Invece di chiedermi cosa stesse succedendo o lasciarmi in pace, hanno approfittato del mio malessere per mancarmi di rispetto. Ora si comportano come se fossero miei amici, ma sono ipocriti e li tengo a distanza.
Bene... Giusta soluzione.
Invece di chiedermi cosa stesse succedendo o lasciarmi in pace, hanno approfittato del mio malessere per mancarmi di rispetto. Ora si comportano come se fossero miei amici, ma sono ipocriti e li tengo a distanza.
Bene... Giusta soluzione.
Mi è dispiaciuto molto che non mi abbiano chiesto cosa sia successo e, anzi, mi abbiano mancato di rispetto.
Non posso capire con questa sintesi.
Ciao Araba Fenice 71, scusa se mi intrometto nuovamente in questa discussione, ma in questi giorni ho pensato parecchio a quello che mi hai detto. Mi hai fatto completamente cambiare prospettiva. Hai ragione: l’ansia e gli attacchi di panico vanno curati, non controllati. Forse ho sempre cercato di controllarli per rendere le altre persone fiere di me, per evitare di far scappare tutti da ristoranti, negozi e supermercati. Ma in fondo, io cosa ci guadagno? Niente. È proprio grazie a te che sono arrivata a questa conclusione: devo curare la mia ansia, non controllarla per non disturbare eccessivamente gli altri. Ti ringrazio per avermi aperto gli occhi su questo punto.
Volevo chiederti un’altra cosa, sempre riguardo a questo. Secondo te, come posso curare la mia ansia e gli attacchi di panico? Non parlo di psicologi, psichiatri o farmaci; sto seguendo una psicoterapia e so che, se le cose non dovessero migliorare, dovrò iniziare una farmacoterapia. È qualcosa che per ora non ho iniziato, ma so che potrebbe essere necessario se i sintomi dovessero peggiorare. Volevo chiederti come posso fare: devo evitare le cose che mi causano ansia per stare meglio, oppure affrontarle piano piano, passo dopo passo, per superare le mie paure? Devo parlare con le altre persone di quello che provo, o devo basarmi solo su me stessa?
Ecco, volevo chiederti queste cose, visto che mi sembra molto più corretto curare gli attacchi di panico piuttosto che controllarli. Considerando che ho sempre avuto la mentalità del dover controllare anziché sconfiggere, volevo chiederti qualche consiglio per fare i miei primi passi in questa direzione. Grazie mille.
Ottimo...bella intuizione. Se vivi controllando la tua ansia, non vivi. Per curarla devi passare alla fase successiva. Ritengo che il farmaco possa darti l'apporto chimico necessario a vivere la tua vita tranquillamente. Non devi dover controllare ciò che una persona che non ha questa patologie non controlla nella sua quotidianità. Ovviamente anche se considererai questa ipotesi dovrai stare attenta. Affidati a uno psichiatra che ti segue bene. Ci sono medici di base che prescrivono psicofarmaci. Ti prego di non affidarti a loro per questo tipo di problema. Non è un gioco.
Oltre al tuo psichiatra, avevi altre persone che ti erano vicine? Io non ho nessuno nei momenti critici. Anzi, mi trattano malissimo, e questo mi rende estremamente difficile uscire dal mio malessere. Continuano a farmi sentire sbagliata.
Ciao Uchiha93.
Ritengo che sia molto importante che chi ti sta vicino ti faccia sentire compresa. Nello stesso tempo però credo fermamente che rimetterci in piedi sia una nostra responsabilità. Io non ho avuto persone vicino che mi hanno trattato male, però ero sempre convinto che non mi capissero. Nessuno capirà mai quello che provi dentro. È una battaglia tra te e te. Solo tu conosci bene le tue sensazioni.
Un abbraccio.
Distorsioni? Spiegati meglio cara.
Ciao, grazie mille per la risposta. Ho consultato la psichiatra, ma non mi sono trovata per niente bene. Era molto amica di mio padre e credo che questo abbia influito nel nostro rapporto burrascoso. Insomma, non mi potevo fidare totalmente. E se lei fosse andata a dire i miei affari a qualcuno? Non sarei riuscita a sopportare questo peso. I problemi di consultare uno psichiatra sono che vivo in un paesino totalmente abbandonato da Dio. Qui è già tanto se sono riuscita a trovare una psicologa.
Quindi, secondo te è tutta ansia? Intendo ansia patologica. So che l’ansia normale ci aiuta a fare meglio un esame, ad essere attivi in un momento di pericolo; questa no, questa ci distrugge e basta. Ti sei rivisto nelle mie descrizioni? Grazie mille per la risposta e grazie mille se ti andrà di rispondere.
Ora è tutto chiaro, grazie mille per l’aiuto e per la pazienza.
Certo che mi ci sono rivisto...tutti noi ci rivediamo in questo. La psicoterapia aiuta sicuramente, ma per ansie leggere. Qui purtroppo parliamo di ansia patologica. È tutto diverso purtroppo.
Mostra di PiùAllora, cercherò di essere breve, anche se ormai mi conoscono su questo forum e la sintesi non è nel mio DNA. A settembre del 2022 inizio a soffrire di ansia. Il primo episodio devo ancora capire se è stato un attacco di panico con sensazione di svenimento oppure un calo di pressione che poi ha dato il via a tutto quest’inferno. Lo confondo con un calo di pressione visto che ero in piena anoressia; non mangiavo niente e in quel periodo ero sottopeso di 10 kg. Inoltre, ero anche nel bel mezzo di una mononucleosi che non sapevo di avere. Ricordo ancora che ero in classe, stavamo studiando italiano, e inizio a vedere tutto bianco. Mi formicolavano le gambe, la lingua e il contorno della bocca. Dico alla mia professoressa che sto poco bene. Dimenticavo, sono non vedente, quindi ho come ausilio la presenza di una professoressa di sostegno. Mi giro e dico che sto poco bene; lei mi risponde così: "Un attimo, finisco di prendere gli appunti." La sensibilità di uno zoccolo di legno. Esco dalla classe, mi riprendo piano piano; si alternano brividi di freddo a vampate di calore. Ricordo che in quel momento ho iniziato a pensare: "E se ora muoio? E se ora impazzisco? Ora mi alzo e mi butto dalla finestra? Adesso tiro un morso alla professoressa che è vicino a me." Diciamo che questi non sono pensieri da calo di pressione, ma mi lascio il beneficio del dubbio e continuerò a pendolare fra attacco di panico e calo di pressione.
Da quel giorno, la mia vita è cambiata. Ho iniziato a gestire tutto piano piano, senza dirlo ai miei genitori. Ricordo che ogni mattina arrivavo a scuola e non appena mettevo piede in classe arrivavano i conati di vomito, conati che nascondevo con qualche colpo di tosse. A dicembre, il primo vero e proprio attacco di panico. Se vogliamo considerare quello di settembre come un calo di pressione, ero durante filosofia. Inizio a sentire la voce della mia professoressa lontana, percepisco l’ambiente attorno a me come irreale, nebbioso, distante. Mi iniziano a tremare le mani, le maniche non le percepisco più come mie. Esco dalla classe, sto morendo di freddo, mi viene da vomitare e sono pallida in viso. Voglio tornare a casa, ma nessuno può venirmi a prendere. Ora fortunatamente sono maggiorenne e posso fare quello che voglio. A gennaio, la situazione degenera. Non vado più a scuola, scendo ancora di peso, 15 kg. Piano piano esco, inizio una psicoterapia che, però, a causa di problemi di incomprensione con la psicologa, ho dovuto interrompere per poi iniziarne un’altra con una persona diversa, che è fantastica.
In poche parole, inizialmente avevo già avuto episodi con queste sintomatologie particolari, solo che da fine marzo del 2023 questi sintomi sono diventati costanti. Prima si presentavano solamente durante un attacco di panico oppure subito dopo; duravano per qualche ora e poi finivano lì. Da fine marzo del 2023 sto così sempre, 24 ore su 24, 7 giorni su 7; è questo che mi dilania. I sintomi, inutile dirlo, sono sempre gli stessi: sensazione di essere in un sogno, sensazione che tutto attorno a me sia irreale, nebbioso, onirico, sensazione che tutto attorno a me abbia perso il suo senso logico e il suo senso ovvio di esistere. Come se avessi perso, in un certo senso, il rapporto di identità abituale che l’essere umano ha nei confronti delle altre cose e delle altre persone. Nel mio caso c’è una prevalenza di derealizzazione, ma anche gli episodi di depersonalizzazione non sono mancati. Ovviamente anche il mio era un pacchetto intero, con tutte le offerte del caso.
Questa è la mia storia. Poi ci sarebbero mille altre cose da raccontare, ad esempio che a maggio 2023 è mancata mia zia, il giorno dopo il mio 17º compleanno, e che durante il suo funerale piangevo come una fontana, ma le lacrime non erano mie. Non le sentivo mie, non sentivo di vivere appieno il dolore che mi stava stringendo al petto. Non è stata tutta rosa e fiori. Diciamo che mi sono impegnata; a settembre inizio la quinta e poi me ne vado da quell’inferno. Con la classe le cose non vanno per niente bene. In quattro anni non ho legato con nessuno. Inizialmente credevo che fosse complice il fatto che ho cambiato tre scuole in poco tempo, ma poi alla fine no. Sono in questa classe dalla seconda superiore e nessuno mi ha ancora rivolto la parola. Le poche volte che io parlo, nemmeno mi rispondono, e allora onestamente preferisco stare zitta. Credevo che quest’estate sarebbe stata migliore, nonostante io la stia passando in solitudine totale, ma in questi ultimi giorni ho avuto un crollo. Grazie mille comunque per le risposte.
P.S. Dimenticavo, i sintomi che stanno dilaniando di più le mie giornate sono questi: distorsioni visive, distorsioni spaziali e distorsioni temporali. Fermi tutti, distorsioni visive? Ma non avevi detto di essere non vedente? Sì, un attimo, sono non vedente. Non vedo nulla, zero totale, il nulla cosmico. Scherzi a parte, sono non vedente nel vero senso della parola, nel senso più puro e casto, ammettendo che questa parola abbia sensi puri e casti, che può esserci. Solo che dall’occhio destro intravedo poca luce, veramente poca, solo se questa è molto forte. Solo che non la vedo come la vedevo prima, ossia una luce normale, reale; ora la vedo come se fosse una luce onirica, nebbiosa. Quindi le distorsioni visive delle quali parlo sono: vista appannata, come se stessi guardando attraverso all’acqua del mare, vista nera, ogni tanto mi si offusca il campo visivo come se del petrolio mi stesse coprendo nell’iride, e lampi di luce. Piccola premessa: qualche anno fa ho subito un forte distacco di retina. So che questo può portare dei lampi di luce, lampi di luce che, però, hanno delle caratteristiche ben precise, caratteristiche che non sono rispettate dai lampi di luce che lamento durante uno stato ansioso. Quindi niente da fare.
Le distorsioni temporali: il tempo scorre in maniera diversa, più veloce oppure più lento. Una cosa che ho fatto questa mattina, ad esempio dipingere, mi sembra lontana anni luce, mentre una cosa che ho fatto sei mesi fa mi sembra avvenuta qualche secondo fa. Inoltre, è una strana sensazione che inserirei nelle distorsioni temporali: non percepisco un vero distacco fra il sonno e la veglia. È come se, in un certo senso, io fossi consapevole di svegliarmi, ma una parte della mia coscienza se lo dimenticasse. Non riesco più a percepire le belle sensazioni di niente. Le emozioni sono anestetizzate, non riesco a percepire l’energia di un buon pasto, non riesco a percepire la serenità di un sonno ristoratore, non riesco a percepire la calma e il relax di un bagno caldo. Faccio tutto, ma non sento più niente. Le altre distorsioni che mi fanno impazzire sono quelle spaziali: mi sento qualche volta come se l’ambiente attorno a me fosse diverso, più grande oppure più piccolo, le pareti storte, oppure sento il pavimento che ruota sotto i miei piedi. Cose assurde.
Carissima amica, sei giovane, e lo considero un complimento. Ti assicuro che la responsabilità di tutto è l'ansia, quella patologica. Purtroppo, non si tratta dell'ansia normale, quella che ci salva dai pericoli e ci fa combattere o fuggire. Il nostro cervello è complesso. Nel mio caso, attivava l'autodifesa anche nei momenti di calma piatta. È difficile capire cosa pensasse in quei momenti.
Ritengo che dovresti consultare uno psichiatra. Non fraintendere, anch'io pensavo che lo psichiatra fosse solo per i casi gravi. Non è così. Lo psichiatra, se lo ritiene necessario, può prescrivere farmaci. Ti assicuro che ho provato a evitarli in tutti i modi, ma alla fine ho capito che, essendo composti da chimica, abbiamo delle carenze che richiedono attenzione.
Questo è quello che mi sento di consigliarti, ma ovviamente devi fare ciò che ritieni sia la migliore soluzione per te. Un abbraccio.
Arrivi veramente nel momento giusto. Soffro di ansia e attacchi di panico dal settembre del 2022, ma a gennaio del 2023 la situazione è decisamente degenerata. Ora sto meglio; gli attacchi di panico, piano piano, riesco a gestirli. L’ansia anche; sono poche le giornate nelle quali mi lascio sopraffare da questi mostri, ad esempio, oggi. Il sintomo che mi terrorizza più di tutti, però, è la derealizzazione e la depersonalizzazione. Tu hai mai provato queste sensazioni? Se sì, potresti raccontarmi la tua esperienza? Se ovviamente questo non farebbe affiorare in te brutti ricordi, quindi sei liberissimo di dirmi di no. Grazie mille; arrivi veramente in una delle giornate più brutte.
Certo, caro amico.
Ovviamente sì, purtroppo per me era un pacchetto completo, ma penso un po' per tutti. Si parte dall'ansia che degenera in attacchi di panico, che degenera in depressione perché il mondo non ti comprende, depersonalizzazioni e via di seguito.
Da quello che ho capito, nel settembre 2022 ti si presentano i primi episodi. Posso sapere, se ti va, cosa hai fatto per migliorare un po' la tua situazione? Non va benissimo. Intendo dire che questi sintomi dovrebbero sparire. Non devi controllare ansia e attacchi di panico. Devono proprio sparire. Ti assicuro che spariranno anche le sensazioni di derealizzazione. Fa parte dell'ansia ancora in azione.
Buonasera a tutti gli iscritti di questo utilissimo forum. È tanto che non entro a leggere i problemi di qualcun altro con la speranza di riuscire a capire i miei. Ho sofferto, da febbraio 2023, di una ricaduta di forte ansia. La forte ansia mi portava a vivere attacchi di panico, blocco della razionalità e fuga immediata da qualsiasi situazione in cui mi trovavo. Sudori freddi, isolamento, insonnia, depressione, chi più ne ha più ne metta. Ho parlato di ricaduta perché pensavo di esserne uscito e invece, dopo circa un anno e mezzo senza farmaci, ho ricominciato dapprima a sentirmi agitato in situazioni in cui non c'era motivo, poi sempre più a disagio con gli amici... Poi, per farla breve, l'incubo è ricominciato.
Oggi scrivo per chiedervi scusa, perché grazie a Dio, a me, al mio psichiatra, ai farmaci e anche a molti di voi, sono uscito dall'incubo e faccio una vita abbastanza normale. Scusatemi perché forse sono stato un po' egoista e mi sono un po' dimenticato di questo forum. Forse però, a pensarci bene, era la cosa giusta da fare. Entrare nel forum a leggere i thread era diventata una cosa un po' compulsiva. Tutti sappiamo che l'ansia e la depressione portano ad esserlo. Il fatto di iniziare a sentirmi meglio ha fatto in modo che non ne sentissi più la necessità. Comunque, bando alle ciance, sono rientrato per mettermi a disposizione di chi vuole una parola amica e qualche consiglio. Ovviamente, è inutile dire che ognuno di noi è diverso e quello che ha fatto bene a me non vuol dire necessariamente faccia bene a chiunque. Sono tornato. Un abbraccio a tutti e vi ricordo che l'unico nostro nemico è il tempo... Se il farmaco è giusto e la quantità del principio attivo anche...
Vi voglio bene e non smettete di crederci, amici e amiche.
Il punto è che sono troppo buono. Sicuramente è vero che ho tanti amici e parenti, però esistono i compromessi. Lei mi dice che non esistono in amore i compromessi e che è fatta così, quindi o si accetta oppure ci si lascia perché abbiamo pensieri diversi.
Ma il problema qui è che non esiste il compromesso, perché secondo me se uno vuole, ci si viene incontro in qualche modo... Io per lei farei di tutto.
Il mio "rifatti una vita" era un invito a frequentare i tuoi tanti amici e lasciare la tua "compagna".
Hai trovato quello che cercavi?
In caso contrario sappi che puoi effettuare una ricerca all'interno delle decine di migliaia di discussioni presenti sul Forum di NienteAnsia, tra le quali troverai senz'altro una risposta a ciò che cerchi.
Prova.