Disaffezione sopravvenuta

Inizialmente ho cercato questo forum per parlare dei miei problemi sentimentali ma, riflettendoci, forse i miei problemi lavorativi sono persino più gravi.
Non chiedo una consulenza, ma magari fra di voi qualcuno potrà aiutarmi a capire perchè:

1. un uomo di 36 anni (nel 2000), che fa un prestigioso (ma solo sulla carta) lavoro autonomo che però, in quanto ancora agli inizi, gli dà giusto quanto basta per vivere, scopre attraverso un hobby un mondo nuovo e completamente diverso dal proprio lavoro, e sempre per hobby inizia a creare utilità per gli altri fruitori dell'hobby stesso;
2. scopre di essere bravo a farlo, perchè sono gli altri a dirglielo;
3. viene contattato da un'azienda che gli offre di lavorare per lei;
4. esce dall'azienda dopo un primo progetto riuscito non benissimo (per questioni commerciali), e insieme ad altri due soci fonda un gruppo di lavoro che in breve tempo si guadagna un posto tra i leaders del mercato, iniziando sul piano personale a raggiungere una condizione economica di vero benessere;
5. nel 2004 ottiene un riconoscimento ufficiale da uno degli enti più qualificati e stimati del settore;
6. nello stesso anno viene contattato da un colosso industriale americano, famoso in tutto il mondo, per svolgere per suo conto lavori a contratto, per i quali deve recarsi di tanto in tanto negli USA, ma sempre spesato dall'azienda stessa (in business class e hotel minimo 4 stelle).

7. Nel 2006, terminato il secondo contratto con l'azienda americana, subisce una inspiegabile crisi di disaffezione verso quello che fa e in breve tempo butta tutto quanto aveva costruito nel c∙∙∙o.

8. Torna a fare il vecchio lavoro (quello 'prestigioso' per il quale da ragazzo aveva preso una laurea), coltivando l'erronea convinzione che anche questo possa consentirgli di vivere bene quasi quanto l'altro, ma non fa i conti con la crisi del settore e oggi, a 45 anni suonati, si ritrova a vivere da tre anni con un introito medio mensile pari e a volte inferiore a quello di un operaio, continuando da un lato a ripetersi che "tanto l'altro lavoro posso riprenderlo quando voglio" anche se sa benissimo che quella disaffezione perdura ancora oggi, e dall'altro continuando caparbiamente a credere che il lavoro 'prestigioso' (che comunque gli piace) prima o poi darà i suoi frutti, anche se per ora non si vedono nemmeno i fiori.

9. A gennaio del 2009 (ma questa è sfiga allo stato puro), decidendosi finalmente a rientrare nel 'giro buono', risponde ad un'inserzione di un'altra azienda leader, ha referenze e credenziali da vendere, l'esito è scontato. Ma all'improvviso accade un evento imprevisto che rivoluziona su scala mondiale tutto quel settore di mercato, l'azienda è costretta a rinunciare suo malgrado al progetto per il quale aveva pubblicato l'inserzione e l'opportunità sfuma.

Bene, questa è la mia storia, e io non riesco ancora a capire in base a quale oscuro meccanismo della mia psiche io mi sia trovato da un giorno all'altro a buttare alle ortiche il mio successo.

Idee?