La scuola è triste e sbagliata

  • Piano. Questa potrà anche essere una bella frase, carica di significato e pure vera. Ma la realtà è che la scuola non è nata perché allo stato non piaceva gente ignorante, e nemmeno perché il popolo ha lottato per avere questo diritto. E' nata nel periodo della rivoluzione industriale e il suo unico scopo era insegnare ai bambini il mondo della fabbrica, degli operai, delle cose noiose e ripetitive. Non per nulla la scuola tuttora ha le sembianze di una fabbrica: orari di apertura e chiusura, campanelle che definiscono il tempo; i bambini sono persino organizzati ad anno di "produzione". Ma chi lo dice che la cosa più importante che abbiano in comune è l'anno di nascita? (cit.) La scuola insegna ad obbedire (non per nulla è basata su una gerarchia chiara ed evidente) ed a rimanere concentrati, ad essere conforme agli altri, a capire che c'è una sola risposta, a non porre domande e a rispondere quelle che ti fanno.

    Non sono d'accordo.
    La scuola esiste da che esiste un padre e un figlio, e una madre e una figlia.
    Il padre insegnava a cacciare, tendere trappole, e sfuggire ai nemici. La madre a raccogliere le radici e le erbe giuste, a organizzare la tana e occuparsi al meglio della prole.

    Poi ogni civilta a seguito quello che sembrava meglio al momento.

    Se tu riferisci alla scuola italiana dell'ottocento...direi che e' stata una conquista non da poco, visto che prima era il nobile latifondista che decideva chi doveva imparare a scrivere e far di conto, mentre per tutti gli altri c'era il lavoro nei campi.

    Se poi ti riferisci all rivoluzione industriale italiana, che e' arrivata si e no un secolo fa, la scuola ha permessoal ploretariato e al sottoploretariato urbano di leggere qualche libro e allargare i propri orizzonti. Cosa che fino al giorno prima era riservata ai figli dei borghesi benestanti, a cui erano riservate tutte le cariche politiche, civili e sociali.

    Se al governo e all'amministrazione delle citta, delle regioni e dello stato ci possono andare anche i figli di operai, lo si deve proprio alla scolarita', che ha permesso a tutti di avere una istruzione.

    Dopo il 68, anche i ceti meno abbienti e il sottoploretariato ha potuto aspirate ad andare all'universita'. Cosa che prima era riservato solo ai liceali, che, naturalmente, erano figli del medico, del farmacista e del commenda del paese.

    Evidentemente, anche se ti ha insegnato a leggere e scivere in modo prolisso, hai delle lacune notevoli nella storia nazionale.

    Citazione

    Sono pochissime le cose che "impari" (perché alla fine le impari davvero solo se ti piacciono, altrimenti te le dimenticate un mese dopo, pur essendo utili) che poi ti aiuteranno effettivamente nella vita. Io chiedo semplicemente che la scuola si metta in discussione. E' davvero la soluzione migliore questa? Vi prego, possiamo pensarci un pò? Sapete secondo me perché non è ancora cambiata? Perché ti rendi conto che fà schifo solo quando sei verso la fine di essa, un momento in cui la scuola è l'ultimo dei tuoi pensieri, proiettato verso il futuro: università o lavoro che sia. A cosa me ne importa a me della scuola quando ormai sono fuori da essa?

    Dopende da te.
    Che la scuola sia sempre la stessa e' una sciocchezza di una persona troppo giovane o senza memoria.

    Quando ho cominciato io avevamo tutti il grembiulino nero con i gradi sulla manica, scrivevamo in bella calligrafia con la penna a pennino e l'inchiostro nel calamaio, e ci alzavamo tutti in piedi quando entrava la maestra. E quando parlava nessuno fiatava, mentre ogni sgarro era punito anche con pene corporali.

    Non ti parlo del medioevo. Ti parlo degli anni '60.
    Gia' qualche anno dopo era tutto cambiato, compresa la possibilita di proporre, fare domande e essere libero di esprimere opinioni e commenti, attraverso i canali previsti.

    Ma siccome la scuola l'ho frequentata fino a qualche anno fa, ti posso dire tranquillamente che e' irriconoscibile rispetto a quella che ho conosciuto io.

    Per non parlare dell'universita', dove dire che forse si e' esagerato un po', e' un eufemismo.

    Non ultimo...se ora vuoi che cambi, ma secondo una logica pretattamente strumentale e utilitaristica, non devi fare altro che sostenere questo governo. Chissa'...magari poi ti piacerà di piu'.

    Citazione

    Alla fine, anche io fra 5 anni penserò "La scuola è stata pessima, ma mi è servita a qualcosa", perché alla fine, dei ricordi, cerchiamo di trarne le cose migliori. Ma quello che dico ora, e penso ora, da lucido, da studente vicino più di chiunque altro alla scuola è che ci sta uccidendo, sta uccidendo anche le capacità da bambino che noi tutti possediamo che sono preziosissime per il lavoro, per la vita e per la stessa evoluzione della specie:

    Non credo sia la scuola ad uccidere la specie. E' la fame insaziabile di tutto quello che vediamo e immaginiamo.
    Credo che ad uccidere la specie saranno piu' i videogiochi che la scuola.

    Citazione

    Vi lascio con uno spunto:

    E dove vai? Nel Burkhina Faso? Loro vogliono venire in Italia, perche' ci stanno benissimo. Prova a fare uno scambio: casa tua in cambio della loro capanna. Magari ti trovi bene.

    Citazione

    In america hanno fatto uno studio sul "Divergent thinking" che non saprei come tradurre. Il test effettuato a fasce d'eta (5-7, 8-10, 12 anni) comprendeva domande del tipo "Quante cose potresti pensare di poter fare con una graffetta?". Se proponevi 200 valide soluzioni eri considerato un genio del "Divergent thinking" (capacità di vedere un problema da diversi punti di vista e trovare numerose risposte). Dei 1500 individui tra i 5 e 7 anni, il 98% arrivava almeno al livello "Genio". Dei 1500 individui tra gli 8 ed i 10 anni, solo il 30% arrivava a quel livello e a 12 anni nemmeno il 10%. Stiamo andando veramente nella direzione giusta?

    A me sembra che tu abbia l'animo del disfattista.
    Se non ti piace, impegnati per cambiarla. Te l'ho gia detto. Ma incomincia tu. Non aspettare che incomincino gli altri.

  • La scuola a cui mi riferivo io era palesemente quelle istituita nell'Ottocento.
    Non posso negare che la scuola ha fatto pochi progressi. Ma cosa? L'abolizione delle pene corporali teorizzata da Quintiliano nel 50 d.C? Poi cosa? I grembiulini? Che conquista! Siamo per fino riusciti ad ottenere la possibilità di fare domande... nel 21 esimo secolo tutto questo non basta.

    Citazione

    Non credo sia la scuola ad uccidere la specie. E' la fame insaziabile di tutto quello che vediamo e immaginiamo.

    Sono troppo stupido per colpa dei videogiochi, me lo rispiegheresti?

    Citazione

    E dove vai? Nel Burkhina Faso? Loro vogliono venire in Italia, perche' ci stanno benissimo. Prova a fare uno scambio: casa tua in cambio della loro capanna. Magari ti trovi bene.

    Seriamente? Hai riso a questa battuta?

    Citazione

    A me sembra che tu abbia l'animo del disfattista.
    Se non ti piace, impegnati per cambiarla. Te l'ho gia detto. Ma incomincia tu. Non aspettare che incomincino gli altri.

    Secondo me i giudizi dovresti tenerteli per te, come i miei per te. Ti hanno insegnato il rispetto per gli altri. Usa queste conoscenze altrimenti non potrai mai parlare con qualcuno che la pensa diversamente da te. Tutte queste piccole freccette puoi tranquillamente evitarle... Grazie.

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

  • Non posso negare che la scuola ha fatto pochi progressi. Ma cosa? L'abolizione delle pene corporali teorizzata da Quintiliano nel 50 d.C? Poi cosa? I grembiulini? Che conquista! Siamo per fino riusciti ad ottenere la possibilità di fare domande... nel 21 esimo secolo tutto questo non basta.

    allora spiega che cosa vorresti da una scuola.
    Finora non l'ho capito.
    Le scuole che ho fatto io non mi hanno permesso di comprendere tutto. Solo i ragionamenti chiari e distinti.

  • Seriamente? Hai riso a questa battuta?

    Io stavo per farmela sotto dalle risate... :blush:

    Secondo me i giudizi dovresti tenerteli per te, come i miei per te. Ti hanno insegnato il rispetto per gli altri. Usa queste conoscenze altrimenti non potrai mai parlare con qualcuno che la pensa diversamente da te. Tutte queste piccole freccette puoi tranquillamente evitarle...Secondo me i giudizi dovresti tenerteli per te, come i miei per te. Ti hanno insegnato il rispetto per gli altri. Usa queste conoscenze altrimenti non potrai mai parlare con qualcuno che la pensa diversamente da te. Tutte queste piccole freccette puoi tranquillamente evitarle...

    È quello che penso anch'io, ho notato questo atteggiamento in molti post di doctor Faust. Quindi d'ora in avanti eviterò di rispondere ai suoi commenti, è la cosa migliore.

  • allora spiega che cosa vorresti da una scuola.
    Finora non l'ho capito.
    Le scuole che ho fatto io non mi hanno permesso di comprendere tutto. Solo i ragionamenti chiari e distinti.

    Seriamente, io ti considero una persona intelligente e ritengo tu sia davvero qualcuno che, proprio perché ha una idea molto diversa dalla mia, possa essere fonte di ispirazione e di critiche serie verso le mie idee che sono lacunose. E' davvero necessario continuare questa discussione, che è cominciata bene, con tutta una serie di stupide freccette da parte mia e tua fino a sfociare in qualcosa di veramente poco costruttivo? Capisco che tu ti possa essere sentito attaccato dai miei post, ma ti giuro non l'ho fatto con questo intento e mi dispiace e soprattutto mi scuso di questo.

    Ora la mia idea di scuola me la sto facendo informandomi a tal proposito. Ma secondo me la cosa assolutamente fondamentale è dare la libertà di scelta agli studenti di studiare ciò che sentono di piacere fin dalle elementari. Magari la grammatica italiana e la matematica di base per 3 o 5 anni fino ai 10 anni, ma poi per il resto lasciarli liberi.
    Tu potrai pensare: si va bé, ma da bambini quello che vogliono è giocare e basta. Per questo la pedagogia è sempre complicata: la logica dei bambini è irrazionale e spesso complicata pur sembrando semplice. C'è pure qualcuno che ha teorizzato l'infanzia dominata dal gioco per ogni bambino (penso sia Tolstoj).

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

  • Ognuno ha il suo stile per interloquire.

    Non facciamone un inciampo.

    Scuole come quelle che favoleggi tu già ci sono.
    Per esempio le Steineriane http://www.rudolfsteiner.it/scuola/index.php

    Ma ci sono scuole private a vari indirizzi.

    Il problema, a mio parere, e' che la scuola pubblica, per quanto sia disastrata e in via di smobilitazione da questo governo, garantisce al suo interno una grande varieta' di insegnanti, provenieneti da varie formazioni, culture, identita' politico-sociali.

    Non c'e' una scuola non pubblica dove tu possa trovare cosi tanti modelli culturali: dal professore ignorante a quello geniale, da quello dialettale a quello internazionale, da quello conservatore a quello progressista, da quello fanatico al Laissez-faire.

    L'unico problema reale su cui concordo, e' che il corpo docente sta virando in modo deciso verso il femminile, e questo e' un danno, secondo me.

    Perche'?

    Perche' nell'eta' formativa ci vogliono tutti e due i modelli, maschile e femminile, che non si possono surrogare mettendo i pantaloni alla prfessoressa.

  • Concordo pienamente, e mi permetterei di aggiungere qualche riflessione.

    1) E' vero che la scuola non insegna tutto - nessuna scuola, comunque concepita, potrebbe farlo. Una delle funzioni della scuola e' quella di sviluppare la curiosita' dell'individuo e di fornire i mezzi atti a soddisfarla. Chiedere di piu' significherebbe, paradossalmente, rivendicare il diritto all'autonomia demandando pero' ad un ente esterno (la scuola) il compito di scoprire quel che si vorrebbe conoscere e successivamente di farcelo conoscere. Altra funzione della scuola e' quella di preparare l'individuo a relazionarsi con la societa' in cui vive - e secondo il mio punto di vista una scuola che non si proponesse questo compito non avrebbe senso. Se la societa' e' fatta in un certo modo non e' colpa della scuola, senza contare che societa', scuola ecc. sono formate da individui - noi - dotati di libero arbitrio e dunque capaci di cambiare le cose. Della scuola com'e', io ne cambierei molte (ad esempio. proporrei l'insegnamento della filosofia come materia obbligatoria in tutti gli indirizzi della scuola secondaria perche' anche un idraulico deve saper pensare) ma dire che la scuola uccida la flessibilita' "in nome di una ottusa cultura generale" mi sembra un'esagerazione. E poi perche' "ottusa:" perche' e' generale? Ci sarebbe un'altra cultura (non generale) che verrebbe passata sotto silenzio? Per quel che mi riguarda, la cultura generale e' quel che fa di me un essere raziocinante, o piu' banalmente quel che mi suggerisce di non ripararmi sotto un albero durante un temporale, evitando di incolpare il creatore se mi succede qualcosa. Una scuola come viene descritta in alcuni messaggi mi fa pensare al Ventennio, ma pian piano l'importanza del confronto e della discussione (diversi dal semplice "far domande") si e' fatta strada (anche ammettendo la diversita' delle esperienze individuali). Personalmente ritengo la scuola un'istituzione democratica perche' fornisce gli strumenti di pensiero adatti a criticarla.

    2) Non e' chiaro il riferimenso allo studio americano. Una delle cose che mi ha insegnato la scuola e' la capacita' di lettura critica di un testo, e di conseguenza mi chiedo: 1) Chi ha condotto lo studio? Su quale rivista e' stato pubblicato? Come e' stato accolto dalla comunita' scientifica (es: qualcuno ha cercato di replicarne/confutarne i risultati)? Il metodo adottato e' scientificamente corretto (es.: ci si e' preoccupati di evitare disparita' di sesso, classe sociale, razza - tutte cose che potrebbero aver influito sui risultati)? E quale era lo scopo dello studio - fornire un fondamento scientifico al dibattito sulla natura umana (es.: la creativita' e' innata ma per effetto dell'educazione - in senso largo - la si perde man mano che cresciamo)? Dimostrare che la creativita' e' inversamente proporzionale all'eta' dell'individuo? E quale e' il nesso con la scuola (il fattore determinante potrebbe essere anche il tipo di educazione impartita dai genitori, ad esempio.).

    3) Per tornare alla scuola, mi permetterei un'ultima osservazione (a rischio di andare fuori tema), che non vuole essere critica pedante (giuro!) ma semmai un consiglio in vista della maturita'. Si parla tanto della scuola delle 3"i" - inglese, internet e impresa, mi pare. Ecco, io mi sentirei di aggiungerne una quarta: ITALIANO! che pure comincia per "i." Sembra banale ma... per favore, attenzione all'ortografia: "ne' caldo ne' freddo" andrebbe scritto con l'accento; "fa", invece, senza l'accento mentre po' ("un po'") con l'apostrofo. O perlomeno la maestra Fiorangela, socraticamente aperta alla discussione, sull'ortografia proprio non transigeva - e credo lo stesso valga per i commissari. :)

    Ultimissime: Le parole di una sola sillaba (sto,fa,ecc.) hanno indetto una petizione per protestare contro il proliferare di accenti superflui. Nel suo ultimo comunicato, il monosillabo "po' " rivendica il suo status di parola tronca e con esso il diritto a fregiarsi di un apostrofo anziche' del plebeo accento.

  • Citazione

    Non c'e' una scuola non pubblica dove tu possa trovare cosi tanti modelli culturali: dal professore ignorante a quello geniale, da quello dialettale a quello internazionale, da quello conservatore a quello progressista, da quello fanatico al Laissez-faire.

    Ed è un bene? Nella scuola private se non altro se un professore non fà un c∙∙∙o e non insegna, viene sostituito da uno più competente. E' davvero così sbagliato avere poca varietà ma essere certi che i professori siano competenti. Nella scuola privata non puoi trovarti il professore ignorante. Almeno non dovrebbe essere così.

    Citazione

    E' vero che la scuola non insegna tutto - nessuna scuola, comunque concepita, potrebbe farlo.

    E cosa sarebbe questo "Tutto" di cui parli? Secondo te sarebbe giusto che tutti sapessero tutto? Sarebbe possibile? Se si, cos'è il tutto?

    Citazione

    Una delle funzioni della scuola e' quella di sviluppare la curiosita' dell'individuo e di fornire i mezzi atti a soddisfarla

    A me sembra tanto che i mezzi per soddisfarla e per sviluppare la curiosità siano molto limitati. Seriamente. Ti spiattellano lì 10 materie, che non si sà chi ha scelto e perché, e ti obbligano a studiare e ad ottenere la sufficienza almeno in tutte. Mi sembra tanto che qui si premi il conformismo e l'essere mediocri in tutto invece che sviluppare curiosità e sviluppare le doti di ogni singolo individuo.

    Citazione

    Chiedere di piu' significherebbe, paradossalmente, rivendicare il diritto all'autonomia demandando pero' ad un ente esterno (la scuola) il compito di scoprire quel che si vorrebbe conoscere e successivamente di farcelo conoscere.

    E questo sarebbe un paradosso perchè....?

    Citazione

    Altra funzione della scuola e' quella di preparare l'individuo a relazionarsi con la societa' in cui vive - e secondo il mio punto di vista una scuola che non si proponesse questo compito non avrebbe senso. Se la societa' e' fatta in un certo modo non e' colpa della scuola, senza contare che societa', scuola ecc. sono formate da individui - noi - dotati di libero arbitrio e dunque capaci di cambiare le cose

    Perché una scuola più democratica minerebbe questo obiettivo di "socializzare" o aiutare a socializzare un individuo?

    Citazione

    Della scuola com'e', io ne cambierei molte (ad esempio. proporrei l'insegnamento della filosofia come materia obbligatoria in tutti gli indirizzi della scuola secondaria perche' anche un idraulico deve saper pensare) ma dire che la scuola uccida la flessibilita' "in nome di una ottusa cultura generale" mi sembra un'esagerazione.

    Tu proporresti filosofia obbligatoria perché a tuo parere aiuta a pensare. Io proporrei informatica obbligatoria perché siamo nel ventunesimo secolo e non si possono vedere quegli "stupidi plebei" (provocazione) che non sanno cos'è Un Controller o un View o un Model nel pattern MVC nella programmazione orientata ad oggetti. Qualcun'altro proporrebbe botanica obbligatoria perché non è pensabile vivere tra la natura e non sapere come funziona. Altri Psicologia obbligatoria perché è importante per interagire con gli altri. Vediamo... dove ci porta tutto questo? Ad avere ragazzi che studiano tutto perché tutte le materie sono utili. E chi ti dice che la tua filosofia sia più importante della botanica? Serve davvero?

    Citazione

    E poi perche' "ottusa:" perche' e' generale? Ci sarebbe un'altra cultura (non generale) che verrebbe passata sotto silenzio? Per quel che mi riguarda, la cultura generale e' quel che fa di me un essere raziocinante, o piu' banalmente quel che mi suggerisce di non ripararmi sotto un albero durante un temporale, evitando di incolpare il creatore se mi succede qualcosa.

    Ottusa perché non vuole vedere qual'è il campo in cui ogni individuo è più afferrato per sviluppare la sua genialità in quel campo. Pensaci. E' più semplice istruire tutti ugualmente che prendersi la briga di scorgere in ogni individuo le sue doti maggiori. Continuiamo così! Vedrete dove andremo a finire. Ad avere tanti secchioni che sanno di tutto un pò e poco e ripeto POCO progresso. Sono le genialità degli individui che hanno portato al progresso... non di certo la cultura generale. Siamo tanti felici del progresso scientifico che stiamo facendo... pensate che esso potrebbe, a mio parere, crescere esponenzialmente sviluppando queste capacità individuali.

    Citazione

    Personalmente ritengo la scuola un'istituzione democratica perche' fornisce gli strumenti di pensiero adatti a criticarla.

    A giusto. E che strumenti ho io di dirigere il mio percorso di studi? Nessuno! La democrazia prevede la libertà. Io non la sento proprio per nulla questa libertà. Dove potrei studiare solo Informatica, Matematica, Fisica, Chimica, Astronomia e Inglese? Mi trovi una scuola che mi permette di studiare queste materie avendo anche la libertà di studiarmele quando preferisco io dando gli esami quando preferisco io? (Parlo di un individuo minorenne).

    Citazione

    2) Non e' chiaro il riferimenso allo studio americano. Una delle cose che mi ha insegnato la scuola e' la capacita' di lettura critica di un testo, e di conseguenza mi chiedo: 1) Chi ha condotto lo studio? Su quale rivista e' stato pubblicato? Come e' stato accolto dalla comunita' scientifica (es: qualcuno ha cercato di replicarne/confutarne i risultati)? Il metodo adottato e' scientificamente corretto (es.: ci si e' preoccupati di evitare disparita' di sesso, classe sociale, razza - tutte cose che potrebbero aver influito sui risultati)? E quale era lo scopo dello studio - fornire un fondamento scientifico al dibattito sulla natura umana (es.: la creativita' e' innata ma per effetto dell'educazione - in senso largo - la si perde man mano che cresciamo)? Dimostrare che la creativita' e' inversamente proporzionale all'eta' dell'individuo? E quale e' il nesso con la scuola (il fattore determinante potrebbe essere anche il tipo di educazione impartita dai genitori, ad esempio.).

    La scuola ti ha insegnato solo a vedere criticamente un testo? Non ti ha insegnato ad utilizzare gli strumenti in tuo possesso per risolvere i tuoi problemi personali di fiducia da sola? Sei connessa ad internet. Bene. Fino a qui ci siamo. Suppongo tu sappia cos'è Google. Suppongo anche che tu riesca a pensare che se ho nominato uno studio "Divergent thinking" forse, e dico forse, potresti provare a scrivere "Divergent Thinking" su Google e vedere che ti viene fuori. Magari poi cercare "Divergent Thinking test scores" oppure "Divergent Thinking children test education" etc... Una cosa che la scuola evidentemente non ti ha insegnato è che non esiste un unica risposta ed un unico approccio alla domanda. Altrimenti mi avresti portato articoli o libri che smentiscono quello che io dico invece che venire qui e dire semplicemente che di questo test non ne sai nulla.

    Lo studio di cui ho parlato io è tratto da una conferenza di un certo Sir Ken Robinson. La conferenza dura circa 55 minuti e io me la sono scaricata. Qui c'è un ottimo link di riassunto per chi è "pigro": http://www.youtube.com/watch?v=zDZFcDGpL4U. Per chi invece vuole vedersi la conferenza completa: http://www.youtube.com/watch?v=mCbdS4hSa0s. Il test è tratto comunque da un libro chiamato "Break Point & Beyond".

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

  • A me una delle cose che è sempre dispiaciuto della scuola, specie per quanto riguarda le discipline umanistiche, è che nella pratica si studiano troppi autori e male, almeno ai tempi miei, ora non so. Intendo che alla fine non avevi che una pallida idea di ciò che avessero scritto e ti ritrovavi a studiare ciò che ne pensava il critico autore del libro di testo. Per materie tipo la filosofia è una distorsione tale da renderne l'insegnamento quasi inutile.

    Trovo giusto invece che il piano formativo sia fissato (io a 13 anni non avrei saputo cosa scegliere, insomma se ti piace la filosofia lo sai solo quando inizi a studiarla), dato che il liceo è solo un ponte per l'università. Lo trovo giusto anche in vista dell'esame finale, che ha comunque un peso nella nostra società. Se ognuno personalizzasse i propri studi, il voto di maturità non sarebbe minimamente comparabile, neanche per quel minimo che conta oggi. E poi in fondo è anche una lezione di vita quella di dover studiare qualcosa che proprio non piace. Non c'è niente che spinge alla ribellione, allo spirito critico, come il rifiuto. Io leggevo molto al liceo, anche per obbligo, e per reazione alla retorica culturale italiana sceglievo sempre letteratura straniera. Mi chiedo se avrei mai approcciato Proust se non fossi stata costretta a leggere i promessi sposi.

    Strano che non ti piaccia il latino eppure apprezzi la matematica. Sono materie molto simili.

  • A me una delle cose che è sempre dispiaciuto della scuola, specie per quanto riguarda le discipline umanistiche, è che nella pratica si studiano troppi autori e male, almeno ai tempi miei, ora non so. Intendo che alla fine non avevi che una pallida idea di ciò che avessero scritto e ti ritrovavi a studiare ciò che ne pensava il critico autore del libro di testo. Per materie tipo la filosofia è una distorsione tale da renderne l'insegnamento quasi inutile.

    Trovo giusto invece che il piano formativo sia fissato (io a 13 anni non avrei saputo cosa scegliere, insomma se ti piace la filosofia lo sai solo quando inizi a studiarla), dato che il liceo è solo un ponte per l'università. Lo trovo giusto anche in vista dell'esame finale, che ha comunque un peso nella nostra società. Se ognuno personalizzasse i propri studi, il voto di maturità non sarebbe minimamente comparabile, neanche per quel minimo che conta oggi. E poi in fondo è anche una lezione di vita quella di dover studiare qualcosa che proprio non piace. Non c'è niente che spinge alla ribellione, allo spirito critico, come il rifiuto. Io leggevo molto al liceo, anche per obbligo, e per reazione alla retorica culturale italiana sceglievo sempre letteratura straniera. Mi chiedo se avrei mai approcciato Proust se non fossi stata costretta a leggere i promessi sposi.

    Strano che non ti piaccia il latino eppure apprezzi la matematica. Sono materie molto simili.

    Sul primo punto concordo pienamente. Anche se alla fine pur essendo vero che non studi bene ogni autore, ho comunque una leggera infarinatura di tutto. Quindi se ora come ora mi parlano dell'idealismo di Hegel una vaga idea ce l'ho.

    Per il resto: E' vero. Non nasciamo in grado di fare scelte importanti. Purtroppo l'abilità di scegliere e assumersi le responsabilità di tale scelta alle volte non si impara mai del tutto.(Basta vedere i "bamboccioni" che non riescono a decidere se andare via da casa e farsi una vita o no).
    Però pensaci: come fai ad insegnare ai tuoi figli a scegliere se non li fai scegliere per tutta la loro vita? Li mandiamo all'asilo... poi alle elementari... poi alle medie... poi alle superiori (certo lì devi scegliere tra liceo o istituto ma a parte quello nulla). Insomma. Gli obblighi a fare una determinata strada dalla loro nascita fino ai 19 anni. E poi pretendiamo che loro siano in grado di scegliere. E come? Non lo hanno mai fatto. E' normale che si sbagli nelle scelte. E' una lezioni di vita pure quella.

    E poi tu hai detto: "Se ognuno personalizzasse i propri studi, il voto di maturità non sarebbe minimamente comparabile". E' necessario che sia comparabile? Per essere comparabile significherebbe avere la conformità assoluta. E' davvero necessaria? E se io mi scegliessi 5 materie che amo, me le studiassi per bene e poi tenessi un'esame finale per ognuna non sarebbe meglio? Alla fine sul mio Curriculum vitae ci sarebbe scritto qualcosa tipo "Ha superato con 60/100 l'esame di Psicologia" oppure "Ha superato con 99/100 l'esame di Informatica". Non sarebbe ancora più specifico? Pensa a coloro che devono assumere dipendenti. Non sarebbe meglio una lista dettagliata delle materie che hai studiato invece che "Ha frequentato il liceo XXX a XXX" che vuol dire tutto e niente?

    Il latino lo odio con tutto il cuore e così pure le lingue in generale, pur ritenendo che esse siano fondamentali, perché strumento principale di comunicazione. Sta di fatto che le uniche materie che io metterei come obbligatorie sono Italiano (o la lingua del paese in cui vivi) e Matematica. Terrei una riserva per l'inglese. Ma a parte quello libera scelta a tutti di fare quello che vogliono. Uno può anche studiare solo 3 materie... basta che le studi bene. Allo stesso modo se uno volesse tornare alla "vecchia scuola" attuale si riprende le solite 10 materie e se le studia. Insomma chiedo solo libertà. Non tanto per me che ormai ho finito questo percorso logorante, ma per le generazioni future. La libertà è necessaria sempre e comunque.

    Morto spiritualmente da Giugno 2011

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