Rileggendo la conversazione ho capito ti riferissi a mpoletti e non alla titolare del post.
Confermo, la mia risposta era a Poletti.
Rileggendo la conversazione ho capito ti riferissi a mpoletti e non alla titolare del post.
Confermo, la mia risposta era a Poletti.
Ciao a tutti.
Scusate, leggo solo adesso.
Mi spiace vedere di non essere l'unica in questa situazione. E l'avere 40 anni non rende le cose particolarmente più semplici, come potrebbe apparire, perchè in realtà noi abbiamo bisogno di sentirci figli e di essere figli benvoluti, fino alla vecchiaia.
MIchele, in effetti è quello che provo a fare io da anni. Accettarli così come sono. Il punto è non ci riesco. Perchè loro non hanno un andamento, diciamo, costante. Per esempio, se mia sorella parte o sta via per diversi giorni, improvvisamente i miei genitori diventano genitori normali. E, nonostante io sappia benissimo che è un "affetto" passeggero, puntualmente mi illudo.
Cosi' poi quando ritorna la loro situazione normale e non riesco più nè a vederli nè a sentirli ci sto male.
E ci sto male davvero, sento un bruciore dentro, indefinibile.
Ecco perchè io sono quasi certa che solo il distacco vero e proprio potrebbe farmi accettare la situazione. Senza illusioni.
Comunque, sono situazioni davvero tristi.
Magari il distacco potrebbe generare in loro il desiderio di vederti, sono tutte cose da sperimentare.
Mostra di PiùCiao a tutti.
Scusate, leggo solo adesso.
Mi spiace vedere di non essere l'unica in questa situazione. E l'avere 40 anni non rende le cose particolarmente più semplici, come potrebbe apparire, perchè in realtà noi abbiamo bisogno di sentirci figli e di essere figli benvoluti, fino alla vecchiaia.
MIchele, in effetti è quello che provo a fare io da anni. Accettarli così come sono. Il punto è non ci riesco. Perchè loro non hanno un andamento, diciamo, costante. Per esempio, se mia sorella parte o sta via per diversi giorni, improvvisamente i miei genitori diventano genitori normali. E, nonostante io sappia benissimo che è un "affetto" passeggero, puntualmente mi illudo.
Cosi' poi quando ritorna la loro situazione normale e non riesco più nè a vederli nè a sentirli ci sto male.
E ci sto male davvero, sento un bruciore dentro, indefinibile.
Ecco perchè io sono quasi certa che solo il distacco vero e proprio potrebbe farmi accettare la situazione. Senza illusioni.
Comunque, sono situazioni davvero tristi.
Siamo quasi coetanee e vivendo dinamiche simili, e avendole provate tutte, ti porto la mia esperienza che include anche il distacco.
Il distacco aiuta perché fa stare meglio, oggettivamente. E' inutile prendersi in giro, si soffre tutta la vita per una mancanza che non ci spieghiamo, perché anche a 40 anni si ha bisogno di essere amati da chi ci ha generato, è un bisogno fortissimo, ancestrale, non si può annullare. Si può però imparare a vivere lo stesso, rendendo questo dolore solo una parte della nostra vita, e non la più importante, si può fare in modo che altre cose nella nostra vita contino di più. Io almeno cerco di fare così. Non so se hai mai letto che le persone narcisiste, le madri, tendono a crescere un figlio come "figlio d'oro", è il loro figlio prediletto, vivono spesso in simbiosi con questo figlio che vedono come una propria proiezione; un altro figlio è invece il capro espiatorio, lo vedono come l'elemento estraneo, e verso questo figlio sono fredde, ostili. Io e mia sorella ricopriamo questi due ruoli. Non credo che sia necessariamente il figlio d'oro quello più fortunato, perché spesso rimane invischiato ina relazione di dipendenza col genitore, che non è positiva; nel mio caso è accaduto precisamente questo. Non bisogna nemmeno farne una colpa alle nostre madri, evidentemente hanno per prime un problema, perché ti assicuro, e te lo dico da mamma, che non è naturale non riuscire ad amare un figlio. Io ho capito molte cose proprio diventando madre a mia volta; l'amore sconfinato, dolcissimo, fortissimo che provo per la mia bimba, io non ricordo di averlo mai ricevuto, ed è questa la ferita per me più grande. Ogni tanto guardo mia figlia, sento quell'amore enorme, incontrollabile, scaldarmi il cuore e invadermi l'anima, e mi chiedo: perché a me no? Poi mi sforzo di pensare che non è colpa sua, e che sono io a dovermi amare per prima, almeno provarci. Così devi fare tu. Smetti di chiedere ciò che non c'è, smetti di aspettarti amore dove non c'è, e cerca di amarti tu, e vivere con amore la tua vita. Solo accettando la realtà e smettendo di lottare per cambiare ciò che non è modificabile starai meglio.
Ciao,
MIchele
il distacco da parte mia c'è già stato diversi anni fa, quando mi sono trasferita in un'altra città e ci ho vissuto per diversi anni (solo successivamente, per un caso della vita, ci siamo ritrovati di nuovo vicini). In quattro anni ci siamo visti due sole volte, perchè io sono andata a trovarli. Pur non abitando a distanze incredibili, nessuno è venuto mai a trovarmi, nessuno mi telefonava per chiedermi come me la cavavo. Insomma, la "prova" della distanza c'è già stata e, anzi, a mio parere loro stanno pure meglio se io sono meno "tra i piedi"
Ipposam,
il punto è che io non mi sento di dire che mia madre non mi abbia mai amata. Fino all'adolescenza la mia vita è stata normalissima e felice. Mia mamma era sempre presente, sempre attenta con me, non mi ha fatto mancare mai nulla. E' stato solo quando, appunto, io ero adolescente (e mia sorella di qualche anno maggiore) che è iniziata la caduta libera.
Purtroppo, io (magari sbaglio) ritengo che non sia mia mamma a non avere amore per me e ad averne di più per mia sorella, ma che sia stata proprio quest'ultima che, caratterialmente più forte sia di me che di mia mamma, lad averla plagiata (passatemi questo termine). Tant'è che quando mia sorella non c'è (raramente, ma capita) mia mamma torna ad essere quella che era quando io ero piccola
Ma non appena torna mia sorella, scompare di nuovo. Sicuramente c'è un rapporto assurdo tra loro due. Un rapporto in cui è mia sorella a comandare anche su di lei, infatti io penso che mia mamma non sia felice. Ma nello stesso tempo, come accade a volte con i carnefici, mia mamma non riesce a staccarsi da lei, da suo figlio, dalla loro vita in comune e pur di non farla inquietare darebbe qualsiasi cosa. E sa che per continuare a star tranquilla con lei, deve perdere me (per volere di mia sorella). E accetta il rischio. Ora non so se accetta il rischio perchè comunque pensa che quando poi un giorno tornerà io la riaccoglierò come ho sempre fatto oppure se è perchè non se ne può importare di meno di perdermi. E' questa la cosa che proprio non capisco.
Da mamma, leggendo questo 3D, rabbrividisco perchè non riesco nemmeno lontanamente a comprendere come possa una madre comportarsi in questo modo ignobile. Ammesso e non concesso che sia tua sorella ad averla "plagiata" non ha comunque scusanti. I figli non chiedono di venire al mondo, e una volta che ci sono, abbiamo il dovere di farli vivere nel migliore dei modi. E' vero che restiamo pur sempre esseri umani che possono commettere errori, ma qui caspiterina mi pare che sia davvero un atteggiamento che non può ricascare nel semplice errore, ma nella volontà. Mi spiace ma secondo me non ci sono attenuanti.
La telefonata che continua a farti e che giustamente a te da fastidio e ti fa stare male ancora di più è davvero di pessimo gusto. In te alimenta la speranza di ricevere quel qualcosa che non hai più ricevuto dai tempi in cui eri bambina, e lei pensa di mettersi "in pari".
Io a questo punto, visto che sei adulta, farei una bella cosa. Bloccagli le telefonate se pensi di non riuscire a non rispondere e impediscile di continuare a ferirti. Le persone tossiche (emotivamente parlando) quando non c'è nulla da fare, vanno necessariamente allontanate. Tanto così facendo non ti da nulla, prende solo (anche i soldi...!!!), si mette a posto la coscienza e l'unico risultato è che tu soffri di uno stillicidio continuo. Prendi una posizione netta e tagliali fuori tutti. Poi saranno loro, se mai capiranno, a cercare un modo di farsi perdonare e cambiare atteggiamento. In caso contrario meglio lontani perchè così è davvero brutto.
Capisco. Avevo un amico in una situazione analoga, lui dava addirittura del "Voi" ai propri genitori. Ma quella è una realtà di cui occorre avere grande rispetto ben al di la del senso critico. Credo che dovresti compenetrarti di più nella loro vita vissuta e piena di sacrifici e credo che dovresti apprezzare allo stesso tempo la sincerità di tua madre. Questo non risolve il problema ma ti mette nelle condizioni di comprenderne le motivazioni ed è un elemento molto importante. Credo inoltre che i tuoi genitori per quanto apprensivi a causa del loro carattere forte dovuto alla vita che hanno avuto alla fine accetterebbero le tue decisioni senza troppe sofferenze. Prima o poi dovrai essere in grado di muoverti da solo e nessuno più dei tuoi che si sono fatti da se possono capirlo. Credo che attorno alla tua situazione ci sia un'intelaiatura di facciata messa in atto dai tuoi genitori che non devi interpretare come un ricatto ma solo come frutto della loro vita difficile, d'altri tempi. Io sarei molto fiero di genitori così ma cercherei di fare un lavoro d'intelletto, un lavoro di capacità colloquiale per far capire bene i tuoi desideri e le tue necessità. Probabilmente questo loro modo di agire ti ha influenzato molto rendendoti parte di quel meccanismo ma è giunto il momento di svincolarti non tanto fisicamente andando via, ma trovando il modo giusto per fargli comprendere tu come sei fatto.
Comunque dalle tue parole leggo una persona molto consapevole e la consapevolezza è una ottima chiave di interpretazione che è poi alla base delle reazioni costruttive. Porta un po di pazienza e continua a lavorare su te stesso.
Michele, causa down del forum, leggo solo adesso.
Ho evidenziato in grassetto i punti in cui abbiamo opinioni diverse.
Io mi reputo in grado di muovermi da solo, ma loro hanno un comportamento così schematico e chiuso che ....non vedono alternative. Per esempio: per loro è impensabile che, in una tavola apparecchiata, il coltello stia a sinistra del piatto...deve assolutamente stare a destra, ma non solo sulla loro tavola (dove possono fare ciò che vogliono), ma anche sulla mia e ...anche sulla tua.
Non sai quante volte ho sentito loro 2 denigrare amici e parenti per una decisione qualsiasi che non condividevano.
Lo so che il problema è mio, ma credo sia dettato anche dal fatto che non mi piace litigare e loro mi colpevolizzerebbero.
Caro Poletti (sarebbe bello poterti chiamare per nome se vuoi aggiungerlo), quando ci si trova al cospetto di persone irremovibili nelle loro posizioni i casi sono 3:
1. Ci si arrabbia di continuo tentando di cambiarli
2. Ci si passa sopra
3. Ci si adatta noi a loro
4. Li si manda a quel paese.
Nel caso siano i propri familiari ne conosciamo la storia e il vissuto e quindi possiamo (dovremmo dal mio punto di vista), essere più tolleranti e sviluppare il punto n.3, in onore a quel legame affettivo che oltretutto ci ha donato la vita. Questo logicamente è il mio punto di vista.
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