Mi ritrovo spesso a riflettere su come il nostro corpo di donne sia sottoposto ad ogni genere di pressione.
Nella nostra società ci viene, potremmo dire sin da bambine, "insegnato" che, solo se siamo belle, o meglio, se rispondiamo ai canoni estetici dominanti, ci "guadagniamo il diritto" di essere amate.
Siamo sostanzialmente bombardate dal messaggio che la donna debba limitarsi ad essere una bella "bambola", dalle fattezze il più possibile provocanti, concentrata unicamente nell'attirare l'attenzione sessuale del maschio.
La donna quindi sembra esistere solo in quanto corpo, in quanto oggetto di piacere, oggetto sessuale, e questo spesso la porta a credere, erroneamente, nel binomio: sesso = amore. Se il maschio è sessualmente attratto da me significa che mi ama. In realtà sappiamo che non c'è nulla di più sbagliato, soprattutto nel maschio, per il quale spesso sesso e sentimenti sono due realtà totalmente scisse tra loro.
Ma a livello inconscio, subliminale, il messaggio che arriva alla donna è proprio questo: soltanto se hai un bel corpo, un corpo sessualmente attraente, "meriterai" di essere amata.
Questo corpo però, che deve essere sempre il più accattivante possibile, per la donna può diventare anche un'arma a doppio taglio. Se da una parte, infatti, mi fa guadagnare l'attenzione del maschio, dall'altra, bisogna dire che, tali attenzioni, non sono sempre piacevoli.
La donna infatti, concepita unicamente come oggetto, è spesso anche vittima di violenza.
Dobbiamo essere sempre attraenti, perché solo così potremo essere "amate" (?)... correndo, però, allo stesso tempo il rischio di "attrarre" su noi stesse non solo il desiderio, ma anche la violenza, la brutalità.
Vi soffermate mai a riflettere su questo? Mi rivolgo alle donne, come me, mi piacerebbe sapere le vostre opinioni e riflessioni in merito.
Alla luce di questa situazione, come vi rapportate al vostro corpo e alla vostra sessualità?
Sottolineo che in questo thread ho voluto prendere in esame una tendenza generale della nostra società, poi naturalmente ci sono le eccezioni.
Il mio non vuole essere un scritto denigratorio nei confronti degli uomini, tanto che, analizzando appunto questa situazione, ho parlato di maschi, e non di uomini, perché ritengo che chi considera la donna solo in quanto oggetto non si possa nemmeno definire uomo. Ma sono sicura che il mondo è pieno di uomini, che non approvano questo attuale stato di cose.
La mia, ripeto, è una riflessione su ciò che vedo come tendenza diffusa, ma naturalmente non intendo fare di tutta l'erba un fascio.
Messaggi di lady_urano
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Fiona Apple
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Rosalinda Celentano... donna dal grande magnetismo, secondo me...
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Beh, visto che il thread è aperto anche a noi fanciulle, posto anch'io qualche immagine di un po' di donne per me affascinanti.
Iniziamo con la mia PJ Harvey
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Ciao Coccoli,
grazie per aver posto questa domanda interessante.
E' giusto paragonare la nostra vita a quella degli altri?
Purtroppo è un errore in cui cadiamo molto spesso, forse perché, sin da bambini, veniamo abituati ad essere messi a confronto...
Se ci pensi, sin dalle elementari, siamo continuamente oggetto di paragoni: quel bambino è più buono di te, quell'altro è più studioso, quello è più basso, quello è più alto, ecc...
Da una parte, individuare le differenze tra noi e gli altri, penso sia salutare, perché ci permette di comprendere che appunto ognuno è diverso... dall'altra, però, non deve diventare una prigione che ci fa sentire perennemente inferiori.
Personalmente, io credo che ognuno abbia delle esperienze differenti da fare, e degli insegnamenti differenti da apprendere.
Può darsi, ad esempio, che per te l'amore arrivi più tardi perché hai da apprendere prima il valore dell'autonomia, dell'indipendenza - e guarda che, avere un lavoro e vivere da soli, è già un gran traguardo!
C'è poi da considerare che non è per tutti immediato riuscire a costruire una buona relazione con le persone di sesso opposto... magari c'è chi ci deve lavorare sopra, perché ha vissuto delle esperienze negative che lo hanno segnato, e quindi deve fare tutto un lavoro su se stesso.
Io, per dirti, ho 27 anni e non sono mai stata fidanzata... e solo negli ultimi anni ho iniziato ad avere degli amici maschi che si possano definire amici, prima avevo solo conoscenti...
Per me è un percorso, perché ho introiettato un maschile estremamente negativo da bambina, perciò ci devo lavorare sopra... magari un'altra persona non ha questo genere di problematica, quindi alla mia stessa età magari è già sposata con prole, ma ha delle questioni differenti da affrontare.
Ognuno è diverso e ha un percorso diverso.
La cosa più importante credo che sia cercare sempre conoscere se stessi, di comprendersi, di comprendere quali sono i nostri blocchi, le nostre paure... e fare del nostro meglio per migliorarci. -
Io voglio invece leggerezza,
libertà, comprensione -
non trattenere nessuno,
e che nessuno mi trattenga.
Tutta la mia vita
è una storia d'amore con la mia anima,
con la città in cui vivo,
con l'albero al bordo della strada,
con l'aria.
E sono infinitamente felice.
Marina Cvetaeva -
Sì, forse è un po' come dici tu... io credo che l'amore non si possa racchiudere entro schemi precisi ma debba essere lasciato libero di esprimersi...
Su questo sono senz'altro d'accordo con te.
Riguardo al "poliamore", ricordo che mi affascinava molto come concetto quando ero adolescente... poi crescendo sono un po' cambiata... ora come ora, per me è già difficile trovare una persona che mi colpisca profondamente, che mi prenda l'anima, figuriamoci più d'una!
Però penso che ci siano tanti modi di esprimere l'amore, che l'amore abbia tante forme... c'è l'amore verso gli amici, verso la famiglia, verso gli animali, anche verso i colleghi di lavoro... alla fine penso che anche cercare di costruire un ambiente sereno ed armonioso sul lavoro, sia una forma d'amore...
C'è anche l'amore che mettiamo in ciò che facciamo, nelle nostre passioni...
Ci sono tanti modi in cui possiamo esprimere il nostro amore, anche se per me quel sentimento più forte, più intenso che si prova quando ci si innamora, è qualcosa di raro.
Però credo che ognuno debba trovare una sua dimensione, una sua strada... che non deve necessariamente essere uguale a quella degli altri.
L'importante è fare tutto nel rispetto di sé e degli altri. -
Secondo me sono fasi che si attraversano nel corso della vita...
Anch'io, ValeHikari, quando avevo circa la tua età, mi infatuavo molto facilmente... bastava che uno fosse un attimo carino e gentile con me, e subito partivo coi miei "film mentali"...
D'altra parte, devo anche dire che in quel periodo mi sentivo molto sola, e avevo un gran bisogno d'amore... e probabilmente anche quello giocava una sua parte...
Il bisogno, quando è molto forte, secondo me un po' "annebbia" anche la vista e la capacità di comprensione...
Poi però si cresce, si cambia, si matura... e forse si impara a vivere la solitudine in modo diverso, accettando anche che l'amore è qualcosa di raro e prezioso. E che va bene così.
Un'altra cosa, invece, a parer mio è la capacità di cogliere in tutti qualcosa di bello, di percepire che tutti hanno una loro bellezza, una loro unicità... anche quella, in senso lato, è una forma d'amore... cioè, è la capacità di guardare il mondo con uno sguardo colmo di meraviglia, un po' come i bambini - che forse è anche uno degli atteggiamenti che stanno alla base dell'espressione creativa, e magari è un po' il caso di Emanuele (a proposito, ciao caro amico scrittore!)...
PS: bello il tuo avatar ValeHikari!Sailor Moon era il mio cartone preferito da bambina.
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Quoto tutti gli input di lady_urano, e vado un attimo off topic dicendo che È UNA GRANDE, UNA TIPA TOSTA E GIUSTA
Aggiungo, vale la pena vivere per condividere con gli altri ciò che abbiamo appreso, ciò che ci ha fatto crescere, per donare loro un sorriso. -
Vale la pena di vivere per il piacere di passeggiare durante una giornata di vento, per guardare il tramonto e poi il cielo stellato. Per ammirare la Luna.
Vale la pena di vivere per i bei momenti con gli amici.
Ma anche per i momenti meno belli - perché da tutti c'è qualcosa da imparare.
Vale la pena di vivere per la dolcezza dei gatti.
Vale la pena di vivere per ascoltare PJ Harvey, per leggere Alessandro Baricco ed Emily Dickinson... e per tutti gli altri mille libri che aspettano solo di regalarci nuove emozioni.