Bene. Alla fine di una settimana non eccezionale...
scelgo il mantra per la prossima.
Tesoro mio, ti devi volere tanto bene.
Messaggi di hallison
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Risposta onesta, concordo.
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Ciao repcar,
sei sempre molto chiaro nelle tue risposte, grazie.
Intanto sono d'accordo con te che alla base l'ansia abbia bisogno di un terreno fertile...
però posso dirti che io non sono stata sempre cosi
Anzi...
Ero piuttosto assertiva e convinta delle mie idee.
Poi mi sono successe un sacco di cose che magari non sono tragedie, per carità...
però tutte insieme , una dietro l'altra,senza mai avere un momento per riacciuffare un po'
la mia vita.
E questo ha innescato un meccanismo tipo quello del soldato che dicevi te...si continua ad aspettare il nemico anche quando non c'è più.
Una sorta di disturbo post traumatico, se vuoi.
Cosa faccio per uscirne... per esempio mi impongo di fare prima possibile tutte le cose che
mi creano maggiori problemi.
Cerco di non tirarmi mai indietro davanti a questi fantasmi, di non dargliela vinta.
Con molto sforzo eh...a volte continuo ad andare avanti e indietro come un pendolo .
Poi mi fermo e mi ripeto , che è il mio pensiero che distorce le cose, e la realtà è molto più
semplice di quello che dice la mia ansia...
Beh... vediamo -
Ciao ayrton,
la tua risposta mi è stata utile. In effetti credo che questo tipo di ansia sia molto legato al bisogno di controllo.
Ora sappiamo benissimo che non si può avere il controllo su ogni cosa, eppure rimane questo bisogno di pianificare il più possibile,
onde evitare qualsiasi intoppo.
E qui l'attenzione si sposta e pone un'altra domanda.
Come mai si ha questa necessità ? Desiderio di perfezione...dici tu. Concordo.
Ma ancora...cosa c'è alla base? Bassa autustima, insicurezza, oppure sfiducia in quanto non dipende da noi?
Giustamente il tuo terapeuta ti dice di accettare il fatto che non si può essere sempre perfetti, in fondo,
"non siamo Dio"il mondo non dipende da noi.
Assioma perfetto, ma tanto difficile da assimilare -
So che l'ansia anticipatoria è una costante nei soggetti predisposti e probabilmente se ne sarà dibattuto in altri threads, ma mi interesserebbe riparlarne un po', dato che in questo periodo non riesco assolutamente a tenerla sotto controllo.
Qualsiasi cosa io debba fare, anche le cose più semplici, che normalmente si espletano senza problemi, per me diventa insormontabile.
Ovvio che poi faccio quello che devo, ma dopo un logorìo inimaginabile e assolutamente inutile.
E più mi intorto in pensieri negativi e supposizioni nefaste, più me la prendo con me stessa per non riuscire a venir fuori da questa spirale-
Rimango in attesa del momento fatidico, paralizzata in ogni altra mia azione.
Eppure capisco bene che spreco stia facendo del mio tempo, oltre naturalmente allo stress che questo mi provoca.
Non so cosa mi abbia portato in questa sorta di buco nero. Eppure , nonostante la consapevolezza che il pensiero razionale mi da,
non riesco a fare il fatidico passo per cambiare punto di vista e riprendere un atteggiamento normale verso il quotidiano.
Avete qualche suggerimento...? -
Salve mela,
la questione femminile non è argomento del thread, almeno così mi pare.
Volevo solo precisare che non necessariamente le famiglie patriarcali sono sempre associabili a stupri e violenze,
per lo meno non più di quanto possano esserlo talvolta le famiglie di adesso.
Quindi è inutile andare a cercare nel passato l'origine di tutti i nostri problemi.
Poi lei può giudicare tutto quello che vuole
Potrei citarle tanti casi attuali di maltrattamenti su donne e bambini, nel nostro splendido 2020, ma come ripeto non è argomento del thread,
e per questo mi scuso con wild per il fuori tema. -
Non trovo che il passato sia schifoso wild...c'erano altre modalità... chi siamo noi per giudicare...
Ricordo comunque, che anche se apparentemente figure silenziose e succubi, le donne avevano una grande importanza.
Penso alle mie due nonne... alla fine sono loro che hanno retto la famiglia, e veramente erano molto rispettate, soprattutto dai figli.
Questi sono i miei ricordi.
Non si può oggi misurare le relazioni con i parametri di 80 o 50 anni fa.
Comunque su una cosa hai ragione tu... capita che chi è carino e gentile, venga scartato.
Ma solo dalle persone sbagliate -
credo che tu non sia l'unica ad avere questi pensieri e fare quest'osservazione
in realtà se pensiamo, ogni grande evento, porta squilibrio, morte o distruzione, costringendo alla "ricostruzione", alla ricerca di un nuovo inizio. da sempre e in ogni cultura...es. lontano nel tempo e culturalmente: shiva che danza sul mondo bruciandolo per poi ricostruirlo dalle ceneri.
parlavo con un ristoratore, gestisce un piccolo angolo di paradiso con pochi coperti e ci ha raccontato come questo periodo di confinamento l'abbia fatto riflettere. non ci ha visto solo la malattia e la morte ma anche l'occasione per far nascere nuove idee.Grazie la huesera...io la vedo così...tanto dolore e sofferenza non possono portarci ad ambire solo a tornare le nostre vite nel punto in cui il lockdown le ha interrotte.
Ci può essere un lato positivo se ci troviamo a riconsiderare alcune priorità. Non vivevamo bene prima... c'era tanto di fatuo, di falso, di precofenzionato.
Non credo che adesso veleggeremo diretti verso una sorta di paradiso, ma almeno spero abbiamo imparato a guardare le cose da un diverso punto di vista.
Dovremmo rivalutare la qualità del nostro tempo e dei nostri rapporti.
Trovare nuovi modi di porsi, anche sul lavoro, come hai accenato per il tuo amico ristoraratore...uscire da routine che ci hanno imprigionato soffocando la nostra creatività
e le nostre capacità.
Coltivare di più in concreto i nostri affetti o , se non vale la pena, lasciar andare...
Non sempre tutto quello che è omologato funziona...
@ ipposam
Penso che un impegno profondo e un grandissimo lavoro su noi stessi, sia auspicabile.
Magari ci troveremo a provare sensazioni e soddisfazioni dimenticate -
Il mio mantra di oggi segue quello di Leyla, almeno fino al keep calm... aggiungerei...
calma e cortese ma segui la tua strada a dispetto delle altrui pretese -
Ciao Gloria, indubbiamente non siamo fuori dall'emergenza sanitaria, nè tanto meno da quella economica ed emotiva.
Diciamo che ci troviamo in un momento in cui abbiamo alle spalle quei primi mesi di assoluto stravolgimento che penso
ci abbia lasciato tutti destabilizzati.
Proprio per questo mi viene da fare una considerazione su come ci proponiamo di rimettere insieme i pezzi delle nostre vite,
dopo aver subito questa sorta di tempesta, come da titolo, che ha messo in discussione tante delle nostre certezze.
Tutto qua.
Io mi sento diversa, avverto il bisogno di fare chiarezza, nei rapporti personali, per esempio.
Là dove spesso davo tanto per scontato, nel bene e nel male, oppure confinavo in secondo piano, dietro alle tante esigenze ed incombenze
di un quotidiano fin troppo frenetico.
Ma forse è soltanto una mia lettura...