che situazione incredibile...solitamente sono io a interrompere o a non iniziare proprio rapporti interpersonali per mancanza di fiducia.
per me la fiducia è tutto.
se io resto a piedi in papuasia magari non ti chiamerò mai per venirmi a prendere, ma dentro di me devo sapere che lo faresti.
perchè ci sono state delle volte in cui io sono andata a recuperare x in papuasia, ma quando è toccato a me ad essere recuperata...vada per la prima volta, ognuno di noi ha una vita, ci sono anche le coincidenze,ma se c'è la seconda...tertium non datur.
Visto che non ti fidi, abbiamo chiuso.
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Io non mi fido mai di nessuno e chi mi sta attorno lo sa.. Capita spesso che le mie amiche si confidino con me o mi facciano leggere una loro poesia e io mi chiedo come facciano, perché io delle cose così personali non le scriverei nemmeno su un diario che leggo solo io. Lo sanno che io con loro non farei mai la stessa cosa, nonostante per me siano molto importanti, ma, se dovessero tagliare i ponti per la mia diffidenza, credo che rimarrei sola al mondo.
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sai hope la tua è...discrezione non diffidenza.
io ho più di un'amica che mi raccontano solo il 20% delle loro cose personali mentre io salgo al 50%,ma mica mi offendo,magari a 16 anni,ma adesso a me interessa che loro abbiano la certezza che se vogliono parlarne possono farlo quando vogliono. -
Ti sei mai chiesta se sia tu a non percepire degli atti di fiducia (o sforzi fatti per conquistarla) delle altre persone (verso di te) come tali (dandoli magari per scontati) ?
Non credo perché non è che per conquistare la mia fiducia si debbano fare chissà quali gesti, mi basta che una persona sia coerente e che agisca in linea con ciò che dice, specialmente se lo promette o, addirittura, lo assicura.
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Probabilmente essere più o meno diffidenti dipende dal nostro bagaglio genetico. C'e' chi nasce ottimista e fiducioso e chi invece non lo sarà mai, anche con tutte le rassicurazioni.
Inutile recriminare sugli altri e su come sono fatti. Sono fatti come noi. Per cui se ci va bene ce li teniamo, se non ci vanno bene si cambiano. Finchè si può. -
Probabilmente essere più o meno diffidenti dipende dal nostro bagaglio genetico. C'e' chi nasce ottimista e fiducioso e chi invece non lo sarà mai, anche con tutte le rassicurazioni.
Inutile recriminare sugli altri e su come sono fatti. Sono fatti come noi. Per cui se ci va bene ce li teniamo, se non ci vanno bene si cambiano. Finchè si può.Potresti gentilmente indicarmi il gene che codifica il fattore diffidenza?
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Potresti gentilmente indicarmi il gene che codifica il fattore diffidenza?
...questa piu' che una gentil richiesta, suona come una provocazione....ma va bene lo stesso.
Non sarà facile individuare quale è il gruppo genetico [non il gene] che entra in gioco nel diterminare una personalità diffidente, visto che i geni sono 25-30.000[per ogni cellula] di qui quasi un quarto inattivi o attivi periodicamente.
Ma si può cercare conferme più o meno evidenti sia nel nostro comportamento infantile, sia nel comportamento del genitore a cui si somiglia di più morfologicamente, soprattutto chiedendo loro come erano alla nostra età, e meglio ancora, chiedendolo a chi li ha conosciuti.
Se poi l'inclinazione è questa, altri input ambientali, come per esempio, un ambiente famigliare psicologicamente istabile, non possono fare altro che acuire la diffidenza verso gli altri in senso lato, e soprattutto verso soggetti che in qualche modo possono riportare alla memoria atteggiamenti che ci mettevano in allarme e stimolavano la vigilanza e l'aggressività preventiva.
Tipico il caso in cui il figlio [o la figlia] non può fidarsi del genitore, perchè tossico o alcolista, o inaffidabile o troppo assente. Il che spinge a fare da se e a diffidare del sesso di appartenenza il genitore in questione.
Ma siccome le variabili sono tante, bisognerebbe entrare nel caso specifico per essere più precisi. -
Citazione
Non sarà facile individuare quale è il gruppo genetico [non il gene] che entra in gioco nel diterminare una personalità diffidente, visto che i geni sono 25-30.000[per ogni cellula] di qui quasi un quarto inattivi o attivi periodicamente
Aspetta, io ero rimasta che il genoma umano era stimato all'incirca sui 20 000–25 000 geni. Cito direttamente Wikipedia:
Citazionegenoma umano è il genoma dell'Homo sapiens, che è composto da 46 distinti cromosomi (22 paia di autosomi + X + Y) con un totale di approssimativamente 3,2 miliardi (corredo aploide) di paia di basi di DNA contenenti all'incirca 20 000–25 000 geni
Rispetto all'ereditarietà e alla base genetica di malattie psichiatriche e disturbi della personalità, per quel che so non si è arrivati a risultati definitivi validati dal punto di vista scientifico anche perché è un ricerca metodologicamente tanto complessa ( poi se vuoi ti posso citare da dove ho ricavato questa affermazione ) che sarebbe quanto meno ingenuo credere alla varie scoperte del "gene della depressione, dell'alcoolismo, della gelosia ecc. " che di tanto in tanto saltano fuori.
Comunque chiederò informazioni più precise ad un mio amico laureato in biologia appena lo sento, si sa mai che la ricerca abbia fatto qualche passettino avanti ( ma mi sa di no ).
Quello che credo io è che l'ambiente familiare influenzi nel bene e nel male la crescita dell'individuo maggiormente rispetto a tutto il resto e che la reazione dipenda sì dall'indole innata, ma solo in parte, poi come dici tu entrano in gioco talmente tante di quelle variabili che sarebbe da prendere in considerazione caso per caso. -
Quello che credo io è che l'ambiente familiare influenzi nel bene e nel male la crescita dell'individuo maggiormente rispetto a tutto il resto e che la reazione dipenda sì dall'indole innata, ma solo in parte, poi come dici tu entrano in gioco talmente tante di quelle variabili che sarebbe da prendere in considerazione caso per caso.
Si può credere quello che si vuole.
Io non credo, ma penso invece che ciò che nasce tondo non muore quadrato, e che l'intima costituzione del nostro DNA-RNA ha grande plasticità e capacità di adattamento [chi piu' chi meno], ma non puù trasformarsi in qualcos'altro, nemmeno di fronte a tutti gli stimoli di questo mondo. Se sei un' aquila non puoi diventare un pollo. Ma puoi sempre credere di esserlo.
Detto questo non resta che aggiungere che noi possiamo modificarci nei limiti consentiti dal nostro corredo genetico, e possiamo adattarci agli ambienti fisico-chimico-biologici-sociali più diversi, mas non possiamo stravolgere la nostra natura, perche l'ambiente cambia anche nell'arco di un minuto, mentre la nostra natura data miliardi di anni, ovvero da quando si è composto il primo addensamento biologico, di cui noi siamo la sofferta conseguenza. -
Per sapere se l'ambiente possa stravolgere la natura di una persona bisognerebbe conoscerla con certezza. Spesso non è facile nemmeno per l'individuo stesso capire quale sia il vero se stesso, tra le varie pressioni esterne. Per me non è così scontato riuscire a scindere ciò che veramente fa parte dell'indole e quanto procurato o immesso dall'esterno.
Sarebbe interessante ipotizzare un percorso per ritrovare la vera indole, anche se alla fine credo che pochi lo seguirebbero.
E' vero che ci sono aquile dalle ali tarpate che si credono ingiustamente polli e anche qui sarebbe interessante capire come, perchè e soprattutto da chi siano state tarpate, come ci sono polli che si credono aquile mentre sono polli, con tanta autostima, ma pur sempre polli ( anche se a volte è più facile capire da chi e come vengono galvanizzati i polli ).
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