Nonna che non sembra felice di esserlo

  • Cara, mi sembra che ci sia un bel rapporto teso tra te e tua madre, e ancora tu ti lasci molto influenzare da lei, e hai rancore nei suoi confronti.
    Sì, se non ha partecipato attivamente alla tua crescita, quando ancora era giovane, non credo che farà molto per sua nipote. È una amara verità ma così è. Purtroppo non sempre ciò che succede nella maggior parte dei casi poi succede anche a noi.
    Continuo a consigliarti, visto che non puoi anche per motivazioni economiche sostituirla completamente (che sarebbe bene anche per il benessere della minore, che sicuramente percepisce il malcontento della nonna), di affiancarle un'altra persona, positiva e serena, anche parte time

  • Ho cercato tanto in rete, ho trovato diversi articoli su mamma anaffettive, nulla sulle nonne anaffettive.

    Valgono gli stessi articoli sulle madri anaffettive.

    Peraltro una madre anaffettiva rischia di esser ancora più assente con la nipote, poiché si tratta di un "revival biologico" che probabilmente è stato già abbastanza poco gradito già la prima volta: la seconda è solo una rottura di scatole.

    Ovviamente ti scrivo dando per scontato che tua madre sia anaffettiva nel senso proprio del termine a livello psicologico.
    Ricordo anche di aver letto il tuo thread in cui ne parlavi, ma non ho risposto perché credo non avessi nulla da dire.

    Mia madre l'ha accolta con gelo, e di fronte alle mie rimostranze mi ha dato risposte assurde. Mi ha detto che "non ha scelto lei di diventare nonna"

    Ti ha detto quello che ci si può aspettare da una madre anaffettiva. L'essere nonna, con tanto di età, non ha migliorato la condizione.
    Esistono casi in cui questo "salto" rende un tantino più morbidi, ma la condizione di anaffettività è fondamentalmente egoistica (se non indotta da disfunzioni o farmaci/sostanze).
    L'essere madre (e nonna) comporta il "dare".. e questo diventa un bel problema.

    Chiudendo il discorso, la mia sensazione è che per me provi rabbia e stizza, come se ci fosse in me qualcosa di sbagliato, di ripugnante, e che mia figlia susciti già in lei altrettanta antipatia.

    Probabilmente non è così. La tua sensazione che ti mal-consideri può essere data dal differenziale tra le tue aspettative affettive che restano disattese.
    Se (SE) lei è anaffettiva: è normale che sia così.

    Da cosa può dipendere questo comportamento e la mancata affezione per una nipotina!?

    Dalla sua anaffettività.
    Mi chiederei -più che altro- da cosa dipende quest'ultima, ammesso che abbia una causa.

    ma le madri (le persone) sono come sono e non come le vorremmo noi.

    Le madri sono più che persone (come lo sono i padri). Disattendere a una funzione naturale come l'accudire i figli è una carenza più grande di quella che può commettere una persona che non ha prole (naturale, adottata, di circostanza, lavorativa, etc. Ci sono tanti tipi di prole).

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Cara, mi sembra che ci sia un bel rapporto teso tra te e tua madre, e ancora tu ti lasci molto influenzare da lei, e hai rancore nei suoi confronti.
    Sì, se non ha partecipato attivamente alla tua crescita, quando ancora era giovane, non credo che farà molto per sua nipote. È una amara verità ma così è. Purtroppo non sempre ciò che succede nella maggior parte dei casi poi succede anche a noi.
    Continuo a consigliarti, visto che non puoi anche per motivazioni economiche sostituirla completamente (che sarebbe bene anche per il benessere della minore, che sicuramente percepisce il malcontento della nonna), di affiancarle un'altra persona, positiva e serena, anche parte time

    Questo che mi consigli già lo faccio.
    Comunque ammetto che con la bimba lei si mostra serena, sorridente. Ma di fatto rimane fredda, e a me esterna sentimenti di sufficienza o indifferenza, o mostra di non considerarla una priorità, e questo mi ferisce.
    Diciamo che se fosse solo un problema pratico uno lo gestisce in qualche modo e bon. Invece c'è quel rancore che dici, e il desiderio, per me, di sapere mia figlia in mani amorevoli quanto le mie, desiderio che so bene non poter diventare una pretesa, ma ugualmente non riesco a smettere di provarlo. Mi sento ferita, è come se mia madre fosse coperta di aculei appuntiti e ogni volta che mi avvicino vengo colpita. Almeno un tempo c'era mio padre, c'era mia nonna. Avevo i miei riferimenti affettivi. Oggi son sola. Ho una sorella più in difficoltà di me, che già fa molto per mia figlia. E basta. Nessun altro (a parte mio marito). E' dura così. Molto molto difficile fregarmene. Oltre tutto nemmeno a dire che mia madre sia una persona felice o serena: non ha altri affetti e a noi figlie ci tratta malissimo, salvo darci soldi. È l'unica cosa che sembra disposta a darci.

  • Il punto focale è riuscire ad accettare una cosa che per te è inaccettabile.
    Il perché tua madre sia così purtroppo non potrai scoprirlo qui con noi, e magari nemmeno lei lo sa.
    Quel che entrambe sapete è questo dato di fatto: tu vuoi di più (perché mi sembra che tu glielo abbia anche detto..che ti sembri distaccata con tua figlia), mentre lei non vuole (molto più probabilmente non riesce) a dartelo.
    Quindi?
    Per una persona come lei credo che sia già un grosso sforzo darti una mano come sta facendo, ed essere sempre disponibile e gentile con la bimba.
    Onestamente non puoi chiederle più di quel che fa, perché per sua natura non riesce.
    Continuare ad insistere e farla sentire sbagliata per una cosa che non le viene naturale secondo me è sbagliato.
    Il mondo, e te lo dice una che ha ragionato per assoluti per MOLTO tempo, non segue le nostre regole e le persone non possono essere per forza come noi le vorremmo.
    Forse prima di accusarla di essere fredda ed anaffettiva, dovresti iniziare ad accettarla per quello che è.
    Dovresti capire tu per prima che non essere accettata ma solo criticata e giudicata perché non asseconda le aspettative altrui, non può che accrescere il suo desiderio di solitudine ed il suo "malessere" nel ruolo di nonna.

    L'uomo si differenzia dal resto della natura soprattutto per una viscida gelatina di menzogne che lo avvolge e lo protegge.

  • hai ragione in parte, sicuramente se io l'accettassi per come è sarei un passo avanti.

    Ma io non sono convinta che accettare gli altri per come sono sia l'unica soluzione possibile.

    Non lo credo perché, tra esseri umani, esiste la comunicazione, e non siamo pezzi di marmo, abbiamo facoltà intellettive ed affettive che dovrebbero permetterci anche di trovare dei compromessi, di venirci incontro, di fare un reciproco passo che possa far stare meglio tutti.

    Quindi si, in ultima spiaggia lo sforzo deve essere fatto solo da me, e devo accettarla per come è smettendo di chiedere altro. Ma questa per me è l'estrema ratio, perché il modo corretto di affrontare un problema come questo, per me, è darsi un obiettivo di "win -win": io ti vengo incontro chiedendo meno, tu mi vieni incontro a tua volta dando un pochino di più, che può essere anche, banalmente, non dirmi quelle frasi così offensive per me, anche se tu le pensi, non le dire. Già aiuterebbe.

    Se invece il lavoro lo devo fare tutto io, forse da una parte è più semplice (avrei io il controllo della situazione) tuttavia il risultato sarebbe meno soddisfacente per me, e oltre tutto negherei a mia madre l'opportunità di capire i propri errori, e di fare anche lei un lavoro su se stessa che la arricchirebbe interiormente.

    Questo è il mio punto di vista, ed è per questo che scrivo qui, per leggere altri punti di vista e capire i miei errori di valutazione e di approccio.

  • proviamo un altro approccio...
    cerca di metterti nei panni di tua madre: hai lavorato duramente per la tua carriera, le tue figlie le accudiva tua madre; è facile da ipotizzare che il distacco non fosse così facile ma probabilmente è stato vissuto come scelta obbligata. presumo che sul lavoro la perfezione fosse un obbligo quasi naturale, sicuramente una lavoratrice affidabile, preparata, precisa e puntuale. una figlia sceglie uno stile di vita molto simile al tuo, l'altra non riesce a rendersi indipendente e rimane di fatto una figlia a carico, di cui occuparsi. così, a livello di pancia è una vita scandita da molti obblighi, vincoli, ritmi serrati e poche scelte. possiamo dire che una vita così rende una persona un po' dura e forse anche stanca? arriva la pensione, rimane la responsabilità e la preoccupazione per la figlia minore. si aggiunge ad un certo punto la cura del nipote. nuovamente, scelta obbligata, compito eseguito a denti stretti. diventa un lavoro full time, con l'approccio di sempre: preciso, puntuale, affidabile.

    cosa può rendere (in generale) un compito (impegnativo e di responsabilità) anche piacevole?
    tra le altre cose direi la scelta. quando valutiamo diverse opzioni, scindiamo i pro e contro, ci guardiamo dentro e ci ascoltiamo e alla fine scegliamo una determinata strada, anche se questa è difficile ed impegnativa riusciamo a viverla positivamente perché è una cosa che vogliamo fare.

    pensando a tua madre, posso immaginare che il ruolo di nonna possa essere più piacevole se lei un giorno la mattina si sveglia e viene a trovarti per giocare con la tua bimba, semplicemente perché le va di farlo. diverso è assumersi l'onere - con tutto l'amore per la figlia e la nipote - di svolgere il compito perché la figlia ha bisogno, perché così si usa fare, perché la nonna/mamma ha obblighi di ruolo etc etc. Percepisci la differenza?

    visto che nel tuo caso l'opzione, ogni tanto quando la mattina mi va di farlo, non ha molto senso perché non provi ad alleggerire tua madre, affiancandole qualcuno nella cura della bimba? qualcuno che possa magari fare metà settimana al posto di tua madre.

    nella mia famiglia è successa una cosa molto simile; non sto a raccontare perché riguarda mia sorella. ma non è molto diversa dalla situazione che hai raccontato tu.

    namasté

    Love all, trust a few, do wrong to none

  • Guarda, in realtà, che io sappia lei non ha mai gradito tutto ciò che riguarda l'accudimento - della casa, di noi figlie, di nostro padre, di nostra nonna quando è stata male.

    E' come se fosse per molti versi rimasta "figlia", come se non avesse fatto il salto verso l'età adulta in cui si ha la responsabilità di una casa e di una famiglia.

    Lei ha sempre parlato di chi è accudente con un certo "disprezzo". Le mamme tradizionali, quelle che si occupano dei figli full time, le casalinghe, le giudica impietosamente come "cretine", "donnette", "sciacquette".

    E non ti credere che infatti si occupi lei full time di mia figlia, forse non sono stata chiara ma non è così. Lei la "ospita" a casa sua ma non è lei ad occuparsene.

    E presto andrà anche al nido.

    Io posso capire non sia nella sua natura "accudire", ma da qui a dirmi, con mia figlia appena nata, e io che stavo con gli ormoni in subbuglio, che non era bella ma uguale a tutti, da qui a dirmi che non le diceva nulla, da qui a dirmi che non poteva accompagnarci al mare perché le avremmo sporcato la macchina, da qui a trattare la bambina con sufficienza (e stavo in maternità quindi senza alcuna pretesa di tempo o attività), ce ne passa secondo me. Ho tutte le ragioni di provare amarezza, credo sia naturale aspettarsi una parola di conforto in certe situazioni,e non delle offese gratuite.

    Mia madre si occupa di portarla fuori al parchetto, questo lo fa e anche volentieri.

  • Il fatto che tu sia amareggiata, delusa ed anche un po arrabbiata è del tutto lecito e comprensibile.
    È normale desiderare certe cose, cose che ci viene naturale desiderare e che pensiamo siano quasi "dovute".
    In questo ed in altri forum faccio spesso l'esempio di mia nonna. Religiosa convinta, si è sposata probabilmente più per obbligo sociale che per scelta, con un uomo scappato da un campo di prigionia e che, tornato a casa, in quel paesello aveva trovato solo lei ancora senza un marito.
    Ha avuto due figlie, mandare in collegio dai 3 ai 13 anni. Al ritorno a casa le ha spedite a lavorare in una ditta vicino a casa, non permettendo loro nemmeno di tenersi lo stipendio. Mia madre a 16 anni se n'è andata, con un piccolo aiuto da mio nonno. Per tutta la vita s'è arrangiata da sola, cercando in più occasioni di avere un minimo apprezzamento da parte della madre. Ci ha portato da lei quando eravamo piccoli..ma per esempio io, dopo un po, mi sono rifiutata di andarci.
    Per fortuna non mi ha mai costretta.
    Anche ora si prende cura di lei, mentre tutti noi aspettiamo solo che liberi il mondo dalla sua presenza..perché lei non era solo anaffettiva, ma anche la donna più cattiva che io abbia mai conosciuto. E di gente s∙∙∙∙∙a ne ho incontrata..
    comunque..Mia madre ancora spera che lei abbia un gesto affettuoso, o che le dica che le vuole bene.
    Non succederà mai.
    È una cosa che fa male, ma è così. Punto.
    Quello che secondo me puoi fare è cercare di evitare, per quello che puoi, di chiedere il suo aiuto, e quando ha delle esternazioni poco piacevoli farglielo notare immediatamente.
    Altro.. Non saprei..

    L'uomo si differenzia dal resto della natura soprattutto per una viscida gelatina di menzogne che lo avvolge e lo protegge.

  • Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Il legame madre-figlia è intensissimo, nel bene e nel male. Io me ne accorgo anche e soprattutto ora che sono mamma. Adoro mia figlia, la amo in un modo puro e intensissimo, mi basta sentire il suo odore per provare una dolcezza senza fine. La sera la faccio addormentare tra le mie braccia, sentire il suo respiro farsi più tranquillo, e vederla abbandonarsi con fiducia nel mio abbraccio mi fa sentire un calore nel petto senza uguali. Ogni sera le sussurro parole dolci, prima che dorma, e la rassicuro sull'amore che le darò sempre, le racconto le cose belle che potrà fare nella vita, i piccoli piaceri che la aspettano, il sole di Giugno, le estati calde al mare, i compagni di gioco, le passeggiatone nella primavera, tra papaveri e farfalle. E mentre le racconto il suo futuro la immagino già grande, e non posso non pensare di amarla sempre, per sempre, più di chiunque altro. Non riesco a immaginare di diventare come mia madre, nonostante io faccia un percorso simile al suo, a livello di impegni, perché io stessa sono molto dedita alla carriera (direi più di mia madre) e ne ho parecchie di responsabilità. Ma mia figlia, mia figlia è il centro del mio cuore, oggi, è il centro di un amore per cui non ho difese.

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