Dover sempre piacere a tutti!

  • E' facile dire di fregarsene. Io per prima sono consapevole che non si possa piacere a tutti, che il giudizio è normale e che se riuscissi a ignorare i pensieri negativi vivrei più serenamente. Però capisco quello di cui parla Pallidal. Un conto è dirlo, un altro è metabolizzare il concetto e concretizzarlo. E' un processo lungo, soprattutto se alla base c'è l'insicurezza e, ribadisco, il bisogno di sopperire a delle mancanze, e so di cosa parlo.

    Poi c'è da fare una distinzione: c'è chi è superbo e fa di tutto per piacere a chiunque solo per accrescere il proprio ego. Poi, invece, c'è chi, come Pallidal (e mi ci metto pure io), che nel momento in cui si accorge di non piacere a qualcuno si sente a disagio, o come ha detto lei, disadatto e l'autostima precipita. Credo che, alla fine dei giri, la chiave sia accettarsi, amarsi, riuscire a farlo e si, ci vuole tempo.

    ----

    "Imparerai a tue spese che nel lungo tragitto della vita incontrerai tante maschere e pochi volti."

  • infatti non è facile, ma un pò alla volta si impara a farlo..
    accettarsi è l'espressione più corretta, e man mano che si riesce a farlo, anche le critiche/battutine/ecc. avranno un peso molto diverso su come ci sentiamo

    poi se queste situazioni si ripetono troppo spesso, forse (ma è un ipotesi) le persone con cui ci troviamo di solito non sono adeguate per noi, ma è chiaro che anche questo è un argomento complesso e delicato

  • Ragazze, i vostri discorsi e il modo in cui li affrontate mi sembrano tutto tranne che poco intelligenti. Riesco a percepire quello che intendete, io anni fa mi sentivo inadatta a qualsiasi contesto e avrei voluto essere invisibile. Il mio percorso è stato diverso e piuttosto lungo ma ve lo ripeto... Leggetevi. Leggetevi come se foste qualcun altro. C'è logica, sensibilità, attenzione. Sono doti che avete, tanto per cominciare... e non sono banali.

  • Ciao a tutti. Capisco bene la sensazione. Per me è fonte di grossa ansia e, mi rendo conto, desiderio di colmare un vuoto ormai inscritto nelle mie abitudini, nel mio agire, nel mio pensare, quasi a livello, potrei dire, manicale. O forse è una cosa che in buona parte muove molte persone senza che tutti se ne rendano conto.
    A volte mi accorgo che il mio umore è totalmente determinato dal riscontro che io ho da parte degli altri. Un complimento può cambiarmi la giornata. Un commento o la sola idea di una possibile idea altrui su di me che non collima con l'idea ideale (scusate il gioco di parole) che IO ho di me, può scatenare ansie e frustrazioni.
    Vi dico solo che ho appena chiuso una storia e mi rendo conto che forse le cose che più mi preoccupano sono i commenti che LUI potrebbe fare agli altri su di me più che quel che lui pensa davero di me. Grave vero? La cosa mi fa sentire un'insicura pazzesca. Superficiale, egoista? No, sono solo una poveraccia che per vedersi bene deve vedersi tramite gli altri. Da sola non ce la fa. E' persa, senza bussola.
    Le qualità che ho le conosco, IN TEORIA. Ma ho bisogni di conferme.
    Non credo esista una persona, a parte forse la mia psicologa, che abbia in mente questo mio lato. Anche con le amiche più intime devo in un certo senso sempre fare quella che rispecchia una certa immagine. NOn dico di fingere in toto. Diciamo che filtro, filtro molto. Per questo ragazzo sto un po' male. Ho chiuso io la storia ma perchè mi sentivo sostanzialmente rifiutata. Non era une vera storia. Non mi stava davvero vicino. Mi vedeva ma non mi guardava. Non mi sentivo voluta come io avrei voluto. Sostanzialmente è stata una chiusura per difesa. Insomma non ero più felice.
    Domani vedrò una mia amica. Secondo voi avrò il coraggio di dire tutte queste cose? E poi passare per la poveretta che lui, in fondo, mica la amava, mica era poi così preso. non la voleva come lo voleva lei, se ne fregava un po'. E allora non è che se lui non la amava lei faceva schifo. E invece per me è così. Su un'altra persona non lo penserei. Su di me sì. E lei poverina su tante cose ha anche chiuso gli occhi. Naaa non sia mai. Ho quasi l'ansia di "fare fuori" questo incontro per far vedere che sì, ci sono rimasta male, ma ho chiuso prchè non ero innamorata. Tra i due non ero io la "vittima". Che vergona. No, mai. Succede che anche senza accorgermene sempre, è come se io mi facessi dei filmini mentali del discorso che accuratamente dovrò fare. Per passare per quella che, nonostante tutto è stata forte. So che lui ha fatto commenti sulla fine della storia. Ho il terrore e l'ansia che questi commenti possano far intendendere che a lui di me non fregase nulla. L'equazione, sbagliata, lo so, sarebbe quella che io non valgo nulla. E allora qui, ad aspettare domani come una cretina per "difendere" la mia immagine. E l'ansia conessa alla difesa. La fatica di dover filtrare. E l'insoddisfazione perenne di esserne consapevoli. DI non riuscire a mostrarsi agli altri fragili, come si è. Perchè io devo essere perfetta. E se non mi vedo perfetta attraverso gli altri mi faccio schifo. E nessuno mi amerà mail. Sono patetica. Ed in effetti mi faccio un po' pena. Imbrigliata in un continuo trattanermi. A volte mi rendo conto di diventare cativa ed invidiosa. Ho bisogno di vedermi LA MGLIO. Perchè mi sento la più penosa di tutti/e.

  • Continuo. Perchè questa fatica? Perchè abbiamo bisogno di vederci tramite gli altri ed oltretutto in modo perfetto? Se gli altri ci vedessero come noi vediamo loro, con pregi e difetti, non sarebbe tutto ancora più perfetto?
    Vedo belle le imperfezioni altrui e non tollero le mie. Al punto che mi fanno molto arrabbiare (è infantile, lo so) le persone che mostrano certe imperfezioni senza vergognarsi. Cose per le quali io piuttosto mi taglierei un dito. Parlo ad esempio anche di non conoscenze, disorganizzazione, poca indipendenza. Cose per cui io mi vergognerei come una ladra e per le quali loro non si vergnano. Ed ai miei occhi sono anche meglio di me. E allora le odio. IO FACCIO TUTTA STA FATICA PER ESSERE PERFETTA E LORO VANNO BENE COSì? Le odio, ed odio me stessa per questo odiare.

    Si dice che il primo riconoscimento avvenga da piccoli. Solo con un "buon" ricoscimento possiamo poi riconoscerci. Non saremo stati riconosciuti abbastanza? Ci poriamo dietro una lacerazione, una falla? E ora che si fa? Non riesco a togliermi da questi automatismi. Controllano più loro le mie azioni che viceversa.

    So che non ho apportato pareri se non una agiunta di lamentele.

  • Ho letto solo ora questo post e quanto mi rivedo. Anche io ho lo stesso.problema. ho paura di non piacere, di non essere accettata, di dire quello che penso per paura di dirlo.in maiera sbagliata( anche grammaticalmente) o che sia incongruente e/ o poco interessante. Se qualcuno mi fa un torto non rispondo a tono ma subisco e poi passo giorni e giorni, a volte anche mesi, a ripensare a come avrei dovuto rispondere, a quello che avrei dovuto dire. Non riesco ad accettare le critiche, ma in realtà non riesco ad accettare neanche i complimenti( e lavorativamente parlando ultimamente ne ho ricevuti molti), no credevo potessero essere giusti, non me li sono goduti, non me li meritavo? Vorrei essere piu combattiva, più menefreghista, ma lo dico e non lo faccio mai. Dico di si a tutti per compiacere e questo mi provoca ansia, perché dire no per me significherebbe essere giudicata una s......a( scusa admin) ma poi sto male io . Scusate lo sfogo era per dire unicorno 1985 ti capisco benissimo,. :hi:

  • Lo capisco, credo succeda quando si senta il bisogno di riscatto! Di dimostrare prima fra tutti a noi stessi di valere e quindi si cerca di ottenere feedback dagli altri. Il tuo credo sia un percorso, prima o poi ti renderai conto che non è ciò che vuoi piacere a tutti ,smetterai di farlo ed è li la vita. La mitica sensazione di non fregarsene un beneamato ca..o di quello che pensano gli altri, questa è libertà.
    Paradossalmente è quando cerchi di piacere a tutti che alla fine non piaci ''realmente'' a nessuno, amico di tutti amico di nessuno.

    Sono nato schiavo di me stesso, vivo per spezzare le mie catene mentali! ''Io starò bene, qualsiasi cosa accada'' è di questa sicurezza che hai bisogno, devi convincertene e ripeterlo ogni volta che puoi.

  • Si sono perfettamente d'accordo, si è unici padroni di se stessi e credo sia assurdo come una cosa cosi tanto scontata oggi sia una problematica di molti, in cui ammetto esserci cascato anche io.

    ''L'importante non è tanto esser soli ma avere attorno le persone giuste altrimenti ci si ritrova soli tra gli altri e la solitudine pesa ancor più!'' ho apprezzato molto questa tua frase :) e trovo giusta citarla anche in questo caso, spesso abbiamo paura di rimanere soli e per questo ci sottomettiamo agli altri, perdendo qualcosa di ben piu prezioso, noi stessi.

    Sono nato schiavo di me stesso, vivo per spezzare le mie catene mentali! ''Io starò bene, qualsiasi cosa accada'' è di questa sicurezza che hai bisogno, devi convincertene e ripeterlo ogni volta che puoi.

  • Ogni cosa che esiste è sollecitata a idee di bellezza, è l'indole del proprio piacere che ricerchiamo, costruita su idee impresse sin da dentro la pancia della mamma. Siamo soggetti a piacerci ciò che per noi è una cosa bella o meglio porta piacere, altrimenti sarebbe impossibile fare ogni cosa. Il piacere per u nquadro, una statua, un'auto, una matita è identico al piacere verso le persone, indifferentemente che i soggetti siano mobili o immobili. Questo si deve accettare e migliorarsi per farsi piacere somaticamente e ogggettivamente rispetto al Mondo senza esagerare in stravaganze e credere alle mode del momento che durano pochissimo e sono solo commerciali.

    Non so di che religioni parli, se sei TDG ti capisco è una palla, ma hai scelto tu. La ribellione ripeto cambia i lcorso delle cose in bene o in male o in peggio.

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