Trasferirsi all'estero: fuga necessaria?

  • In questa fase della mia vita,dovendo iniziare l'università e affrontare una serie di nuove esperienze mi rendo conto sempre di più che forse l'Italia non fa proprio per me.Forse anche per una serie di vicissitudini personali,mi sento una straniera in questo paese...o almeno,non riesco a concettualizzare cosa voglia dire essere italiani,studiare e lavorare in Italia,senza togliermi dalla mente quel provincialismo schietto che sembra permeare molto aspetti,diventare così tangibile da essere quasi un motivo di vanto.

    Ragazzi della mia età assolutamente inconsapevoli delle possibili aperture che un ambiente universitario o scolastico più internazionale potrebbe offrire loro,sia da un punto di vista culturale che umano.Persone che sono fondamentalmente individualiste,ma che non hanno la forza interiore per esserlo fino in fondo e scadono quindi nel provincialismo,nel cercare di sentirsi sé in un modo che è assolutamente inconsistente.Insomma,è soffocante.

    Non sto difendendo gli esterofili che pensano che tutto ciò che è italiano è cattivo e tutto ciò che è tedesco,inglese,francese,funziona alla perfezione.Mi chiedo solo se una persona con una mentalità che sente come aliena a un modo di pensare che tra i giovani invece pare andare per la maggiore,non si senta in dovere di provare a inserirsi altrove,dove si può sentire a casa senza per questo avere in mente un "dentro" e un "fuori",in cui i confini sono meno netti,meno inclusivi o esclusivi in toto.

    Nella fattispecie,voglio,nei prossimi anni,andare in erasmus a Berlino,città che sento profondamente mia,studiare il tedesco fin da ora,e tentare in futuro,di fare la specialistica lì.certo,ora devo concentrarmi sull'entrare a medicina senza lasciarmi travolgere da questo entusiasmo.Ma questo è quello che sento,che l'Italia non è la mia casa.

    Voi cosa ne pensate? Quali ragioni dovrebbero spingere un giovane a rimanere qui,escludendo quelle di tipo affettivo e sentimentale,dato che non concepisco come la vita di una persona dovrebbe essere strettamente determinata da questo?
    Dite la vostra.

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • Citazione

    Voi cosa ne pensate?

    se l'Italia non è la tua casa vai via dall'Italia, fai medicina a Berlino

    Citazione

    Quali ragioni dovrebbero spingere un giovane a rimanere qui,escludendo quelle di tipo affettivo e sentimentale,dato che non concepisco come la vita di una persona dovrebbe essere strettamente determinata da questo?

    una ragione senza dubbio la lingua, ma anche semplicemente il fatto di doversi spostare, no? è più facile che un giovane tedesco stia in Germania e un italiano in Italia

    è l'abitudine a volte che non ci fa cambiare strade e posti dove si vive...

    Nasci, studi, e vai a lavorare, per comprare quello che non hai, e così ti scordi che sei vivo.

  • Ho in mente una persona a me molto cara che fa esattamente quello che vuole... semplicemente facendolo, senza crearsi problemi: voleva lavorare, ha lavorato; voleva laurearsi, si è laurata con lode; voleva cambiare lavoro, ha cambiato lavoro; voleva girare il mondo, gira il mondo; non voleva me tra i piedi, mi ha escluso dalla sua vita. Io sono felice per lei.

    Se VUOI andare all'estero, perché ti attrae e infervora la sola idea... DEVI andare all'estero.
    Se se ne ha la possibilità, fare quello che si vuole è necessario.

    Diverso è non sapere quello che si vuole, ma non mi sembra il tuo caso (è il mio).

    Comunque in ogni Paese ci sono persone provincialotte e non, che si accumulano in zone e/o si distribuiscono qua e là. Ovviamente le metropoli, essendo porti di mare, o le città rese "in" da internet, offrono più possibilità per i giovani (nel senso che vanno tutti lì, e dunque la città diventa "giovane"). Anche quelle italiane, se il problema è solo "sensoriale" (di sensibilità). Il problema è quello solito: trovare persone affini a sé; ma per trovarle occorre essere a propria volta ben disposti.
    Per quanto riguarda la situazione economica e l'estetica/igiene le città italiane sono senza dubbio inferiori a quelle del resto dell'Europa.

  • Citazione

    Voi cosa ne pensate? Quali ragioni dovrebbero spingere un giovane a rimanere qui,escludendo quelle di tipo affettivo e sentimentale,dato che non concepisco come la vita di una persona dovrebbe essere strettamente determinata da questo?

    Forse per migliorare e credere ancora in questo paese? Forse per non scappare dalla nave che affonda come fece Schettino? Emigrano laureati e gente molto qualificata, ma allo stesso tempo accogliamo e importiamo disperati, extracomunitari e criminali in fuga dai loro paesi. Non va bene... è per questo motivo che non ho mai neppure pensato di emigrare (lingua a parte che non conosco). Se tutti quelli bravi ragionassero così, qua resterebbero solo stranieri, anziani e ladri. Ma questo è solo il mio pensiero...

  • Secondo me la maggior parte delle persone con il mito dell estero hanno vissuto quelle città in vacanza e ovvio che in vacanza pure il posto più degradato diventa figo.
    Ti riporto una mia statistica personale :
    il 90 % delle persone chr conosco ( me compresa) sono ritornate in Italia
    il restante 6 % rimane perché è giá partito con una laurea in mano e ha trovato più possibilità
    La percentuale che manca....rimane perché ha appoggi forti...come parenti o amici stretti..e questo non è da sottovalutare mai
    Personalmente la trovo una bella esperienza ma non lho vista molto formativa
    sono partiti degli elementi veramente poco raccomandabili...e sono tornati tali e quali a prima

  • Forse per migliorare e credere ancora in questo paese? Forse per non scappare dalla nave che affonda come fece Schettino? Emigrano laureati e gente molto qualificata, ma allo stesso tempo accogliamo e importiamo disperati, extracomunitari e criminali in fuga dai loro paesi. Non va bene... è per questo motivo che non ho mai neppure pensato di emigrare (lingua a parte che non conosco). Se tutti quelli bravi ragionassero così, qua resterebbero solo stranieri, anziani e ladri. Ma questo è solo il mio pensiero...

    Giusto quello che dici...idealmente..ma pensi che una persona possa davvero ragionare così quando si tratta della sua vita?

    Io non penso che il risollevarsi dell'italia sia quantificabile in termini di una vita umana (la mia) o due....si parla di generazioni e generazioni.E non mi riferisco solo alla crisi economica.Un cambiamento culturale,il sentimento del sentirsi parte di un tutto dalla più totale mancanza di senso civico e politico...non nasce nel giro di dieci o vent'anni.

    Quindi no,non è una motivazione che spingerebbe me a restare...ma non sei il primo a menzionarmela,quindi evidentemente ci saranno molte persone che la pensano così (!)

    MeMedesima
    Certo,sicuramente la vita da turista non è paragonabile a quella di un cittadino perfettamente inserito che vive lì la sua quotidianità.
    Infatti la mia idea di fare erasmus era proprio dovuta a questo:fare l'università in tedesco per ora è impensabile,ma per avere un assaggio di quello che può voler dire vivere a berlino,dieci mesi come studente erasmus possono farmi bene.

    Poi è vero che uno sbandato rimarrà sempre uno sbandato,infatti io non sto dicendo che andare all'estero trasformi le persone o che la Germania sia il paese dei balocchi.Io parlo di persone determinate a realizzare i propri obiettivi,con voglia di studiare,di lavorare,di integrarsi.Insomma,viene da me,non dal paese in cui vado...ma il paese in cui vado può offrirmi un ambiente culturale e un orizzonte che qui credo manchi,e che sarebbe a me favorevole,ecco il mio discorso.

    Sugli inutili viaggi all'estero (i cosiddetti viaggi-studio di nove mesi negli stati uniti a cazzeg*iare ) si potrebbe parlare per ore..conosco molte persone che hanno fatto il loro quarto anno di scuola superiore in america,per "farsi un'esperienza all'estero",che si traduceva in:rimanere indietro con le discipline dei programmi (ben più duri) dei loro licei italiani,idealizzare il posto in cui andavano,trovare la fidanzata,farsi una vacanzona...il tutto al modico prezzo di 30/40 000 euro.

    Ovviamente loro potevano...ma...bello spreco.

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • Comunque in ogni Paese ci sono persone provincialotte e non, che si accumulano in zone e/o si distribuiscono qua e là. Ovviamente le metropoli, essendo porti di mare, o le città rese "in" da internet, offrono più possibilità per i giovani (nel senso che vanno tutti lì, e dunque la città diventa "giovane"). Anche quelle italiane, se il problema è solo "sensoriale" (di sensibilità). Il problema è quello solito: trovare persone affini a sé; ma per trovarle occorre essere a propria volta ben disposti.
    Per quanto riguarda la situazione economica e l'estetica/igiene le città italiane sono senza dubbio inferiori a quelle del resto dell'Europa.

    Quoto.

    Non conosco abbastanza la vita delle metropoli italiane,infatti....vengo da una città provinciale,in cui le persone si sentono al top per motivi del tutto futili,e tutta la propria vita sociale passa attraverso i social,o comunque la possibilità che qualcuno possa vedere quello che tu fai,sentirsi magari inferiore,invidiarti e vederti come una persona f∙∙a.

    Io non voglio nulla di tutto ciò.

    There is a crack in everything That’s how the light gets in.

  • Gli italiani all'estero sono molto ricercati, soprattutto in ambito tecnico-scientifico. Ma sono italiani che si sono formati in Italia. Nonostante le enormi carenze che ha l'Università italiana la formazione e la programmazione didattica di alcuni Atenei è molto buona e di alto livello. E se la mancanza di fondi da un lato può essere limitante, dall'altro ti aiuta a sviluppare lo spirito del "mi arrangio come posso", a risolvere problemi, ad ingegnarsi. Se tu, azienda, prendi un italiano e lo metti in una struttura iper attrezzata ti fa miracoli. E questo fuori dall'Italia lo sanno.
    L'Erasmus lo lascerei perdere, non serve a nulla. Punterei piuttosto su un tirocinio all'estero, dove ti fai davvero il mazzo e impari qualcosa. Oppure su un dottorato, che prevede un periodo di diversi mesi all'estero.

    Il est, paraît-il, des terres brûlées donnant plus de blé qu'un meilleur Avril

  • Mio compagno di classe alle elementari:
    già a 8 anni ragionava da "scienziato", gli piaceva la materia.
    Il padre, anche lui grande studioso, se non ricordo male è ingegnere. Appassionato di materie scientifiche.
    Il buon giorno si vede dal mattino insomma.

    Cosa ha fatto?
    1) scuole medie nella miglior struttura della cittadina (70mila abitanti).
    2) Liceo classico sempre nella stessa cittadina.
    3) Università ad indirizzo "Medicina generale" in Italia, Univeristà pubblica e rinomata.

    Da qui in poi, la sua scelta.

    4) Specializzazione in neurologia in Austria.
    5) Due anni di pratica/tirocinio in Francia.
    6) Ora, alla "veneranda" età di 38 anni è relatore e responsabile del settore neurologia in un grosso ospedale di Seattle.

    Inutile dirti che li gli ospedali sono quasi degli alberghi.

    Sicuramente è stato aiutato dalla famiglia, avrà ricevuto degli aiuti ma oggi ha un curriculum valido (Negli States conta il saper fare prima di tutto) che non finisce più.

    Ha lavorato e molto. Determinato, ha scelto di dedicare buona parte della sua vita alla passione per quella materia.

    Uno dei rarissimi esempi in cui semini bene e raccogli anche meglio.

    Ha sacrificato (e molto) la vita privata ma era prevedibile, per arrivare a quei livelli, impensabili per uno di 38 anni, qui in Italia.

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