Eventi che "spezzano" la vita

  • E' un'espressione che ho sentito usare e mi ha colpita.
    Si tratta di eventi drammatici, che giungono improvvisi, inaspettati, il tipico "non avrei mai creduto capitasse a me!", rompono le nostre routine, le nostre certezze, ma soprattutto il nostro equilibrio.
    Spazzano via con cinismo tutte le idee che avevamo sulla vita e sul futuro, cancellano i progetti, cambiano viso alle persone, rompono famiglie, ti lasciano solo e ti ritrovi gettato in un presente in cui devi ripartire da capo, sprovvisto di tutto e non sapendo dove mettere le mani. Ti pare di nuotare nella m*** e ogni giorno c'è una brutta notizia e per uscire fuori dal tunnel ci vogliono anni. Anche 10.

    In quei dieci anni hai cambiato età, status sociale, stato di salute, amicizie (se non sei solo), casa, famiglia, lavoro...
    E ti ritrovi fuori dalla burrasca a dire: finalmente posso ri-costruirmi una vita!
    Peccato che hai 50 anni e negli ultimi 10 sei stato fuori dal mondo-
    Oppure ne hai 20, ma ciò che hai vissuto in un'età di formazione del carattere ti ha fatto diventare un po' diverso dalla maggior parte degli altri.
    Dovresti ripartire, ma qualcosa non funziona.

    Eventi che spezzano la vita in un punto cruciale e poi sembra non aggiustarsi più, neanche quando ci si ritrova a stare meglio di altri.
    Esistono e davvero non si potranno mai cancellare dal proprio passato?

  • Si possono cancellare o meno, ma dipende molto dall'importanza che diamo a questi eventi.

  • Citazione

    E a volte penso al film "Sliding Doors" e mi chiedo: come sarebbe stata la mia vita se quell'evento non ci fosse stato?
    Fortunatamente mi limito a pochi minuti di riflessione, poi infilo gli auricolari e mi distraggo con la musica rock.....

    Ti capisco bene Mercuriana e capisco di cosa si parla. Mi sento vicino a voi,è successo anche a me 7 anni fa, da 1 anno le cose vanno malissimo. Per tanti anni ho pensato che ce l'avrei fatta comunque, prima dovevo capire cosa mi stava succedendo perchè mi sono ritrovato a non riconoscermi più nell'arco di qualche mese, quando ho capito mi sono aggrappato alla speranza e alle poche gioie che mi erano rimaste, che stanno svanendo piano piano. Anche io desidero una macchina nel tempo, ma nel mio caso sarei probabilmente finito nello stesso stato in cui mi trovo ora, per cui non mi resta che prendermela con la sorte e aggrapparmi con le unghie al poco che mi resta, sperando che qualcosa cambi, ma in realtà ultimamente non sto facendo gran che per cambiare le cose, tanto ci ho provato a lungo e poco è cambiato, inizio ad essere stanco, anche se non è ancora il momento di gettare la spugna. Una delle cose che mi ha spinto ad andare avanti e a non bloccarmi del tutto è che in ogni situazione, anche la più negativa, si può trovare qualche cosa di buono e sono convinto che anche nella vostra qualcosa di positivo ci sia, il punto è riuscire a vederla e soprattutto a sfruttarla. Per me è uno stato che ormai non si può cambiare, si può solo affrontare al meglio che si può, sapendo che ogni sorriso che si regala, ogni momento felice, ogni risultato conseguito vale molto di più, perchè dietro ci sono notti in bianco e tante lacrime. Ho conosciuto tanta gente che soffre, ragazzi giovani come me, e ci sono davvero persone buone e coraggiose, che in situazioni dolorose riescono comunque ad essere umane e ad andare avanti senza risparmiarsi, da queste persone io imparo che nelle situazioni peggiori si scopre di avere una grande forza dentro, e chi sa che, assecondandola, non riesca a condurci verso una vita migliore.

    Io ti propongo una cosa, dubito che tu giochi ai videogiochi, ma ce n'è uno che tratta proprio di questo tema, è particolare nel senso che è come un film, ha una storia eccezionale, si chiama "Life is strange", prova a dare un'occhiata su internet, mi ha fatto riflettere ed emozionare e poi credo che ogni stimolo sia buono per trovare motivazione e non arrendersi.

  • sono come una "madre" che spera che i propri figli non commettano i suoi stessi errori....

    Io sempre più mi rendo conto che faccio delle cose per puro masochismo.
    Ad esempio cercare di dare una mano (o una mossa) a persone che il mio aiuto non lo chiedono, né vogliono seguire i miei suggerimenti; semplicemente, non gli interessa. Non si può aiutare chi non vuole essere aiutato, ed è per questo che in terapia la prima cosa che ti chiedono è se hai la necessità o senti il bisogno di ricevere un aiuto.
    So bene anch'io che cosa significa star male, provare dolore e sofferenza, o avere dei problemi, e quando vedo una persona che secondo me ha bisogno di aiuto (perché vedo che si sta trascurando, che continua a fare cose che possono danneggiarlo, che si comporta in maniera autodistruttiva) provo pena e tenerezza e il bisogno di stargli vicino, e di aiutarlo. Ma a dispetto dei tentativi spesso l'altra persona del tuo aiuto non sa che farsene e allora tanto vale lasciarla a se stessa. Il primo dovere che abbiamo è verso noi stessi ed è quello di star bene.

    Diciamo che quell'evento ha inficiato profondamente la mia autostima, ha spento il mio entusiasmo, ha generato diffidenza nel relazionarmi agli agli.
    Mi sono "anestetizzata" per difendermi, ho ristretto la gamma di emozioni da provare, e adesso vivo in uno stato di base apatico sul quale si innestano fortunamente tanti piccoli momenti di gioia.

    Mi hai incuriosita, mi piacerebbe sapere qual è stato l'evento che ti ha cambiata in questo modo...

  • Ho smesso di rischiare. Ho smesso di desiderare. Ho ridotto le mie aspettative al minimo pur di non incorrere in situazioni di fallimento, disagio, fatica eccessiva, dolore.
    Ho smesso di vivere e ho iniziato a "sopravvivere".

    Io ho subito la stessa situazione descritta da Mercuriana.
    Dalle medie in poi, mi è sembrato che ogni cosa dicessi o facessi spontaneamente fosse considerato sbagliato dagli altri: compagni di scuola, genitori, ecc. Mi sentivo sempre osservato e giudicato per il mio comportamento. Per esempio: mi piace il libro X? E' sbagliato: ti deve piacere il libro Y. Per lungo tempo, la gente ha sparlato di me alle mie spalle. Per non soffrire, come ho detto in terapia, mi sono congelato: per quanto possibile, ho eseguito solo gli obblighi che mi erano imposti dagli altri, rinunciando a tutta la parte del piacere e non riuscendo a costruirmi una mia personale identità.
    Questo ha influenzato anche l'autostima: se non riuscivo a fare esattamente ciò che mi veniva richiesto e come mi veniva richiesto, scattavano l'ansia e la paura del giudizio altrui.

  • Come spiegavo nel primo post non riesco nemmeno a parlarne qui sul forum.

    Ho capito che non riesci a parlarne, ma non puoi dire neanche più o meno che sfera riguardava? Lavorativa, affettiva, familiare... Mi vengono in mente tremila cose, dalla più terribile alla cosa non gravissima, percepita però come "destabilizzante".

  • MERCURIANA
    Le cose che tutti descrivete non possono esserci in un MONDO PARADISO, ma solo in un mondo INFERNO.
    Prima neghi quello che io ho detto e poi affermi quello che hai negato.

    "Non datevi pena per il domani perchè ogni giorno ha già la sua pena"

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