su quali pensieri rimani sintonizzato per la maggior parte del tempo ? Che non sia il caso di smettere di scrivere nella categoria Umore Depresso ?

  • Sembra giusto...

    Il problema è da dove nascano i pensieri..
    O se siano totalmente sotto il nostro controllo

    Per il resto non fa una piega


    Per la maggior parte del tempo.. pensieri ansiosi e autosvalutanti
    Non credo sia l’ora di smettere di scrivere.. mi sono iscritto apposta per confidare le mie cose a persone in grado di ascoltare e capire
    E anche per leggere cose intelligenti e riflessioni, questa come tante altre

  • Caro Slash, se hai 20 anni e sei del '98 hai tutto il tempo per rivoluzionare la tua vita, sei un ragazzino. (Non è che hai 98 anni, vero?)

    Dimmi, se non è a 20, quando è possibile realizzare qualunque obiettivo ? Il mondo ce l'hai in pugno. Riguardo al da dove nascano i pensieri credo che li creiamo noi e in parte sono influenzati da quelli di chi ci è vicino.
    Non è difficile finire per convincerci che il mondo faccia schifo quando a monte siamo noi a ritenerci inadeguati. E quando, disgraziatamente, arrivi a pensare che faccia schifo il mondo intero, ogni persona ti sentirà emotivamente distante e tu avrai, quotidianamente, la conferma che il mondo fa schifo. E ci crederai, per forza, a quel punto sarà quello il tuo quotidiano.

    La difficoltà è renderci conto che lo abbiamo creato noi, creiamo tutto noi. Dal mio punto di vista pensare di non avere il mondo in pugno a 20 anni è quasi follia ma per te che ci sei dentro e che vivi la tua condizione, per te è quella. Anche io a 20 anni avevo dei problemi e mi sono autolimitato. Li ho ingigantiti forse, facevo sempre del mio meglio per fare la cosa giusta per gli altri ma tradendo forse me stesso (Tradire te stesso per non tradire gli altri o tradire gli altri per non tradire te stesso ?)

    Se ti obbligassero con una pistola puntata alla tempia ad uscire tutti i giorni a fare allenamento fra 2 anni potresti essere pronto per le Olimpiadi.
    Igor Sibaldi dice che quando ci capita qualcosa dobbiamo cercarne la causa nel Futuro, e questa è una visione che ci rende più che mai responsabili. Anche della bicicletta che ci travolge e che pensiamo sia stato casuale, ma niente è un caso, se no i pianeti comincerebbero a cozzare tra loro come palle da biliardo, tutto è causale, e la causa forse non è nemmeno nel passato ma nel futuro, pensa cheffigata.

    A quel punto anche un infortunio può esserti arrivato, puoi averlo creato inconsciamente su qualche piano per evitare magari qualcosa che non ti andava di fare nel futuro.
    Donald Walsch in "Conversazioni con Dio" spiega che noi siamo potentissime macchine per creare e che creiamo sempre, in ogni istante, sia che ne siamo consapevoli, sia che no.

    Il pensiero è potente quanto basta

  • Credo che la maggior parte del mio autosvalutare sia proprio per il fatto che non sono padrone del mondo diciamo.. so come dovrebbe essere e so che non è così..

    Ma non è sufficiente questo a fare il passo in avanti questo, se metà dei tuoi problemi (pensieri) hanno origine in una parte di te che nemmeno conosci, nemmeno percepisci.. su cui per lavorare hai bisogno di un professionista...
    come si diceva questa parte inaccessibile è comunque stata creata da noi, in risposta a qualcosa di esterno... ma insomma quando mi ciucciavo ancora il dito o ero alle elementari non ero sicuramente così tanto vissuto per capire come strutturare la mia testa.. ingenui si era

    Perciò appunto il pensiero credo si possa imparare a gestire, ma non credo noi possiamo imparare a pensare quello che vogliamo, o almeno non nello stesso tempo con cui decido quale maglia mettere..
    Perché significherebbe spesso andare a cozzare con parti di te così profonde e potenti (che poi sono le stesse che danno ai pensieri la loro connotazione negativa) che finiresti col fare un bel casino


    Intendevo dire che se è vero che noi con l’impegno possiamo evitare di “convincerci che il mondo faccia schifo “ è quindi possiamo gestire i pensieri... con tanto allenamento tanto quanto quello per le olimpiadi.. non possiamo ugualmente gestire il punto iniziale del pensiero.. si può correggere ma sarà come mettere il fondo tinta su un brufolo grande.. diventerà color pelle ma pur sempre abnorme rimarrà( abnorme in relazione al brufolo eh)

  • Il segreto forse è agire come se il problema non esistesse, donare anche quando non hai niente così da convincere la tua parte profonda che, avendo donato, hai qualcosa da dare, stravolgendo il paradigma limitante che se Avessi abbastanza coraggio/denaro/autostima, solo allora avresti la possibilità di Dare /fare/essere/condividere qualcosa quindi amare il prossimo/quindi essere riamato a tua volta/quindi sentirti felice o realizzato.

    Puoi dare/fare/sentirti felice/condividere qualcosa già da ora, senza bisogno di pezzi di carta o numeri virtuali scritti su uno schermo.

    Viviamo sempre di più nel virtuale, alienati gli uni dagli altri, isolati nel nostro dolore e ignoranti emotivamente come delle capre sentendoci inutili, incapaci, immobilizzati.

    Se non hai soldi le banche non ti prestano denaro, se ne hai molti le banche te ne danno ancora, se non hai denaro ti senti di non valere nulla e rimani paralizzato e immobile, a ristagnare nel dolore.

    Nessuno ti vieta però di muoverti/renderti utile/agire/donare/sentirti ricco e utile e importante e amato e di ricevere in cambio altrettanto amore e gratitudine.

    Come dicono gli orientali tu puoi già essere felice, guarda Bebe, senza braccia e senza gambe e le ride anche il c∙∙o e va in giro a ripetere quanto la vita sia bella e meravigliosa e preziosa. E tra l'altro è bellissima.

    Non essere pieno di soldi può essere un limite ? Solo se permettiamo che lo diventi perchè, come spiega Sibaldi, i limiti ci vengono inculcati nella testa fin da bambini e tutti finiscono per crederci e quando una quantità di coscienza condivise crede che qualcosa non si possa fare per loro sarà impossibile farla e nemmeno ci proveranno ma poi la realtà dimostra che se anche c'è la crisi di m∙∙∙a da 10 anni chi davvero il lavoro lo vuole lo trova o se lo inventa.

    Permettiamo ai limiti per sentito dire di impedirci di provare.
    Questo è il limite, non provarci nemmeno.

    Se stravolgi il paradigma e cominci a dare come se lo fossi senza essere "prudente" (i prudenti sono i vecchi che muoiono coi milioni in banca) e quindi a sentirti ricco comincerai a ricevere. A smuovere le energie anzichè lasciarle stagnare dentro di te.

    Nessuno ti vieta di provare, tanto tra 100 anni saremo tutti morti; il tempo è troppo prezioso e breve per impiegarlo a deprimersi.

    Quando smetti di stagnare e le energie le metti in moto l'universo ti viene in aiuto, io andai in Germania con la morte nel cuore a cercare lavoro e una volta là sembrava che la Germania non volesse più lasciarmi andare, mi arrivavano aiuti da tutte le parti, avevo trovato la casa, il lavoro, gente che mi voleva bene, un ragazzo con moglie e figli che mi tempestava di chiamate quando saltavo un corso di tedesco.

    L'universo mi era venuto in aiuto, ma non sarebbe successo nulla se me ne fossi rimasto a casa a ripetermi quanto sono sfigato.

    Una volta che hai fatto qualcosa nessuno potrà più dirti che non sei in grado di farla, nemmeno tu.

  • hai ragione pungolo, quando tante cose ti vengono "contro" è quasi impossibile rimanere "positivi". diciamoci la verità ma essere "positivi" per esempio. dopo il funerale della persona più cara della tua vita non è solo difficile ma pure un po' da scemi, no?

    però anziché ragionare per schemi rigidi positivo/negativo perché non sopportare l'avversità della vita e riorganizzarsi in maniera da riuscire ad andare avanti, semplicemente, senza puntare alla felicità assoluta ma nemmeno rifugiandosi nella rabbia, nel rancore, tristezza etc.? è quello che si definisce resilienza ed è una risorsa che si può sviluppare e coltivare.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • (...) Cerca allora di creare il cambiamento non perchè è una cosa sbagliata, ma perchè non offre più un'accurata dichiarazione di Chi Sei.
    C'è un'unica ragione per fare qualcosa: quella di dichiarare all'universo Chi Sei, Interpretata in questo modo, la vita diventa autocreativa. Ti servi della vita per creare Te Stesso come Chi Sei e come Quello Che Hai Sempre Voluto Essere. Esiste solo una ragione per annullare ogni cosa: ed è perchè ciò non costituisce più una dichiarazione di Chi Vorresti Essere. Non rispecchia più la tua identità. Non ti rappresenta.

    Se vuoi essere rappresentato di nuovo in maniera confacente a Chi Sei, devi darti da fare per cambiare tutto quello che nella tua vita non si adatta all'immagine di te che desideri proiettare nell'eternità.

    In senso più lato, quindi, tutte le cose cattive che si dà il caso ti siano capitate sono una tua scelta. L'errore non è stato nello sceglierle, ma nel definirle "cattive". Perchè definendole cattive, definisci cattivo te stesso, dal momento che sei stato tu a crearle.
    Non puoi accettare questa etichetta, perciò invece di etichettare te stesso come cattivo, rinneghi le tue stesse creazioni.

    E' questa disonestà intellettuale e spirituale a consentirti di accettare un mondo nel quale le condizioni sono quello che sono. Se ti trovassi a dover accettare, o addirittura a provare dentro di te, un profondo senso di responsabilità personale per il mondo esso sarebbe un luogo diverso. Il mondo sarebbe di gran lunga diverso se ciascuno si sentisse responsabile.
    I disastri e le calamità terrene, le trombe d'aria e gli uragani, i terremoti e le inondazioni, tutti gli sconvolgimenti fisici non vengono creati da voi in maniera specifica. Quello che viene creato da voi è la misura in cui questi eventi influiscono sulla vostra vita.

    Nessuno sforzo di immaginazione riuscirebbe a sostenere che sei tu a istigare o a creare gli eventi che accadono nell'universo. Tali eventi vengono creati dalla consapevolezza collettiva dell'umanità. E' tutto il mondo, riunito insieme in una collaborazione creativa, che produce queste esperienze; quello che fa ogni individuo è muoversi all'interno di esse, stabilendo, se non altro, che cosa significhino per voi, e Chi e Cosa Voi Siete in rapporto a esse.

    Perciò create, in maniera collettiva e individuale, la vita e i tempi dei quali fate esperienza per il fine dell'anima, che è quello di evolversi.

    Hai domandato se non esista un modo meno penoso per affrontare questo processo, e la risposta è sì, eppure, nella vostra esperienza esteriore niente cambierebbe. Il modo per ridurre il dolore che tu associ alle esperienze e agli avvenimenti esterni -sia per quanto riguarda te, sia per quanto riguarda gli altri- è quello di cambiare il sistema con cui considerate la cosa.

    Non puoi cambiare gli avvenimenti esterni (perchè sono stati creati da tutti voi, e tu non sei cresciuto abbastanza nella tua consapevolezza per alterare individualmente quanto è stato creato in maniera collettiva), per cui puoi cambiare l'esperienza interiore. E' questo il sistema da padroneggiare nella vita.

    Niente è doloroso in sè e per sè. Il dolore è il risultato di un pensiero sbagliato. E' un errore nel modo di pensare. Un Maestro può far sparire il dolore più straziante. In tal modo il Maestro risana. Il dolore deriva da un'opinione che ti sei fatto su una cosa. Scaccia quell'opinione e il dolore sparisce.

    L'opinione spesso si fonda su esperienze precedenti. Il tuo parere su una cosa deriva da un'idea precedente circa quella cosa. La tua precedente idea deriva da un'idea nata ancora prima, e quell'idea discende da un'altra, e così via, come particelle elementari, fin quando non ripercorri all'indietro tutta la strada nella sala degli specchi fino a quello che io chiamo "il primo pensiero".

    Il pensiero è creazione e nessun pensiero è più potente di un pensiero originario. Questo è il motivo per cui ciò viene talvolta definito anche come "peccato originale".

    Il peccato originale si ha quando il tuo primo pensiero su una cosa è in errore. Tale errore viene aggravato sempre più quando tu hai un secondo o un terzo pensiero, improntati sul primo, circa una questione. E' compito dello Spirito Santo ispirarti per una nuova comprensione, che ti possa liberare dai tuoi sbagli.

    Stai dicendo che non dovrei sentirmi a disagio a proposito dei bambini che muoiono di fame in Africa, a proposito dell'ingiustizia e della violenza in America, o a proposito del terremoto che ha ucciso centinaia di persone in Brasile ?

    Non esistono "dovrei" e "non dovrei" nel mondo di Dio. Fà quello che vuoi. Fà quello che ti rispecchia, quello che ti ri-presenta come una versione più grande di Te Stesso.
    Se vuoi sentirti a disagio, sentiti a disagio.
    Ma non giudicare, e non condannare, perchè non sai perchè una cosa accade, nè a quale scopo. E ricordati di questo: quello che tu condanni condannerà te e quello che giudichi, ti giudicherà un giorno. Piuttosto, cerca di cambiare queste cose -o sostieni altri che stanno cambiando queste cose- che non rispecchiano più il tuo più elevato senso di Chi Sei.
    Inoltre, benedici tutto, perchè tutto è creato da Dio, attraverso la vita che vive e che è la più alta delle creazioni.

    Ti ho proprio sentito dire che non ci sono "dovrei" e "non dovrei" nel mondo di Dio ?

    Esatto.

    Ma se non esistono nel Tuo mondo, dove sarebbero ?

    In effetti, dove ?

    Ripeto la domanda: Dove altro apparirebbero i "dovrei" e "non dovrei" se non nel Tuo mondo ?

    Nella tua immaginazione.


    Ma quelli che mi hanno edotto circa il giusto e l'ingiusto, il da farsi e il da non farsi, il si deve e il non si deve, mi hanno detto che tutte le regole sono state stabilite da Te, Dio.


    Allora quelli che ti hanno istruito sbagliavano. Non ho mai stabilito un "giusto" e uno "sbagliato", un "da farsi" e un "da non farsi". Ciò avrebbe significato sottrarti del tutto il dono più grande, l'opportunità di fare quello che ti piace, e di sperimentarne i risultati; la possibilità di crearti di nuovo a immagine e somiglianza di Chi Sei in Realtà; lo spazio per dar luogo a una realtà di un più grande e ancora più grande te stesso, basata su un più elevato concetto di quello di cui tu sei capace.

    Dirti che qualcosa - un pensiero, una parola, un'azione- è "sbagliato" equivarrebbe a dirti di evitarlo. Dirti di evitarlo significherebbe proibirtelo. Importi una proibizione vorrebbe dire limitarti.
    Limitarti sarebbe negare la realtà di Chi Sei Veramente, e al contempo sottrarti l'opportunità di creare e sperimentare questa verità.
    Ci sono coloro che sostengono che ti ho concesso il libero arbitrio, eppure queste stesse persone proclamano che se non Mi obbedisci, Io ti manderò all'inferno. Che razza di libertà sarebbe questa ? Non è un prendere in giro Dio... non dire nulla di nessun genere circa il vero rapporto tra noi ?


    Bene, stiamo entrando adesso in un altro campo che mi sta a cuore prendere in esame, e si tratta dell'intera faccenda del paradiso e dell'inferno. Da quanto ho dedotto qui, non esiste niente di simile all'inferno.

    L'inferno c'è, ma non è quello che pensi, e tu non lo sperimenterai per le ragioni che ti sono state date.

    Che cos'è l'inferno ?

    E' l'esperienza del peggior esito delle tue scelte, delle tue decisioni e delle tue creazioni. E' la conseguenza naturale di ogni pensiero che Mi neghi, o dica no a Chi Sei in relazione a Me.
    E' la sofferenza che provi a causa del modo sbagliato di pensare. Sebbene anche la definizione "modo sbagliato di pensare" sia una definizione inappropriata, perchè non esiste una cosa come lo sbaglio.
    L'inferno è il contrario della gioia. E' il sentirsi inappagati. E' il sapere Chi e Che Cosa Sei, e mancare di sperimentarlo. E' il non essere all'altezza. Questo è l'inferno, e non ce n'è uno più grande per la tua anima (...)



    Conversazioni con Dio (Libro Primo)

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