Educazione all'individualismo e all'indifferenza.

  • Nel corso di questi ultimi anni - in cui ho provato a fare un po' di tutto per uscire da questa situazione umanamente sempre più insostenibile in cui mi sto ritrovando - alla fine, con le pochissime persone che hanno "interagito" almeno via internet con me, s'è ripetuta fondalmentalmente la stessa situazione: "stai in una situazione pesante e drammatica e hai grosso bisogno d'aiuto; in un certo senso me lo stai proprio chiedendo. E proprio per questo io non te lo concederò. Non ti aiuterò. Che la tua prima autentica lezione di vita sia questa."

    Io mi chiedo spesso come mai, in questa società che ha sdoganato un po' tutto ,dal sesso alle perversioni e comportamenti di ogni genere, il dare aiuto ad un altro essere umano che ne ha bisogno sia diventato praticamente l'ultimo dei tabù. "Ho bisogno di te" sembra diventata una sorta di intollerabile bestemmia.

    E con "aiuto" non intendo qualcosa di improponibile, tipo che uno debba risolvere e accollarsi i problemi di qualcun'altro, ma una sorta di sostegno e di vicinanza CONCRETA mentre uno si impegna e si sforza di ritirarsi in piedi come può, tanto per ritrovare almeno un minimo di stimolo e di motivazione nello sforzo che si fa.

    Invece questo non accade: negli ultimi anni ho fatto sforzi, c'ho messo tutto l'impegno che potevo, ho affrontato i miei limiti e le mie paure.. ma tutto quello che m'è sempre stato detto è che finché non avrò risolto TUTTI i miei problemi (che manco superman ce la farebbe..) non posso neanche sperare d'avere qualcosa di buono e positivo dalla vita o una relazione.

    Non so.. ma questa assurda convinzione che s'è radicata così in profondità in ogni individuo che uno debba necessariamente cavarsela sempre e comunque da solo, che non ci sia niente che una persona possa fare per un'altra in difficoltà seria, che se sei dentro le sabbie mobili o te ne tiri fuori da solo o crepi - a te la "scelta" - che grandi vantaggi comporta nel complesso ?

    Per me nessuno.
    Una persona che ha seriamente bisogno di una mano non trova certo grossi stimoli positivi nel subire costantemente questo tipo di atteggiamenti, al massimo si incattivisce e indurisce.
    Si educa e ci si educa all'individualismo e all'indifferenza nei confronti degli altri.

    " So, go on. Kiss me. Kill me. Do something." (Alice Morgan - da "Luther" [BBC] )

  • "E con "aiuto" non intendo qualcosa di improponibile, tipo che uno debba risolvere e accollarsi i problemi di qualcun'altro, ma una sorta di sostegno e di vicinanza CONCRETA mentre uno si impegna e si sforza di ritirarsi in piedi come può, tanto per ritrovare almeno un minimo di stimolo e di motivazione nello sforzo che si fa."

    Per che tipo di sforzi vorresti sostegno o incoraggiamento;detto cosi' non si riesce ad inquadrare le tue richieste.

  • All'individualismo sì,all'indifferenza non necessariamente.
    Che cos'è che ti impedisce,nonostante i tuoi problemi,di muovere i primi passi? (Non lo dici,parli solo del fatto che nessuno ti aiuta,ma non specifichi cosa davvero ti aspetteresti e da chi).

    Comunque più aspetti che qualcuno ti aiuti e ti stupisci che nessuno si fa avanti,più rimani nel tuo immobilismo..anche perché ti perderai anche le piccole cose belle che ti capiteranno,con il pensiero fisso sulle tue aspettative di aiuto esterno.
    Inizia ad aiutarti tu...

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • che questa società sia povera di generosità ti do ragione. però d'altra parte il sostegno, l'aiuto è più un fattore legato al bambino(che molte cose non le comprende)o all'anziano(che non riesce più a fare le cose). Come dice ipazia nella vita adulta si è soli, si dovrebbe imparare a tirarsi su e affrontare le cose da soli farlo nell'età giusta. molti come me non ci sono riusciti e un po' ne paghiamo le conseguenze nella società, ma se guardi al di fuori di essa effettivamente non c'è un tempo stabilito. a parte quello di una donna per procreare, ma per quello si son fatti passi avanti.
    poi come dicono gli altri, un esempio potrebbe esserci d'aiuto anche a noi.
    csognate com'è stato il rapporto con i tuoi genitori? molto spesso il bisogno è causato secondo me dai rapporti familiari.

  • CSOGNANTE 1973
    No, tu puoi dire che tutti sono indifferenti ma non puoi dirlo di me perchè io di aiuto ne ho dato tanto e di valore inestimabile. La verità è che anche tu non guardi oltre al tuo naso, dici di volere aiuto ma in verità non lo vuoi proprio per permetterti di lantarti.

  • in effetti sarebbe utile capire a quale tipo di aiuto ti riferisci.
    se morale o pratico fa molta differenza. sull'aiuto morale, cioè l'accettarti come sei e empatizzare anche con il tuo lato 'oscuro', se manca quello fai bene a non investire in rapporti che sono in realtà meramente edonistici (ma ahimè anche a quello siamo socializzati - non uso la parola 'educati' appositamente).
    l'aiuto pratico bisogna invece vedere nelle situazioni se è una possibilità realistica.

    comunque la tua descrizione suggerisce una notevole componente di introversione e questo rende più ostico l'apprendimento di modelli di relazione tipici, che comunque magari non soddisferebbero comunque i tuoi bisogni. ma non è un difetto di per sé, solo credo rende più difficile orientarsi nella ricerca.

    poi, non avermene perchè non lo dico con giudizio morale ma mera decodifica linguistica, parli di aiuto, di società individualistica, ma come lo concepisci nell'altra direzione? tu come aiuti gli altri? -intendo solo dire che mi sembri uno cognitivamente medio-alto e questo porta i pensieri a esser buoni filosoficamente occultando meglio il fatto che le nostre opinioni spesso sono l'espressione di sentimenti.

    la tua solitudine si capta e non ho dubbi, ed empatizzo, sul tuo soffrirne, e la tua riflessione morale è condivisibile, però penso sia comunque più sano soffrire che ribellarsi con una razionalizzazione. mi permetto di dirtelo solo perchè io ero maestra nel produrre ottima sociologia critica, fin da piccola, perchè non mi rendevo conto e non sapevo quindi assumermi i miei sentimenti. tuttora fatico ma ho capito che nemmeno Nietzsche ha poi tratto beneficio dalla sua ottima riflessione. e da quando accetto di considerare meri sentimenti e non anche subito massimi sistemi somatizzo molto meno...

    solidarietà.

  • è vero in parte quel che dici,mi ci sono ritrovata personalmente...ma le persone si sono come per dire...dileguate,e non è che non volessi davvero aiuto come dice qualcuno,credo solo sia questione di fortuna,di avere persone vicino che abbiano una certa sensibilità,evidentemente a noi non è successo...mi è anche successo di voler aiutare alcune persone e queste abbiano fatto finta d niente;questa cosa mi ha fatto pensare ma oggi direi che forse sono state educate così,a cavarsela da soli,o nel tempo si sono induriti perchè nessuno le ha aiutate(e per aiuto intendo anche il solo stare vicino,quel che dovrebbe essere l'amicizia) perchè hanno imparato a fare a meno degli altri,come io ora...crescendo mi rendo conta che non è ne colpa nostra ma nemmeno degli altri...è colpa di un divario immenso tra i modi di essere,di pensare e di agire delle persone,alla fine nessuno comprende nessuno,se non nella banalità.

  • Ok...ma la mia domanda rimane sempre quella,e non è retorica.
    ladyparsifal
    Perché qualcuno,dal nulla,dovrebbe aiutarti?
    E cosa significa "persone sensibili"? Non voglio essere troppo critica,ma vedo che a volte,una tendenza delle persone concentrate solo ed esclusivamente sui propri (seppur magari molto seri) problemi,tendono a vedere gli altri in modo distorto,come se non ne avessero e non potessero capire nemmeno lontanamente.
    Questo già di per sé non favorisce il dialogo...figuriamoci poi l'aiuto reciproco.

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

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