Premetto di condividere moltissime vostre osservazioni e di percepire (come credo li percepiscano tutti gli altri Utenti) il vostro splendido impegno nel condividere qui i risultati delle vostre esperienze e degli approfondimenti (non comuni e non a tutti possibili) da voi meritoriamente coltivati e conseguiti sul tema.
Ciò posto, il mio intervento (che non era di moderazione, ma era solo una mia riflessione personale) fondava su un presupposto che è proprio lo stesso ricordato da Adam : il problema psichico merita il massimo rispetto, proprio per la delicatezza dell'argomento e per il senso di paura e smarrimento vissuti da chiunque ne soffra, e anche quando si trattasse di "solo" ansia generica.
A ciò si aggiunga che, come tu stesso Adam dicevi in qualche post, la fiducia nel terapeuta e nella terapia prescritta sono sempre parte essenziale dell'efficacia terapeutica, sino al punto che nessuno di noi potrebbe giurare su quanto di positivo - nell'ambito di un rapporto terapeutico vissuto con pieno affidamento in ambito psichiatrico - sia effetto dei farmaci e quanto sia invece un loro "effetto placebo" favorito/prodotto da quella stessa fiducia.
E allora, semplicemente come mia riflessione umana (nulla a che vedere con la moderazione, ripeto) dicevo qualcosa che riassumerei così : "ok, io non dubito che voi solleviate dubbi e anche relative acquisizioni che sono della massima serietà e dignità. Però...se provo ad immedesimarmi in un giovane uomo che assumesse qualunque psicofarmaco da quindici giorni...penso che se leggessi alcuni vostri passaggi...ne uscirei più atterrito e smarrito che mai, perché dovrei derivarne (per logica) la più totale diffidenza verso medici e farmaci. Dopo di che...cosa mi resterebbe, oltre allo smarrimento (che si aggiunge a quello che già avevo a causa della mia patologia) ?
D'altra parte...penso che ognuno di noi, se notasse effetti indesiderati e/o nessun miglioramento, andrebbe spontaneamente a riferirne al medico o prenderebbe a consultarne altri. E' quanto ha descritto Fran per se stesso, ma anche io (che potrei fare un monumento al Cipralex) al terzo mese di Zoloft in mio figlio 15enne, vedendolo trasfigurato dal farmaco, mi precipitai a farglielo dismettere (la fiducia nel medico prescrittore mi aveva permesso di superare il bugiardino, che diceva chiaramente che non dovesse essere somministrato al di sotto dei 18 anni e che avrebbe potuto indurre istinti suicidi; ma vedere in mio figlio dosi di aggressività è istrionismo mai conosciute prima mi diede la prova che avessimo imboccato una strada altamente improbabile e solo pericolosa).
Quanto all'informazione da web: lungi dal demonizzarla, penso soltanto che sarebbe opportuno non divinizzarla.
Ma questo...non solo e non tanto perché in web, classicamente, trovi l'affermazione di tutto e del contrario di tutto. No, questo lo penso convintamente (e soffertamente) per quel che vedo accadere nella mia materia (diritto) e che qualunque altro professionista mi dice di vivere nella propria materia, e cioè : il cliente legge un articolo o una sentenza su internet? Vi posso giurare che in 100 casi su 100..si illude di possederne il concetto, mentre possiede soltanto un aborto dell'embrione malformato del concetto! E' deficiente? Certo che no! E' solo che qualunque norma giuridica (e qualunque suo applicativo in giurisprudenza) va letto "in sistema" con l'ordinamento giuridico di cui fa parte, e se conosci la norma ma non l'ordinamento e la gerarchia delle fonti ...puoi essere anche Machiavelli, ma non hai gli strumenti per leggere quella norma o quella sentenza nel significato che hanno!
L'ambito medico è, in questo, molto simile ma moooolto più vasto e complesso! E, secondo me, il rischio di concentrarsi su un aspetto senza avere la indispensabile visione d'insieme nel cui ambito leggere anche quell'aspetto è davvero altissimissimo.
Per chi ha dismesso con successo gli SSRI
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Citazione
Però...se provo ad immedesimarmi in un giovane uomo che assumesse qualunque psicofarmaco da quindici giorni...penso che se leggessi alcuni vostri passaggi...ne uscirei più atterrito e smarrito che mai, perché dovrei derivarne (per logica) la più totale diffidenza verso medici e farmaci. Dopo di che...cosa mi resterebbe, oltre allo smarrimento (che si aggiunge a quello che già avevo a causa della mia patologia) ?
Ciao Gloria
Noi abbiamo sicuramente il massimo rispetto per il mondo medico, io tra l'altro personalmente ripongo anche molta fiducia in esso. Nessuno intende criticare la classe medica in se, e nessuno demonizza gli psicofarmaci, qui si è parlato bene di diverse molecole che rientrano in queste classi di farmaci.
Gli SSRIs (quindi assolutamente non tutti gli antidepressivi) e il problema sulla dismissione di quest'ultimi rimangono un eccezione, nei progressi che ha fatto la medicina e che hanno migliorato le nostre vite.
E comunque le storie che si trovano qui di persone che non si sono trovate bene con questa classe di farmaci e che hanno avuto determinati effetti collaterali, purtroppo le puoi trovare su migliaia di altri siti in giro per il web, è giusto che chi si è trovato male come anche chi si è trovato bene possano riportare le loro esperienze secondo me. -
il discorso è che è giusto in generale fare affidamento sulla medicina e su chi dedica a questa la vita con anni e anni di studi ed esperienza sul campo. Purtroppo però anche in questo nobile campo le cose non sempre vanno per il meglio. Come in tutte le professioni, anche in quella medica si possono incontrare professionisti preparatissimi e altri meno. Oppure, data la complessità della materia, incontrare professionisti preparatissimi per il tuo caso specifico ed altri meno. Aggiungo che nel caso psichiatrico il problema è ancora più complesso in quanto c'è in ballo la complessità (chimica e psicologica) del cervello umano. la reazione agli psicofarmaci è infatti quanto di più vario si possa riscontrare nella farmacopea.
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Ottime riflessioni che racchiudono il mio pensiero generale sulla (poco)scienza psichiatrica che invece di essere una disciplina basata su solide teorie e prove, specie parlando dei medici comuni che hanno preso il titolo più di 2 decenni fa quando anche l'omosessualità era una malattia e esistevano pochi farmaci, è più una opinione personale del singolo che una diagnosi certa. Però i danni che si possono subire da un trattamento sbagliato non risparmiano nessuno.
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Volevo aggiungere qualcosa sulla mia esperienza con la PSSD, in quanto mi rendo conto di essere stato un po sbrigativo ed invece è un tema che sta molto a cuore, per evidenti ragioni, a molti utenti che hanno sofferto e soffrono pesantemente a causa di questa condizione. premetto che in tutti questi mesi, anzi ormai anni, in cui ho cercato, nella mia ignoranza di documentarmi, l'unica certezza che mi sono fatto è che ogni storia ha le sue sfumature. Credo pertanto che io possa parlare solo di me stesso in quanto sono troppi e troppo differenti i fattori in gioco...durata del trattamento, dosaggio, condizioni di salute generali, età etc etc. Magari dalla mia personale esperienza si possono però trarre degli spunti di riflessione e suggerimento (senza pretesa di scientificità). Dopo un anno scarso di trattamento con la sertralina la mia libido, che era sempre stata molto alta, era diminuita drammaticamente. Anche nei mesi successivi all'interruzione della cura la situazione non migliorava, anzi era diminuita proprio la sensibilità genitale!. Sono stato da vari andrologi e ho fatto molti esami, anche invasivi. A parte un periodo di prolattina troppo alta (poi rientrata) non furono trovate evidenti cause organiche. Ho iniziato a documentarmi e a intraprendere delle pratiche che comunque sapevo non pericolose. Da ignorante in materia medica mi son detto :"cerchiamo di riattivare in particolare la circolazione in quella zona e massimizzare la produzione di testosterone naturale". In termini pratici si trattava di fare esercizio fisico, ginnastica perlvica (gli esercizi di keghel si trovano su youtube), assumere cibi contenenti amminoacidi e assumere integratori come arginina, citrullina e tribulus terrestris. Sarà stato un effetto placebo, ma la sensibilità è tornata e pian piano anche le erezioni notturne e mattutine (e non sono un ragazzino). L'ingrediente fondamentale però è stato trovare una donna dolce e paziente con la quale riuscire ad avere un rapporto. In sostanza la mia personalissima esperienza mi dice che nel mio caso di PSSD danni iatrogeni si mischiavano a blocchi di natura psicologica in un loop che mi diceva "hai subito un danno e non ce la puoi fare". Ripeto.... non pretendo che questo valga per tutti e neanche pretendo che valga per sempre per me (come ho detto ora come ora non ho rapporti), ma in ogni caso la mia "terapia" non credo possa essere dannosa.
ps
l'ultimo ingrediente è quello più importante, ma difficile da reperire -
Buongiorno,
Come da titolo mi piacerebbe conoscere nel dettaglio informazioni riguardanti la dismissione senza ricadute da ssri (e quindi evitando di dover nuovamente assumere il farmaco) da parte di più persone possibili.
Ringrazio anticipatamente chi vorrà portare la propria esperienza, e a costoro chiedo gentilmente se possano descrivere in maniera precisa la molecola assunta, la quantità della molecola in terapia, la durata della terapia, la motivazione della terapia, la durata dello scalaggio e la sua modalità,l'affiancamento di altre terapie ed un parere finale sulla terapia.
Ci tengo a precisare che la mia è pura curiosità
Buona giornata a tutti e grazie ancora a chi avrà la pazienza di dire la suaho seguito due periodi di cura, due sospensioni senza problemi, seguita da professionisti che mi davano fiducia e che mi hanno spiegato la terapia in ogni passaggio.
i farmaci erano stati prescritti perché ritenuti indispensabili in quel momento. "purtroppo" quel giudizio l'ho dovuto accettare come dato di fatto anche se non mi piaceva per nulla.
anni dopo ho rifiutato una cura, anzi sarebbe meglio dire che ho concordato con lo psichiatra un altro approccio, ma i presupposti erano diversi e non la si può considerare una ricaduta. -
Volevo aggiungere qualcosa sulla mia esperienza con la PSSD, in quanto mi rendo conto di essere stato un po sbrigativo ed invece è un tema che sta molto a cuore, per evidenti ragioni, a molti utenti che hanno sofferto e soffrono pesantemente a causa di questa condizione. premetto che in tutti questi mesi, anzi ormai anni, in cui ho cercato, nella mia ignoranza di documentarmi, l'unica certezza che mi sono fatto è che ogni storia ha le sue sfumature. Credo pertanto che io possa parlare solo di me stesso in quanto sono troppi e troppo differenti i fattori in gioco...durata del trattamento, dosaggio, condizioni di salute generali, età etc etc. Magari dalla mia personale esperienza si possono però trarre degli spunti di riflessione e suggerimento (senza pretesa di scientificità). Dopo un anno scarso di trattamento con la sertralina la mia libido, che era sempre stata molto alta, era diminuita drammaticamente. Anche nei mesi successivi all'interruzione della cura la situazione non migliorava, anzi era diminuita proprio la sensibilità genitale!. Sono stato da vari andrologi e ho fatto molti esami, anche invasivi. A parte un periodo di prolattina troppo alta (poi rientrata) non furono trovate evidenti cause organiche. Ho iniziato a documentarmi e a intraprendere delle pratiche che comunque sapevo non pericolose. Da ignorante in materia medica mi son detto :"cerchiamo di riattivare in particolare la circolazione in quella zona e massimizzare la produzione di testosterone naturale". In termini pratici si trattava di fare esercizio fisico, ginnastica perlvica (gli esercizi di keghel si trovano su youtube), assumere cibi contenenti amminoacidi e assumere integratori come arginina, citrullina e tribulus terrestris. Sarà stato un effetto placebo, ma la sensibilità è tornata e pian piano anche le erezioni notturne e mattutine (e non sono un ragazzino). L'ingrediente fondamentale però è stato trovare una donna dolce e paziente con la quale riuscire ad avere un rapporto. In sostanza la mia personalissima esperienza mi dice che nel mio caso di PSSD danni iatrogeni si mischiavano a blocchi di natura psicologica in un loop che mi diceva "hai subito un danno e non ce la puoi fare". Ripeto.... non pretendo che questo valga per tutti e neanche pretendo che valga per sempre per me (come ho detto ora come ora non ho rapporti), ma in ogni caso la mia "terapia" non credo possa essere dannosa.
ps
l'ultimo ingrediente è quello più importante, ma difficile da reperireGrazie per la condivisione della tua storia fran, ricorda molto quella di brunyan di survivingantidepressants.
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Grazie a te Adam per l'opera di informazione che comunque ci fai su tanti temi "difficili"
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Ciao! io ho assunto escitalopram per 10 anni...all'inizio, su prescrizione di un neurologo/psichiatra prendevo 5 gocce la mattina e 3 la sera affiancando xanax (8 gocce a colazione, 5 a pranzo, 8 a cena)...un paio di anni dopo il mio medico di base mi disse che l'assunzione di escitalopram si era dimostrata più efficace se tutta in un'unica soluzione, magari al mattino...così ne ho prese 8 al mattino per diversi anni...poi ho scalato a sei...e poi ho smesso...non volevo più assumere questi farmaci anche se mi facevano stare bene...il tutto, come ho già detto, è durato 10 anni ma lo scalaggio poco...un mese circa...non ho avuto problemi...nè durante l'assunzione nè dopo...ora è un anno che non ne prendo e, pur alternando periodi decenti a periodi no (in cui mi aiuto occasionalmente con lo xanax), sono felice della scelta che ho fatto...non tanto per gli effetti negativi che avrebbe potuto darmi alla lunga, ma perchè la mia ansia deriva da una patologia che ho e riempirmi di medicine per soffocarne il sintomo non mi sembrava più fattibile!
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Riprendo questo Thread dopo molto tempo per portare anche la mia testimonianza.
Dunque, ho dismesso il cipralex che prendevo da poco più di un anno da 20 giorni. La dose che prendevo era di 7 gocce ma non sono stato proprio costante nel senso che alcuni giorni non lo prendevo altri anche solo 4 gocce; un paio di volte ho provato a alzare a dieci, ma siccome non sopportavo i collaterali, tornavo poi a 7, che comunque secondo il mio psichiatra era la dose giusta per me, essendo io, a sua detta, "molto sensibile" agli ssri.
Comunque, non ho avuto sintomi da dismissione importanti, se non per qualche giorno la sensazione di avere la testa leggera e molto di rado, al mattino, qualche leggera scossa alle braccia. Tutto già passato.
Il cipralex mi ha aiutato parecchio all' inizio della terapia, ma poi l'effetto è andato diminuendo, portando mi ad affiancare dapprima 10 gocce di xanax e poi una pastiglia di amisulpride 50, terapia che mantengo tuttora.
Una cosa strana che mi è capitata dopo la sospensione è stata il ritorno alla mente di moltissime persone con cui ho avuto a che fare nella vita. Non mi ricordavo più, o forse non ci pensavo mai finché ero sotto farmaco. E devo dire che è stato bello subito, finché non si é presentata la malinconia, a farmi capire, o meglio ricordare visto che in fondo lo sapevo già, quello che mi manca.. ma questo non c'entra.
Comunque, per onor di cronaca, sto facendo una psicoterapia strategica per la parte della mia ansia che riguarda la socialità, bevo un bicchiere di vino la sera e mi fumo anche qualche spinello; e mi sento oggettivamente abbastanza bene, il che è buono.
Per concludere per ora sto bene senza, per certi lati anche meglio, ma se dovessi averne nuovamente bisogno (cosa che non credo perché punterei direttamente su altri farmaci) tornerei a prenderlo perché quando ero nella fossa mi ha comunque aiutato.
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