Grazie a tutti dei vostri pareri! Golden il tuo post mi ha fatto riflettere....è vero l'università bisogna viverla a 360° gradi e senza motivazione non si va da nessuna parte, e probabilmente continuare l'uni sarebbe solo un ritardare ancora di più una scelta che sicuramente scombusolerà tutta la mia famiglia! Quindi penso proprio di dover prendere coraggio e parlare a cuore aperto con i miei parenti, non sarà facile ma è il mio futuro e devo prendere delle decisioni definitive
Studiare......o lavorare
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leggendo i vostri post mi sono convinto ad aprirmi. Ho 21 anni compiuti da poco e sono ormai quattro mesi che soffro d'ansia e sono apatico, privo della capacità di concentrarmi seriamente sui libri. Vi racconto la mia storia. Sono sempre stato convinto, sin dalle medie, di avere una certa attitudine allo studio, in particolare per le materie scientifiche. Fatto l'esame di terza media, ho scelto il liceo scientifico per il semplice fatto che la matematica e la geometria mi piacevano molto, senza essere fortemente condizionato in alcun modo. Per tutti e cinque gli anni del liceo sono riuscito ad eccellere in tutto, sempre con ottimi risultati, anche nelle materie che mi interessavano meno, impegnandomi tanto per ottenere sempre ottimi risultati, ma non per questo passavo tutte le giornate sui libri, perchè nel frattempo giocavo in una squadra di calcio, sport che ho praticato sin da piccolo e che non mi ha mai stancato. Lo studio mi dava sempre grandi soddisfazioni perchè mi sentivo capace di fare qualsiasi cosa e soprattutto mi piaceva la figura del ragazzo straordinariamente bravo e intelligente che col tempo ero riuscito a costruire e far apparire agli occhi degli altri, perchè per me era la figura del ragazzo "speciale", perfetto se vogliamo; tanto più che mi dicevano che ero carino agli occhi delle ragazze e avevo gusto nel vestire. Arrivato l'ultimo anno di liceo ho dovuto prendere la decisione di intraprendere un corso di studi all'università: sapevo che mi piacevano la matematica e la fisica sopra tutto per cui ho ero indeciso tra fisica e ingegneria. Il mio prof di matematica e fisica mi disse di provare matematica o fisica alla normale di pisa, io però non ci pensai più di tanto perchè l'idea di allontanarmi troppo da casa (vivo in friuli) mi spaventava, inoltre vedevo che la laurea in fisica (che preferivo a mate) non poteva darmi gli stessi sbocchi di ingegneria, pur sapendo di non essere mai stato un ragazzo pratico e manuale e di aver sempre preferito la teoria alla mera applicazione pratica...insomma alla fine mi ritrovai in agosto a sfogliare i piani di studio dei diversi rami dell'ingegneria, optando alla fine per meccanica (poichè ricordo che da piccolo mi piacevano molto le automobili ed è un interesse che poi ho mantenuto, ma a livello di riviste tipo quattroruote comprate ogni tanto e non di più). Tuttalpiù sapevo di andare in una città non lontana da casa, Padova, e di condividere l'appartamento con tre ragazzi, tutti compagni di classe e tutti aspiranti ingegneri. Fin qui si potrebbe dire tutto bene, tanto che anche io mi affacciavo a scrivere questa nuova pagina della mia vita con entusiasmo, vedendomi la mia cittadina provinciale troppo stretta. Poi tutto è cambiato: ho cominciato a frequentare e studiare, e dopo qualche mese sentivo che qualcosa non andava. L'ambiente mi aveva fortemente deluso, i ragazzi del corso non mi piacevano, non ricevevo stimoli, strinsi amicizia solo con un ragazzo, che vedevo al di fuori delle lezioni, i voti degli esami erano più bassi di quello che mi aspettassi, non capivo perchè, disegno tecnico industriale non mi piaceva più di tanto, informatica non lo diedi nemmeno (non mi sono mai sentito portato per la programmazione)...insomma cominciai a pensare di avere sbagliato strada. Mi ritrovai verso aprile a pensare a quale altro ramo dell'ingegneria potessi intraprendere, volendo recuperare quella figura di ragazzo perfetto che mi ero costruito gli anni prima e che in qualche modo l'università aveva fatto cadere. Misi gli occhi su ingegneria biomedica, perchè i corsi mi incuriosivano, ma in quel momento (e ora maledico quel momento), improvvisamente mi venne in mente la medicina, che non avevo assolutamente mai considerato prima! La mia paura era che a ingegneria biomedica gli esami di informatica (essendo un corso del ramo di informazione) mi mandassero in crisi, e ancora non capisco il collegamento che ho fatto con medicina... come vedevo il corso di medicina? esame d'ingresso selettivo, corso impegnativo, professione prestigiosa e umanamente stimabile: un buon medico non solo deve studiare tanto ma deve avere anche una certa sensibilità, capacità di giuduzio, senso di responsabilità, lucidità nelle decisioni, il tutto permeato dalla coscienza di trattare la VITA umana....mi sembrava il percorso perfetto, dove poter mettermi alla prova e dimostrarmi di possedere tutte quelle qualità...poi sinceramente speravo in un ambiente più stimolante, aperto, eterogeneo (cosa che a ingengeria non esisteva), poi se aggiungi che medicina a padova è una facoltà rinomata e storica, insomma l'attrazione era troppo forte...Mi misi alla prova e superai l'esame di ingresso: premetto subito che la convinzione di fare il medico non ce l'avevo nè ho mai avuto la passione sviscerata per la medicina (il massimo che ho fatto è stato guardare da piccolo le puntate animate di esplorando il corpo umano,che tuttavia mi piacevano), infatti aspettai l'ultimo giorno utile per iscrivermi, e alla fine feci la scelta (ora a posteriori mi rendo conto della mia superficialità e ingenuità): pensavo che non aveva senso restare a ingegneria sapendo che non mi stimolava per cui mi iscrissi a medicina. Riepilogo di un anno e mezzo a medicina: l'ambiente è migliore che a ingegneria, il problema sono gli esami: ho dato del primo anno fisica, chimica e statistica, gli esami del secondo semestre (biologia, biochimica e anatomia microscopica), non mi sono nemmeno sforzato di darli, ricordo che la scorsa primavera tornavo a casa dalle lezioni e non studiavo, perchè la materia di studio non mi attirava più di tanto, i pomeriggi facevo altro e non me ne curavo dello studio...poi ad agosto mi sono imposto di dare anatomia microscopica, il più duro dei tre, perchè non potevo accettare quel mio fancazzismo (che mai avevo avuto prima) e quel menefreghismo (oltretutto sapendo di pesare economicamente sui miei), ho sofferto da cani su quell'esame, non perchè fosse difficile concettualmente, ma perchè era faticoso stare concentrato tutto il giorno su quella roba, ho avuto attacchi d'ansia sempre più forti finchè alla fine non ho preso 29, il che ha avuto l'effetto di galvanizzarmi e darmi fiducia. L'esame l'ho fatto il 25 settembre scorso, l'iscrizione al secondo anno era entro il 30. Ricordo benissimo che sono rimasto davanti all'ingresso della banca con i soldi in mano per pagare la tassa di iscrizione per qualche minuto, dicendomi:"se tu entri in quella banca, da ora in poi non ti permetto più di avere dubbi e di cazzeggiare invece di studiare!!!". Ecco ora, sono qui che scrivo, iscritto al secondo anno di medicina ma è come se non fosse mai iniziato, ho anatomia il 18 febbraio e sono più indietro che mai, sono due mesi che non studio seriamente perchè appena mi metto sui libri mi viene da piangere, è esattamente come la scorsa estate...non sono stato all'altezza delle mie aspettative...e mi sento uno schifo, incapace di combinare qualsiasi cosa, seguito da una psicologa, apatico e angosciato, demotivato, conscio che per quanta soggezione abbia verso la professione medica probabilmente questo percorso non fa per me, soggetto ad un conflitto interiore: una parte di me dice basta, è stanca dei libri, rifiuta l'idea di studiare, un'altra non può accettare queste debolezze, vuole andare ostinata avanti, sapendo che mi farà del male più avanti probabilmente....devo prendere una decisione e non ci riesco, passo i pomeriggi al computer a leggere i problemi simili di ragazzi della mia età. Mi sento ancora più uno schifo sapendo che il mio posto sarebbe potutto essere di un ragazzo/a molto più motivato e col sogno autentico di diventare un grande medico. Vi chiedo una mano a riguardo...
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Grazie a tutti dei vostri pareri! Golden il tuo post mi ha fatto riflettere....è vero l'università bisogna viverla a 360° gradi e senza motivazione non si va da nessuna parte, e probabilmente continuare l'uni sarebbe solo un ritardare ancora di più una scelta che sicuramente scombusolerà tutta la mia famiglia! Quindi penso proprio di dover prendere coraggio e parlare a cuore aperto con i miei parenti, non sarà facile ma è il mio futuro e devo prendere delle decisioni definitive
ok.
non permettere alla tua famiglia di influenzarti.
si tratta del tuo futuro.
seguire una strada solo per far contenta la tua famiglia ti porterebbe ad essere infelice e insoddisfatto.
finiresti sicuramente per pentirtene.
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