Non sei vecchia. Io ho iniziato a 23 anni senza fare corsi, ma semplicemente rispondendo agli annunci. Ero inesperta, imbranata, ansiosa, terrorizzata, fuori dal mondo, eppure ho imparato. Lo so, mi è costato momenti di terrore che iniziavano già qualche ora prima di andare al lavoro. Momenti di depersonalizzazione sul bus. Testa vuota, ansia a mille, angoscia, disgusto, paura, voglia di scappare...
All'inizio è stato così. Io soffrivo sempre prima, mai durante o dopo.
Poi la sera tornavo a casa contenta di essere sopravvissuta, e quando ho iniziato a intascare i soldini mi sentivo alta tre metri. E così, quando mi prendeva male prima di andare, mi incoraggiavo sapendo che la sera sarei tornata a casa soddisfatta.
Una volta che sei lì, passa tutto, perché sei troppo occupata a lavorare. Anche questo mi dava coraggio.
Infine, cosa non trascurabile, ci sono i colleghi che spesso e volentieri sono ottime persone e ti danno una mano.
Ma se capiti in un ambiente rognoso, ti do un consiglio, mollalo e trova un altro lavoro da qualche altra parte.
Sei giovanissima e non avrai problemi.

Desiderio inconscio di suicidarsi
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Quanto sono vere le tue parole Hiba...
Sì sì... -
La cameriera l'ho già fatta un po', spero che non stiano a fare troppo i fighetti e che vedano che le cose le so anche fare se voglio. Si tratta di superare il primo ostacolo. Anche io tornavo a casa soddisfatta, a me l'angoscia e tutto il resto sale proprio prima di trovare lavoro, la presentazione. L'ultimo anno ho fatto una cosa non pagata in un negozietto e c'era una dipendente rognosa, l'ho ripagata dopo qualche mese facendo le cose in modo svogliato o lasciandole a metà o stando in facebook, tanto non ci rimettevo niente e lei ha abbassato la cresta, spero di non trovare gente simile quando sarò pagata...
Ci sono troppe cose che devo concludere nella mia città, è un bene se sto un altro anno, la fuga rimandiamola all'anno prossimo!
Grazie delle risposte, mi danno la giusta scossa. Quando ho tempo ritorno e completo -
Esperienza personale? Il suicidio non lo pensi, lo fai e basta, ed è vero.
Ci sono volte in cui l'ho pensato, un tentativo è stato fatto in passato, ma poi mi sono resa conto che è stato un tentativo "blando", chiamiamolo così, e me ne sono accorta perchè ho fatto in modo comunque di non assumere abbastanza sostanze che mi portassero alla morte, ma solo ad una consistente perdita di coscienza. Al contrario, invece, la sera del 15 giugno io volevo solo chiudere gli occhi, dormire, e non svegliarmi più.
Niente era premeditato, nella maniera più assoluta, anche se la situazione che stavo vivendo mi aveva portata ad un crollo emotivo improvviso, molto forte ed inaspettato. Ho assunto una 70ina di xanax, ho preso dei tavor che erano in casa, ho ingoiato una buona dose del mio rhum preferito che mi sono messa accanto al letto.
Semplicemente quella sera sono tornata a casa, ero stanca, molto stanca, ho acceso un attimo il pc, ho lasciato un saluto ai più cari, solo i più vicini a me hanno capito cosa significasse quel saluto perchè non c'era nessuna richiesta d'aiuto effettiva, anche se conteneva tutta la mia stanchezza e voglia di deporre le armi, non per una sera, non per due, ma di deporle e basta. Ho messo su il dvd che il mio migliore amico mi aveva regalato per il mio compleanno, la principessa ed il ranocchio (mai scelta del titolo fu più calzante), ho spento la luce, chiuso la porta della camera, mandato giù il tutto col mio Pampero accanto al letto. Nel frattempo ho perso i sensi. So che ho aperto gli occhi perchè chi abitava ancora con me probabilmente ha cercato di svegliarmi, so che sono riuscita ad alzarmi per cercare altro xanax, so che sono uscita barcollante per andarne a comperare altro dopo essere caduta a terra ed aver sbattuto il labbro. L'ho comperato (ci sarebbe da chiedersi come un farmacista sia stato in grado di vendermelo viste le condizioni in cui ero), sono tornata a casa, e ne ho assunto dell'altro. La mia voglia di farla finita era così forte da farmi cercare di portare a termine a tutti i costi quella "dormita", così forte che nonostante le mie condizioni sono riuscita a fare il diavolo a 4 in ospedale mentre tentavano di farmi la lavanda gastrica, così forte che il giorno dopo sono voluta tornare a casa e, davanti allo psicologo, quando mi è stato chiesto se l'avrei rifatto ho risposto in maniera affermativa.
Se vuoi morire, davvero, non lo dici, non dai prevviso. Lo fai.
Detto questo, sicuramente c'è qualcosa di irrisolto in te, ma non credo tu stia pensando realmente a farla finita, se non al massimo a trovare motivazioni per continuare. Trovale. -
No be', ho provato varie volte con conseguente ospedalizzazione, non lo faccio perché all'idea di trovarmi di nuovo un parente che mi vuole morta in ospedale a fare la figura della persona responsabile basta a farmi ridere e a farmi desistere. Non male a pensarci ...
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Esperienza personale? Il suicidio non lo pensi, lo fai e basta, ed è vero.
Ci sono volte in cui l'ho pensato, un tentativo è stato fatto in passato, ma poi mi sono resa conto che è stato un tentativo "blando", chiamiamolo così, e me ne sono accorta perchè ho fatto in modo comunque di non assumere abbastanza sostanze che mi portassero alla morte, ma solo ad una consistente perdita di coscienza. Al contrario, invece, la sera del 15 giugno io volevo solo chiudere gli occhi, dormire, e non svegliarmi più.
Niente era premeditato, nella maniera più assoluta, anche se la situazione che stavo vivendo mi aveva portata ad un crollo emotivo improvviso, molto forte ed inaspettato. Ho assunto una 70ina di xanax, ho preso dei tavor che erano in casa, ho ingoiato una buona dose del mio rhum preferito che mi sono messa accanto al letto.
Semplicemente quella sera sono tornata a casa, ero stanca, molto stanca, ho acceso un attimo il pc, ho lasciato un saluto ai più cari, solo i più vicini a me hanno capito cosa significasse quel saluto perchè non c'era nessuna richiesta d'aiuto effettiva, anche se conteneva tutta la mia stanchezza e voglia di deporre le armi, non per una sera, non per due, ma di deporle e basta. Ho messo su il dvd che il mio migliore amico mi aveva regalato per il mio compleanno, la principessa ed il ranocchio (mai scelta del titolo fu più calzante), ho spento la luce, chiuso la porta della camera, mandato giù il tutto col mio Pampero accanto al letto. Nel frattempo ho perso i sensi. So che ho aperto gli occhi perchè chi abitava ancora con me probabilmente ha cercato di svegliarmi, so che sono riuscita ad alzarmi per cercare altro xanax, so che sono uscita barcollante per andarne a comperare altro dopo essere caduta a terra ed aver sbattuto il labbro. L'ho comperato (ci sarebbe da chiedersi come un farmacista sia stato in grado di vendermelo viste le condizioni in cui ero), sono tornata a casa, e ne ho assunto dell'altro. La mia voglia di farla finita era così forte da farmi cercare di portare a termine a tutti i costi quella "dormita", così forte che nonostante le mie condizioni sono riuscita a fare il diavolo a 4 in ospedale mentre tentavano di farmi la lavanda gastrica, così forte che il giorno dopo sono voluta tornare a casa e, davanti allo psicologo, quando mi è stato chiesto se l'avrei rifatto ho risposto in maniera affermativa.
Se vuoi morire, davvero, non lo dici, non dai prevviso. Lo fai.
Detto questo, sicuramente c'è qualcosa di irrisolto in te, ma non credo tu stia pensando realmente a farla finita, se non al massimo a trovare motivazioni per continuare. Trovale.Il fatto stesso di trovare una qualsiasi, e sottolineo qualsiasi, motivazione per non farlo è istinto di sopravvivenza. Non c'è la reale intenzione. Ci sono dei problemi, sicuramente, ma non c'è la reale intenzione di farla finita, a me sembrano più richieste di aiuto e motivazioni per andare avanti, paradossalmente.
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Il fatto stesso di trovare una qualsiasi, e sottolineo qualsiasi, motivazione per non farlo è istinto di sopravvivenza. Non c'è la reale intenzione.
Non sono d'accordo. Una motivazione potrebbe essere quella della paura del dolore. L'impossibilità di procurarsi una morte dolce, come per esempio com barbiturici e morfina. Parlo per esperienza personale.
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