Ho iniziato a 35 anni.
Questi conosciuti.
Ho avuto la fortuna di conoscere una persona paziente.
Persona a cui ho raccontato tutto di me fin dall'inizio.
Mi ha accettato, mi ha aspettato, anche quando all'inizio non riuscivo.
Non riuscire è abbastanza normale nei primi tempi.
È tutto diverso da ciò a cui si è abituati.
Sensazioni diverse, paure che si formano e creano quei pensieri che in quel momento sono deleteri.
Credo che la mia fortuna sia stata l'aver cercato una persona come me.
Anche lei con i suoi demoni.
Non penso che in altre circostanze avrei mosso un solo passo.
Spero di esser stato di aiuto
Non riuscire a vivere l'intimità
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Pollicino, la persona di cui parli è stata la prima?
Le due ragazze di cui ho parlato hanno entrambe i loro "demoni". Entrambe hanno sofferto molto e sono state in terapia. Entrambe non sono ancora in grado di gestire alcuni aspetti della loro vita. Entrambe non hanno avuto pazienza con me, proprio perché non volevano soffrire ancora. Non posso dar loro torto. Ma allo stesso tempo faccio fatica a mantenere vive le speranze. -
è stata la prima.
beh da una parte le si può capire. dall'altra un po' meno.
mi aspetto questo genere di reazione da una persona poco sensibile, non da chi ha già vissuto ansie e dolori.
se ti può essere utile, la prossima volta che ti capiterà di avere un rapporto, se non ci riesci, si tratta solo di abitudine.
dopo poco tempo incomincerai a risucirci e dopo ancora altro tempo non avrai quasi più problemi.
l'importante è esserne consapevoli, perché se non lo si è si butta via tanto tempo in pensieri rovinosi inutili.
di questa cosa visto che poi sei già entrato in argomento con le 2 ragazze, puoi cercare di parlargliene.
e se riesci a instaurare un rapporto continuativo e avere più occasioni di farlo, vedrai che con un clima di tranquillità, andrà tutto bene. -
Sapresti descrivere cosa provavi quando stavi a letto con queste due donne?
Come descriveresti la sensazione del contatto? -
Le due ragazze di cui ho parlato hanno entrambe i loro "demoni". Entrambe hanno sofferto molto e sono state in terapia. Entrambe non sono ancora in grado di gestire alcuni aspetti della loro vita. Entrambe non hanno avuto pazienza con me, proprio perché non volevano soffrire ancora. Non posso dar loro torto. Ma allo stesso tempo faccio fatica a mantenere vive le speranze.
Mi riallaccio anche all'intervento/risposta di Pollicino.
Poiché ritengo che il principale problema esistenziale umano sia comprendere ed essere compresi nelle esternazioni verbali, intellettuali e comportamentali, secondo me devi avere un atteggiamento diverso dalla colpevolizzazione e dalla giustificazione delle condotte di quelle donne.
Mi permetto di suggerire di riconsiderare il presupposto che le due relazioni da te intraprese erano tra soggetti che avevano tutti dei loro "demoni". Credo fermamente che tutti ce li abbiano (compresi giudici, psicologi e psichiatri) e che cerchiamo di scaricarli sulla "conoscenza", intesa come raccolta di esperienze che produce regole comportamentali. Ma è un altro discorso … eventualmente da fare a parte.
Nel caso specifico, ti sei incontrato, nella fase di costruzione della "intimità" sessuale con donne che (anche per i loro sofferti trascorsi, probabilmente) ritenevano che, in loro presenza tu DOVEVI eccitarti perché la loro disponibilità manifestata (e capacità di seduzione) necessariamente doveva produrre quell'effetto. E tu ritenevi che DOVEVI eccitarti, perché quello era il tuo ruolo da svolgere.
Ti posso dire tranquillamente che noi maschietti ci facciamo un sacco di problemi sulle misure dell'organo sessuale ma che per le femmine succede altrettanto (se non di peggio) sulla capacità di seduzione.
Per quello che ne so ed ho sperimentato in diversi decenni di militanza, l'eccitazione (e la capacità erettile nel maschi) devono prodursi spontaneamente, come reazione a certi stimoli, che vengono correttamente percepiti dall'organismo (attraverso il più importante organo sessuale, il cervello).
L'idea del DOVERE è esattamente il contrario della SPONTANEITA'.
In altri termini, in sede di talamo siete partiti male: e qui c'entra la tua inesperienza e la LORO inesperienza (o approssimativa e carente esperienza precedente).
Partendo male l'intrapresa, il recupero è sempre più problematico, per definizione.
Per evitare di farti un panegirico fine a se stesso, provo a darti dei consigli pratici, eventualmente da sviluppare in privato.
Se parti dall'idea che alla donna piace di pensare che riesce a sedurti, da maschio devi sempre assecondarla su questo punto, anche solo in termini di galanteria (costume alquanto desueto). Paga sempre.
Se sei arrivato a bordo-letto con una donna che ha fatto quello poteva (e sapeva fare) per sedurti non è detto che tu immediatamente possa essere reattivo. Se non succede, non ti devi disperare.
Pensa che solo la Guardia Costiera USA, con il motto “Semper paratus”, sostiene di essere sempre pronta all'azione. Tra l'altro, è un concetto che, simpaticamente, puoi sempre sussurrare alla partner, dicendo che anche il “troppo” può risultare inibente, prendendole una mano e baciandola, cercando sempre di fissarla negli occhi.
Poi, come diceva una mia cara amica (dalla sensualità molto viva e munita di notevole esperienza) l'uomo, specie all'inizio dell'attività sessuale, dimentica che, rispetto alla penetrazione, c' è sempre un PRIMA (i c.d. preliminari) e persino un DOPO (avere almeno la decenza di attendere che si addormenti prima LEI, ricordo le parole).
La gestione di quel PRIMA, se fatta con disponibilità da parte maschile (anche assecondando le indicazioni della partner), può essere talmente soddisfacente per la donna che la conduce all'orgasmo senza la classica penetrazione del pene maschile, momento cruciale che può condurre sia ad un impeto di reciprocità (con disponibilità a ricambiare e darti piacere) sia allo …. spegnimento della libido e l'assunzione di un atteggiamento di insofferenza (più o meno mascherata) per il DOVERE sentito di ricambiare. E quando senti una donna che ti si offre per dovere, almeno a me, normalmente si spegne ogni eccitazione ...
Per evitare ogni drammaticità in quei frangenti, credo che l'unica cosa da fare sia ... buttarla in allegria, come proporre di andarsi a prendere una pizza o cenare o prendersi un aperitivo e poi riprendere, e così via, senza mai mettere in difficoltà il partner e sempre con un sorriso rassicurante, mostrandole affetto e considerazione.
Come la miglior difesa è l'attacco, così si deve aver la capacità di prevenire i momenti di défaillance, creando diversivi. Non rifugiarsi nell'autocommiserazione, che non aiuta.
(--------------;)--------------) -
ti dirò una c∙∙∙∙∙a. hai mai provato coi farmaci?
sai magari sbloccarti subito può aiutarti a sentirti meno in ansia . e le volte successive riprendere e riprovare senza.
anche perchè oggi bisogna essere sempre all'altezza sennò sei out -
Per farmaci escludersi viagra e affini. Io quando avevo l:ansia da prestazione prendevo lo xanax o il valium. Funzionava!
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Cerco di andare con ordine.
Ormai non ho più alcun contatto con le due ragazze in questione. Con la seconda ho provato a ricucire, ma lei è stata piuttosto categorica. Non me la sento di insistere troppo perchè, anche nella remotissima ipotesi che le sia disposta a rivedermi, la farei comunque soffrire, e non è commiserazione o altro, ma semplicemente valutazione oggettiva della situazione.
Con entrambe abbiamo affrontato l'argomento. La prima mi ha detto che ci sarebbero voluti dei mesi perchè la situazione si sbloccasse, che avrebbe pazientato senza alcun problema e senza voler bruciare i tempi, ma lei era convinta che il problema fosse soprattutto fisico (ho anche qualche problema di natura urologica...come se non bastasse il resto...) e che io non mi impegnavo abbastanza per risolverlo. In seguito, dopo avermi comunicato che non voleva più frequentarmi, mi ha detto che il mio problema aveva, e cito, distrutto la sua autostima, e non voleva che ciò riaccadesse. Come ho già accennato, si tratta di una ragazza molto avvenente, con diverse storie alle spalle e che considera il sesso come un aspetto fondamentale in una relazione, anzi probabilmente la cosa più importante (lo ha ammesso lei). Con questa ragazza sono stato a letto alcune volte, ci sono stati dei lunghi preliminari e rapporti orali, lei ha raggiunto l'orgasmo più volte, mentre io nemmeno lontanamente. Nei nostri incontri il mio chiodo fisso era soddisfarla, il che a quanto pare mi riusciva, ma in modo molto meccanico, cioè con pochissimo coinvolgimento da parte mia. Di fronte alle mie defiances lei mi accusava di mentirle, cioè di raccontarle che mi piaceva, ma che in realtà non era vero.
La situazione con la seconda ragazza è stata un po' diversa. Quando le ho raccontato la mia storia e i motivi del fallimento della mia relazione precedente, lei mi ha detto che la mia reazione era del tutto normale, che ci sarebbe voluto del tempo per conoscersi, che non pretendeva niente da me e che sarebbe stato sbagliato farlo. In quel frangente io non ho potuto fare a meno di pensare che anche la prima ragazza mi aveva detto lo stesso. Comunque anche lei con me ha raggiunto l'orgasmo, io ero un po' più coinvolto, ma comunque piuttosto in ansia di non essere all'altezza della situazione e dunque a disagio. Anche in questo caso ero probabilmente più concentrato a soddisfarla piuttosto che a vivermi la situazione. Quando lei lo ha capito, in occasione di altri incontri, mi ha accusato di prenderla in giro, perchè lei non aveva bisogno della mia carità (cerco di sintetizzare) e non era giusto che io agissi solo per farla "godere", come se fosse stata un animale.
Il problema principale secondo lei era che io non riuscivo solo a non vivere la sessualità, ma prima ancora l'intimità. -
La teoria dell'autostima per quanto riguarda la non erezione del partner credo sia vera. Ma credo che sia importante anche mettere da subito in chiaro i paletti.
va spiegato che non si erige per cause interne e non per altri motivi. E si può addurre anche che avviene un eccitazione mentale ed è solo "lui" che ha bisogno di più tempo.
Comunque nel consiglio precedente parlavo di un atteggiamento da intraprendere con delle nuove esperienze e non con le 2 ragazze, ormai non più recuperabili.
rimane il dubbio sull'utilizzo del "mitico", e penso che nel tuo caso, tu sia stato fortunato a incontrare 2 persone che ti abbiano dato del tempo.
quel genere di incontri sono fatti di solito per consumare subito. -
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Tanto non è stato preso in considerazione ciò che ho detto
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