Gesù Cristo

  • Gli evangelisti raccolgono un messaggio di salvezza, non fanno una biografia. Vanno direttamente al punto senza girare intorno alle parole.
    Per questo se non si legge il Vangelo non si capirà mai di che si parla, il messaggio deve arrivare dritto, evitando le chiacchiere su questioni non rilevanti, focalizzandosi sul ministero di Cristo e sulle sue intenzioni.
    Fosse una storiella edificante tutto farebbe brodo, nei Vangeli accade esattamente il contrario. I testi servono per evangelizzare il mondo, portando il messaggio dappertutto, non avrebbe avuto alcun senso scrivere un mattone di 20.000 pagine. Il cristianesimo insegna che il più nelle parole è sempre superfluo, come vediamo anche oggi.
    Viceversa leggendo i Vangeli come una storiella per intrattenere, essa appare assolutamente incomprensibile e noiosa, meglio leggersi allora la biografia di Roberto baggio.

    Con i miti greci i Vangeli non hanno alcuna attinenza, i miti sono per natura trasposizion di idee sotto forma di storia, sublimazione degli istinti dell'uomo, nei Vangeli si parla di vita vera, anche qui, andrebbero letti piu che commentati.

    Putroppo l'incredulità ha preso il sopravvento, 3 secoli di razionalismo scientifico hanno causato gravi danni.

    Per quanto riguarda la resurrezione essa è la summa, il destino finale, a nulla servirebbe tutto ciò che è avvenuto prima di essa, senza di essa.
    Il problema è che appartiene a una dimensione totalmente sconosciuta e indescrivibile, difficile da collocare storicamente a causa della sua natura, cristianamente parlando è come un seme che deve dare ancora frutto. La primizia, in attesa che si compia come legge universale.

    Totus tuus viaggio all'inferno e ritorno. Una testimonianza di conversione.

  • Mi accingo ad una difficile impresa: stendere un breve profilo psicologico di Gesù.
    In quanto uomo, è possibile tracciarne un profilo psicologico. Aveva una psiche

    La personalità di Gesù, considerando tutti gli episodi dei quattro Vangeli, risulta piuttosto complessa.

    Nel modo di relazionarsi agli altri ad esempio a tratti ha una dolcezza sorprendente, come nell'episodio dell'adultera che viene da lui salvata con il "Chi è senza peccato scagli la prima pietra" dagli uomini che volevano lapidarla, in altri casi è di una durezza straordinaria, come quando senza mezzi termini identifica i farisei come "ipocriti", "ciechi guide di ciechi", "sepolcri imbiancati". Questo sembrerebbe anche in contrasto con il suo insegnamento "Non giudicare", ma per il credente è giustificato dal fatto che Gesù è anche Dio e scruta nei cuori, dunque ha il potere di giudicare.
    Sempre riguardo al relazionarsi con gli altri, un episodio che può apparire contraddittorio è quello in cui una donna straniera gli si avvicina per chiedergli la guarigione di sua figlia indemoniata. Gesù inizialmente ignora la sua richiesta, poi le risponde impietosamente che deve occuparsi prima degli Ebrei e poi degli stranieri; la madre insiste ancora una volta e si verifica immediatamente un mutamento nell'atteggiamento di Gesù, che la loda per la sua fede e le concede il miracolo. In questo caso la spiegazione sembra essere questa: Gesù conosceva già in cuor suo che la donna avrebbe insistito e desiderava soltanto rafforzare la sua fede, avendo già l'intenzione di concederle la grazia.
    Un altro episodio in cui il Cristo fa sfoggio della sua forza è nel tempio, quando intreccia delle piccole fruste, rovescia le bancarelle dei mercanti e li scaccia affermando che da "casa di preghiera" il tempio si è trasformato in "spelonca di ladri".
    Sono poi riportati infiniti episodi in cui Gesù concede la guarigione ad una folla di malati o a delle singole persone, episodi in cui si evidenzia una particolare sensibilità ed un essere a disposizione degli altri da parte di Gesù.
    Quanto alle relazioni con gli altri, possiamo concludere che da una parte ha un'eccezionale sensibilità, tra l'altro rara da trovarsi in un uomo, dall'altra sa essere forte con i forti e non ha paura di dire la verità e di essere anticonformista.

    Per quanto riguarda il rapporto con Dio, Gesù si dimostra essere un uomo estremamente religioso. Nel suo insegnamento fa sempre riferimento a Dio, ad esempio quando afferma che "i puri di cuore vedranno Dio" o "Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro nei cieli". Ma soprattutto ha un rapporto profondamente personale con Dio: spesso si reca in luoghi isolati a pregare e nel Vangelo vengono riferite anche alcune occasioni in cui trascorre la notte in veglia di preghiera. Dunque la sua intensa attività apostolica ed il suo frequente contatto con gli uomini, sia gli Apostoli con cui vive fianco a fianco sia le persone che incontra lungo il suo cammino, Gesù dedica una buona quantità del suo tempo alla preghiera.

    Per chiudere questo breve profilo, diamo un'occhiata ai sentimenti prevalenti sperimentati da Gesù.
    Il sentimento che il Cristo sembra provare più spesso è l'amore. Questo sentimento è presente quando compie le guarigioni, quando prega, quando ha dialoghi con le persone, ad esempio nella conversazione presso il pozzo con la samaritana.
    Un sentimento tradizionalmente ritenuto negativo, la rabbia, si mostra in più di una circostanza: ad esempio nei già citati episodi degli aspri rimproveri ai farisei e nello scacciare i mercanti dal tempio. Un altro episodio in cui Gesù mostra di provare questo vissuto è quando rimprovera le città di Betsaida e Cafarnao.
    Il sentimento della gioia appare poco, anche se possiamo supporre che sia presente anch'esso nel vissuto dell'amore. In modo esplicito esso appare nella lode di Gesù al Padre per aver nascosto la sua sapienza ai dotti e per averla rivelata agli umili, una preghiera di lode simile a quelle di San Francesco, che molti considerano il Santo della gioia. L'unico altro episodio in cui, che io sappia, Gesù manifesta la sua gioia è nel Vangelo di Giovanni, durante il suo ultimo discorso agli Apostoli prima della dolorosa Passione che lo attende. In questo passo Gesù afferma "Queste cose vi ho detto perchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena". Ciò presuppone che Gesù sia felice, e che la sua felicità sia "piena". Nello stesso discorso Gesù afferma: "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato" e sembra confermare la nostra supposizione che, quando prova amore, Gesù prova anche gioia.
    Infine abbiamo uno degli episodi più conosciuti, il punto di svolta della vicenda di Gesù, ossia il già citato episodio del Getsemani: qui Gesù dimostra tutta la sua umanità e fragilità chiedendo al Padre di "allontanare da sè quel calice", tuttavia dà nuovamente prova di forza accettando anche in questo caso, allo stremo delle sue forze, la volontà di Dio "...ma sia fatta la tua volontà". Qui l'emozione predominante è la paura, l'angoscia, a cui Gesù fa fronte gettandosi in preghiera ed affidandosi alla volontà del Padre. E' da notare che, superato questo momento di tentazione e di debolezza, Gesù manterrà uno straordinario contegno lungo tutta la Passione: affermerà di fronte ai capi dei sacerdoti di essere Dio, non risponderà nulla ad Erode, dirà in faccia a Pilato che se non fosse per il Padre non avrebbe alcun potere su di Lui, risponderà alle donne che lo commiseravano di non piangere per Lui, perdonerà il buon ladrone sulla croce e, appena prima di spirare e consegnare la sua anima al Padre, gli chiederà di perdonare i suoi assassini.
    Con questa vicenda, che conclude l'avventura terrena di Gesù, concludiamo anche la nostra analisi psicologica.

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