I lamenti che disturbano...

  • sì perchè crede che la depressione sia febbre che passa con un'aspirina e 3 giorni a letto.
    sempre sottovalutando la persona e il problema.
    e umiliandoti.

    quando ho voluto affrontare il mio problema lo avevo messo davanti a tutto.
    anche ai miei doveri, in qualità di malato, di debole, di diverso.
    non vedevo più gli altri come esseri umani ma come robot non in grado di avere debolezze anche loro.
    pretendevo ciò che non potevano darmi, la comprensione ad oltranza.

    e se così fosse stato sarei ancora in "depressione" sopra il mio divano a dormire e ad aspettare.

    mi sento come un puledro che non riusciva ad alzarsi. non potevo far camminare gli altri al posto mio.
    potevo solo chiedere una spinta.
    forse ho chiesto di far camminare gli altri, e l'aiuto che speravo è arrivato tardi. anzi forse non è proprio arrivato.
    nel mio caso è stato il tempo il mio alleato. ma quanto tempo!

    non condivido chi umilia e chi non ascolta. chi con frasi sprezzanti e subliminali vuole zittire il lamento.
    il lamento va ascoltato (considerando che tutti noi abbiamo un limite di sopportazione nel sentirlo) ma non assecondato più di tanto.

    nel mio caso è successo questo.
    una mancanza di insegnamenti e supporto, legati all'umiliazione successiva e nel momento in cui mi sono chiuso mi hanno (e mi sono) lasciato vivere così per anni.

  • E chi è infastidito dai lamenti altrui?

    DALENA, chi è infastidito dai lamenti altrui lo è perchè vede la persona come generatrice dei lamenti e quindi reagisce contro la persona, non sa che i lamenti sono prodotti dalla parte negativa sia per far credere alla persona che si lamenta che quella è la sua condizione, sia per scatenare l'aggressività degli altri che ci cascano con tutte le scarpe.
    DALENA non credo tu abbia scordato quello che veniva detto a me dagli utenti al solo scopo di cacciarmi, ricordi, mi volevano togliere gli stessi diritti di tutti gli utenti, però non erano gli utenti il vero colpevole e questo meccanismo può assumere innumerevoli facce.
    Quelli che sono indifferenti non sono in grazia di Dio perchè soltanto io sono la sola persona al mondo in quella grazia.

  • se vado a ritroso nella mia vita, ho idea che di esempi ne abbia avuti tanti al mio fianco, ma non sono stato in grado per alcuni (e molto importanti) di capire cosa avvenisse all'interno delle persone per far sì che io potessi fare altrettanto.

    Non sono sicura di aver capito, intendi dire che hai assistito al cambiamento di persone a te vicine senza comprendere i motivi profondi di tali cambiamenti? ...

    tante cose mi sono entrate quando è avvenuto lo scontro. frasi poco carine, alcune violente, altre severe.
    è a distanza di tempo che ciò avviene, ma oggi, nonostante l'odio verso quelle persone, non posso che ringraziarle.

    ... e che, sulla lunga distanza, gli scontri ti siano stati più utili rispetto agli esempi per comprendere te stesso, i tuoi errori?

    credo invece fortemente che il tempo abbinato al concetto (anche ripetuto) prima o poi verrà utilizzato.

    A volte le cose si capiscono all'improvviso, lo stesso concetto ci è stato magari ripetuto più volte nel tempo, poi ce lo esprime nuovamente una persona diversa, con parole diverse, ed ecco che si accende la lampadina, perlomeno a me succede.

  • Però queste son tutte congetture, sicchè alla fine se si parte da subito con l'idea che uno "aggressivo" sia aggressivo e basta si rischia di perdere qualcosa, come neppure si deve pensare che tutti gli aggressivi siano necessariamente sinceri e spontanei (e invece son solo dei maleducati), ma questo appunto lo si evince dai contenuti -se ci sono- dei loro discorsi.

    Concordo, infatti si può reagire aggressivamente ad un determinato argomento, ad un qualcosa che magari solo noi percepiamo perché ci tocca da vicino, il modo di reagire dipende dal temperamento, non significa essere "brutti e cattivi" :D

    Su quel che dici rispetto alle persone dure con se stesse e con gli altri ti chiedo: secondo te lo sono davvero, oppure è una facciata utile ad evitare le critiche altrui? Intendo dire che è difficile muovere critiche ad una persona che già dice "male" di se stessa, no? Facilmente, col suo comportamento, si attirerà piuttosto degli elogi per essere in quel modo, per il fatto di dimostrare di essere capace di riconoscere i propri errori...

    Per questa ragione , io, mi fermerei al principio, che in due parole potrebbe essere "e chi l'ha detto che chi risulta aggressivo a X ....non risulti poi il miglior Amico per Y?".......

    In questo senso credo davvero che tutto tutto tutto dipenda da ognuno di noi: come siamo fatti, come siano cresciuti, come siano stati abituati, cosa ci siamo allenati ad attenderci............. (giusto per dimostrare - dal mio punto di vista - l'assunto: io.....se espongo un problema e uno mi risponde "ti capisco e ti sono vicino smack smack"....bè....giuro giuro che manco ricordo d'averlo letto. E se me lo ricordo mi urta i nervi. Ma io sono io , tanti saranno come me, tanti altri all'opposto, infiniti altri tra le due posizioni). Possiamo, su queste basi, stabilire chi "è nel giusto?" ..................
    Giusto...in che senso, dove, quando, come perchè, PER CHI?

    Questo è logico, non si può piacere a tutti e tutto ciò che percepiamo è filtrato attraverso i nostri vissuti, umori, ecc., ma dei paletti in una società debbono esistere, come garanzia per tutti, quindi dò per scontato che tutti concordiamo sul fatto che le espressioni volgari siano offensive in generale e quindi vadano evitate. Posto questo, io non ho nessuna voglia di prendermi la responsabilità di decidere il Giusto o lo Sbagliato e se è emerso questo in qualche mio scritto mi faresti un gran favore se me lo mostrassi :friends:

  • DALENA non credo tu abbia scordato quello che veniva detto a me dagli utenti al solo scopo di cacciarmi, ricordi, mi volevano togliere gli stessi diritti di tutti gli utenti, però non erano gli utenti il vero colpevole e questo meccanismo può assumere innumerevoli facce.

    Me lo ricordo benissimo! Tu non ti lamentavi, ma vedo bene il nesso che sta nella reazione.

    Quelli che sono indifferenti non sono in grazia di Dio perchè soltanto io sono la sola persona al mondo in quella grazia.

    E' proprio per questo che è difficile seguire quello che dici!!

    Questo significa che l'indifferenza è sempre sostenuta dalla parte negativa, dall'egoismo.

    L'indifferenza fa altrettanto male di un'aggressione?

  • Non sono sicura di aver capito, intendi dire che hai assistito al cambiamento di persone a te vicine senza comprendere i motivi profondi di tali cambiamenti? ...

    ... e che, sulla lunga distanza, gli scontri ti siano stati più utili rispetto agli esempi per comprendere te stesso, i tuoi errori?

    A volte le cose si capiscono all'improvviso, lo stesso concetto ci è stato magari ripetuto più volte nel tempo, poi ce lo esprime nuovamente una persona diversa, con parole diverse, ed ecco che si accende la lampadina, perlomeno a me succede.

    ho unito alcune cose dette in passato con altre apprese successivamente, più di una lampadina è stato ottenere coscienza di me.

    i miei coetanei cambiavano, e succedeva in adolescenza e nelle età successive, con me sempre a rincorrere e arrivare in ritardo, quando le esigenze di quell'età cambiavano. non ho vissuto le varie fasi come chi avevo al mio fianco (come avere degli esempi sterili, non in grado di essere decifrati).

    molte frasi non avevano senso. puri schernimenti, rimproveri, punizioni, atteggiamenti freddi e discaccati, emarginanti. nulla di utilizzabile nell'immediato.

    molto tempo dopo hanno espresso il loro valore.
    capire il perchè quelle persone (genitori, compagni di classe, marescialli e commilitoni, capi ufficio, psicologi) criticavano (in disparati modi) il mio non essere allineato.
    Un po' come se riuscissi a capirli, a detestarli nella loro implacabilità, e a ringraziarli se anno dopo anno si è scalfita la spessa coltre di chiusura verso il mondo che avevo.

    non è un sentimento coerente il mio. lo capisco nell'insieme e col senno del poi.

    percepisco che muovermi, cercare, imparare è stata la cosa più giusta che potessi fare, sebbene al momento siano sembrate assurde le cose che facevo.

  • Facilmente, col suo comportamento, si attirerà piuttosto degli elogi per essere in quel modo, per il fatto di dimostrare di essere capace di riconoscere i propri errori...

    Si attirerà elogi, consigli a buon mercato, attenzione … tutto per il suo riconoscere i propri errori ma solo quelli che “ vuole” riconoscere … esprimerà un “ è tutta colpa mia” che non vuol dire niente ma fa effetto! Gli altri decideranno al posto suo ma lui/ lei potrà sempre dire “ ma io non avevo chiesto niente. Hanno fatto tutto loro” … Si lamentano della solitudine ma sono sempre circondati da persone, sempre più ascoltati rispetto a chi, invece, si assume la responsabilità delle proprie scelte … E se li si mette con le spalle al muro, se li si inchioda alla verità … bè, se la danno subito a gambe in modo da lasciare le cose come stanno. Qui si distinguono da chi cerca effettivamente un confronto/ aiuto / riflessione sul suo problema anche se con tono “ lamentoso “ e confuso ( certo, chi sta male non è che si possa e voglia esprimere ridendo e ballando semmai pure con tutto chiaro in mente). Semmai si litiga, non si trova accordo ma non c'è fuga. Non c'è manipolazione. Non sappiamo mai, a priori, se siamo manipolati. Saranno i risultati di quel che diciamo a confermarcelo o meno.
    Dalle mie parti si dice che chi si lamenta “ chiagne e fott’!” … cioè, mentre piange e si lamenta, si fa gli affari suoi … se li fa proprio grazie al pianto e al lamento.
    No, non mi piacciono i lamenti.

  • L'indifferenza fa altrettanto male di un'aggressione?

    Certo, questo succede quando non si hanno motivi per essere indifferenti infatti l'unico motivo che detta l'indifferenza è solo l'egoismo non ce ne sono altri.

    Questo significa che l'indifferenza è sempre sostenuta dalla parte negativa, dall'egoismo.

    SI, DALENA ed il motivo è questo. Se per te esiste la sofferenza non puoi essere indifferente verso chi soffre, tu puoi esse indifferente verso chi si lamenta soltanto se conosci la verità assoluta.

    E' proprio per questo che è difficile seguire quello che dici!!

    Dalena, è vero che io parlo una lingua sconosciuta però la esprimo in italiano ben comprensibile a tutti quindi posso ammettere che sia difficile capire, ma non impossibile per cui la possibilità di capire c'è e poi è un immenso vantaggio capire.

  • No, non mi piacciono i lamenti.

    Lo confermo ma voglio chiarire … Non mi piacciono ( diciamo pure che li detesto) i lamenti di superficie, quelli di chi abilmente sforna sempre lo stesso argomento ( anzi lo stesso aspetto dello stesso argomento) ma riesce a cucinartelo in varie salse e così facendo crea una sorta di melassa appiccicosa in cui, se ci caschi, avrai difficoltà a muoverti … cioè avrai difficoltà a pensare, a comunicare, a sentire i tuoi veri sentimenti ed emozioni … annaspando nella melassa, alla fine avrai anche tu i suoi stessi pensieri, sentimenti ed emozioni … in più, ci avrai guadagnato un bel po’ di frustrazione, demotivazione, svalutazione di te stesso/a.
    Tutt’altro rispetto al lamento emesso dall’emozione ferita , dalla speranza delusa, dall’aspettativa tradita.
    Come riconoscerli? Basta disporsi all’ascolto.
    Per quanto mi riguarda, di fronte ai primi mi sforzo di mantenere la calma e vado oltre.
    A cospetto dei secondi, resto spesso in silenzio ma non privo di pensieri e di sentimenti … e senza sentirmi frustrato. Provando a non andare oltre.

  • Ciao,

    a me è capitato e capita tuttora di sentirmi spesso dire che sono sempre a lamentarmi.. E' curioso il fatto che io invece sia convinta di raccontare dei fatti, magari sgradevoli o che mi hanno causato delle difficoltà, ma senza alcun intento lamentoso, ma questo intento mi viene fatto notare, come fosse sottinteso. La questione non è priva di fastidio e di dubbio per me, perché allora mi chiedo: se voglio raccontare di qualcosa o esprimere la mia posizione rispetto a tal fatto o tal altro, dove ho avuto dei problemi, come faccio a esporlo senza cadere nel lamento? Certo, è evidente che c'entra anche la reazione di chi me lo rinfaccia, per me rimane l'incapacità di cambiare il tono del discorso, perchè, ripeto, sono quasi certa di non avere l'intenzione di accattivarmi l'uditorio, mah.

    All'opposto, invece, mi trovo nella condizione di chi poco sopporta i lamenti prolungati e ripetuti, altrui. In particolare, di quelle persone che appena ti incontrano già iniziano a fare tutto un elenco di problemi. Mi sembra che in generale ci sia un uso quasi a GIUSTIFICAZIONE di qualcosa che non possono o non potranno fare o pensare, come per mettere le mani avanti, e soprattutto, per attirare attenziovne o per far accettare agli altri una presunta inferiorità o incapacità. Oppure, come se tali lamenti potessero distogliere gli altri da pretendere da loro qualcosa, abbassando il livello delle aspettative. L'aspetto che mi infastidisce in questi momenti, oltre al fatto di non poter affrontare per esempio questioni importanti (perchè, in quel "periodo" la persona non sta bene, non si sente, non può, non... ), è che invece, al contrario, io ad esempio non sono immune da richieste. Essendo "l'altro" o "gli altri" le persone in difficoltà, io non solo "non posso comprendere", ma devo comunque essere all'altezza, e rispondere alle aspettative meglio e più di prima.
    Decisamente la cosa mi ha stufato e quando mi trovo in tali frangenti non è raro che reagisca con risposte che per quanto controllate ed educate tendono ad andare oltre, in pratica a non dare troppo peso alla "giustificazione" e anzi, a far tornare il discorso su ciò che magari era davvero il fulcro della conversazione, dell'incontro, dello scambio.

    In tutto questo riconosco in generale una tendenza come qualcun altro ha osservato, a cercare attenzione ma senza davvero mettersi nell'ottica di trovare una soluzione, piuttosto cercando invece solidarietà e consolazione. Non mi piace il fatto che troppo spesso ho notato come questa consolazione, eventualmente, non mi sia rivolta o nemmeno offerta. Alla fine le mie reazioni forse un po' dure sono anche per difesa e per rabbia, perchè tali comportamenti, in conclusione, oltre a invalidare "loro", impediscono qualcosa anche a me.

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